Creato da a.mori1961 il 11/07/2011
Tra il serio e il faceto

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Ultimi commenti

viva gli idealisti !
Inviato da: mario ambuchi
il 26/02/2017 alle 01:00
 
post veramente molto carino. Complimenti da kepago
Inviato da: diletta.castelli
il 07/10/2016 alle 17:41
 
grazie a questo post mi si sono schiarite le idee. Grazie....
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 26/08/2016 alle 12:48
 
molto bello questo articolo complimenti. Ciao da Maimeri
Inviato da: generazioneottanta
il 16/07/2016 alle 20:22
 
Rido per non piangere. Previet
Inviato da: sols.kjaer
il 28/05/2016 alle 16:33
 
 

SICUREZZA STRADALE A SIGNA

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post. 131 gli affari della politica ed il museo delle cere

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post 126 PRO LOCO ed Incompatibilità

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post 122 La Bretella e la questione morale

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post. 119 nessuna appartenenza politica

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post 117 il finanziamento pubblico dei partiti

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POST 113: EMERGONO I PRIMI NOMI NELL'INDAGINE SUGLI APPALTI DELLA BRETELLA. CHI VOLEVA QUEST'OPERA A 41 MILIONI AL KM?

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post 108: il macigno di Franco Tozzi si abbatte sul PD delle Signe

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POST 105. LAURA FOSSI vittima del suo ruolo?

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post. 84 così poteva essere piazza stazione

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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post 100 Bretella: Rossi (non) risponde al buon padre di famiglia 

post 56 ancora Bretella

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post 26 processo partecipativo: di chi ha paura il PD?

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post 110 LA COSTA: il disagio quotidiano

post 120, 114, 104 e 103  il Processo Partecipativo AFFONDA LA BRETELLA a favore del TUNNEL: SIAMO TUTTI BUCAIOLI

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Post 91: in bicicletta San Mauro / Varlungo

post 76, 77, 78, 79,  81, 82, 83 il processo partecipativo volge al termine: quali i risultati?

post 52, 53, 54, 55, 56 62, 63  BRETELLA e tunnel RACCONTATE DA ALCUNI POLITICI LOCALI E DA CIAMPI

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post 30 progetto partecipatevo e tunnel 1

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Post25 in bicicletta da San Mauro a Vaiano

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Post21 a piedi lungo il Bisenzio da San Mauro a Prato

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Post12 ciclabile SIGNA/CASCINE/LASTRA

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POST 28. PUBBLICA ASSISTENZA DI SIGNA LUNGO LA CICLABILE DELL'ARNO

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post 85 Fabio Fabiani, un mito

post. 60 lo sport che conta, quello degli amici - il Signa 2007

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Post. 15 fra il serio e il faceto Al Drinking Team l'Europa Leauge

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RECENSIONI

 

post. 124 Osteria della Bietola Pontremoli

Post. 29 Ristorante Onice di Villa La Vedetta

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Post. 16 Ristorante IO OSTERIA PERSONALE

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POST N . 7: RISTORANTE BOCCONI BRUXELLES

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POST N. 4: BAR DI' TREBBIO

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STORIA E TRADIZIONE SU RUOTE

PER LA RICERCA DI POST SU QUESTO ARGOMENTO DIGITA: STORIA E TRADIZIONE SU RUOTE

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http://www.love500.it/  

POST 144 - XI RADUNO DI FIRENZE

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post. 49 E 64 RADUNO DI SIGNA

http://blog.libero.it/SIGNA/10700031.html 

post. 43 RADUNO DI EMPOLI

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Post. 37 - 17 raduno 500 Prato

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il volo dell'anatra

il lavoro di gruppo

Come le anatre che volando in formazione, aumentano l'autonomia,coloro che condividono una direzione comune e un senso di comunità arrivano dove vogliono,  piu' rapidamente e facilmene, perchè viaggiano sulla spinta l'uno dell'altro.

Quando la prima anatra si stacca, si sposta lateralmente e un'altra anatra prende il suo posto alla guida. Così nessuno si sente primo come nessuno ultimo.

 

 

 
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Regionali 2015: la verbalizzazione della dichiarazione di non voto

Post n°464 pubblicato il 24 Maggio 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Come più volte ribadito dal presidente Adriano Tilgher, i militanti del Fronte Nazionale hanno libertà di voto o astensione alle prossime regionali e per le amministrative, là dove il Fronte non è presente. I militanti avevano avuto poi libera scelta di aderire a liste civiche locali.

Gran parte dei militanti, anche per quanto emerso nella segreteria toscana dello scorso sabato, ha optato per l'astensione, non sentendosi rappresentati da nessun candidato e stanchi di votare il "meno peggio".

L'interpretazione del Ministero in merito all'art. 74 del DPR 30 MARZO 1957 N. 361 consente infatti di far annotare dal segretario della sezione elettorale, in forma concisa, un personale parere e la volontà di non partecipare al voto. 

Le iniziali interpretazioni del citato articolo, portavano a pensare che i reclami previsti, potessero riguardare esclusivamente le operazioni di voto e non pareri di carattere politico. Il riferimento all'art. 1 della Costituzione, relativamente alla sovranità popolare, ed il sempre maggior numero di elettori che chiedeva di poter verbalizzare un reclamo in tal senso, ha evidentemente condotto il Ministero ad allargare il campo interpretativo a quello che è il diritto dell'elettore di esprimere un parere politico da verbalizzare, in merito al suo non voto, senza che la scheda sia registrata come nulla.

Nel paragrafo § 75 delle Istruzioni per le operazioni elettorali "Rifiuto di ritirare la scheda. Restituzione della scheda prima di entrare in cabina.Reclami e dichiarazioni di astensione o di protesta" , viene spiegato con molta chiarezza l'argomento. http://www.interno.gov.it/sites/default/files/pubblicazione_istruzioni_regionali_7-2015.pdf  

E' evidente che la volontà dell'elettore deve essere espressa in forma sintetica, e responsabile penalmente della non trascrizione del reclamo è il segretario di sezione e non il presidente, salvo altri addebiti. 

La differenza fra fare la dichiarazione senza ritirare la scheda e quella di ritirarla e solo dopo fare la dichiarazione, non è solo formale ma sostanziale; nel primo caso non si è considerati votanti e nel secondo la scheda è annullata e quindi rientriamo nel computo degli elettori che hanno partecipato al voto.

