IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA

"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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UN LAVORO DEGNO DELL'UOMO

Post n°59 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da svitol5
 

L’altro giorno il Papa, nel corso del messaggio dato alla settimana sociale dei cattolici, ha parlato di lavoro, soprattutto riferendosi a quello giovanile, dicendo le testuali parole:

"Il lavoro è collocabile tra le emergenze etiche e sociali in grado di minare la stabilità della società e di compromettere seriamente il suo futuro ... La precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una famiglia ..."

Sicuramente, con le sue parole, il Papa non aveva alcuna intenzione di schierarsi sul dibattito relativo al protocollo del welfare oppure pro o contro la legge Biagi. Ha però voluto lanciare un messaggio di richiamo forte verso le istituzioni e le parti sociali: cioè esiste un problema che non si può ignorare e sottovalutare. Come recita anche un passo del Catechismo della Chiesa Cattolica ci deve essere un lavoro degno dell’uomo. Quindi se esistono dei lavori degni ci sono anche quelli indegni, proviamo per un attimo ad elencarli: disoccupazione, lavoro nero, lavoro sottopagato, lo sfruttamento, il ricatto, l’inosservanza delle norme di sicurezza. Queste sono tra le prime cose che mi sono venute in mente quando ho pensato alla tipologia di lavori che non sono degni di un essere umano. Bisogna anche dire che negli ultimi decenni il rapporto di lavoro è estremamente cambiato sia nella forma che nella sostanza: numerosi luoghi comuni sono stati sfatati, dal lavoro sotto casa al lavoro sicuro fino al lavoro a tempo indeterminato.

In mezzo ci sono state 2 leggi: la Treu che ha aperto le porte alla flessibilità del lavoro (soprattutto quello giovanile) e la Biagi (dal nome del giuslavorista ucciso dalle BR) che, secondo me, ha cercato di regolamentare un mercato del lavoro spesso ingessato di fronte alle nuove sfide dell’economia mondiale. Ricordo anche che Marco Biagi si ispirava alla dottrina del cristianesimo sociale e faceva della responsabilità sociale la propria bussola politica e personale, sicuramente non era quindi un amico degli imprenditori “incalliti sfruttatori”.

Sabato a Roma si sono fronteggiate 2 manifestazioni: una della sinistra radicale, che chiedeva a gran voce l’abolizione della legge Biagi, secondo loro unica responsabile del lavoro precario, e la revisione del protocollo sul Welfare, concordato con le parti sociali; l’altra invece, composta da diverse parti politiche anche di sinistra, le quali ritengono che tale legge vada strenuamente difesa in quanto ha fatto crescere il numero di posti di lavoro complessivi di quasi 3 milioni negli ultimi 6 anni.

Certo, nessuno vuole dire che il precariato sia bello o sia giusto; molte volte è necessario e capita molto più che in passato e magari molto meno che in altri Paesi. Però quando si fanno tanti bei discorsi sulla precarietà brutta e cattiva si dimenticano due cose fondamentali: il lavoro nero e la disoccupazione. Eppure sono problemi ancora più gravi e per alleviarli una flessibilità del lavoro è utile e lo sarebbe ancora di più se fosse accompagnata da strumenti di solidarietà ed ammortizzatori sociali che funzionassero. Scuole che funzionino, quindi formazione, sussidi, trasparenza e correttezza, cose che purtroppo in Italia spesso mancano. Queste cose erano quelle che lo stesso Biagi auspicava nei suoi articoli di legge ma che non sono mai state applicate del tutto.

Spesso le leggi vengono guardate solo nell’aspetto ideologico, dimenticandosi con ciò realisticamente quello che rappresentano, gli scopi che vorrebbero raggiungere e gli obiettivi realizzati. Stando a quanto sopra la legge Biagi ha rispettato quanto previsto. C’è da migliorarla? Sicuramente sull’aspetto degli ammortizzatori sociali (come prevedeva anche Biagi) ma non per questo la si può buttare all’aria.

C’è anche un altro aspetto del lavoro che desta preoccupazione anche nelle parole del Pontefice e cioè il non poter costruire un futuro ed una famiglia a causa sia della insicurezza ma soprattutto del salario medio italiano uno dei più bassi d’Europa.

Ci sono due cose da tener presente: la produttività media rispetto a paesi tipo la Francia, l’Inghilterra e la Germania è molto bassa. Mettiamoci  pure che il nostro prelievo fiscale è uno dei più alti ed otteniamo salari conseguentemente bassi. L’altro aspetto è che il costo sia degli affitti che delle prime case è elevatissimo ed è difficile da affrontare per un giovane soprattutto senza sicurezza di lavoro stabile.

