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E continuo a camminare

 

 

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Post N° 628

Post n°628 pubblicato il 26 Luglio 2008 da fiumecheva
 

Ho passato la notte a rigirarmi nel letto.
Mi sono svegliata col pensiero che non sono adatta a rendere felice nessuno.
Qualunque cosa faccia o dica lui sarà sempre infelice, anche se vivessimo insieme non cambierebbe nulla per lui, per me cabierebbe tutto e la paura è di ritrovarmi in una situazione che ho già vissuto per 22 anni.
Io lo so che le persone, la maggior parte delle persone non sono felici, altrimenti non si spiegherebbe la montagna di libri che si è scritto sulla felicità e sulla sua ricerca e non si spiegherebbe perchè questo mondo virtuale è così pieno.
Siamo tutti alla ricerca, tutti a crearci la nostra isola felice.
La mia isola felice son i miei figli e la mia casa e ho l'impressione che la sensazione che provai tanti anni fa, quando mio marito e i miei figli erano fuori per una passeggiata e io ero rimasta casa, si avvererà e un giorno sarà così: una casa grande e vuota, io e il mio gatto.
Può sembrare un'immagine triste eppure la sensazione che provai allora era di serenità, la serenità di una persona che nella vita ha sempe cercato di fare del suo meglio.
Poi ho conosciuto Miki, il mio pensiero è cambiato. Cammino ogni giorno pensando di costruire un domani insieme.
Ma poi quando lo sento infelice, quando sento che neppure telefonare a me gli da più di tanto, che io non lo capisco....

E sto sbagliando di nuovo.
Non dipende da me la felicità degli altri,
non dipende da me.
Ognuno di noi ha un sacco di elementi per fare in modo di essere felice, la felicità è una cosa che è dentro di noi e non di fuori.
Non si capirebbe altrimenti come sia possibile vedere persone che non hanno nulla e sono felici al contrario di chi invece hanno tutto e non lo sono.

Un tramonto che commuove ed è felicità.
L'abbraccio di tuo figlio è felicità.
La telefonata del tuo compagno è felicità.
E sarebbe felicità sapere che tu rendi felice qualcuno, ma a quanto pare non è così.

E ho sognato che accompagnavo Miki nel luogo di un nuovo lavoro per lui. Stranamente era nel cortile della scuola dove io ho fatto le elmentari e li i due uomini della mia vita s'incrociavano, Miki si allontanava parlando con un suo collega, quasi si tenevano per mano e Mario il mio ex marito mi veniva incontro, immancabile sigaretta in mano e aria stroppiciata, aveva di nuovo i baffi come li portava prima della nostra "rivoluzione", mi chiedeva se Topino aveva fatto un certo lavoro al computer per lui. Continuavo a guardare Miki che si allontanava ed ad essere infastidita delle richieste di Mario.
Perchè devo essere io a pagare e a muovermi?......

Mi sveglio e sono stanca.
La felicità è un attimo e non può essere peccato tenere stretti quegli attimi il più possibile...

E ora vado da ma', tanto la mia vita è facile, è serena, ho tutto quel che mi serve e non ho nulla di cui lamentarmi e quindi posso essere felice.
Ed è questa l'unica cosa vera: che nonostante tutto io sono felice
Si, anche quando sono triste, è strano, ma è così....


 
 
 
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