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A volte da una sola scintilla scoppia un incendio (Lucrezio)

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La libreria

Post n°253 pubblicato il 10 Luglio 2014 da Basta_una_scintilla

 

Mi chiamo Billy e vivo con Scintilla dal 1997. Ancora ricordo il giorno in cui venne a prendermi con la macchina chiesta in prestito al papà perché nella sua non ci stavo. Impiegò un intero fine settimana a costruirmi, secondo le istruzioni di mamma Ikea, due moduli da 80 e tre da 60 cm, e, ahimè, ancora mostro i segni di tale attività: qualche buchetto qua e là fatti prima che lei capisse che i pannelli dovevano essere inchiodati al retro e non dove capitava.
Occupavo un'intera parete del soggiorno. Ero ordinata, distinta, con una discreta classe, nonostante la mia semplicità: i libri, alcuni di un certo valore, allineati in ordine di altezza e di colore, a volte d'autore. Noiosa. Credo fossi così. Ligia al dovere non mi permettevo di essere altro da ciò che tutti si aspettavano da me: una libreria. E' faticoso sforzarsi sempre di essere quello che gli altri vogliono vedere, credo proprio che arrivai, ad un certo punto, a non poterne proprio più, anche se non avevo il coraggio di ammetterlo, neppure a me stessa. Seguire regole che non sono le tue, non fa sempre bene.
Arrivarono giorni difficili. Quella casa non era più la stessa, si respirava un'aria di infinita tristezza. Scintilla piangeva, non mangiava, stava poco con me: credo che guardare ciò che la circondava le facesse male, per questo usciva spesso ed io restavo li, linda ed ordinata, nel silenzio di quella casa malinconica. Il mio dolore culminò con uno smembramento: ero di nuovo a pezzi, senza un'apparente identità e con nessuna certezza: che ne sarebbe stato di me?
Mi ricostruirono qui: una casa microscopica dalla quale posso guardare il cielo attraverso la grande finestra e scoprii di avere molte più anime. E' strano come, a volte, devi essere distrutta per imparare a conoscere e ad amare altre parti di te. Un mio modulo è finito in cantina: gli piace stare li, conserva alcuni ricordi oltre gli scarponi da sci, le scarpe da trekking, le ciaspole . Un altro è di fianco al PC: in teoria dovrebbe essere il mio lato colto, con tutti quei testi scientifici, ma svolge più che altro la funzione di archivio della contabilità e di rifugio dei peccati di casa. Credo sia la parte più impolverata di me. E poi ci sono io. Più piccola di prima, certo, ma molto più felice. Non sono più appoggiata al muro ma divido la stanza in una zona cucina ed una "tutto il resto". La mia schiena ha ora il colore delle albicocche ed ha appeso un pannello di legno con dipinta una finestra. E davanti...beh...che dirvi...nel mio caotico disordine, a volte, mi trovo bellissima. Gli scaffali in basso sono dedicati agli hobby: c'è quel cestino di vimini con i ferri ed il golf che Scintilla non finirà mai e dal quale Goccia, ogni tanto, si diverte a tirare fuori qualche gomitolo, i libri di cucina, la scatola del punto croce, i pastelli ed i colori: un angolo, quello vicino al letto, è dedicato al fitness, con tutti quegli aggeggini che farebbero tanto bene al fisico se qualcuno li usasse con una certa costanza. Più in alto in ordine sparso ci sono il ripiano bar, i CD, i DVD, un po' di foto, qualche oggettino e tanti libri: edizioni economiche ammonticchiate senza logica alcuna ma facili da trovare, per chi sappia cosa cerca. Sono più bassa ora, per fare passare la luce del sole, e dall'alto spiano gli eventi di casa i due orsi di pezza, la latte per i biscotti di Natale, la scatola con le cartine ed i ricordi di viaggio. L'edera mi solletica un fianco. Nascondo un piccolo flaconcino di vetro che cela a sua volta un biglietto in cui Scintilla scrisse un sogno, quando arrivammo qui. Sono certa che, prima o poi, lo realizzeremo.
Mi chiamo Billy, credevo di essere una libreria, ma grazie al dolore, ho scoperto di essere molto di più.

(Basta una Scintilla, 18/02/2010)

 
 
 
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