IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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LA POESIA

"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA

"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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« ECONOMIA, ETICA, AVIDITA' ....FASCISMO, RAZZISMO E IDE... »

Ancora sull'AVIDITA' ....

Post n°150 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da svitol5
 

L’AVIDITA’, non trovo una parola migliore, è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo.

L’AVIDITA’ in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l’umanità e l’avidità, ascoltatemi bene, non salverà soltanto la Tender CartER, ma anche l’altra disfunzionante società che ha nome America” (Gordon Gekko)

“La finanza non crea ricchezza, la finanza ha il solo scopo di trasferire ricchezza. La finanza è fondamentale come mezzo, non come fine e mai più come fine a se stesso. La finanza deve essere etica” (Giulio Tremonti) 

“Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine. Lo ricordi chi costruisce solo sulle cose che sono visibili, come il successo, la carriera, i soldi. Solo la Parola di Dio è una realtà solida.” (Papa Benedetto XVI)

 

L’intervista Il presidente Bpm: no a chi perde se stesso per accumulare
Mazzotta: giusto altolà all’avidità del mercato

Il banchiere cattolico: non c’è economia libera senza etica

MILANO — Allora, non resta che il Padreterno?
«Senta questa: "Il problema economico non è, se guardiamo al futuro, il problema permanente della razza umana...Vedo quindi gli uomini liberi tornare ad alcuni dei principi più solidi e autentici della religione e delle virtù tradizionali".... Chi l’ha scritto?».
Un altro Papa?
«No: John Maynard Keynes in Esortazioni e profezie», sorride Roberto Mazzotta, presidente della Banca Popolare di Milano. «Per dire che queste cose non le pensa solo chi ha fede o una concezione etico-religiosa, ma tutti coloro che non considerano la persona uno strumento».
A lei, banchiere cattolico, che effetto fa sentirsi dire dal Papa che «il denaro è niente»?
«È un errore pensare che il Papa faccia l’economista. Il Papa fa il Papa, ha espresso considerazioni ontologiche ed etiche. Ma il punto è questo: sarebbe sbagliato ritenere che le considerazioni del Santo Padre siano di parte o esprimano solo una delle concezioni possibili. Se le diceva pure Keynes...».
Che significa?
«Che non riguardano solo i cattolici. Qui c’è un’autorità morale del mondo che parla al mondo. E dice a tutti qualcosa di essenziale sulla crisi ».
E cioè?
«Non esiste un’economia libera senza un’etica. Quando l’etica non c’è, l’economia cessa di essere libera e probabilmente cessa pure d’essere un’economia. Si può essere credenti o atei, non importa. Magari un ateo farà più fatica, ma se è per questo un cattolico ipocrita può pure imbrogliare più facilmente».
La radice della crisi sta nell’assenza di etica?
«Vede, ci troviamo in una crisi finanziaria mondiale, probabilmente all’inizio di una recessione. Se nella ricerca delle cause ci fermiamo ai dettagli tecnici dimentichiamo la cosa più importante: l’economia è nelle mani dell’uomo e della sua autonomia».
Quindi?
«Oggi tutti dicono: occorrono regole più stringenti, maggiore attenzione delle autorità di vigilanza e presenza dello Stato, un livello di istituzioni adeguate alla dimensione dei mercati. Tutto vero, d’accordo, ma basterà questa architettura disabitata? Si dimentica che la regola principale cui si è derogato, soprattutto negli Usa, è stata l’etica professionale: una smodata avidità ha usato la finanza come strumento di arricchimento senza misura. Non è che un banchiere debba fare il francescano, però noi abbiamo conosciuto un’epoca senza autocontrollo».
Ma non c’è una vacuità essenziale del mondo finanziario?
«La finanza è uno strumento importantissimo al servizio dell’economia, non va demonizzata. Di per sé non è un veleno, ma un fertilizzante. Una buona finanza sviluppa produzione, lavoro, scambi. Si avvelena quando diventa creazione di moneta attraverso la moneta, fine a se stessa».
Le parole del Papa ricordano il Qoèlet, «tutto è vanità». Lei avverte mai la precarietà di ciò che fa?
«Certo, ma ogni cosa è precaria! L’errore del positivismo e del marxismo è stato cercare la certezza nelle strutture. E invece le soluzioni vanno cercate negli uomini. Ciò che è successo è la dimostrazione che senza etica professionale il sistema capitalistico e l’economia di mercato non possono sopravvivere. E allora il panico crescente, la mancanza di fiducia che è la vera bomba della crisi, richiederà l’intervento della forza del sovrano ».
Il rischio del Leviatano?
«Sì. Ci sono state le economie pianificate, i Leviatani come nazionalsocialismo e comunismo. E c’è l’economia colbertista che cerca di trovare il bene comune fuori dal mercato ed è al servizio di un sovrano: può essere uno Stato apparentemente democratico, ma in realtà oligarchico o aristocratico. Noi vogliamo mantenere un’economia di mercato che consente una società libera».
Gli operatori dovranno darsi una regolata.
«Sì, ma c’è anche un elemento sociale speculare: la reputazione. Se la cultura diffusa è: hai guadagnato 50 milioni in tre mesi, quindi sei un genio, beh, allora si costruisce un meccanismo suicida. Quando il Papa dice che il denaro non è niente, non si riferisce alla gente comune che deve mantenere la famiglia. A chi perde se stesso per accumulare inutilmente, a chi tradisce la professione per avidità e inganna il mercato arraffando tutto ciò che può: a loro il Papa ricorda che si troveranno in mano un mucchio di polvere. Niente».

