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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Agnelli e colombe

Post n°147 pubblicato il 02 Aprile 2007 da bimbadepoca
 

Tra pochi giorni sarà un'altra Pasqua. Ricordo che da bambina questo periodo che precedeva la festa era legato intrinsecamente alle tradizioni religiose.
La lunga quaresima in cui era severamente vietato mangiare carne, noi bambini ci astenevamo solo di venerdì, ma mia madre e mia nonna rispettavano il divieto per tutta la durata della quaresima.
E poi il giovedì santo ci era proibito saltare, correre, ballare, giocare a palla, guardare la TV ed ascoltare la radio. Erano i giorni della passione, c'era il corpo morto, di Gesù Cristo nostro signore, "a terra" sul pavimento della mia casa; così ci veniva spiegato dagli adulti ed io da brava bambina camminavo in punta di piedi per non fargli del male.
Il giovedì pomeriggio si facevano i sepolcri sempre in numero dispari per una non meglio precisata ragione, fugaci e meste preghiere nelle chiese adornate con piantine di grano.
Era il giorno in cui ci si vestiva per la prima volta, dopo l'inverno, con gli abiti chiari della primavera, vestiti nuovi da indossare obbligatoriamente quel giorno per non dare l'impressione dei cafoni, vestiti bene solo nel dì di festa.
La lunga passeggiata sulla via principale, eccezionalmente invasa dalle bancarelle come una fiera di paese, lontanissimi i tempi in cui sarebbe stata la norma vedere i marciapiedi rivestiti dalle mercanzie di cinesi e nordafricani.

E poi l'apoteosi della domenica che si preannunciava con lo scampanio delle campane a festa. Ed il pranzo che si concludeva sempre con una fetta di pastiera, cibo sacro e rituale, preparato soltanto per quell'occasione con il grano cotto comprato nelle salumerie delle stradine popolari, preso da quegli enormi bacili di plastica quando ancora non esistevano i barattoli a lunga conservazione.

Era solo l'altro ieri e mi sembrano passati mille anni per quanto siamo cambiati tutti quanti.
Io per prima. Crescendo ho perduto per strada la fede ed ho voluto cercare le tracce di più arcaici riti per festeggiare ancora il giorno di Pasqua.
E li ho ritrovati nel mito di Persefone che ritornava dagli inferi per portare la primavera. Li ho ritrovati negli accoppiamenti rituali per propiziare la fertilità, il Sole e la Terra che generano l'uovo cosmico, antichissima simbologia di vita e rinascita. Li ho ritrovati nella dea Eostre a cui era sacra la lepre, l'animale rappresentato sulla superficie della luna piena.

Anche altri hanno cercato motivi diversi per farci festeggiare la Pasqua e sono giunti alla conclusione che dovevano inculcarci un unico verbo: Comprare.
Difatti le nostre festività si sono trasformate in orge consumistiche senza valori e senza più storia.
Siamo riusciti a banalizzare in pochissimo tempo quelle radici arcaiche che duemila anni di cristianesimo non erano riusciti a cancellare.

Le vetrine dei negozi sono sempre più rutilanti di oggetti e cibarie che dobbiamo desiderare. Gli esperti di marketing delle compagnie telefoniche hanno già confezionato gli sms che, tra qualche ora, dobbiamo scambiarci per farci gli auguri.
Ed i supermercati, gli ipermercati ed i centri commerciali si danno battaglia all'ultimo depliant.
Non so voi, ma io in questi ultimi giorni mi sono ritrovata la cassetta della posta traboccante di depliant pubblicitari. Perché è d'importanza vitale sapere che da Leclerc la colomba Motta costa 1,90 euro, mentre la stessa soffice colomba alla Conad costa solo 1.89 euro. L'ipercoop schiera in campo l'armata delle colombe al tartufone a soli 3,49 euro l'una. Il discount lancia l'arma segreta della colomba Antiche bontà, a solo 1 euro. Ma la Despar, con una mossa strategica degna di Rommel, schiera sul campo di battaglia le colombe Balocco a 0,50 euro.

Francamente delle offerte speciali non me ne importa nulla e continuo a fare la spesa nello stesso posto di sempre, per comodità. Ma conosco moltissima gente che corre da un supermercato all'altro per inseguire il prezzo migliore, persone che a fine mese si ritroveranno, grazie a questa politica del risparmio intelligente, a mettere da parte cifre folli. Anche zio Paperone cominciò il suo impero monetario con un solo decino, riuscire a risparmiare dieci euro al mese, è risaputo, cambierà la loro vita in maniera definitiva.

Nel palazzo in cui abito, invece, devono pensarla tutti nel mio stesso identico modo, altrimenti non si spiegherebbe come mai  i depliant vengono lasciati esposti per giorni alla pietà di qualcuno. Sabato mattina ho deciso di prendermi cura io dei poveri depliant rifiutati, li ho raccolti tutti e li ho portati al contenitore per il riciclaggio della carta.
Ho riempito una busta intera e mi è venuta la curiosità di moltiplicarne il peso per ogni singolo palazzo di ogni singola città d'Italia, ne sarebbe venuto fuori un numero iperbolico per le mie capacità matematiche.

Ma possibile che noi occidentali dobbiamo sciupare tonnellate di carta per pubblicizzare una colomba pasquale???
Ho troppa rabbia e troppa vergogna.

immagine

P.S. Siccome non siamo ebrei che devono fuggire dall'Egitto, a cui un Dio vendicatore ha ordinato di marcare gli usci delle loro case con sangue d'agnello, per evitare che al suo passaggio potesse distrattamente colpire a morte anche i loro primogeniti.
Siccome non siamo neanche antichi pastori, che sacrificano un paio di agnelli agli dei per propiziare il raccolto.
Insomma il giorno di Pasqua evitiamo di sacrificare all'altare della nostra smodata ingordigia quasi due milioni di agnellini innocenti.

Festeggiamo la rinascita primaverile dando la possibiltà ai cuccioli nati in primavera di poter vivere...

 
 
 
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