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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Il profumo delle cose

Post n°59 pubblicato il 06 Dicembre 2005 da bimbadepoca
 
Foto di bimbadepoca

In questi i giorni ho cominciato a tirar fuori dalle scatole di latta, gli addobbi natalizi, sono stati tutto questo tempo nascosti in cantina, in un angolino un po’ appartato, inservibili, completamente inutili.
Ed ora è il loro momento, li riconosco uno ad uno e li accarezzo con le dita.
Un leggero sentore di umidità mi avvolge, sono una persona olfattiva, nel senso che molti dei miei ricordi sono legati proprio all’olfatto.
Mi basta la debole scia di un profumo, una fragranza nota, un odore familiare per farmi viaggiare con la mente.

Ed al Natale è legato il ricordo dell’abete fresco, si faceva ogni anno a casa dei miei genitori, quell’odore di resina inconfondibile e l’aria di attesa che si respirava in quei giorni.
La nascita di Gesù bambino e le poesie da imparare a memoria, che le sapevo tutte, ma quel giorno poi le sbagliavo sempre e mi mangiavo le parole e confondevo le D con le T.
E le letterine con i buoni propositi “Sarò buona, ubbidiente, studiosa”da mettere sotto al piatto del papà.

 Il profumo delle arance conficcate di chiodi di garofano, disegni concentrici, spirali e rombi con cui ricoprire la scorza, l’aroma dolce e speziato che invade la casa, l’odore tipico dei miei Natali da “grande”.

Il profumo d’incenso e cera di candele, l’effluvio mistico che si respirava nelle chiese quando ero bambina, pomeriggi in giro a vedere i presepi più belli, ogni anno con lo stesso incanto.
Sembra passato un secolo ed era ieri.

 Il profumo della legna bruciata nel camino, l’odore familiare dell’inverno, il calore di casa.

 Il profumo forte del muschio selvaggio, raccolto nelle lunghe passeggiate nei boschi, serviva per rivestire il presepe casalingo, fatto col sughero e la carta stagnola per fare il lago, i pastori comprati a San Gregorio Armeno e la carta blu con le stelle come sfondo.

 Il profumo invitante degli struffoli, le palline fritte nell’olio bollente ed era già festa.
E la gara con mio fratello a chi riusciva a prepararle più rotonde, gli sbuffi di farina sui grembiuli.

 Il profumo del mio primo profumo da “donna”, regalo fattomi da mia zia proprio a Natale, era un profumo da signorinella, fresco e delicato come l’acqua di rose.
Non mi piaceva, ho sempre amato i profumi sensuali, la dolcezza della vaniglia, la lussuria dell’ambra, la passionalità della cannella.
Ma ringraziai educatamente per quel dono e per giorni me n’andai in giro in questa leggera scia del mio primo profumo da “donna”.

 

 
 
 
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