tracce di me...una finestra sul mio mondo... |
o sia ormai arrivata alla perfezione;
solo mi sforzo di correre per conquistarlo,
perchè anch'io sono stata conquistata da Gesù Cristo.
(ATTI 1:8)
ma avrete forza dallo Spirito Santo
che scenderà su di voi
e mi sarete testimoni
fino agli estremi confini della terra
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IL MIO CUGINETTO...
A volte mi domando
perche nessuno parla d'Amore
cosi sorpreso
come se fossi il solo a sentirlo.
Liberando i desideri
il momento che più amo
discende sempre da un Amore.
Con lo stesso suono
e lo stesso volto che si perde
col vento,
in un tempo che non si conta
con i numeri,
perchèil tempo
ha tutto il tempo,
per viverlo.
F.Franco
« Messaggio #313 | Messaggio #315 » |
Ruggineblu: mi manca!Ricordi che succederà. Bene, ormai esperto come pochi, conosco il rituale che m’aspetta. Come sempre, prima del cruento scontro, appare lieve questa quiete assurda ed irreale. Il Tremebondo, lascia sempre del buon tempo, prima di graffiar duro sulla pelle. E quindi me la godo e mentre, sull’allegro andante, pulisco armi ed armatura rubo il tempo di pensare e ricordare e sorridere, anche. E mi trasformo in un palloncino rosso, che ben risalta sopra il blu e sfuggo alla manina che mi vuol tenere in basso e comincio a variegare l’aria dell’intorno. Leggero e scanzonato, muto le frequenze della mente e mi faccio sovvenir solo pensieri dolci e dondolanti. Come il cavallino della giostra che avanti e indietro mima il tremolare delle luci colorate che girotondano con lui. E allora penso a, quando giocavo da bambino, nel gran cortile della corte, io facevo il pellerossa e lui era il cowboy. Si finiva sempre a botte, perché fin da piccolini, a nessuno piaceva passare da perdente, ma bastava la merenda a fare da sommo sacerdote della pace tra le parti. E penso a, quando quell’amato zio, mi faceva mungere le mucche che mi parevan grandi come dinosauri con le corna, però buoni e anche gentili, come buono era quel latte che mi spruzzava ancora caldo, nella bocca. E quando si partiva a fare l’erba per il fieno. Si partiva per due giorni e l’idea di dormir fuori nella notte, mi faceva una paura grande quanto la voglia di restarci e salutavo la mia mamma e il suo sorriso, fiero ed invincibile come il più nobile guerriero. E trionfale era il ritorno; in cima, in alto, alla montagna di fieno traballante su quel carretto sgangherato, in alto… come mai più ci sono stato. E ancora la prima volta dell’amore in quel campo d’erba verde, che guardandoci, scuoteva il capo per complicità mista a tenerezza. Non mi ricordo bene come andò, mi ricordo solo che tremai per un bel pezzo, ripensando a quelle labbra e a quel calore immenso e mai sentito prima ed ai suoi occhi spalancati come il cielo e alla sua voce che mi sbatteva sulla faccia e dentro il petto quel suo nome che poi, era ancora il mio. E ancora, quando a 16 anni, son partito per tre mesi a fare il volontario ad Urbignacco nel Friuli, frantumato dal mostro del tremore della terra. La mattina la passavo a ricostruir le case e il meriggio a far gran giochi con i bambini che più che sorridere e giocare volevan solo e sempre stare in braccio: la paura ti lascia fondi e dolorosi i suoi graffi sulla schiena. E quella volta in vacanza con gli amici, piccoli bimbi che si sentivan grandi. la priva volta in vacanza soli e dissennati. Di mare ne abbiam visto poco, ma di mare ne abbiamo fatto un sacco. E mi ricordo la prima volta che son salito sopra ad una moto e senza respirare ho guidato fino a rimirare il lago. Dio quanto mi son sentito Dio. E ricordo la prima volta che l’ho preso in braccio ancora sporco d’acqua e sangue e mentre fingeva di guardarmi mi raccontava di sentirmi e sentirmi bene. La sua mano stava dentro venti volte nella mia, anche se a volerla dire tutta, il piccolo ero io. Tutte cose, tante cose che mi hanno partorito lentamente e che mi hanno fatto diventare ciò che sono ora. La mia mamma sono due: una quella che amo, l’altra quella che si rincorre con amore. E il palloncino rosso, sullo sfondo blu, galleggia che è uno spettacolo d’incanto… lo lascio fare e mi lascio accarezzare…racconta che è una meraviglia, tralasciando ogni ricordo, che ha come sigla dell'inizio, una smorfia di dolore... Per tre giorni ve lo lascio. Se vi và, magari date un colpo con la mano o un soffio d’aria verso l’alto, in modo che non tocchi mai la terra…Qui, per tre giorni, ci starò poco… ma se passo giuro un sorriso ve lo lascio a Voi e al palloncino. Rosso sullo sfondo blu. 15.11.2005 |
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GESÙ CRISTO
perchè qui abbiam bisogno di Te.
Per favore ritorna,
hanno sporcato tutto quello che c'è..
(Alessandro Bono)
TU SEI LA MIA CASA..
Tu sei la mia vita
altro io non ho
Tu sei la mia strada,
la mia verità,
nella tua parola io camminerò
finché avrò respiro
fino a quando Tu vorrai
non avrò paura sai
se Tu sei con me
io ti prego resta con me. (...)
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