A questi aspetti ci si attenderebbe da un governo che si reputa di sinistra l’attuazione di politiche di edilizia popolare ed interventi sui salari con riduzione della pressione fiscale, ma purtroppo sino ad ora nulla di tutto ciò è stato fatto.

Concludo con un fatto accaduto nella mia regione che ha destato molto clamore. Un imprenditore di Campofilone (AP), Enzo Rossi, titolare dell’azienda di maccheroncini (pasta fatta in casa tipica marchigiana) “La Campofilone”, ha deciso che aumenterà dal 2008 lo stipendio dei suoi venti dipendenti di quasi 200 euro in più al mese. Perché tale decisione? Dopo essere rientrato dalle vacanze ha provato a vivere con la famiglia (moglie e 2 figlie) con 1000 euro mensili e si è accorto che dopo circa 3 settimane già i soldi erano finiti. Questo è bastato per scatenare una piccola provocazione sia verso il governo che verso gli altri imprenditori: “Se la mia azienda va bene è anche merito di tutti, mio e dipendenti compresi, quindi voglio distribuire anche a loro il valore aggiunto creato. Il messaggio ai miei dipendenti è questo: l’azienda va bene ed il mercato è in espansione. Lavoriamo quindi al meglio delle nostre possibilità per crescere ancora di più.”

Sarà stata anche una mossa propagandistica ma è anche la dimostrazione che per avere un lavoro degno occorre l’apporto di tutti, industriali compresi.

Un saluto a tutti.

Vito

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Commenti al Post:
Kheter
Kheter il 22/10/07 alle 16:30 via WEB
Ciao, è propio vero che solo con l'apporto di tutti la situazione potrebbe migliorare. Con l'esperienza fatta sulla propia pelle quell'industriale ha realizzato e così toccato con mano la realtà dei propi dipendenti e di conseguenza ha agito. Lodevole. Ti dirò che questa consapevolezza l'ho riscontrata all'estero dove il datore di lavoro aveva grande cura dei suoi dipendenti poichè sapeva che dando stabilità e benessere ne avrebbe ottenuto il massimo e questa è intelligenza e rispetto per l'individuo nei suoi bisogni primari e non. Meglio non entri in polemica..Saluti ed un abbraccio..Incrocio le dita..speriamo bene per il nostro Stato.
 
 
svitol5
svitol5 il 22/10/07 alle 17:34 via WEB
Rendere partecipi tutti alle cose positive e negative di un'azienda. In Giappone, ad esempio, se l'azienda va male i manager si dimezzano immediatamente lo stipendio. Da noi ci sono invece le stock-option che purtroppo drogano il mercato. Ciao e grazie per il tuo contributo. Vito
 
polly_blog
polly_blog il 23/10/07 alle 08:58 via WEB
Buona giornata.....
 
 
svitol5
svitol5 il 24/10/07 alle 09:28 via WEB
Ciao Polly, anche a te. Vito
 
joiyce
joiyce il 23/10/07 alle 21:10 via WEB
Ciao Vito, il tuo post preciso, esaustivo, illuminante, arriva puntuale come la sveglia che mi da il buongiorno alle 6:23. I tuoi post sono sempre equilibrati e vanno al cuore dei problemi, la tristissima pagina del precariato italiano nacque con l'allora ministro Treu, ho tanto tanto rispetto per Marco Biagi, ma la sua legge ha trasformato il lavoro in progetti a tempo, la paga in elemosina e i diritti, acquisiti in tanti anni di battaglie sindacali, in pretese irragionevoli. Tutto è diventato progetto per applicare la legge Biagi.Lavoratori dipendenti si sono trasformati in imprenditori con partita IVA. La mia disamina prescinde da sterili e ipocrite ideologie politiche, è una legge di sinistra con politiche del lavoro di estrema destra.
Sei stato bravo nel post a sottolineare che la legge Biagi doveva essere supportata da strumenti legislativi validi, aggiungo che i datori di lavoro, non tutti anche se credo che la vicenda dell'imprenditore di Fermo è l'eccezione che conferma la regola, nell'applicazione di questi contratti a tempo sono molto ma molto scorretti in quanto approfittano della situazione e penalizzano ancora di più il lavoratore, così da far apparire la legge Biagi, ancora più nefasta di quello che è, possiamo fare tutte le leggi di questo mondo, quando vengono a mancare pilastri che regolano la società, come etica e moralità sarà sempre una lotta per la sopravvivenza.
Felicissima serata.
Michele.
 
