IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA

"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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ELOGIO DEL VINO e ... delle (sue) verità

Post n°109 pubblicato il 14 Marzo 2008 da svitol5
 

Dato che oggi è venerdì, per scrollarci di dosso questa cappa di politica italiana, contraddittoria e litigiosa, ho scelto di affrontare un argomento che magari non a tutti piacerà, ma che ben si adatta ad un modo di pensare, di vivere con allegria, ma anche con meditazione.

Infatti, per questo post ho preso spunto da un articolo di Massimo Donà, docente di filosofia teoretica ed autore del libro “L’anima del Vino”. A tutti gli effetti un vademecum teorico-pratico per bere un buon bicchiere e degustare con saggezza ed intensità. Secondo l’autore, come per i filosofi dei tempi antichi che ha associato il vino alla complessità e contraddittorietà della natura umana, così anche bere un buon bicchiere è una forma di conoscenza.

Qui di seguito qualche stralcio dell’articolo:

Il vino dei nostri antenati non doveva essere di ottima qualità; spesso lo si doveva infatti addolcire con il miele. Eppure, sin dall’antichità il vino rappresentò uno straordinario simbolo di iniziazione e di esperienza mistica. Dioniso ne fu il symbolon; in quanto divinità perfettamente adatta a rappresentare la costitutiva doppiezza, o anche, la perfetta ambiguità.

Già i Greci, insomma, rimasero affascinati dai poteri di una bevanda che avrebbe svelato con largo anticipo agli umani le abissali profondità che solo qualche secolo più tardi il dottor Freud avrebbe monitorato, svelando molti dei segreti custoditi nella natura essenzialmente inconscia dalla nostra psiche.

Non ci si deve stupire se, sin dal suo più lontano inizio, la filosofia finì per riconoscere dalla bevanda tratta dalla vite, una straordinaria immagine dei molteplici problemi connessi alla complessità e alla contraddittorietà dell’umana natura. Già Platone fece del suo eroe, il sileno Socrate, un bevitore accanito, eppur sempre lucido; mai ebbro, cioè, e proprio per questo capace di svelare l’inganno costitutivo rappresentato dall’ebbrezza. Cosa ci insegna dunque Platone in quelle pagine eterne? Cosa insegna cioè la filosofia dell’essere umano, ossia a quel vivente che ama bere, soprattutto perché attratto dall’ebbrezza che la bevanda di Dionisio promette di raggiungere?

Socrate ci insegna a non fidarci della promessa pronunciata dal calice, ogni volta che lo si riempie, vuoi di buon Prosecco Veneto, vuoi di buon Chianti Toscano. O meglio, ci insegna a ricordare che tale promessa si presenta con il volto di una maschera ambigua, ingannevole. Perché, se da un lato il calice promette di salvarci da una condizione angusta e in qualche modo opprimente, dall’altro il medesimo non indica affatto un altro stato. O meglio, sembra indicarlo … agli occhi di quell’anelito umano troppo umano che identifica il superamento della condizione mortale e finita, con il raggiungimento di un porto sicuro; con il guadagno di una condizione ebbra, entusiastica, e, in quanto tale, nettamente distinta da quella incerta e sempre fallibile, propria della nostra quotidianità.

Ma il fatto è che, come insegna appunto Socrate, la salvezza non è affatto al-di-là dell’inferno in cui saremmo condannati a vivere, in quanto mai sicuri di aver fatto la scelta giusta. Perché al-di-qua e al-di-là indicano piuttosto una contrapposizione che vive ed impera solo in questo nostro mondo, tutto fondato appunto su quella fondamentale legge della ragione che contrappone innanzitutto il vero dal falso … Perciò, guardare al vino come a ciò che consentirebbe una via di fuga da queste astratte opposizioni significa non comprenderne affatto la reale potenza liberatoria. Ché, sotto i fumi dell’alcool, nessuna libertà, nessuna divina verità … vengono di fatto consentite.

In sostanza, al vino si deve guardare come a una potentissima chance offerta al nostro bisogno di perfezione. Un bisogno che, sia pure in modi sempre diversi, ha costantemente guidato il fare degli artisti e dei filosofi …

D’altronde, produrre un buon vino significa innanzitutto saper conseguire un giusto equilibrio. Quello stesso che proprio gli artisti hanno sempre cercato, attraverso la produzione di sempre nuove nonché divine armonie … e che funge da principio regolativi di ogni grande sistema filosofico, in quanto, dei contrari e degli opposti, dice appunto l’ineludibile condizione di verità …

Come rapportarsi, dunque, al tanto amato nettare degli Dèi? Cosa attendersi, insomma, dalla sua densa o trasparente coloritura? Dalla sua fermezza o dal suo frizzante ribollire? Lo sapeva bene già Kierkegaard, che, non a caso, ai protagonisti del suo “In vino veritas” (opera scritta nel 1845) fa pronunciare discorsi sull’amore proferibili solo “dopo aver bevuto tanto da poter avvertire la potenza del vino”, impedendo altresì ai medesimi di contrapporsi l’un contro l’altro armati.

