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Cigarette and coffee...

Post n°1000 pubblicato il 26 Giugno 2011 da fiumecheva
 
Tag: Diario


Ieri, i miei fratelli ed io ci siamo ritrovati dinuovo al cimitero.
Stavolta l’occasione era assistere al trasferimento delle ceneri di un cuginopaterno di nostro padre, nella tomba dei suoi genitori, così come lui avevaespressamente richiesto alla figlia quando era ancora in vita.
Werther.
Werther era la memoria storica della nostra famiglia. Viveva a Genova ,divorziato dalla moglie, una volta raggiunta l’età della pensione non ha maimancato a far visita a noi parenti.
Lui adorava la fotografia e ci ha fotografato in tutte le maniere e pose, nellevarie fasi della nostra vita e ogni volta le foto più belle ce le ha semprespedite.
E’ grazie lui che ho foto di mio padre mentre è al lavoro nel suo allevamentodi galline.
E nel suo peregrinare tra i parenti aveva ricostruito un po’ il nostro alberogenealogico.
La figlia di Werther non l’avevamo mai incontrata e per questa occasione lei hacercato di radunare più parenti possibile, non eravamo tanti, il sabato è ungiorno di pieno lavoro qui in riviera, ma i miei fratelli ed io anche se per pocosiamo riusciti ad andare.
Al momento delle posa della piccola bara con le ceneri nella tomba dei genitoridi Werther c’è stato un attimo di commozione da parte della figlia, un po’ perla contentezza di essere riuscita ad esaudire il desiderio di suo padre e un po’,e qui anche noi fratelli e cugini che da poco abbiamo vissuto un momento simileci siamo commossi con lei, perché ha rivissuto il momento del distacco.
Ma poi abbiamo iniziato a ricordare episodi, frasi che lui usava spesso e ilsuo modo di interpretare la vita e ci siamo ritrovati, come a lui di certo avrebbe fatto piacere, aridere e scherzare.
Al momento dei saluti Annamaria (la figlia di Werther) abbiamo fatto gesti aspecchio che ci ha fatto tanto ridere, volevamo scambiarci l’indirizzo E-mail eabbiamo tirato fuori dalla borsetta penna e notes e poi come ciliegina sulla tortapure la macchina fotografica che teniamo sempre con noi:”Siamo proprio parenti!Rocciadura veri.” e giù di nuovo aridere.
Spero che l’incontro si possa ripetere, magari in un giorno in cui piùRocciadura sono più liberi dal lavoro, in modo da essere ancora di più econoscerci un po’ meglio tutti.
L’incontro mi ha fatto piacere e mi ha fatto riflettere.
Osservavo come Annamaria si muoveva e come parlava di suo padre, e poi leparole degli altri cugini…
Si diventa orfani anche a 50 anni.
Oggi ne parlavo con Winnie.
Ora i miei pensieri sono un po’ sparsi.
Il fatto è che arrivati a questo punto ti rendi conto che non conoscevi i tuoigenitori, forse prima non ti importava, ma poi ti vengono a meno.
E la ricerca delle nostre radici diventa importante, forse perche tutti siamosoli a questo mondo, e la mostra vita ad un tratto ci sembra così fragile chesenti il bisogno di sapere che hai radici forti e solide in modo che il ventonon ci porti via.

“Siamo isole nell’oceano della solitudine… (Cigarette and coffee. Scialpi)"

 

 
 
 
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