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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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L'aspirante pantofola

Post n°149 pubblicato il 13 Aprile 2007 da bimbadepoca
 

Il titolo del post odierno è ispirato ad un antico proverbio partenopeo, " Ogni scarpa diventa scarpone", una profonda riflessione sulla caducità della vita.
Con il passare del tempo, purtroppo, anche l'eterea scarpetta di Cenerentola è destinata a diventare una pantofola.

Ahimè!!! Arrivata alla soglia dell'età di mezzo, i segni inequivocabili di questa trasformazione cominciano a farsi vedere.

C'è stato un periodo della mia vita che a casa non avevamo l'asciugacapelli. Ogni volta che qualcuno della mia famiglia si lavava i capelli, era costretto a ricorrere alla gentilezza dei vicini.
Per anni abbiamo usufruito dell'asciugacapelli della signorina Giulia, la zitella dell'ultimo piano che amava i fotoromanzi e possedeva un phon d'anteguerra. Di quello della signora Filomena, la portinaia dello stabile. Di quello della comare Gianna, la nostra vicina con cui eravamo imparentati per via di un battesimo. E nei casi estremi anche di quello della signora Rondine, la matriarca che abitava sotto di noi, sempre in lotta con mia madre per via dei nostri giochi rumorosi.
Detestavo con tutta me stessa andare a chiedere in prestito l'asciugacapelli, in casa eravamo in nove e considerando che ciascuno di noi faceva lo shampoo mediamente due volte a settimana, più che un prestito occasionale era diventata una scocciatura abitudinaria.

Presi quindi la decisione di non asciugarmi più i capelli, li tamponavo soltanto con l'asciugamano.
Con la bella stagione mi piaceva asciugarli in motorino, sceglievo apposta le strade che costeggiavano il mare e scuotevo la testa nel vento, libera e felice. Il vento marino m'attorcigliava i capelli bagnati in tanti serpentelli. Un'immagine di rara poesia.
Peccato che il risultato finale non fosse quello di un'eroina romantica, ma di una scapigliata Erinni.
Ma erano tempi in cui non avevo mai messo piede da un parrucchiere e "messa in piega" era una parola che non avevo mai pronunciato. Mi limitavo a portare capelli lisci, lunghi fino alla vita. Il tutto all'insegna della libertà più assoluta.

Non asciugare mai i capelli diventò per me un'abitudine così radicata che quando finalmente riuscii a convincere il ragazzo più bello della scuola a venire in vacanza con me, non avrei mai pensato che proprio quell'accessorio avrebbe decretato la fine del nostro passionale flirt.
Ricordo ancora il momento in cui, lui dopo essersi fatto la doccia, venne a chiedermi il phon per asciugare il ciuffo.
- Che significa non l'ho portato??? - mi chiese con voce stridula ed un espressione meravigliata manco avesse visto Gesù che camminava sulle acque.
- Significa che non ho con me l'asciugacapelli - risposi io serafica.
- Nessuna donna va in campeggio senza portarsi dietro il phon - il poverino era talmente sconvolto che sragionava.
- Bene! Allora chiedilo ad una qualunque altra donna di questo campeggio - risposi io tranquillamente.
Non so se lo fece, quella sospirata vacanza decretò l'inizio di una profonda frattura tra di noi. So solo che rimanevo in spiaggia fino al tramonto ed ogni sera m'asciugavo i capelli all'aria fino a tremare di freddo.

L'impagabile senso di libertà cominciava a smaniare per presentarmi il conto, che puntualmente arrivò qualche anno dopo, stampato a grossi caratteri su di un referto medico: Sinusite.
Da allora, oltre ad asciugarmi i capelli finchè non sento puzza di bruciato, sono costretta ad indossare un colbacco siberiano appena la temperatura scende al di sotto dei 15°

Ahimè. Questo non è il solo sintomo preoccupante della mia imminente trasformazione in ciabatta.
Le mie gambe. Ossignor... dove sono finite le mie belle gambe di quando andavo in giro in minigonna???

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Ogni mattina lo specchio mi riflette soltanto due salsicce di maiale!!!

Da più di un mese faccio accurati massaggi con costosissime creme anticellulite. Ho perfino sconfitto la mia proverbiale pigrizia per dedicarmi a quindici minuti di ginnastica. Salgo le scale a piedi. Mi sposto in lungo e largo senza auto né autobs. Ho cercato per quanto mi è stato possibile di limitare i dolci. Mi sono privata delle gioie del palato assumendo la faccia contrita che hanno tutte le persone a dieta. Mi manca solo di comprare Starbene e seguire alla lettera i suoi saggi consigli.
Ma non c'è stato nulla da fare, le mie gambe non hanno perso nemmeno un micron di cellulite
immagine

Dovrò dire addio a quei bei vestitini leggeri come soufflè che mi tentano dalle vetrine dei negozi.
Dovrò dimenticarmi di quel delizioso bikini a righe a cui faccio la corte.
Sarò costretta a mascherare la mia 44 extralarge dentro i soliti pantaloni conformati.
Mi dovrò rassegnare la gioventù è agli sgoccioli, dovrò accettare questa triste verità. Sto per diventare una pantofola!!! 
   

 
 
 
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