Come bere vino, dunque? Con quale spirito, cioè, avviarsi a un’esperienza degustativa che non sia sconsiderata e quindi pericolosa?

Innanzitutto, tenendo ben a mente che il segreto, di cui diventeremo in tal modo partecipi, non riguarda affatto qualcosa come una via di fuga verso lidi più felici e magari sicuri … Ma piuttosto la profonda verità che da sempre sostiene e in qualche modo custodisce i nostri deliri. Perché, dalla dura roccia dell’esistenza può sempre anche zampillare il gettito innocente di una inscalfibile ambiguità … che rende già qui, nell’orizzonte della sobria quotidianità, ogni verità sempre anche falsa e ogni falsità sempre anche vera …

 

Tralasciando ora l’ossimoro finale, che rappresenta un classico esempio di quanto i filosofi, come i politici, possano dire qualsiasi cosa e poi il contrario di essa, bisogna dire che, veramente, degustare un buon vino è un atto che va al di là del semplice assaporare e sorseggiare. E’ un atto quasi meditativo. Avrete capito che il vino (buono e soprattutto rosso …) mi piace, anche se non sono né un grande intenditore, ma nemmeno un grande bevitore. Dato che mi piace bere con moderazione, non raggiungo quasi mai quello stato di ebbrezza con cui fare quelle elucubrazioni filosofiche di cui parla l’autore del pezzo di cui sopra. Aggiungo anche che non consiglio a nessuno di farlo: solo bevendo poco, bene e con gli abbinamenti giusti, si riescono ad apprezzare gli aromi ed i profumi di questo nettare divino, senza che sopraggiungano i pericoli dovuti all’abuso di alcool, il quale, aggiungo,   acceca  anche tutti i sapori, oltre che la guida sicura ….

Anche la bottiglia vuole la sua parte: infatti, ultimamente, le aziende vitivinicole guardano sempre con maggior attenzione anche all’aspetto esteriore della bottiglia e della cantina in cui essa dovrà essere “sacralmente” custodita. Come le etichette sempre più belle e perfette, disegnate anche da artisti di grido. Per questo mi ha trovato abbastanza sconcertato la produzione di un Prosecco Trevigiano in lattina, come se fosse una bevanda gassata qualsiasi, con la pubblicità della famosa Paris-Hilton (ben nota per i suoi trascorsi, guida senza patente, in stato di ebbrezza …). Andrà bene per il marketing, ma nulla a che vedere con il profumo fruttato ed il sapore inconfondibile che hanno reso famoso il Prosecco nel mondo.

Lode al buon vino, dunque: che sia Rosso Piceno Superiore, Rosso Conero, Lacrima di Morro D’Alba, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Bianchello del Metauro, Falerio o Pecorino di Offida ecc. ecc.. Ho messo solo vini marchigiani, magari qualcuno è poco conosciuto in Italia, ma un po’ di pubblicità alla mia regione non guasta ….

Quindi, care amiche ed amici, auguro a tutti un bel fine settimana con un buon brindisi di ottimo auspicio per un domani migliore! E … mi raccomando, vino buono e moderazione.

 

PS: Ho scoperto, con il metodo delle flessioni consecutive senza fiatone (N° 30 flessioni con 15Kg di sovrappeso), che l’età reale del mio fisico è di 30 anni. Sarà merito del vino? Ancora non ho fatto invece il test per l’età mentale, anche perché penso di stare sui 60. Sarà colpa del vino?

Vito

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Commenti al Post:
luce1001
luce1001 il 14/03/08 alle 11:27 via WEB
Buongiorno dolce amico,sereno e felice venerdi'..si prendiamoci tutti per mano e voliamo..voliamo in un luogo dove esiste amore..pace..ma facciamolo tutti insieme..formando una catena..la catena dell'amore e dell'amicizia..quella che mi lega a voi tutti.Grazie per esserci..T.V.B. LUCE
 
polly_blog
polly_blog il 14/03/08 alle 11:52 via WEB
Moderazione?...Nooo...questa volta mi ubriaco e poi vado a dormire....
 
a_tiv
a_tiv il 14/03/08 alle 14:06 via WEB
Ciao Vito...hai ragione il vino bevuto con moderazione per gustarlo assieme ai profumi delle cucine tipiche è un ottimo elemento che unisce. Io non faccio distinzioni di bianco o rosso purchè adeguati ai piatti, servito a temeratura ideale e vinificato con sapienza. Ci sono ottimi bianchi in Italia: da quelli salentini e del sannio a quelli trevigiani e fiulani. Ci sono rossi fantastici dal Chianti, al dolcetto d'alba, al Brunello, al primitivo di puglia, all'aleatico irpino. Sarebbe un bel modo di confrontarsi sui principi filosofici del bere e delle facoltà del buon vino nel creare convergenze verso larghe intese del gusto. Buona bevuta...ehmmm. Buon week end. Ciao! Vito PS: mi preme ricordare, però, che il vino lo gusta solo chi è capace di contenersi per assaporarne la flagranza. Chi ne fa uso eccessivo non riesce invece ad apprezzarne la qualità.
 
