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Post N° 59

Post n°59 pubblicato il 19 Aprile 2005 da Silentvoid
Foto di Silentvoid

A GHOST IN THE MACHINE. AND HERE, AND NOW.

Ecco, mi siedo qui, a gambe incrociate…

E ascolto il vento, e ascolto voi.

Lo faccio. Oh, se lo faccio.

E, se non vi annoiano troppo i discorsi sconclusionati di questo vecchietto, mi piacerebbe sorridervi, e raccontarvi qualcosa…

Che magari, non si sa mai, se sono fortunato diviene qualcosa che potete fare vostro, condividere, far fiorire.

Ma sono fortunato comunque, perché mi è deliziosa la vostra compagnia…

Sto guardando proprio te, che mi leggi. Con intensità. Adesso. Non importa se qualcun altro legge. Ora tu leggi, ed i miei occhi sono proprio nei tuoi, credici o no. Sii libera, ora. Sii libero, ora.

Perché qui siamo sulla soglia. A volte la gente preferisce l’infelicità piuttosto che l’ignoto. L’ignoto sembra così pericoloso…

E la libertà è sulla soglia dell’ignoto. Libertà può voler dire muoversi nell’ignoto, senza sapere dove si stia andando e cosa accadrà il momento successivo. E’ una porta. Pochi la scelgono. E noi, si parla senza fretta, sulla soglia…

La parola responsabilità è sempre stata usata nel modo sbagliato. Dà una sensazione di peso, non trovate? E’ una cosa che devi fare, una sorta di dovere; e se non ti comporti con responsabilità, magari ti sentirai in colpa. Ma io vorrei ricordare che la parola responsabilità non ha nessuna di queste connotazioni in sé. Spezzala in due…

“ RESPONS-ABILITA’ ” ..capacità di rispondere…

e otterrai tutt’altra prospettiva, un significato completamente diverso. Respons-abilità non è un peso né un dovere. Non è qualcosa che devi fare contro la tua volontà. Respons-abilità indica semplicemente la risposta spontanea. Qualsiasi situazione si presenti, tu vi rispondi con tutta la tua totalità e intensità. E questa risposta non cambierà solo la situazione, ma anche te stessa, te stesso.

Libertà e responsabilità sembra costituiscano uno di quei problemi eterni dell’uomo. E ancora una volta, è probabile che sia una questione di problema mal formulato.

Quando si è liberi, voglio dire, si è responsabili. Non puoi dare la responsabilità a nessun altro; sei libera/o! E tutto ciò che fai, lo fai tu. Non puoi dire che qualcun altro ti ha obbligato, perché sei libero, sei libera…nessuno ti può costringere. Poiché e dal momento in cui sei libera/o, è una tua scelta fare o non fare qualcosa…curioso, con la libertà arriva anche la piena responsabilità, altro che peso…ma la mente è molto astuta ed interpreta ogni cosa a suo modo. E quanti millenari equivoci esistono nella storia dell’uomo e dell’umano pensiero…

Di solito, nei dizionari, la parola “responsabilità” indica un dovere, il render ragione delle azioni proprie o addirittura altrui…in sostanza, per essere responsabile, devi fare ciò che da te si aspettano i genitori, gli insegnanti, i preti, i politici, il datore di lavoro, e chi più ne ha più ne metta. La tua responsabilità è soddisfare alcune esigenze altrui, fondamentalmente. Se agisci in modo appropriato, sei una persona responsabile; se agisci per conto tuo diventi un individualista, un' egocentrica, un irresponsabile.

E dove sei tu? Dove si è bloccato il tuo essere in questa gabbia?

Mah, dico che la parola “responsabilità” va spezzata in due: significa “capacità di rispondere” “respons-abilità”.

E la risposta è davvero possibile solo se sei spontanea, qui ed ora. Risposta vuol dire che la tua attenzione, la tua consapevolezza e la tua coscienza sono totalmente qui ed ora, nel presente. A quel punto, qualsiasi cosa succeda, la tua risposta è frutto del tuo essere. Il punto non è essere in sintonia con qualcun altro, ma semplicemente con il momento presente. E questa capacità di rispondere, io la chiamo responsabilità.

La vita, l’esistenza porta tutti i giorni nuove situazioni. Ma se aspetti che a guidarti siano le esperienze passate, magari perderai l’opportunità di agire in modo spontaneo e responsabile.

Non puoi fare nulla di più, né l’esistenza può domandarti qualcosa di più. Se sei totalmente, intensamente focalizzata sul presente, cosa potresti fare di più?

Stai impegnando tutta la tua energia e consapevolezza per uscire dal problema, per risolvere la situazione. Più di questo non è possibile. Per cui, qualunque cosa accada, andrà bene. Davvero, lo dico a te con la massima serenità e quiete. Andrà bene. Davvero.

Insomma, “mie” gentili ospiti, “miei” gentili ospiti…così, per parlare, se ancora il sottoscritto idiota non vi ha tediato fino al sonno (che comunque veglierei) …

Voglio dire, tutte queste storie sulla responsabilità e sul farsi guidare dal passato e/o da chi ha tracciato con la SUA esperienza cosiddette regole ed istruzioni varie, sono state raccontate da gente che non vuole che tu sia qui ed ora. Tutti continuano a darti consigli su come comportarti e cosa fare, eppure sanno, tutti lo sappiamo, che l’esistenza non segue le loro né le nostre indicazioni. Ed è probabile che la loro guida ti porterà fuori strada al primo problema autentico.

Non preoccuparti più di troppo del passato. Ne puoi soffrire, magari, se davvero non puoi farne a meno soffrine, (ma solo per un po’) fallo pure....

Ma il passato è lì, passato, e tu sei qui, nel presente.

Non scordarlo, se puoi.

Solo pochissime cose ancora, tanto oramai mi sono esposto…vi dirò una cosa di me, non che io sia così interessante, ma mi va di raccontarvelo.

Qualcuno ti insulta: quella è la sua azione. Tu ti arrabbi, ti irriti…magari quella è la tua reazione. Non agisci spontaneamente, in un certo senso; qualcuno ha schiacciato un interruttore. E ti ha azionato. Non sei tu a decidere veramente l'azione...

Le mie azioni sono mie, non sono reazioni. Difficile forzarmi o influenzarmi a fare qualsiasi cosa. Normalmente agisco, non reagisco.

Così, giusto per dire una cosa futile o due…

Ma vi ho davvero trattenuto oltre i limiti della decenza, spero mi perdonerete…

Sono certo che non sono le parole che ho detto che potranno smuovere qualcosa in voi.

Che se qualcosa si muove, è vostra e vostra solo.

Anche perché, magari non ve ne siete nemmeno accorte, io non sono più lì seduto da un bel po’…

Dunque ogni cosa voi possiate aver sentito, ogni possibile corda fatta vibrare dentro di voi, eravate voi a farla vibrare, non io.

Non mi dovete credere. Credere non serve a nulla.

Vedete, sentite, vivete, esperite. Allora non vi servirà credere, avrete visto, starete vivendo.

La mia voce è quella di un fantasma.

Chissà, il famigerato spirito nella macchina…

Eh già…

 

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