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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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La ruffiana

Post n°214 pubblicato il 02 Aprile 2008 da bimbadepoca
 

Ogni volta che ritorno a casa è come se mi ritrovassi nel bel mezzo di una festa, come se girassi vorticosamente in una giostra.
E' una sensazione frastornante, che m'inebria di vita, è un carosello sfrenato di cui sono ingorda, perché Napoli, per me, è un canto di sirena, la lusinga, l'illusione, l'incanto e il desiderio.
Sono un'altra quando sono a casa, me lo svelano i miei gesti e i miei pensieri, me lo confermano gli sguardi della gente. La gioia di vivere è dipinta sul mio viso così sfacciatamente, da risultare indecente come una colpa, un peccato di cui vergognarsi.

Sarà stato per questo che venerdì pomeriggio, mentre passeggiavo su via Toledo, attiravo gli sguardi dei passanti, come mai prima d'allora. Forse sarà stato perché avevo indossato la gonna, le calze autoreggenti e i tacchi alti, un'esplosione di femminilità che dava alle mie movenze un atteggiamento diverso e inconsapevole.
O forse sarà stato perché ero felice, così senza un motivo preciso, quando si è ubriachi di vita anche un pomeriggio senza pioggia può essere motivo di felicità.

Camminando mi sono ritrovata di fianco una signora di mezza età, una tranquilla signora come ce ne sono a bizzeffe in ogni angolo d'Italia, vestita in modo ordinario, senza nessun orpello, senza stravaganze.
Ha cominciato a parlarmi con la naturalezza teatrale che contraddistingue la mia gente, una conversazione da passeggio, leggera e banale. Il suo bel dialetto, antiche parole dimenticate le risuonavano in gola come una musica allegra. Le sorridevo e lei mi guardava, attentamente, quasi con ammirazione, difatti ad un tratto ha esclamato: - Voi siete na' bella giovane. Siete proprio na' bella giovane - e ha calcato la voce sul termine bella, prolungando la e più del dovuto.

Io non ho avuto nemmeno il tempo di ringraziarla per quel complimento inatteso, che mi sono sentita strattonare dal mio amico fraterno, Pasqualino SetteBellezze.
Appena ci siamo allontanati dalla signora, lui mi ha chiesto sorpreso: - Ma come la conosci Carmela??? -
- Veramente non la conosco - ho spiegato io, raccontandogli come lei m'avesse abbordata poco prima - Ma perché me lo chiedi??? - ho chiesto sospettosa, notando nel suo comportamento qualcosa di strano.
- Carmela ai suoi tempi era una famosa prostituta. Ormai si è ritirata dal mestiere, ma si vocifera che gestisca un paio di ragazze dell'est-

Io non parlavo, mentre Pasquale mi guardava e rideva: - Nancy, ma non è che Carmela ti ha preso per una polacca???-
Non sarebbe stata la prima volta che vengo scambiata per una dell'est, i colori son quelli, ho gli zigomi tartari e pure il naso importante come le donne di Varsavia. Ho cominciato a ridere anch'io: - Cioè... tu credi che volesse farmi quella proposta??? - e m'immaginavo nel basso di Carmela ad intrattenere i clienti con il mio spiccato accento russo.

E' la seconda volta che a Napoli, vengo fatta oggetto di una proposta non proprio ortodossa, mi è sorto il dubbio che la voglia di vita di cui parlavo prima, venga recepita dagli altri come un altro tipo di voglia. Voglia di tutt'altra cosa. Di pen altra cosa... ohibò!!!

 
 
 
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