Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

 

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Post N° 223

Post n°223 pubblicato il 18 Maggio 2006 da fiumecheva
 
Foto di fiumecheva

Non è necessario che si facciano grandi manovre e neppure c'è bisogno di chiudere gli occhi.
Basta un CILK e la tua forma astrale si separa dal corpo, mentre questo continua vigile ciò che sta facendo.
CLIK!
C'è una porticina dietro la fitta siepe, mi basta mangiare un biscotto come Alice e divento delle dimensioni giuste per poterci entrare.
Solo due persone ne hanno la chiave io e .....
Entro,
una leggera nebbia avvolge tutto.
Lui è seduto sulla panchina del parco, corpo proteso in avanti e gomiti appoggiati alle ginocchia, sguardo abbassato ad osservarsi le mani.
Mi avvicino e mi siedo sulla stessa panchina un po' scostata da lui.
Per un po' restiamo in silenzio, poi lui si gira e mi sorride:"Avrei voluto che quella rosa fosse stata vera "
Replico:
"Tu lo sai che per me è come se lo fosse, riesco persino a sentirne il profumo "
Ora lui si raddrizza e appoggiando la schiena alla panchina, guarda un punto indefinito davanti a lui
"Si, immagino  
Sai? Ricordo che a te i fiori recisi non piacevano, preferivi ammirarli ancora vivi!"
Mentre la nebbiolina si sta alzando io mi giro un po' di lato verso di lui
"E' ancora così.... Angelo ....." 

5 agosto 2002 primo sms da Snoopy
"Ciao! :-) Vuoi fare amicizia?"
Leila risponde
"Certo se per amicizia intendi veramente amicizia."...
Così è stato.
Siamo stati l'uno lo specchio dell'altro, sostegno nei momenti difficili e abbiamo creato un mondo tutto nostro.
In questo mondo noi potevano essere tutto ciò che ci passava per la testa:
Castore e Polluce, perchè ci consideravamo gemelli.
Nelle notti di plenilunio eravamo, invece, Lupo de Lupis e Lupetta.
Davamo un concerti al chiaro di luna.
Ancora ho chiaro il ricordo del bagno di folla e dei fan urlanti che ci chiedevano il bis, eravamo dei grandi, il mio compare ed io
E nei giorni d'inverno mentre i nostri corpi si gelavano al lavoro nelle giornate più rigide, ci prendavamo per mano e fuggivamo per spiagge infuocate ...
Come due bambini abbiamo giocato e riso tanto, delle storie sceme che a volte ci inventavamo, ma la cosa che più ci legava era questa strana empatia, sentivo quando era triste, anche se lui non lo scriveva e allora cercavo di consolarlo e la stessa cosa faceva lui per me, era incredibile come lui indovinasse sempre il momento e le parole giuste.
E' per questo lui è diventato il mio angelo ed io sono io suo angelo (Ormai però un po' lontano).
Ho vissuto due anni in quel mondo, due anni indimenticabili, poi io l'ho lasciato per prima....

 
 
 
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