A questo punto la frase del dissenso. La più comune è "Non mi sento rappresentato da questa classe politica", ma ognuno può variare secondo la propria fantasia, stando attenti a non utilizzare frasi che potrebbero risultare ingiuriose verso alcuno.

 
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Putin e il comunista italiano

Post n°463 pubblicato il 21 Maggio 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Stai facendo un banchino ed esponi il manifesto che creò scandalo a Roma dove immediatamente il solerte sindaco ne impose la rimozione: IO STO CON PUTIN si leggeva!

Si avvicina un uomo, comunista a colpo d'occhio, guarda la bandiera, un'occhiata a Pierluigi che, come disse un mio collega, non ha bisogno di indossare la spilla del FN per capire quale sia l'appartenenza politica, guarda il manifesto di Putin e, perplesso dichiara: "anch'io sto con Putin, ma sto dall'altra parte! C'è qualcosa che non capisco"

Sicuro amico che non capisci, altrimenti non saresti un comunista italiano e come tale, non puoi essere per Putin. Proviamo a spiegartelo.

Putin non mi resta per niente simpatico anzi... Però a differenza dei nostri politici, cura l'interesse dalla sua nazione:

- non riconosce le imposizioni di una banca privata qual'è la BCE;

- sostiene il regime di Assad in Siria, argine all'estremismo islamico:

- è l'unico baluardo alle ingerenze americane in Europa che non accennano a liberare l'Italia dalle sue oltre cento basi militari che costano circa 400 milioni annui ai contribuenti italiani. I servizi segreti italiani sono succubi degli americani come sanno bene Craxi e Berlusconi, unici politici che dal dopoguerra hanno provato tessere rapporti internazionali nell'interesse dell'Italia e fuori dall'egemonia americana. I risultati li conosciamo tutti e adesso appare chiaro come Sigonella rappresentò la condanna a morte di Craxi (DA VEDERE IL FILMATO)

  - caro amico comunista italiano, quello che veramente differenzia Putin dai tuoi compagni italiani è la tutela che egli ha per l'interesse del popolo russo. Roboante la sua affermazione davanti al parlamento che faceva seguito a tensioni sociali con minoranze: "In Russia vivono i russi. Qualsiasi mino­ranza, da qualsiasi luogo, se vuole vivere in Russia, per lavorare e mangiare in Russia, dovrebbe parlare russo, e dovrebbe rispet­tare le leggi russe. Se preferiscono la legge della Sharia, allora noi li consigliamo di an­darsene in quei Paesi dove questa è la legge dello Stato. La Russia non ha bisogno di minoranze. Le minoranze hanno bisogno della Russia, e noi non concederemo loro privilegi speciali, o provare a cambiare le nostre leggi per soddisfare i loro desideri: non importa quanto forte urleranno ' discr­i-minazione'." 

Caro amico comunista italiano, Putin non ti assomiglia neppure sul tema dell'omosessualità, liquidato con queste parole: "La Russia ha un problema demografico, io ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole". 

Caro amico comunista italiano, adesso è tempo di scegliere: o stai con Putin o con Vendola.

 
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Regionali: Paolo Bambagioni alla resa dei conti

Post n°462 pubblicato il 19 Maggio 2015 da a.mori1961
 

Ribadendo che il diritto al voto è frutto di secolari battaglie e che non condivido l'idea dell'astensione cosciente che ha senso esclusivamente nei referendum abrogativi (frase modificata il 21/05/2015), eccoci fra una decina di giorni a dover decidere chi, magari senza tanto convincimento, delegare a governarci a livello regionale, dove i 3/4 del bilancio sono legati alla Sanità.

Finalmente una nuova legge elettorale che va a sostituire quella scandalosa precedentemente creata dal binomio Chiti/Verdini: gli elettori potranno adesso decidere sulle preferenze ed operare con il voto disgiunto, mentre netto è stato il taglio al numero dei consiglieri, 40 anzichè 55. Questo vuol dire che scomparsi i partiti tradizionali che esternavano una qualche forma di ideale, preso atto nell'ultimo quarto di secolo che i governi di colore diverso che si sono alternati alla guida della nazione non si sono differenziati nella politica del lavoro, immigrazione e sicurezza e fornendo agli slogan da campagna elettorale il giusto valore, si può almeno decidere sul singolo politico e scindere il voto ad un candidato governatore da quello del candidato consigliere di una lista, come già accade per le amministrative. 

Sette i candidati alla carica di Governatore, circa 700 a quella di consigliere, suddivisi in 13 circoscrizioni

Il candidato governatore che avrà raggiunto il 40% dei consensi sarà eletto al primo turno; in caso che nessuno raggiunga tale risultato, si procederà al ballottaggio. Il numero e la proporzione dei consiglieri varierà in relazione al governatore vincente, ma la loro graduatoria all'interno della lista di appartenenza, sarà decisa il 31 maggio.

Gli elettori dei comuni di Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa, Campi Bisenzio e Calenzano, sono inseriti nella circoscrizione Firenze 4. I partiti avevano la possibilità di usufruire un "listino" sul tipo della vecchia legge elettorale, dove inserire candidati che, in caso di raggiungimento del quorum, entrerebbero in consiglio regionale su disposizione del partito. Solamente la Lega Nord e la lista civica Lega Toscana - Più Toscana, faranno uso di tale opzione che esclude la volontà dell'elettore. Firenze 4 probabilmente esprimerà complessivamente un massimo di due consiglieri complessivi.

Fra i candidati al ruolo di governatore, da escludere sicuramente l'uscente Rossi, per tredici anni assessore alla sanità su cui gravano pesanti responsabilità sul "buco" di 430 milioni di euro della ASL di Massa. Si ricorda infatti che Rossi è tutt'ora indagato per aver fatto pressioni in sede di stesura di bilancio affinchè il disavanzo non emergesse e dagli atti della recente assoluzione del Direttore generale di quella Asl, Delvino, sembrano emergere ulteriori e più gravi responsabilità a suo carico. L'ipotesi che Rossi per gli effetti della legge Severino sia costretto a dimettersi una volta eletto, non appare tanto remota. Si prenda atto ad ogni buon conto che i cittadini toscani per risanare tale buco, hanno visto dimezzare i posti letto a fronte dei più alti ticket d'Italia.

