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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Preludio di un incontro

Post n°174 pubblicato il 18 Settembre 2007 da bimbadepoca
 

Il mercoledì è il giorno del ramino. Un intero pomeriggio dedicato all'allegro cicaleccio di sei amiche di vecchia data.
La scorsa settimana eravamo a casa di Laura, parlavamo delle vacanze appena terminate, ognuna raccontava dei luoghi visti e delle sensazioni riportate, tra un pasticcino alla mandorla ed una tazza di tè fumante.

- Peccato Nancy che tu sia rimasta zitella - esordì all'improvviso la padrona di casa - Sarebbe stato bello andare in vacanza tutte insieme con i nostri mariti -
Le altre annuirono sospirando, doveva essere un desiderio comune mai confessato.
- Statisticamente le donne vivono più degli uomini. Faremo una vacanza tutte insieme quando diventerete vedove - dissi io con voce flautata e sorriso perfido. E' un gioco il nostro, uno scambio di battute al vetriolo servite con tenero affetto e divertito cinismo.
- Perché non ti trovi un marito? - mi chiese Isabella, con la superficialità di chi ha trovato un compagno migliore dopo il divorzio.
- Ma credi che gli uomini si trovino al supermercato in offerta speciale?- domandai ironica - Oppure che puoi coglierli direttamente dall'albero della cuccagna? - Come se non sapessero quanto ho cercato negli anni addietro un compagno e di quante delusioni è stata costellata la mia vita. E quante lacrime ho ingoiato a forza per giungere alla serenità di oggi.

- Il tuo guaio Nancy è che ti sei rammollita. T'accontenti di quei due omuncoli - mi rimproverò Mavì con il suo tono da prima della classe.
- Già - rise Anna a gola spiegata, sputacchiando pezzetti di crostata alle more sul tavolo verde - il signor "non mi sporcare la camicia" ed il geometra Tommasino Tatafiore - come se avesse pronunciato i nomi di due comici famosi, due maschere della commedia dell'arte, due giullari di corte.
- Bellissimi esemplari di uomo - affermò Mavì con evidente sarcarsmo, accompagnandosi con un gesto plateale.
- Due capolavori! - s'intromise Eugenia che fino a quel momento sembrava non interessata al discorso.
- Due bijoux! - aggiunse Laura portando in tavola un altro vassoio di pasticcini.

Il Signor "non mi sporcare la camicia" è quello che io m'ostino a credere il mio grande amore, ho già parlato altre volte di lui, è quel tizio che vive in una grigia città del nord ed ogni volta che torna a Napoli mi cerca "Perché quando ti vedo non capisco più nulla e mi dimentico d'avere moglie e figli" .
Mentre il geometra Tommasino Tatafiore è uno di quei viveur napoletani, di quelli che trovi a dozzine nei posti di tendenza. Con lo stemma del professionista stampato sui vestiti che indossa e l'aria indolente e annoiata dell'intellettuale costruito. Lui però possiede una caratteristica insopportabile, è completamente immune al mio fascino ed alle mie profferte.

- Nancy - mi domandò Laura con la sua dolcezza mielosa, come se imbocasse la nipotina con mollichine di pane - ma come puoi accontentarti di due "cosi" del genere?  Uno che dice di essere pazzo di te, ma in tutti questi mesi non è mai riuscito a trovare una scusa con la mogliettina per incontrarti in un romantico tête-à-tête -
E' vero, ma io non ho dimenticato il suo ultimo abbraccio stretto stretto, quando mi riempiva il viso ed i capelli di baci. Non s'abbraccia una donna in quella maniera se non provi per lei qualcosa di vero e importante. Fosse solo un desiderio più forte di un amore.
- Uno che, quando ti è vicino pensa di più alle pose che deve adottare per non macchiarsi la camicia, lo trovo ridicolo - rise Anna con un sonoro gorgoglio della gola.
Patetico! - disse Eugenia con il distacco della sua classe e del suo contegno altezzoso.
- Una caricatura - aggiunse Mavì con il suo tono severo.
- L'amante con il Viavà in tasca - concluse Anna ridendo a crepapelle.
E' vero anche questo, ma l'ultima volta non si è curato minimamente della mia innoportuna  cipria con pagliuzze dorate o della crema che avevo generosamente spalmato sul corpo e di cui si sarà ritrovato impregnato l'immacolata camicia. Odore ingiustificato.

