IL DUBBIO

Mi è difficile parlare di un argomento che, dopo più di 60 anni dalla sua disfatta, ancora riesce a dividere le nostre coscienze, probabilmente dovuto al fatto che non abbiamo mai fatto i conti veramente con la storia.

Quello che è strano è che del fascismo se ne sta occupando anche la politica, oltre che nelle scuole come è giusto che sia.

Non so se vi ricordate degli interventi del ministro della difesa (pardon “attacco” …), La Russa, che omaggiava i militanti della Repubblica Sociale Italiana, combattenti della Patria e meritevoli di Onore. Oppure del sindaco di Roma Alemanno, che ha definito le sole leggi razziali come meritevoli di condanna, ma non il fascismo nel suo complesso.  O anche del nostro presidente del consiglio che, come ogni anno, diserta la cerimonia della Liberazione del 25 Aprile, in quanto si deve occupare di cose più importanti (sic!).

Se ci pensiamo bene anche in altri paesi in Europa, seppure in forme storicamente e funzionalmente diverse, il fascismo è andato al potere: Portogallo, Francia (Vichi), Germania, Grecia. Ma qui in Italia il copione è sempre lo stesso. Ovvero c’è sempre chi sostiene che il fascismo tutto sommato fu una dittatura diversa, quasi umana, blanda e benevola, con pochi morti e pochi difetti. E questo lo sento dire da molte persone, chiaramente del PdL, anche di medio livello culturale.

Se noi guardiamo ad esempio alla Francia, dove è al potere una destra profondamente antifascista (anche De Gaulle era di destra), a nessuno verrebbe in mente di sdoganare i combattenti fascisti del regime di Vichi. E così è soprattutto con la Germania nazista.

Invece sembra che nel nostro governo l’unico che dica cose sensate sul fascismo sia il presidente della Camera Fini, aggiungendo anche quella che per me è un’ovvietà, e cioè che un appartenente ad uno schieramento come il PdL debba essere obbligatoriamente antifascista.

A Berlusconi questo sembra non interessare (una volta aveva detto che il fascismo mandava i dissidenti in villeggiatura ….), mentre i giovani di AN si sono ribellati a queste affermazioni.

Ebbene, spero solo che trattasi solamente di beata ignoranza: infatti il fascismo non ha provocato “solo” la morte di Matteotti, Gobetti, Gramsci (indirettamente), Amendola, dei fratelli Rosselli ecc., oltre ai campi di concentramento in Libia, dei gas in Etiopia, della partecipazione alla Shoah con le leggi razziali, all’aggressione alla Francia ed alla Grecia ed alle atrocità commesse in Jugoslavia (e di riflesso alle foibe subite dagli italiani). E’ forse troppo poco tutto ciò oltre alla cancellazione di tutte le libertà personali e di associazione?

E’ vero, ci sono state anche le grandi opere pubbliche, oltre all’istituzione di alcune protezioni ai lavoratori come l’INPS e l’INAIL ed i vari dopolavori, ma tutto questo non assolve le responsabilità gravissime di chi è stato vicino a mandarci alla rovina.

Può darsi che sia solo una sensazione, ma sembra che in Italia non si percepisca il fascismo come una vergogna nazionale ma solo come un errore neppure tanto grande. Si dice che, in fondo, Benito ha solo sbagliato alleato … C’è stata una grande auto assoluzione che è stata alimentata da un’altra falsità storica e cioè l’antifascismo di massa dopo il crollo del regime nel 1943.

Lo stesso dicasi per l’appartenenza alla Repubblica Sociale Italiana (Salò): uno stato nello stato, assolutamente illegale in quanto nato dopo la deposizione di Mussolini e l’armistizio firmato dal Re con gli Alleati. Così come erano fuorilegge le sue milizie combattenti, checché ne dica La Russa.

Orbene, ma visto che fino ad ora ho parlato di fascismo penso che l’argomento razzismo possa cadere a pennello su questo post. Ma non perché giudico razzista questo governo o certe sue leggi. E’ un problema culturale e soprattutto di IGNORANZA, nel senso proprio di ignorare e non sapere come certi comportamenti o certe parole possano alimentare il razzismo in Italia (vedi i fatti di cronaca recenti).