Senza speranza i candidati Lamioni, Fattori e Chiurli, possono ambire al ballottaggio Giannarelli del M5*, Borghi della Lega Nord e Mugnai di Forza Italia anche se quest'ultimo parte con l'handicap di un partito che ormai non ha più niente da dire e che la sua candidatura è stata presentata molto in ritardo. Di scarsa levatura anche le candidature a suo supporto che non riusciranno certo a spostare una grossa quantità di voti. Diverso discorso per Giannarelli, conosciuto esclusivamente dai fans del M5 stelle ma che potrà avvalersi del solito elemento trainante che è dato dal simbolo. Borghi si dichiara economista e questo andrebbe a suo vantaggio per il semplice motivo che almeno uno nella Lega non usa i migranti per far leva sul mal di pancia dei cittadini. A suo svantaggio il fatto che di economisti sono stati pieni i governi degli ultimi anni, gente che godeva di maggior prestigio di lui e che ci ha condotto nell'attuale posizione economica. Apparentemente incomprensibile, la candidatura di un milanese in Toscana, come se la nostra regione non fosse in grado di esprimere una persona di alto spessore. Stesso discorso per Manuel Vescovi, inserito nel listino dal partito, di origine padovana città di cui mantiene intatto il dialetto: sicuramente la Lega Nord inserirà due persone che non hanno radici in Toscana nel nostro consiglio regionale, costringendo candidati locali e di spessore non inferiore ai citati, a barcamenarsi fra le preferenze come accadrà per l'ottimo Jacopo Alberti. La Toscana viene considerata quale colonia del nord Italia.

Andiamo adesso ai candidati della circoscrizione che interessa Le Signe e la Piana Fiorentina: Firenze 4.

La conoscenza dei candidati, l'appartenenza ad una forza politica che darà loro maggiore peso e considerazione, le capacità personali legate all'individuazione geografica, dovranno necessariamente pesare sulla scelta dell'elettore. Non pensiamo che ci siano forze politiche in grado di esprimere consiglieri in questa circoscrizione, ad esclusione del PD ed, eventualmente di M5* e Lega tuttavia, pensando che nonostante tutto Rossi riesca a prevalere, Firenze 4 esprimerà un paio di consiglieri probabilmente dalle file del Partito Democratico. La più papabile è Monia Monni di Campi Bisenzio, renziana e sostenuta dalla Saccardi & C. Di contro, ha un passato trascorso da consigliere e assessore nel partito che nella città della pecora aveva portato il comune sull'orlo del fallimento, con lo scandalo dell'urbanistica che nel 2007  l'aveva vista dimettersi pur non rientrando fra gli indagati; non ci piace neppure l'essere membro del consiglio di amministrazione di Publiacqua per quello che tale società esprime nei servizi e nei costi. Boretti Vanessa è un consigliere uscente, subentrata nel 2013 ad un collega dimessosi. Di Calenzano dove ha rivestito la carica di consigliere, ha il bacino elettorale più ristretto, tuttavia può godere delle simpatie dei comitati no aeroporto, avendo votato contrario alle disposizioni del suo partito. Ultima ad aver ufficializzato la sua candidatura, sembra non aver cercato alleanze con i candidati maschi, in virtù della doppia preferenza maschio/femmina. Simone Naldoni da Scandicci, è anche lui un consigliere uscente, subentrato a metà legislatura. Numerosi incarichi prima fra i Democratici di Sinistra e poi nel PD, ha il bacino elettorale più numeroso.

Ed eccoci al candidato PD che più è vicino alle Signe: Paolo Bambagioni. Il più vecchio dei quattro, si distingue dai suoi colleghi essendo l'unico che non ha una storia di sinistra. Vediamo allora l'operato politico di Bambagioni quale sindaco di Signa e consigliere regionale: un operato di grandi idee ma anche di tante sconfitte e lavori a metà.

Bambagioni diventa sindaco a 33 anni e non avrà vita facile, dovendo inizialmente combattere sia con gli ex amici democristiani che non avevano aderito alla Margherita  sia con i nuovi alleati ex PCI che nel dopoguerra avevano governato Signa relegandola al ruolo di città dormitorio.

Bambagioni veniva dopo decenni di amministrazione comunista che aveva consegnato a Signa cicatrici indelebili di cui oggi siamo consapevoli. Il top della decadenza negli anni 70, periodo in cui mentre i giovani italiani ambivano ad imitare i Flower Children di San Francisco, i loro padri a Signa costruivano l'orrendo palazzo di otto piani di piazza Cavour, deturpante di tutto il centro storico ed i palazzi di via Minzoni che impediranno, coscientemente, di poter attuare la nuova viabilità che aveva portato a ricostruire il ponte nell'attuale posizione. Si deve lavorare su una cittadina grigia nei colori e dalla vivibilità inesistente. Niente aree ricreative, nessuna attività culturale, nessuna occasione per uscire di casa. Tutta la vita amministrativa, culturale e sportiva è ancora ancorata al periodo di grandi opere del ventennio fascista; gli anni a seguire erano stati pervasi da profondo immobilismo tipico dell'appiattimento dell'individuo voluto dall'ideologia comunista. Se la Signa sportiva oggi può festeggiare la promozione di categoria, può ringraziare fra gli altri il sindaco Bambagioni che la salvò dal fallimento e che contribuì in maniera decisiva alla ristrutturazione dello stadio ed alla formazione della nuova società.