 
svitol5
svitol5 il 24/10/07 alle 09:27 via WEB
Ciao Michele, innanzitutto ti ringrazio dei complimenti. L'equazione che fai datori di lavoro=sfruttatori ed accumulatori di profitto rispecchia in parte una realtà ma non credo sia così generalizzata. Come diceva Lotito l'altra sera su Annozero, l'imprenditore ha soprattutto una sua funzione sociale. Chiaramente non può essere un benefattore dell'umanità, in quanto il profitto deve comunque essere incentivato, solo che questo non può essere l'unico traino dell'azienda. L'etica di un imprenditore onesto dovrebbe fare in modo che una parte consistente del profitto debba essere reinvestita nell'azienda come formazione, innovazione tecnologica, sicurezza e perché no anche per premiare i dipendenti bravi. Quello che volevo dire con il mio post è anche che la lotta di classe non esiste più, il lavoro è cambiato ed è solo con la collaborazione di tutte le parti sociali che si riuscirà a risolvere i problemi di tanti giovani. Ti ringrazio per il tuo contributo. Vito
 
lightdew
lightdew il 24/10/07 alle 00:29 via WEB
..un passaggio solo per un saluto, ed una buona notte...dew
 
 
svitol5
svitol5 il 24/10/07 alle 09:28 via WEB
Ciao carissma e bentornata. Vito
 
cateviola
cateviola il 24/10/07 alle 09:46 via WEB
Buongiorno, Vito, ho letto tutto e sostanzialmente quoto (sottoscrivo) il commento di Michele.
La precarietà è un vero dramma che coinvolge almeno una generazione e sgretola il tessuto sociale, ruba il futuro, inaridisce la speranza...
Firmato da una che finora non ha incontrato imprenditori illuminati, ma solo chi ti ricatta e ride davanti a richieste di tutele
 
 
svitol5
svitol5 il 24/10/07 alle 14:29 via WEB
Ciao Cate, non dico imprenditori illuminati ma onesti e responsabili sicuramente si trovano. Non generalizzerei nemmeno sulla precarietà in quanto per molti giovani è anche occasione di crescita e di esperienze. Ma chiaramente non è per tutti così. Grazie per il tuo commento. Vito
 
lolita61
lolita61 il 24/10/07 alle 11:13 via WEB
"Il lavoro nobilita l'uomo", una frase che sovente ripeteva mio nonno, basta andare con la mente oltre le parole per renderci conto della vera realtà del significato. L'Italia non gode ottima salute economica e questo non possiamo negarlo, viviamo una situazione che i nostri politici conoscono ma non vivono sulla propria pelle. Mi viene in mente l'attuale situazione che la stragrande maggioranza delle coppie vive, separati in casa, questo nasce da necessità economiche e non certo dal piacere reciproco, il lavoro è carente e la povertà dilagante, solitamente chi è più fortunato aiuta il meno fortunato - donazioni - offerte - indumenti - alimenti -. Politici e classe politica, tutto quel mondo che ruota intorno a quell'ambiente - sarebbe in grado di sollevare la povertà di milioni di Italiani - povertà intesa come fame -. La decisione di aumentare 200,00 ai propri dipendenti sarà pure una forma di provocazione, io credo, dovrebbe essere un messaggio verso quelle persone che possono permetterselo. Non ho nessuna intenzione di piangermi addosso, vi posso assicurare che lo stato non è meno tenero verso gli imprenditori rispetto ai lavoratori dipendenti, molte volte (vi assicuro) gli utili non riescono a coprire le spese, mi direte: chi te lo fà fare se non ti conviene? rispondo: cosa dovrei fare, ingrossare le liste dei disoccupati? gli operai che dividono il pane con me che fine farebbero? anche loro nella lunga lista dei disoccupati? Non sono in condizioni di poter aumentare lo stipendio oltre il dovuto - vi posso però garantire che i miei obblighi primari sono verso chi lavora per me, il resto può aspettare - comprese le mie necessità -. Complimenti per tuoi commenti sempre molto seri ed attuali. Ciao.
 
 
svitol5
svitol5 il 24/10/07 alle 14:33 via WEB
Ciao carissima, hai pienamente ragione. Il nostro stato tratta gli imprenditori in primo luogo come potenziali evasori fiscali, per cercare di spremerli il più possibile. Poi certamente non li favorisce sotto gli aspetti burocratici con gli innumerevoli balzelli che si hanno per aprire e mantenere un'impresa (sicuramente ne sai qualche cosa). Per il resto un datore di lavoro sa benissimo che se ha dipendenti scontenti l'azienda va tranquillamente in malora, prima o poi. Grazie per il tuo intervento come sempre utile ed intelligente. Vito
 
