IL DUBBIO

Si avvicina il Natale, una ricorrenza che è attesa ed amata da tutti ma da molti anni esposta a stravolgimenti consumistici che ne hanno minato e nascosto le sue vere radici. Il Natale vissuto da molti come pretesto per una frenesia commerciale senza limiti. Non voglio fare inutile moralismo, non servirebbe a nulla ed oltretutto sarebbe impensabile un Natale senza la parte materialistica. Molta gente vive e lavora anche grazie al Natale.

Molti però si chiedono se il Natale sia ancora una festa cristiana. Tanti dicono che di religioso c’è rimasto solo il rito. Eppure nella grotta di Betlemme, per noi cristiani, quel bambino, uomo come noi, nato da una donna come noi, è in realtà Dio che si è fatto creatura umana come noi. Una nascita straordinaria e avvenuta da una donna Vergine ed alla forza dello Spirito di Dio, ma con circostanze della nascita estremamente “umane”. E’ soprattutto il Vangelo di Luca a parlarci della Natività, la è avvenuta a Betlemme attorno all’anno 7 a.C. quando Giuseppe, assieme alla sua sposa Maria, andò al paese originario per il censimento ordinato dal procuratore della Giudea. Non avendo posto nel paese, Maria e Giuseppe si rifugiarono in una stalla ed il Bambino appena nato venne deposto in una mangiatoia. Gesù nasce nella povertà, in condizioni disagiate e sono anche poveri i pastori che lo incontrano per primi avvertiti da un messaggio angelico. Poi, secondo il Vangelo di Matteo, anche dei sapienti pagani da oriente, i famosi Re Magi, guidati dalla stella cometa, vennero ad adorarlo. Natale quindi è il compimento delle promesse fatte dai profeti: prima Dio era eterno ed in quel bambino si è fatto mortale, Dio era potente e si è fatto debole, Dio era invisibile e si è fatto visibile.

Poi Gesù, anche da bambino, comincia a narrare e raccontare Dio, quel Dio che nessuno aveva visto e nessuno può vedere prima della morte.

Ecco perché quindi, così come noi cristiani nella notte di Pasqua celebriamo la resurrezione di Gesù dalla morte, allora nella notte di Natale celebriamo la sua nascita come bambino e uomo come noi.

E’ stato un evento, un segno di demarcazione per tutta l’umanità, anche per i non cristiani. Da quel momento il tempo si è spaccato in due: prima e dopo Cristo.

Il Natale è quindi un patrimonio umano e di fede: è un messaggio per tutti che dovremmo recuperare, forse cominciando proprio dai bambini, come cita la frase di Eliot in alto a destra del blog. Per chi ha il cuore puro (il bambino non ancora corrotto dall’opulenza e dallo spreco), l’Angelo è il segno di un messaggio divino, il Bambino di Betlemme è una presenza viva ed importante, la luce è lo splendore della creazione, il dono è sorpresa e gioia. Per loro deve significare la grandezza dell’Evento e non solo il pretesto per l’accumulo di regali.

Gli angeli annunciavano ai pastori “pace in terra agli uomini di buona volontà”. Questo vuol dire all’umanità intera, per tutti.

Per questo, in nome di questa speranza che non dovrà mai essere dimenticata, vorrei esprimere i miei più sinceri ….

AUGURI DI BUON NATALE 

A tutti, indistintamente, sia a chi frequenta il mio blog che a chi lo evita, a chi lo commenta e a chi no. Per concludere volevo dedicarvi anche un pensiero di Charles Dickens sul Natale:

“Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L’unico momento che conosco nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi”

Credo che queste parole possano essere condivise anche da chi non è cristiano.

Di nuovo Buon Natale

Vito