Fervono quindi i progetti, anche se molti di questi resteranno ad oggi incompiuti.  Con Bambagioni il paese inizia ad avere un minimo di vita mondana, le persone sono chiamate a viverlo nelle ore libere e si pensa ad una svolta che dia importanza al fattore vivibilità. Si pensa alla grande per l'area dell'ex dinamificio Nobel dove le amministrazioni di sinistra avevano impedito ai proprietari qualisiasi tipo di intervento. Nessun progetto risulta al momento realizzato, ma almeno la disponibilità ad un recupero viene data; la crisi cinematografica prima e quella economica dopo, bloccheranno qualsiasi iniziativa. E' all'inizio del secondo mandato che Bambagioni approda alle grandi opere, d'altra parte la crisi economica è ancora lontana e si può pensare alla grande. Nel 2000 il progetto Renai diventa realtà e nell'area che le amministrazioni di sinistra avevano lasciato in completo abbandono e degrado, divenuta ricettacolo di scarichi ed insediamenti abusivi nella folta boscaglia, prende vita un parco che sarà destinato a diventare centro di attrattive dell'area metropolitana. La convenzione con i proprietari ha tuttavia delle notevoli lacune ed il corso delle opere trova numerosi intoppi e contraddizioni, tutte elencate nel recente collaudo; l'opera presenta quindi luci ed ombre, dove nel complesso le prime sono di gran lunga superiori alle seconde. Bambagioni cavalca l'ipotesi bretella autostradale Stagno/Prato, un'opera regionale creata per favorire il collegamento dell'interporto livornese con la nuova area industriale di Prato. Che l'autostrada transiti da Signa è un puro elemento progettuale che niente ha a che fare con la soluzione della viabilità totale. Bambagioni tuttavia pur di ricevere il consenso, la vende come tale, e già si pensa a sfruttare l'autostrada inutile a risolvere i problemi di viabilità ma utilissima per pensare allo sviluppo di quanto emerge a chiare note nel rinnovo di convenzione dello scorso anno: i Renai ospiteranno il più grande acquapark d'Italia e niente importa se un'autostrada passerà sopra al SIC dei Renai; in questo Bambagioni, che nel 2010 baserà tutta la sua campagna elettorale  sulla Bretella, sembra cogliere in pieno i consensi dell'elettore e giungerà in consiglio regionale con delle primarie che gli consegnano un risultato oltre ogni aspettativa. Ma le cose non vanno come vorrebbe e la crisi economica e l'esponenziale lievitare dei prezzi,  faranno si che la bretella non sia fatta ed anzi dei soldi "buttati" per la progettazione si interesserà anche la magistratura ordinaria. La bretella autostradale e l'incapacità di risolvere la viabilità delle Signe, rappresentano per Bambagioni la grande sconfitta di una scommessa che sembrava ormai vinta, anche se la sconfitta va vista esclusivamente addebitata al suo partito che male ha gestito la cosa ed i soldi pubblici; al suo arrivo in consiglio regionale, i soldi erano già "scomparsi". Bambagioni esternerà tutto l'umano dispiacere durante l'intervento nel consiglio regionale del 2012, quando non lesina attacchi anche e soprattutto al suo partito.

Ed eccoci quindi ai rapporti di Bambagioni con il PD e con Renzi. Se è vero che tutti i nodi tornano al pettine e che chi non si allinea viene più o meno elegantemente espulso, Bambagioni può ritenersi fuori dai giochi. Di carattere tranquillo ed educato, in quanto suo coetaneo e signese, non ho ricordo di averlo visto mai adirato, mai alzare la voce, elementi questi che uniti alla fede religiosa, talvolta apparivano quasi stucchevoli. Dietro a questo carattere accomodante, si celava però fin da giovane la ferma volontà di affrontare la carriera politica. Una carriera che ha visto Bambagioni talvolta effettuare delle scelte mediate in maniera non condivisa e addirittura altamente contestabili, come spesso accaduto da questo blog ma che non può certo essere tacciata di scarsa coerenza o ledere l'onestà della persona, mai messa in discussione da nessun avversario politico. Bambagioni ha dietro di se una famiglia agiata ed una professione che non lesina soddisfazioni economiche; affronta la politica per passione e non per soldi, anteponendo le sue idee alla stessa carriera e questo in politica non rende .... anzi. Il 31 maggio sarà per Bambagioni una data di estrema importanza, dove sarà valutato quanto conta per l'elettore l'averci messo la faccia, la coerenza delle idee sia nelle vittorie che nelle sconfitte, dove fra le sconfitte risulterà più determinante della Bretella, la sua avversione verso Renzi, quasi fosse un fattore di pelle. Quando anche a Signa tutti "sembravano" aderire all'uomo della Leopolda, Bambagioni ha continuato a ritenerlo uomo degli slogan e della comunicazione, come di fatto sta risultando. Ma dove stanno le vittorie di Bambagioni? 

Nel macrocosmo abbiamo già trattato dei Renai che, pure fra numerose ombre, è indiscutibilmente l'OPERA signese del dopoguerra, ma Bambagioni avrà sicuramente un'altro motivo di soddisfazione nel ricordare la sua esperienza politica: l'indagine Forteto che proprio in questi giorni ha visto la richiesta di 21 anni di carcere nei confronti del suo fondatore e responsabile. Quella del Forteto e della commissione regionale che ha indagato, rappresenta forse un caso unico: forse per la prima volta, i politici hanno coperto un buco nell'amministrazione giudiziaria, hanno svolto una delicata indagine che toccava ad altri su reati di cui altri avrebbero duvuto essere a conoscenza. Stiamo parlando di abusi sessuali, fisici e psicologici su minori affidati dalla procura dei minorenni alla cooperativa del Forteto per difenderli da abusi familiari e dove invece ricevevano abusi ancor peggiori. Il Forteto, una cooperativa rossa che veniva assunta a modello da certi partiti, dove gli abusi che si perpetravano da anni non potevano non essere mai stati esternati. Si sapeva ma non si voleva interventire? Bambagioni è stato il promotore di quella commissione che ha indagato, vi ha preso parte contro la volontà del suo partito e, a risultati acquisiti, non ha lesinato critiche al sindaco di Vicchio dove la cooperativa ha sede e suo compagno di partito. Eloquente l'intervista su TeleIride del 16 maggio 2013 dal titolo "Paolo Bambagioni ed il sindaco di Vicchio Roberto Izzo", tre minuti da ascoltare, tre minuti per comprendere il personaggio Bambagioni. Mugnai di Forza Italia, che di quella commissione era presidente, ha più volte parlato di pressioni a "desistere" e si può immaginare quanto queste fossero amplificate nei confronti di Bambagioni che di fatto indagava fra le carte del suo partito. 

Renzi e il Forteto quindi, due dimostrazioni di rettitudine morale e di coerenza politica, che però hanno reso il personaggio una specie di mosca bianca nel PD e che rischiano di far chiudere la carriera politica di Bambagioni e di far perdere alle Signe ed alla Piana Fiorentina, l'unico personaggio che con fervida passione, anche se con modalità non pienamente condivisibili, ambisce ad una soluzione alle problematiche di viabilità, dopo aver creato nell'area dei Renai un centro di interesse ricreativo e naturalistico di rilevanza sovraregionale.

Per finire, un aspetto marginale del Bambagioni sindaco che nessuno ricorda:  quello relativo alla sua posizione rispetto al problema immigrazione. Bambagioni fu forse l'unico sindaco della Toscana ad aver fornito la disponibilità all'istituzione nel territorio comunale di un Centro di Identificazione ed Espulsione. Organizzò un'assemblea pubblica per conoscere il parere della popolazione ed in quella sede fu coperto da insulti da parte di elettori di ogni estrazione politica. La Toscana non ha mai avuto un suo CIE perchè nessun altro sindaco ha avuto neppure il coraggio di consultare sul tema i suoi cittadini benpensanti, neppure quelli che adesso inneggiano alle ruspe. 