- E l'altro ancora peggio - continuò Mavì - Uno che rifiuta di vederti con scuse degne di un adolescente, manco tu fossi la secchiona brufolosa da cui fuggire-
- Non sono scuse - protestai io debolmente - sono bugie addolcite -
Risero tutte come se avessi detto chissà quale facezia, come se non fosse un atteggiamento comune a molte donne quello d'inseguire sempre l'uomo sbagliato, intestardirsi proprio su quello che non ci vuole, minimizzando ogni vigliaccheria.
Ma io sono grande abbastanza da non farmi alcuna illusione nei confronti di Tommasino. Semplicemente mi diverte, mi piacciono le nostre piccole scaramucce, il mio continuo rincorrerlo ed il suo continuo sfuggirmi. E quando m'arrendo e mi scoccio è lui che viene a cercarmi. E questo mi basta e mi ripaga delle scuse puerili, che dovrebbero fare meno male perché agghindate di zucchero e canditi, ma che invece fanno male lo stesso.

- Si vede che stai invecchiando Nancy - mi disse Mavì che sa bene quali tasti toccare, un cacciatore provetto che conosce i punti deboli della sua preda - Una volta possedevi un orgoglio smisurato che era l'esatta misura della tua consapevolezza. Una volta non avresti accettato d'essere trattata in questo modo -
- Già - confermò Isabella con nella voce un tono di commiserazione - una volta un uomo che avrebbe osato rifiutarti un invito, sarebbe incorso nella tua ira distruttrice al primo NO. Ed il geometra te ne ha già rifilati cinque - e fece il numero con la mano aperta, come se fossero cinque goal incassati in una finale mondiale. Un disonore.
- E' anche vero che una volta nessun uomo avrebbe mai rifiutato un invito di Nancy - continuò Eugenia, cercando di farmi sentire prossima alla mummificazione e riuscendoci perfettamente.
- Cosa volete da me? - cominciai a balbettare, ma loro parvero ignorare la mia lecita domanda, continuando nell'opera di demolizione che avevano in mente, mentre io per lo sconcerto della situazione m'ingozzavo di bignè alla crema.

- Ti ha mai fatto godere il geometra Tatafiore? - chiese Mavì, soffocando una risatina di scherno. In effetti quel paio di volte che ero uscita a cena con Tommasino, il dopocena non era stato all'altezza delle premesse. Il tutto si era risolto in pochissimi minuti, frettolosamente, senza passione, lasciandomi inappagata e con la spiacevole sensazione che m'avesse fatto un favore.
- Lo sapete benissimo- risposi con le guance vermiglie per la vergogna. Non ho mai avuto segreti con le mie amiche e quanto avevamo riso delle perfomance erotiche del bel geometra.
- Se proprio vuoi saperlo il tuo Tommasino l'ho visto l'altra sera al tabarin, con una bionda sfolgorante che era l'ottava meraviglia del pianeta - mi confessò Isabella, mentre sentivo nel profondo delle viscere una morsa di gelosia - Parlando di te si è lasciato sfuggire un "sì Nancy, quella che abita a Fuorigrotta" e quando io gli ho fatto presente che tu sei di Posillipo, con grande faccia tosta pur di nascondere la gaffe appena fatta sai cosa mi ha risposto? Che Posillipo e Fuorigrotta sono la stessa cosa -

- Orrore!!! - fece Eugenia arricciando il nasino nauseata, più da quell'ardito accostamento di quartieri, che dalla poca considerazione che lui aveva di me, dimenticando addirittura dove abitavo.
Deglutii annaspando. Io ricordo di lui i particolari più insignificanti, ogni parola che mi ha detto e gli ho detto. Dettagli che sono l'illusione di ogni donna.
- Bisogna dare atto a Tommasino che è uscito con te più di una volta, si è impegnato poverino. Ma proprio non gli piaci. Non ti desidera. Non riesci a farglielo drizzare. Continua ad essere gentile e a darti corda solo per non sminuire la personalità che tu gli hai cucito addosso. Possibile che non lo capisci???- concluse Mavì in un affondo di fioretto che mi lasciò ferita a morte.

- E allora... venite al dunque - dissi io agonizzante, senza più difese.
- Erminio Ovini - urlarono in coro le mie amiche festose.

 
 
 
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