Recentemente, da un sondaggio realizzato dall’Unione Europea, si evince che quasi il 50 % degli italiani ha molti problemi di fastidio ed intolleranza verso persone diverse, sia razza che di tendenze sessuali. Sono dati che fanno riflettere e che hanno spinto anche il presidente della Camera Fini a fare un intervento che ho trovato, per certi aspetti, molto condivisibile:

“Razzismo e xenofobia tendono ad aumentare in Italia per effetto di paura, ignoranza, degrado. Per favorire i processi di integrazione bisogna combattere sia questi fenomeni, sia la tendenza all’isolamento da parte delle minoranze di stranieri. Il nostro obiettivo deve essere quello di definire una via italiana all’integrazione che sia innovativa ed anticipatrice … La scommessa più impegnativa è quella della conquista da parte nostra di una IDENTITA’ NAZIONALE nuova che sia evoluta ed aperta …. L’integrazione è una conquista, non una menomazione. Una ricchezza per chi, a sua volta, integra. Perché ciò avvenga, è necessario conoscere ma anche evitare stereotipi e rappresentazioni obsolete ….Il valore dell’uguaglianza, per dirsi effettivamente rispettato, deve essere interiorizzato, prima ancora che formalmente onorato …L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la nostra paura.”

Debbo dire che ammiro il presidente Fini soprattutto per il suo coraggio ed il suo porsi fuori da certi schemi triti e ritriti della sua parte politica. Avere la Lega come alleato di governo e molti nostalgici nel suo partito non è facile e non lo aiuta, ma bisogna dargliene atto.

Quello che volevo aggiungere è che quando Fini parla di identità nazionale, questa si arricchisce con il confronto e non con lo scontro tra culture diverse. L’identità di un territorio affonda le radici in valori culturali, religiosi ed in tradizioni diverse. Lo stesso dicasi per la nostra cosiddetta identità cristiana: il Cristianesimo si è diffuso nella Roma Imperiale proprio grazie a uomini provenienti dall’oriente (vedi San Paolo e San Pietro), quindi con culture completamente diverse. Ma allo stesso tempo, il famoso rito leghista di riempire l’ampolla con l’acqua del Po, ricorda un mito di origine celtico-nordica e quindi pagano come molte nostre tradizioni paesane.

A proposito di Lega Nord, che inventa le origine celtiche degli abitanti della pianura Padana, e che quindi si definisce una nazione (Padania) con una propria identità, sembra che la popolazione denominata “celtica” fu inventata di sana pianta nel 1700 da intellettuali scozzesi, irlandesi, gallesi e bretoni per tentare di costruire le rispettive identità nazionali in contrapposizione alla popolazione dominante in Inghilterra e in Francia.

Inoltre, se passiamo alla nostra cosiddetta identità nazionale italiana, con l’unificazione avvenuta solo 150 anni fa dopo 1400 anni di divisioni e denominazioni più disparate, come possiamo definire quella “razza italica” che era così mitizzata dal fascismo? Si rifaceva ai fasti ed agli allori dell’Impero Romano, dimenticando però che è difficile trovare un Impero così composito come quello romano, dove circolavano persone che provenivano da ogni parte del mondo conosciuto, con annesse mescolanze di usi e costumi.

Dirò di più: fino a che c’è stata integrazione ed accoglienza l’Impero ha avuto il suo massimo sviluppo. Quando qualcuno poi ha voluto trattare i barbari come cittadini di serie B allora c’è stata la dissoluzione ed il disfacimento dell’Impero.

Il famoso detto “Historia est Magister Vitae” potrebbe non essere valido in molti casi, ma la Storia ci può aiutare a capire e fornirci gli strumenti per comprendere la nostra realtà e la nostra cultura. La quale è molto più complessa di quanto vorrebbero farci credere …

Un saluto a tutti

Vito