Il 31 maggio sarà per Bambagioni un giorno importante ma lo sarà ancora di più per le Signe e La Piana

 

 

 

 

 

 

 

 
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Canottieri LE SIGNE e la novella dello stento

Post n°461 pubblicato il 15 Maggio 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Da anni periodicamente torna alla ribalta la problematica della Canottieri Le Signe, la storica società locale che dovette lasciare i Renai nel 2000 per l'inizio dell'attività di recupero dell'aea,  con la promessa di poterne fare ritorno appena possibile. Della faccenda si è già interessato più volte questo blog,  e varie componenti politiche, come ben rappresentato al post 163 dell'11 agosto 2013.  http://blog.libero.it/SIGNA/11500346.html  

In questi giorni l'inizio di una nuova petizione promossa da Giorgio Pippucci, affinchè il consiglio comunale affronti l'argomento.

La vicenda ha dell'assurdo e sinceramente non può che essere ricondotta ad una forma di rivalse personali.

Eravamo presenti al consiglio comunale durante il quale il Sindaco Cristianini si era assunto l'impegno di attivarsi sulla società di gestione per la ripresa dell'attività remiera a collaudo effettuato. A distanza di tre anni, dopo che il collaudo ha avuto esito positivo e l'area dei lotti 0 ed 1 è stata "finalmente" assunta al patrimonio comunale, non vi sono più i presupposti precedentemente presi ad alibi per un diniego. In questi casi è assurdo che i cittadini debbano addivenire ad una petizione perchè l'argomento sia nuovamente discusso in consiglio comunale. Le forze politiche hanno i mezzi ed il dovere per interrogare d'iniziativa il Sindaco sull'argomento ed affinchè si intervenga sulla società di gestione a capitale principalmente pubblico, che dovrà spiegare i motivi che portano ad escludere dal parco dei Renai lo sport acquatico per eccellenza. Ogni giorno di ritardo è un'occasione in meno per giovani e adulti di praticare un'attività  non inquinante,  alla portata economica di tutti e riabilitante in numerose patologie come quelle del tumore al seno; ogni giorno di ritardo è un'occasione per valorizzare ancora di più un'area che rappresenta un valore aggiunto per il terriotrio. 

Questo quanto pubblicato su Piana Notizie http://www.piananotizie.it/mori-fronte-nazionale-facciamo-tornare-la-canottieri-le-signe-nei-renai/ 

 
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Votare è un diritto, rinunciarvi è una sconfitta, scegliere è una prova di coraggio

Post n°460 pubblicato il 11 Maggio 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

NE DESTRA NE SINISTRA, lo slogan del Fronte Nazionale, slogan che si deve interpretare "OLTRE I FALLIMENTI DELLA DESTRA E DELLA SINISTRA". Chiarito questo e non credo che sia necessario spiegare a quali fallimenti ci stiamo riferendo, il difficile è come trasformare lo slogan in azione. Per farlo, occorrono i numeri ma per avere i numeri occorre la visibilità; un gatto che si morde la coda e che fa deglutire bocconi amari. Poi le elezioni locali e regionali, una vetrina che consente di avere quella visibilità di cui ogni partito ha bisogno per poter far valere le proprie idee. Allora ti accorgi che per chiudere il cerchio di quel gatto che si morde la coda, manca un terzo elemento, i soldi. "Senza lilleri non si lallera" è un vecchio adagio popolare e senza lilleri non si raggiunge nè la visibilità, nè i numeri necessari ad una partecipazione autonoma. Ma partecipazione a cosa? Partecipazione ad un diritto di voto frutto di battaglie secolari, dove l'invito ad una "astensione coscente" fatto da taluni, altro non è che il nascondersi in una "ignobile"fuga per manifesta incapacità di partecipazione e, soprattutto, di decisione. Bene, ogni decisione da adito a discussioni e la decisione assunta da Adriano Tiglher, presidente del Fronte Nazionale e da Vincenzo De Leo, coordinatore del Fronte Nazionale di Casal di Principe, di aderire ad una lista civica che è collegata al discusso condidato governatore Vincenzo De Luca, non poteva certo non lasciare strascichi, tanto che improvvisamente, dopo mesi di silenzio e disinteresse, improvvisamente i maggiori quotidiani nazionali si accorgono dell'esistenza di questo piccolo partito che pure esiste già dal 1997; non solo, ma dimostrano di conoscere benissimo la storia politica del suo fondatore e presidente, quell'Adriano Tilgher che ha fatto politica per una vita ma che non ha mai vissuto di politica, non avendo mai rivestito cariche istituzionali, anteponendo sempre le strade più complicate ma coerenti con le sue affermazioni, ai facili traguardi. Un'idealista con un passato nell'estrema destra che certo Tilgher mai ha nascosto ed anzi, del quale va fiero in quanto gli consente di poter dire che la destra in Italia ha tradito; che coloro che facevano il saluto romano e si pavoneggiavano dell'appellativo di fascisti, una volta arrivati al potere hanno tradito gli ideali per i quali per un ventennio giovani di destra e di sinistra si sono ammazzati; hanno tradito il popolo e l'Italia, hanno tradito il testamento politico della persona che affermavano di onorare. I nomi sono noti a tutti, avendo fatto parte di governi che dal 1994 ad oggi si sono succeduti alla guida del Paese e delle istituzioni locali.

Nella conferenza tenutasi lo scorso aprile a Roma, Tilgher esordì dicendo:"BASTA ESSERE ANTI, ABBIAMO PASSATO LA NOSTRA GIOVENTU' CON GLI ANTI, ADESSO OCCORRE ESSERE PER.." 

Nel 2015, assodato da tutti che la distinzione fra destra e sinistra è un criterio appartenente al passato e che non trova nel presente nessun riscontro attivo non solo nelle istituzioni politiche, ma neppure nella società civile; considerato che nessuno dei partiti oggi esistenti in parlamento, ha una linea politica nazionale coerente sia nei rapporti con gli altri partiti che addirittura all'interno dello stesso partito, dove quotidianamente si vivono scissioni ed alleanze legate esclusivamente ad un calcolo numerico; preso atto come sopra citato che il diritto alla partecipazione elettorale è sacrosanto ed astenersi dal votare è una bestemmia oltre che una sconfitta politica, la scelta diventa doverosa, soprattutto la dove stai lavorando fra la gente, per strada e nelle associazioni, dove quotidianamente dedichi il tuo tempo e le tue idee. 

