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La Donna dalla Lunga Treccia sistemò l'ultima pietra. ora lei e Bimbo che Sorride erano soli e pensava di non avere più lacrime da versare tanto aveva pianto. Ricominciò a sentire freddo e strinse a se più forte il piccolo che iniziò a piangere. Il suo pianto sembrava echeggiare tutto attorno e dentro le viscere della Donna dalla Lunga Treccia, seduta, vicino al mucchio di pietre, prese a dondolarsi col bimbo in braccio.... avanti... e indietro... avanti e indietro... sembrava non dovesse mai smettere e forse è così: avrebbe voluto continuare all'infinito. Ma la vita va avanti... bisogna andare avanti...
La Donna dalla Lunga Treccia era sola col suo bambino in un luogo che non conosceva molto, nei mesi che aveva abitato lì non si era mai allontanata molto dalla caverna e uno dei primi pensieri che l'attraversarono fu di ritornare dai suoi genitori, al villaggio dove era nata e da dove era iniziato il suo strano viaggio. Di certo con loro sarebbe stata meglio, Bimbo che Sorride avrebbe avuto la possibilità di crescere e suo padre, benché ormai anziano, gli avrebbe insegnato l'arte della caccia.
Ma per tornare al villaggio ci sarebbero volute tre lune di cammino o forse più e l'inverno era ormai alle porte e si sarebbe ritrovata a viaggiare nel periodo più freddo e col bimbo così piccolo non poteva e non voleva rischiare e così decise che avrebbero passato l'inverno nella caverna e poi con la buona stagione si sarebbero messi in viaggio.
La Donna dalla Lunga Treccia non sapeva andare a caccia, ma conosceva alcuni metodi per catturare piccoli animali, spesso aveva visto suo padre preparare trappole per catturarli, lui spesso le diceva:
"Vedi piccola? A volte per ottenere ciò che si vuole non è neccessaria la forza fisica, basta usare il cervello..."
Il cervello... Pensa!.... Pensa, Donna dalla Lunga Treccia!..
Iniziò a stipare legna, un po' tutti i giorni e poi cercò di ricordare alcuni sistemi di conservazione per frutta, radici e carne se mai ne avesse avuta in abbondanza. Poi ci cimentò nella costruzione delle trappole, ci furono parecchi fallimenti, ma lei non si scoraggiò mai. Ogni giorno andava con Bimbo che Sorride vicino al mucchio di pietre, lì dove riposava l'Uomo Stanco e, come se lui potesse sentirla, gli raccontava la sua giornata, dei suoi progressi e di quelli del bambino.
Da quando Il suo compagno non c'era più, spesso non si sentiva bene, la nausea l'assaliva all'improvviso e non riusciva a trattenere quel po' di cibo che era riuscita a ingoiare, in ogni modo lei si forzava a mangiare, doveva tenersi in forze per occuparsi del bambino ed era convinta che il malessere dipendesse dal dolore provato per la perdita del suo compagno.
Ma un giorno, era passata una luna da quando l'Uomo Stanco non c'era più, toccandosi il ventre in uno dei suoi attacchi di nausea capì cosa la faceva star male e la rivelazione da prima la spaventò e poi sentì una gran rabbia montarle dentro che vicino al mucchio di pietre sfogò con tutta la sua forza:
"Sono sola... SOLA!!!..." Gridò fino a quasi diventare rauca. "..e tu ci hai abbandonato.. avrò un altro figlio tuo e tu non ci sarai ad aiutarmi..."
Pianse tanto...
Forse di più di quanto aveva fatto per la scomparsa del suo compagno..
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