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Il colpo di grazia all'economia del sud nel dopoguerra

Post n°2157 pubblicato il 24 Marzo 2012 da luger2
 

Il periodo post-unitario, per quanto violento e vessatorio nei confronti del sud, tuttavia non completò il processo degenerativo nei confronti delle popolazioni meridionali. Molte delle industrie borboniane sopravvissero e molte altre ne nacquero specie nelle zone ove il precedente regime aveva fornito di efficienti vie di comunicazioni. Le aree pugliesi e campane, per la loro conformazione territoriale continuarono ad avere una valenza industriale notevole.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale quindi queste zone erano ancora notevolmente sviluppate e producevano una buona fetta del PIL del regno d'Italia.

Le vicende belliche (occupazione germanica, bombardamenti e successiva occupazione alleata) trasformarono in deserti le aree industriali e le fertili pianure che fino a pochi anni prima fornivano al regno buoni proventi fiscali.

Al termine del conflitto, il governo americano varò un vasto piano di ristrutturazione del vecchio continente conosciuto come “Piano Marshall”, esso, nella concezione propagandistica della politica statunitense era teso per la rinascita economica dell'Europa. Il piano venne respinto dai paesi dell'est sotto il controllo sovietico in quanto era visto come un tentativo dell'imperialismo di controllare le loro economie.

Nella restante zona europea, gli americani effettivamente con il piano Marshall misero in atto il controllo delle economie e delle politiche dei vari stati.

In Italia arrivano una pioggia di dollari che dovevano essere spesi per l'acquisto di materie prime e prodotti perlopiù di produzione americana e la ripartizione delle quote non era a “pioggia” per il recupero integrale del territorio nazionale ma mirato solo nelle zone ad interesse strategico e il nord anche questa volta ebbe la parte del leone.

La tabella che segue ne evidenzia in modo preponderante la disparità di trattamento.

 

AREA GEOGRAFICA

NR. PRESTITI

VALORE IN U.S.DOLLARS

NORD

402

4,100,135

CENTRO

199

1,644,780

SUD E ISOLE

102

788,391

 

Le aree centrali della neonata repubblica ricevettero un finanziamento per le imprese più del doppio del sud mentre il divario cresce enormemente se si sale al nord.

Moderne teorie controcorrente riparzionerebbero i finanziamenti in base al tipo di tendenze politiche tipiche del territorio, il sud, territorio notoriamente in mano a latifondisti e grandi proprietari era facilmente controllabile dalle frange liberiste mentre al nord era in forte preponderanza la componente comunista. I finanziamenti del piano vennero concessi all'Italia con la clausola della esclusione delle forze della sinistra dalla scena politica ed infatti, le regioni “rosse” vennero maggiormente finanziate per evitare che il malcontento portasse ad una rivoluzione interna diretta dai comunisti di Togliatti.

Quindi, la presenza maggiore delle industrie al nord, la componente comunista della popolazione operaia e la formazione del blocco anti-sovietico sui confini nord e orientali imposero ai governanti del tempo una forte immissione di denaro fresco alle regioni settentrionali mentre le cosidette briciole piovvero al sud in modo diseguale senza una vera e propria politica di sviluppo territoriale che avrebbe giovato alla giovane repubblica ma non agli interessi della “benefattrice” americana.

Nel sud stesso si ebbero diversi trattamenti economici, si va dalla regione Puglia che ricevette 301,973 dollari alla Calabria con soli 14,685 dollari.

Queste diversificazioni si possono giustificare con un diverso grado di industrializzazione dei territori, la Puglia e la parte nord della Campania, con territori prevalentemente pianeggianti richiamarono maggiormente gli investimenti grazie alla precedente valenza industriale di talune aree e agricole di altre (basti ricordare come esempio la direttrice Napoli-Salerno ricca di industrie manufatturiere e agricole).

Sarebbero ancora tanti i dati da sviscerare sui rapporti del Piano Marshall, essi evidenziano in maniera inoppugnabile la volontà politica di formare un dualismo economico tra le due aree geografiche del Paese, ma per farlo non basterebbe un semplice scritto di poche righe e le notizie stesse, per chi è intenzionato ad approfondire sono facilmente rintracciabili in rete o nei meandri polverosi degli archivi nazionali.

Il coraggio di imprenditori e cittadini del nostro sud ha impedito che il tracollo delle aree sia stato immediato, la volontà di riscatto ha fatto sì che i territori dell'antico regno abbiano tenuto alla mancanza di effettive risorse che, a detta di voci sono “piovute dal cielo e sperperate ignominiosamente” dalle nostre genti.

Non oso supporre che a parità di condizioni, il sud potesse ridursi così, è vero comunque che in un certo qual modo ci siamo adagiati nell'attendere la manna dal cielo, ma questa è un'altra storia …....

tratto da http://www.duesicilieoggi.eu

 
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