Da quello che leggiamo, Vincenzo De Leo, è persona che da sempre ha vissuto fra la gente prendendo parte attiva in iniziative in difesa del territorio. Da un suo post si comprende un passato studentesco nel centro sinistra, senza mai tesseramenti, fino all'approdo al Fronte Nazionale con il quale decide di aderire ad una lista civica campana che è collegata al candidato governatore Vincenzo De Luca, il discusso ex sindaco di Salerno, vincente delle primarie del PD contro le aspettative di Renzi e della maggioranza di quel partito e da sempre avversario politico di Bassolino: un De Luca ribelle, solo contro tutti, ma sorretto da un sempre maggiore consenso popolare.  Ecco quindi che l'affermazione giornalistica che il Fronte Nazionale appoggia il candidato del PD appare alquanto pretestuosa, se da più parti si afferma che il PD di fatto spera nella vittoria del candidato del centrodestra, proprio per togliersi di mezzo un personaggio scomodo come De Luca.  

Quindi, escludendo il discorso di partito, di sicuro un iscritto che ha la carica di coordinatore del Fronte Nazionale del comune di Casal di Principe, in pieno accordo con Adriano Tilgher e con la linea tracciata durante le varie segreterie regionali, appoggerà la candidatura del sig. Vincenzo De Luca a governatore della Campania.

Sul sito del Fronte Nazionale, oggi è stata pubblicata una doverosa puntualizzazione in merito alla scelta operata, che non risulta unica e che anzi fa seguito ad altre già effettuate anche nelle amministrative del 2014. La condotta politica del Fronte Nazionale è consultabile al link http://www.frontenazionale.org/index.php?option=com_content&view=article&id=429:elezioni-in-campania&catid=42&Itemid=739  

Sicuramente, si può aprire la discussione sulla persona di De Luca, la dove è stato scritto di tutto di più. De Luca risulta particolarmente "amato" dai magistrati, tuttavia ha anche rinunciato più volte ad avvalersi della prescrizione dei reati a lui imputati, nella ricerca dell'assoluzione con formula piena. D'altra parte, numerosi e prestigiosi i riconoscimenti per la sua attività di sindaco provenienti anche da associazioni internazionali e di difesa dei consumatori. Per anni è risultato fra i primi quattro sindaci più amati d'Italia e sempre un sindaco che ha aumentato l'indice di gradimento dopo l'elezione. Forte di questo, De Luca si è permesso più volte di andare contro ai voleri del suo stesso partito, rompendo spesso gli schemi tradizionali della politica e del "sistema" campano, che tanto piacevano a Bassolino. Non avendo la capacità di poter approfondire più di quanto fatto da altri il giudizio su De Luca, non possiamo che basarci su quanto deciso da chi conosce direttamento la persona ed approvare la scelta sul sindaco ribelle.

Per quanto riguarda Signa, per la circoscrizione di competenza che riguarda la Piana Fiorentina compreso Scandicci, il Fronte Nazionale non ha, nè ha cercato, nessun accordo con liste o candidati. Vista l'attuale condizione di incertezza, per la pendenza di un ricorso presso il TAR, attendiamo di conoscere definitivamente l'elenco delle liste e dei singoli candidati, ponendoci a disposizone per eventuali colloqui di chiarimento in merito ai  programmi presentati dai candidati, rimandando al comitato regionale un'eventuale indicazione di voto relativamente alla figura del governatore. Determinante per la scelta di questa componente politica, sarà l'impegno profuso e programmato in ambito sociale e di programmazione del territorio.

 

 
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menù di mare stellato a un dodicino d'eurini

Post n°459 pubblicato il 18 Aprile 2015 da a.mori1961
 

Pasqua a tavola è sinonimo di uova e agnello ovvero menù di terra; ma come può uno che mangia la pastasciutta a colazione, restare ancorato alla tradizione culinaria? Ed ecco allora che, avvolti fra le sponde di Bisenzio ed Arno, ci sentiamo più vicini al Tirreno ed oggi (qualche giorno fa per chi ha la pazienza di leggere) si mangia menù di mare!

Materie prime sono il polpo, le cicale ed i branzini. Il costo? un dodicino dì eurini a testa, se le pance non sono pance da ribollita ma da stellati!

Bando alle ciance e via con la pentola!

ANTIPASTI: Il polpo lo si fa bollire per una trentina di minuti e poi si lascia diacciare nella su acqua: l'è morbido e pronto ad essere tagliuzzato e rifatto in un battuto di aglio/peperoncino e prezzemolo con la sfumatura di un mezzo bicchiere di bianco (l'altra metà non la buttate ma bevetela!) e due cucchiai di polpa di pomodoro a seguire. Mi raccomando, attenti al becco e non mi riferisco ai mariti, ma alle parti terminali della bocca del polpo, quella che serve a rompere le conchiglie ed il carapace dei crostacei dei quali si nutre. Qualche minuto per far ritirare il tutto e poi lo si serve in mini terrine accompagnato da cubetti di pane saltati in un filo d'olio. Per quattro persone un mezzo kilino di polpo basta, per un costo compreso del pomodoro di non più di 6 eurini

I soliti contorti si eccitano col solo nome, ma le cicale di cui trattasi sone quelle di mare conosiute anche con il nome più asessuato di canocchie. Per condire la nostra pasta, prendiamone almeno tre a commensale per un costo totale di una decina di eurini. Lavate bene, incidetele lungo tutto il dorzo in maniera tale che la polpa sia accessibile facilmente e via in padella dove già il soffritto faceva il suo dolce stridolio. Manco a dirlo, un passaggio veloce e poi la solita sfumatura di mezzo bicchiere di bianco. Non per ripetermi, ma l'altra metà del bicchiere non buttatela, ma bevetela! Nel frattempo in una bella pentola d'acqua mettiamo a cuocere la nostra pasta, le linguine o tagliatelle del Cav. Giuseppe Cocco mi raccomando! Mentre la pasta cuoce i suoi tredici minuti anche meno per lasciarla bene al dente, spolpiamo le nostre cicale ed al momento giusto, le linguine si saltano in padella con il nostro sughetto. Se siete dei veri signori, dovreste avere due gocce di brodetto da aggiungere al sugho in maniera tale da far terminare in padella la cottura della pasta che così assorbe tutto il liquido. Ricordatevi, la buona pasta non lascia liquido in padella.