a_tiv
a_tiv il 24/10/07 alle 16:46 via WEB
Caro Vito...non vorrei disperdermi in divagazioni filosofiche ma tengo a stabilire che il lavoro non possa definirsi di sinistra, ovvero di destra. Il lavoro, nella società moderna, è lo spazio della realizzazione dell'uomo. Si può sostenere che l'uomo si realizza diversamente, sui libri, nelle letture, negli affetti ma nessuna vita oziosa è principio assoluto della personalità dell'individuo. L'uomo si realizza con il suo impegno e le sue capacità, ed il suo scopo di sempre dall'età della pietra ad oggi è quello di operare. Poi è arrivata la politica dal diciannovesimo secolo a stabilire che il lavoro riguarda le masse e che i lavoratori senza identità raggiungevano il paradiso perchè insieme si vince. Tutte chiacchiere e convizioni ideologiche, insieme l'uomo generalmnete perde se stesso. Questo non vuol dire che le organizzazioni sociali non servano...anzi sono strumenti della libertà e del diritto, sono stanze in cui si stabiliscono le regole, sono spazi di confronto e di rivendicazione. L'uomo, individuo, però è la fonte del miglioramento, della competizione, della crescita. Detto tutto questo, torniamo alla Biagi. In definitiva questa non è che la rielaborazione del pacchetto Treu con sensibili miglioramenti: è la riprova che a sinistra ed a destra la questione della disoccupazione a 2 numeri in Italia s'è posta. Caduta la modifica dell'art 18 sui licenziamenti per giusta causa, quello del lavoro a progetto, che non è lavoro con partita IVA, è bene precisarlo, tra gli studiosi della giurisprudenza del lavoro di destra e di sinistra, è sembrata l'unica strada percorribile per rilanciare gli investimenti e riavviare il Paese. La legge è stata varata con gli aspetti della sperimentazione. Oggi, ad esempio, occorrerebbe una seria verifica sui risultati: una verifica vera e non ideologica. Ma una verifica con le manifestazioni di piazza non è mai una verifica, ma confusione. Io partirei dal chiedermi se abbia creato o meno opportunità che diversamente non si sarebbero realizzate. Passerei poi a chiedermi quali criticità abbia presentato e quali rimedi apportare per poi passare a pensare di introdurre garanzie, soprattutto previdenziali dato che i versamenti INPS confluiscono nelle gestioni separate, che al momento non sono cumulabili con la gestione ordinaria. La continuità e l'insicurezza se possono sembrare problemi seri in definitiva sono salsi problemi. Se l'azienda è sana d il lavoro prestato è serio nessuno ti butta fuori, ma sono anche d'accordo sulla necessità di porre sicurezze, anche se legate alla flessibilità per le imprese. Non vorrei sembrare Veltroni! Sono molto più concreto e deciso ma l'argomento non è da rosso o nero, richiede intelligenza e moderazione. Caro Vito non esisteva la Biagi e neanche la discussione sull'art.18 quando io sostenevo che sul lavoro c'erano incongruenze sociali. Abbiamo, ad esempio, come contribuenti pagato tante casse integrazione e fiscalizzazioni di oneri sociali, ad Agnelli e la Fiat tra i primi, abbiamo pagato interventi pubblici e consistenti perdite aziendali, tanti di quesi soldi da mantenere a vita ed in modo decente eserciti di lavoratori senza neppure prestare lavoro. E gli italiani dopo votano Prodi, abile regista in passato di quest'andazzo (scusami lo sfogo). Devo dire che il tuo post ha affrontato in modo serio la questione. Non penso però che questa maggioranza di governo abbia la possibilità di apportare modifiche alla Biagi in modo serio ed al di fuori delle gabbie ideologiche. Se devono far danni, pertanto, è meglio che desistano. Ciao, Vito
 
 
svitol5
svitol5 il 25/10/07 alle 13:51 via WEB
Caro Vito, come giustamente hai fatto notare nella tua disamina perfetta il lavoro è un problema molto complesso. La costituzione ci dice che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro ma poi bisognerebbe applicare in pratica una formula così generica e favorire con strumenti adeguati come formazione e sviluppo le capacità di inserimento nel lavoro. Quello che ci si dimentica in Italia è il discorso meritocratico il quale non è mai stato voluto seriamente affrontare soprattutto nella pubblica amministrazione. Per quanto riguarda le capacità di questo governo di affrontare seriamente miglioramente in tal senso credo che non sia tutto da buttare via in quanto ritengo che il ministro Damiano sia tra quelli più seri e competenti, non dimentichiamoci che molta parte dell'emersione del lavoro nero è suo merito così come la riduzione del cuneo fiscale e quindi del costo del lavoro a partire dal 2008. Certo, nell'insieme la debolezza insita del governo e le sue divisioni interne limitano molto riforme importanti. Grazie per il tuo consueto ottimo intervento. Ciao, Vito
 
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Sant'Ambrogio - padre della Chiesa (339 - 397 d.C.)

 

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"Partì la goccia dalla sua patria, trovò una conchiglia, vi entrò e divenne perla. O uomo, viaggia da te stesso in te stesso, perché da un simile viaggio la terra diventi oro purissimo"

Gialal Al-Din Rumi - poeta (1207 - 1273)

 

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