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Il capitano Natale De Grazia morto perchè amava il mare

Post n°2326 pubblicato il 03 Marzo 2014 da luger2
 

L’ufficiale della Capitaneria di Porto aveva 38 anni. Stavaraggiungendo la città ligure, per completare delle indagini sui trafficiilleciti dei rifiuti, attraverso le navi a perdere. Morì durante il viaggio:avvelenato. E la certezza di ciò si è avuta solo da poco, all’esito del quartoesame autoptico. Il capitano morì dopo aver consumato un pasto in una stazionedi servizio sull’autostrada Salerno- Reggio Calabria. Il certificato di morteriporta quali cause del decesso le troppo generiche motivazioni “arrestocardio-circolatorio”. Il suo corpo fu sottoposto ad autopsia solo dopo unasettimana dal decesso e presso l’ospedale di Reggio Calabria, anziché NoceraInferiore dove era deceduto. Agli esami autoptici non è stato concesso diassistere al consulente medico della famiglia che chiese di ripetere gli esami.La seconda autopsia fu assegnata allo stesso perito che condusse la prima e irisultati di questi ulteriori esami, che confermarono ovviamente i dati dellaprima, furono trasmessi alla famiglia dopo circa dieci anni. Dopo la sua mortele indagini subirono un duro colpo e da allora la verità sulle “navi a perdere”non è mai stata rivelata fino agli sviluppi di questi ultimi tempi. Il 24Maggio 2001, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concessela medaglia d’oro al merito di marina “Alla Memoria” con le seguentimotivazioni: “Il Capitano di Fregata (CP) Spe r.n. Natale DE GRAZIA ha saputoconiugare la professionalità, l’esperienza e la competenza marinaresca conl’acume investigativo e le conoscenze giuridiche dell’Ufficiale di PoliziaGiudiziaria, contribuendo all’acquisizione di elementi e riscontri probatori dielevato valore investigativo e scientifico per conto della Procura di ReggioCalabria. La sua opera di Ufficiale di Marina è stata contraddistinta da unaltissimo senso del dovere che lo ha portato, a prezzo di un costante sacrificiopersonale e nonostante pressioni ed atteggiamenti ostili, a svolgere complesseinvestigazioni che, nel tempo, hanno avuto rilevanza a dimensione nazionale nelsettore dei traffici clandestini ed illeciti operati da navi mercantili. Figuradi spicco per le preclare qualità professionali, intellettuali e morali, hacontribuito con la sua opera ad accrescere e rafforzare il prestigio dellaMarina Militare Italiana”.

 Il risultato dellavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia è contenuto nei fascicolidell’inchiesta giudiziaria sull’affondamento della nave Rigel e altri “navi aperdere” presso la procura di Reggio Calabria archiviata nell’anno 2000.Risulta documentato che il capitano Natale De Grazia aveva trovato nella casadi Giorgio Comerio, un noto faccendiere investigato per smaltimento illecito discorie radioattive, un’agenda con l’appunto “Lost the ship” (la nave è persa)il giorno 21 settembre 1987, il giorno in cui è affondata la nave Rigel. Quelgiorno, secondo quanto stabilito dall’International maritime organization èaffondata soltanto quella nave. Inoltre nella casa del Comerio pare esser stataritrovata copia del certificato di morte di Ilaria Alpi, – giornalista italianadel TG3, assassinata in Somalia insieme all’operatore Miran Hrovatin mentre sioccupava di traffico di rifiuti pericolosi e di armi. Comerio è l’ingegnereideatore del progetto O.D.M. (Oceanic disposal management) che prevedeva distipare rifiuti radioattivi in siluri (telemine) da sparare sotto i fondalimarini con l’ausilio di navi Ro-ro. Gli investigatori di Reggio Calabria, tracui il De Grazia, avevano scoperto che Comerio aveva trattato l’acquisto dellamotonave Rosso (nave Roro). Nel corso delle indagini Natale De Grazia ed i suoicollaboratori, maturarono la convinzione, che la Jolly Rosso doveva essereaffondata al largo del Golfo di S. Eufemia (CZ) per smaltire un carico dirifiuti pericolosi e per lucrare sul premio di assicurazione. Secondo gliinquirenti l’affondamento non riuscì e il 14 dicembre 1990 la nave si arenòsulla spiaggia di Amantea in località Formiciche e il carico della naveseppellito nell’alveo del fiume Oliva, poco distante il luogo dellaspiaggiamento. L’inchiesta è stata riaperta dalla procura di Paola nell’anno2004 e poi ma per mancanza di prove è stata archiviata a maggio 2009 perchél’ipotesi accusatoria non fu supportata da prove. Anche la città di La Speziagli ha riconosciuto la cittadinanza onoraria alla memoria. «Era sconvolto, perlo scenario che aveva intuito. Lui adorava il mare, ed una notte mi disse allamoglie: “Anna, ma che mare stiamo lasciando ai nostri figli?”. Natale De Graziaè uno che ci ha provato a non chiudere gli occhi, e ha per questo pagato!  Quest’uomo deve essere per tutti noi adesempio  Lui non c’è più, ma il problemadel mare, è rimasto. Ed è di tutti noi. Però continuano ad avvenire fattigravi: come le continue scoperte di nuovi siti inquinati, come la nave caricadi armi di distruzione chimica, a Gioia Tauro. Nel solito martoriato sud. E noicittadini dobbiamo far sentire la nostra voce. L’ufficiale della Capitaneria diPorto aveva 38 anni. Stava raggiungendo la città ligure, per completare delleindagini sui traffici illeciti dei rifiuti, attraverso le navi a perdere. Morìdurante il viaggio: avvelenato. E la certezza di ciò si è avuta solo da poco,all’esito del quarto esame autoptico. Il capitano morì dopo aver consumato unpasto in una stazione di servizio sull’autostrada Salerno- Reggio Calabria. Ilcertificato di morte riporta quali cause del decesso le troppo generichemotivazioni “arresto cardio-circolatorio”. Il suo corpo fu sottoposto adautopsia solo dopo una settimana dal decesso e presso l’ospedale di ReggioCalabria, anziché Nocera Inferiore dove era deceduto. Agli esami autoptici nonè stato concesso di assistere al consulente medico della famiglia che chiese diripetere gli esami. La seconda autopsia fu assegnata allo stesso perito checondusse la prima e i risultati di questi ulteriori esami, che confermaronoovviamente i dati della prima, furono trasmessi alla famiglia dopo circa diecianni. Dopo la sua morte le indagini subirono un duro colpo e da allora laverità sulle “navi a perdere” non è mai stata rivelata fino agli sviluppi diquesti ultimi tempi. Il 24 Maggio 2001, l’allora presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi concesse la medaglia d’oro al merito di marina “AllaMemoria” con le seguenti motivazioni: “Il Capitano di Fregata (CP) Spe r.n.Natale DE GRAZIA ha saputo coniugare la professionalità, l’esperienza e lacompetenza marinaresca con l’acume investigativo e le conoscenze giuridichedell’Ufficiale di Polizia Giudiziaria, contribuendo all’acquisizione dielementi e riscontri probatori di elevato valore investigativo e scientificoper conto della Procura di Reggio Calabria. La sua opera di Ufficiale di Marinaè stata contraddistinta da un altissimo senso del dovere che lo ha portato, aprezzo di un costante sacrificio personale e nonostante pressioni edatteggiamenti ostili, a svolgere complesse investigazioni che, nel tempo, hannoavuto rilevanza a dimensione nazionale nel settore dei traffici clandestini edilleciti operati da navi mercantili. Figura di spicco per le preclare qualitàprofessionali, intellettuali e morali, ha contribuito con la sua opera adaccrescere e rafforzare il prestigio della Marina Militare Italiana”.                       Natale De Grazia