Non resta che impiattare.

Una nota di storia locale, per un negozio storico. La pasta del Cav. Giuseppe Cocco, che viene utilizzata in gran numero di ristoranti stellati, a Sammoro è venduta all'alimentari Andrea, in via delle Molina, già negozio dei mitici genitori Ordenzo e Guglielmina, lui fornaio dell'ultimo forno a legna locale, dove la mattina nel mio recarmi alle elementari a piedi, come si faceva un tempo, mi fermavo per comprare la strisciolina di schiacciata con i ciccioli. Non di rado alle 8 di mattina, si godeva lungo la strada del profumo di quel sugo nero (non ragu!) che le nostre nonne facevano sobbollire nelle cucine a legna non meno di quattro ore; storie di mezzo secolo fa. 

Avanti, non dimentichiamo il passato ma andiamo avanti ed ecco che ci troviamo con due branzini di un kiletto a testa. Pescati nel tirreno o allevati a Orbetello, costano circa un 18 eurini al Kg

La ricetta, come tutte le altre ed anche più, è ultra semplice. Puliti che saranno direttamente in pescheria, facciamo un letto di patate affettate sul quale vi poniamo i pesci speziati a piacere. Si possono aggiungere pomodorini, capperi e quant'altro vi pare, dando sfogo a alla vostra fantasia, il tutto condito con un filo d'olio. La cottura sarà al forno per una trentina di minuti e il piatto è pronto.

A questo punto, non resta altro da fare che mangiare e non preoccupatevi, dopo il vino che avete bevuto a digiuno, anche la peggior ciabatta vi sembrerà mangiabile.

 

 
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Roma, 12 aprile 2015. Adriano Tilgher spiega cos'è il Frontismo

Post n°458 pubblicato il 13 Aprile 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

Ecco la prima parte dell'intervento del presidente del Fronte Nazionale durante la conferenza romana del 12 aprile 2015. "Basta essere anti .... bisogna essere per.." 

Tilgher in una foto precedente

 
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Nido e materna di San Mauro: lungaggini ed incertezze di un’amministrazione che non è in grado di dare risposte celeri e certe

Post n°457 pubblicato il 08 Aprile 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

http://www.piananotizie.it/fronte-nazionale-quella-della-materna-di-san-mauro-e-la-novella-dello-stento/ 

Ogni qualvolta ci troviamo ad affrontare l'argomento lavori pubblici del comune di Signa, appare ben evidente l'incapacità del monocolore PD, che da decenni amministra questo comune, di programmare e condurre quella parte di attività amministrativa che appunto, riguarda le opere pubbliche. La burocrazia e l'incapacità gestionale a Signa esplode in ogni suo aspetto negativo, tanto che opere che dovrebbero avere priorità e processi attuativi celeri in quanto ricadenti nell'ambito della sicurezza, vedono dilungarsi nel tempo, con gravi ricadute sugli utenti in relazione alla vivibilità, servizi al cittadino ed appunto, sicurezza, con ovvi e visibili aumenti di costo.

E' dello scorso mese la determina n. 11 del settore 4 che narra una storia ultra decennale inerente il settore infanzia a San Mauro. Stiamo parlando dell'asilo nido e della materna.

Emersa ed affrontata nel 2004, nel 2005 un professionista, lo stesso ingegnere che da oltre un decennio tratta anche la viabilità di Signa, viene incaricato di adeguare alle norme antincendio  la scuola materna di San Mauro. Circa un anno dopo si pensa che l'importante frazione manchi anche di un asilo nido e lo stesso professionista è incaricato di progettare pure questa nuova struttura. L'importo complessivo dei lavori, è individuato all'epoca in 1.600.000 euro.

Passano due anni e nel 2007 il professionista è gravato dell'incaricato della progettazione definitiva, impegno che l'ingegnere esaudisce celermente entro lo stesso anno per un importo dei lavori previsto di euro  1.611.739,31

Non basta,  nel 2008 si decide che sia più conveniente o necessario suddividere l'intervento in due lotti ed ecco che viene richiesto questo ulteriore compito che certo non risulterà privo di oneri a carico dell'amministrazione che ad ogni buon conto già incomincia a pagare le fatture che i professionisti legittimamente trasmettono.

Sono passati cinque anni quando, finalmente, i lavori sono appaltati ed il progettista nominato anche direttore dei lavori; è il 2010 quando partono i lavori del lotto 1 relativo alla costruzione dell'asilo e come sempre accade, non mancano le varianti che fanno lievitare i costi.

Servono altri tre anni, per rendersi conto che la ditta appaltatrice è inadempiente. Ad oggi, dopo ben 11 anni dall'avvio dell'iter progettuale ed una spesa di 577.000 euro, il nido è solamente uno scheletro in un cantiere in abbandono e della messa in sicurezza alle norme antincendio della materna, nessuna notizia. Una sola certezza si aggiunge ai disagi delle giovani coppie: la lievitazione della previsione di spesa che è giunta a  1.710.693,50 euro, cento mila euro in più e siamo a meno di un terzo dei lavori!

 

 

 
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Donzelli a Lecore scopre l'acqua ... lurida

Post n°456 pubblicato il 31 Marzo 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

La visita del consigliere regionale a Lecore e quanto pubblicato da La Nazione oggi, rappresenta la sconfitta delle istituzioni sia sul piano politico che amministrativo. 

Sul piano politico, perchè ti rendi conto che paghi un consigliere regionale 100.000 euro e poi questo, anzichè operare nelle sedi opportune, va a giro a fare teatrini populisti che non portano a nessuna soluzione; sul piano amministrativo, perchè chi si è rivolto a Donzelli, se veramente voleva denunziare una situazione di disagio sociale, ha dimostrato di non avere nessuna fiducia in chi invece ha l'onere e l'onore di dover intervenire. In entrambi i casi, sia Donzelli che i suoi simpatizzanti locali, avrebbero dovuto denunciare in forma scritta e diretta, eventuali situazioni di degrado all'unica autorità che ha, in ambito comunale, il compito di vigilare sulla sanità pubblica e privata e che ha l'opportunità di intervenire: il sindaco.