annette2006
annette2006 il 14/03/08 alle 14:31 via WEB
non fate benzina in questi tepi nondate da mangiare ai porci di petrolieri e politici, diamoci una mossa, diamoci dignità
 
Serenix.tv
Serenix.tv il 14/03/08 alle 14:42 via WEB
cin cin, buon fine settimana... Un bicchier di vino fa bene, soprattutto se è buono!!! ^__^ ciaooo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 14/03/08 alle 15:13 via WEB
Per me lo scritto di Donà si avvicina anche alla descrizione delle motivazioni che avvicinano all\\\'alcolismo e, di riflesso, anche alle droghe pesanti e leggere. Hai ragione quando affermi che dietro ad un solo bicchiere di vino si colloca una scelta di vita. Dal momento che è un solo bicchiere allora la scelta deve essere oculata. Un buon sangiovese, allora. Buon fine settimana, UP.
 
lucia.l64
lucia.l64 il 14/03/08 alle 17:11 via WEB
ciao..io di vino non ne capisco,pero"ho assaggiato quello del mio paese,,quale? il greco,e il mantonico,vini che fanno nel mio paese..uno e" dolcissimo ,l"altro e" speziato..un buon fine settimana.a te ,e famiglia..lucia..
 
bedavid
bedavid il 14/03/08 alle 20:03 via WEB
Ehm... sono astemio e mi limito quindi a salutarti ed ad augurarti un buon fine settimana! Davide
 
bil37
bil37 il 14/03/08 alle 21:35 via WEB
Ho apprezzato molto l'articolo, sono questi gli argomenti che mi interessano maggiormente :) Neppure io sono un bevitore, ma apprezzo il buon vino, rosso soprattutto. Il professor Donà è bravissimo nel giocare sul "doppio senso", sul significato simbolico del vino. A metà strada fra saggezza ed ebrezza si colloca Bacco (Dioniso), il dio capace di suscitare piacere e dolore, istinto e follia. Il vino può essere infatti lo strumento per accedere alla verità, ma anche per rivelare gli abissi del nostro inconscio, le zone d'ombra che non avremmo mai voluto rivelare, neppure a noi stessi. Colgo l'invito di una bella bevuta per un domani migliore :) Buon week end e a presto. Paolo
 
luce1001
luce1001 il 15/03/08 alle 13:11 via WEB
Buongiorno dolce Vito,felice sabato,Un'abbraccio.LUCE kiss
 
gioe.rita
gioe.rita il 15/03/08 alle 22:31 via WEB
una dolce notte, ciaoo
 
rosi65
rosi65 il 16/03/08 alle 09:37 via WEB
Non bevo normalmente vino o altri alcolici quindi per me sarebbe facilissimo ubriacarmi. Il vino rosso e dolce, tipo vernaccia o lo spumante dolce tipo braghetto sono gli unici che mi piacciono e che assaggio con moderazione... proprio ieri sera mi sono trovata a confrontarmi con un mio amico che, per dimenticare i suoi problemi, sarebbe andato ad ubriacarsi... spero di riuscire a fargli capire che i problemi vanno affrontarti mentre berci su non li risolve, anzi annienta l'organismo! Mi associo, quindi, al tuo augurio, vino buono (o altri alcolici) ma CON MODERAZIONE!!!! Buona domenica, Rosy
 
luce1001
luce1001 il 17/03/08 alle 12:02 via WEB
Uno splendido e sereno inizio settimana.Un'abbraccio dal cuore.LUCE
 
luce1001
luce1001 il 18/03/08 alle 12:19 via WEB
Felice giornata dolce amico,un'abbraccio.LUCE
 
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INFO


Un blog di: svitol5
Data di creazione: 18/05/2007
 

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"Il Signore ci conceda di navigare con vento favorevole su una nave veloce, di sostare in porti sicuri, di non conoscere prove più gravi di quanto possiamo sostenere, di non incorrere nei naufragi della fede, di possedere una calma profonda e, nel caso che qualche evento sommuova contro di noi i flutti di questo mondo, di avere vigilante al timone il Signore Gesù il quale plachi la tempesta e stenda sul mare la bonaccia"

Sant'Ambrogio - padre della Chiesa (339 - 397 d.C.)

 

LA GOCCIA E LA PERLA

"Partì la goccia dalla sua patria, trovò una conchiglia, vi entrò e divenne perla. O uomo, viaggia da te stesso in te stesso, perché da un simile viaggio la terra diventi oro purissimo"

Gialal Al-Din Rumi - poeta (1207 - 1273)

 

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"Spero che non sia lontano il giorno in cui l'economia occuperà quel posto di ultima fila che le spetta, mentre nell'arena dei sentimenti e delle idee saranno protagonisti i nostri problemi reali: i problemi della vita, dei rapporti umani, del comportamento, della religione"


John M. Keynes - economista (1883 - 1946)

 

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"Se nel secolo scorso si diceva che la maggioranza dell'umanità non aveva niente da perdere, tranne le sue catene, oggi bisogna dire che la maggioranza crede di possedere tutto grazie alle sue catene di cui non s'accorge"

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