 Il risultato dellavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia è contenuto nei fascicolidell’inchiesta giudiziaria sull’affondamento della nave Rigel e altri “navi aperdere” presso la procura di Reggio Calabria archiviata nell’anno 2000. Risultadocumentato che il capitano Natale De Grazia aveva trovato nella casa diGiorgio Comerio, un noto faccendiere investigato per smaltimento illecito discorie radioattive, un’agenda con l’appunto “Lost the ship” (la nave è persa)il giorno 21 settembre 1987, il giorno in cui è affondata la nave Rigel. Quelgiorno, secondo quanto stabilito dall’International maritime organization èaffondata soltanto quella nave. Inoltre nella casa del Comerio pare esser stataritrovata copia del certificato di morte di Ilaria Alpi, – giornalista italianadel TG3, assassinata in Somalia insieme all’operatore Miran Hrovatin mentre sioccupava di traffico di rifiuti pericolosi e di armi. Comerio è l’ingegnereideatore del progetto O.D.M. (Oceanic disposal management) che prevedeva distipare rifiuti radioattivi in siluri (telemine) da sparare sotto i fondalimarini con l’ausilio di navi Ro-ro. Gli investigatori di Reggio Calabria, tracui il De Grazia, avevano scoperto che Comerio aveva trattato l’acquisto dellamotonave Rosso (nave Roro). Nel corso delle indagini Natale De Grazia ed i suoicollaboratori, maturarono la convinzione, che la Jolly Rosso doveva essereaffondata al largo del Golfo di S. Eufemia (CZ) per smaltire un carico dirifiuti pericolosi e per lucrare sul premio di assicurazione. Secondo gliinquirenti l’affondamento non riuscì e il 14 dicembre 1990 la nave si arenòsulla spiaggia di Amantea in località Formiciche e il carico della naveseppellito nell’alveo del fiume Oliva, poco distante il luogo dellaspiaggiamento. L’inchiesta è stata riaperta dalla procura di Paola nell’anno 2004e poi ma per mancanza di prove è stata archiviata a maggio 2009 perchél’ipotesi accusatoria non fu supportata da prove. Anche la città di La Speziagli ha riconosciuto la cittadinanza onoraria alla memoria. «Era sconvolto, perlo scenario che aveva intuito. Lui adorava il mare, ed una notte mi disse allamoglie: “Anna, ma che mare stiamo lasciando ai nostri figli?”. Natale De Graziaè uno che ci ha provato a non chiudere gli occhi, e ha per questo pagato!  Quest’uomo deve essere per tutti noi adesempio  Lui non c’è più, ma il problemadel mare, è rimasto. Ed è di tutti noi. Però continuano ad avvenire fattigravi: come le continue scoperte di nuovi siti inquinati, come la nave caricadi armi di distruzione chimica, a Gioia Tauro. Nel solito martoriato sud. E noicittadini dobbiamo far sentire la nostra voce.

 
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