Ma veniamo alla lettura dell'articolo e scopriamo che lo scandalo non sono certo i panni posti ad asciugare sopra l'insalata, ma eventualmente il disagio di persone che vivono in stato di estrema povertà e forse di schiavitù e che, fatti entrare in Italia grazie al buonismo dei soliti politici, sono adesso costretti ad arrangiarsi in situazioni che la nostra società conosceva tre generazioni fa, quando neppure le nostre abitazioni erano dotate di latrine, ma avevano di fianco il "concio" che una volta "maturo" serviva per dare sostanza ai terreni coltivati. Le abitazioni si dotarono quindi delle prime latrine e venne il "bottino", dove i contadini nostrani fino a mezzo secolo fa, anche meno, gettavano le nidiate di gatti e cani nati in eccesso, specialmente se di sesso femminile oltre che, naturalmente, gettarvi quelle feci che non avevano sparso nelle fosse circostanti coperte dalla nota foglia di fico che ad altro uso era stata destinata. Bene, i cittadini cinesi che hanno invaso parte dell'Italia, provengono dalla parte più povera della povera Cina, lo Zhejang, dove le condizioni di vita sono quelle antecedenti all'unità d'Italia. L'invasione cinese viene cronologicamente da lontano, da almeno un trentennio e adesso si trova forse in controtendenza; nonostante ciò, nonostante che anche i governi cari a Donzelli si siano alternati in questi decenni, nessuno si è mai preoccupato più di tanto di affrontare il problema cinese di cui ben poco sappiamo. 

Il ruolo istituzionale di Donzelli, lo eleva necessariamente a responsabilità e comportamenti che devono andare oltre alla macchietta napoletana. Nell'articolo si citano "topi e canali di irrigazione maleodoranti", Vogliamo far notare al consigliere regionale che non trattasi di canali di irrigazione, ma di fogne a cielo aperto non collegate con il collettore che porta ad depuratore di San Colombano. Si, perchè anche adesso che le abitazioni dei civili italiani sono tutte dotate di cesso, i liquami a Lecore fanno lo stesso percorso che facevano quando la cacca la si faceva nelle fosse. Ecco quindi acque nere che scorrono non solamente intorno ai campi coltivati dai cinesi, ma anche intorno alle case abitate dagli italiani che da anni ne inspirano le esalazioni. 

Il Fronte Nazionale, ha più volte e ripetutamente denunciato la cosa anche su questo blog con  testimonianze fotografiche.

Donzelli, che ha la fortuna di operare all'interno della più alta istituzione toscana, saprà che la gestione delle fogne e la depurazione delle acque, a Signa come in tutta l'area metropolitana ed il pistoiese, è compito di Publiacqua, società al 60% con capitale pubblico. Donzelli si adoperi quindi nelle sedi opportune e con i provvedimenti opportuni e, visto che siamo in campagna elettorale e che la persona si candida a governatore della Toscana, ci aspettiamo di vedere nel suo programma un preciso impegno per la sanificazione di tutta l'area affinchè per una volta, alle critiche  faccia seguito una soluzione.

 

 
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Il bordello di una destra secessionista

Post n°455 pubblicato il 01 Marzo 2015 da a.mori1961
 
Foto di a.mori1961

La proposta di riaprire i bordelli appare quanto meno campata in aria e non perchè sia un'idea da non condividere, ma perchè resta difficile, predicare la regolamentazione di un qualcosa la dove la società intera è un  bordello, dove probabilmente la cosa più stabile e coerente sono proprio le prostitute. 

Parlo di società, ma mi riferisco alla politica che di questa ne è emanazione. 

Molti continuano a chiedersi, falsamente perchè di questo ne godono, come mai esiste disaffezione verso la politica. Come potrebbe essere altrimenti? Per mezzo secolo almeno, l'Italia e gli italiani, sono stati divisi fra comunismo e liberismo, fino alla caduta del mito sovietico e a tangentopoli, che ha istantaneamente decretato la fine di quegli ideali che, evidentemente, non erano poi così solidi. La disgregazione di gran parte della classe politica, corrotta ma pur"affaristicamente" competente nel duplice significato del termine, ha sostituito i vari Almirante, Andreotti, Berlinguer, Craxi e Moro, elencati in stretta successione alfabetica, con la ragioniera leghista Rosi Mauro, per cinque anni vice presidente del senato

oppure con il dipietrino Razzi   per terminare con il tattico del M5* Casaleggio che, reduce da una candidatura poco felice in una lista civica vicina a Berlusconi, diventa prima consulente di Di Pietro e poi stratega della rete di Grillo: siamo infatti nel terzo millennio e la politica si sposta sul web, ma non sempre.

E' infatti di oggi la manifestazione della Lega Nord a Roma, una manifestazione che ostentava un completo panorama dell'odierno caos politico.

Insieme Lega, Fratelli d'Italia e Casapound, ovvero secessionisti e nazionalisti, tutti accuratemente uniti a gridare contro quelle norme che loro stessi (Lega e FdI) hanno varato nella primavera del 2011 (trattato di Lisbona, Meccanismo Europeo di Stabilità e istituzione dei fondi per i profughi dall'Africa), prima di lasciare posto al governo Monti. http://blog.libero.it/SIGNA/12799244.html 

Fratelli d'Italia e Casapound, ufficialmente partiti di destra, uniti nel gioco della politica delle poltrone, in previsione delle prossime regionali, opportunismo al quale sacrificano il più alto simbolo di un partito nazionalista: il vessillo nazionale. Che tristezza vedere il poco tricolore presente ai margini di una manifestazione neanche tanto numerosa; che tristezza vedere la capitale d'Italia invasa da bandiere secessioniste!

Che squallore e sintomo di ignoranza, vedere un leghista portare l'effige di Mussolini.

Si può essere fascisti o no, ma non è contemplabile tanta ignoranza in relazione ad un periodo storico e ad uno statista che tanto hanno inciso sulla storia d'Italia: mai il Duce avrebbe contemplato un fascista con idee secessioniste. Nel suo discorso del 1920 a Trieste esclamo: "Triestini ! Il tricolore di San Giusto è sacro: il tricolore sul Nevoso è sacro; ancora più sacro è il tricolore sulle Dinariche. Il tricolore sarà protetto dai nostri eroici morti: ma giuriamo insieme che sarà difeso anche dai vivi!"  

Oggi a Roma era presente una folta rappresentanza di coloro che hanno decretato l'attuale crisi economica e sociale, ma quel che è peggio è che oggi a Roma, capitale d'Italia, il tricolore ed il suo significato sono stati traditi ed offuscati da un gruppo di secessionisti con il consenso della presunta destra.  

A noi piace così, fra le mani rugose di una anziana donna. W L'ITALIA

 

 
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