 

Probabilmente vi chiederete che cosa sto cercando di dire mettendo insieme citazioni molto diverse tra di loro fatte da personaggi che più opposti non potrebbero essere. Ovvero il Diavolo (Gordon Gekko dal film “Wall Street”), l’Acqua Santa (il Papa), un ex commercialista filosofeggiante (ministro Tremonti), un banchiere etico (Mazzotta).

Ebbene, mi sono reso conto che, chiaramente, Gordon Gekko, ha ragione quando parla di un mondo, quello della finanza, in cui non esistono né regole, né etica e né rispetto e lo abbiamo visto ultimamente. Esiste solo l’AVIDITA’. La quale sembra risulta da ascriversi dentro ai 7 vizi capitali in quota all’AVARIZIA.

Ma ci può essere una forma di avidità che, come dice Gekko, ha fatto crescere la vita, l’umanità, il sapere, la scienza? Chiamiamola come volete, io preferisco chiamarla SETE, DESIDERIO, VOLONTA’ … è quello che in fondo dice anche Dante nella Divina Commedia: “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza …”.

Si è parlato ultimamente anche degli stipendi dei super-manager: stipendi milionari, con ricchi benefit e stock options, anche nel caso che di obiettivi aziendali falliti. Sono giustificati?

La prima risposta che viene alla mente sarebbe NO, assolutamente, non possono essere giustificati, soprattutto dopo che le aziende sono andate in malora (vedi Alitalia).

Ma c’è anche qualcuno che dice che in questo modo verrebbe sfavorita la cosiddetta mobilità sociale e  cioè la situazione in cui un dipendente possa diventare direttamente titolare di una impresa, come è successo con alterne fortune a Romiti prima e Colaninno poi. Ma ognuno è libero di pensarla come vuole.

Sapete, forse mi sono affezionato al personaggio di Gekko, ma trovo che sia di una attualità e di un cinismo disarmante. Il film “Wall Street” è di 20 anni fa. Ascoltate e giudicate quello che dice a Buddy su come viene gestita la ricchezza nel mondo e poi mettetelo a confronto su quello che sta succedendo nell’economia mondiale:


http://www.youtube.com/watch?v=_7YIIQ5sLFU&feature=related

Sconcertante vero? Certo, il Papa ha ragione da vendere quando dice che il denaro è nulla in confronto all’Assoluto. E’ vero, ci sono altri valori, ci mancherebbe. Ma, come dice Mourinho, bisogna essere pragmatici. Ovvero, nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma e nel caso del denaro questo si trasferisce.
Peccato che a rimetterci, ancora una volta, saranno i paesi poveri del sud del mondo, i quali, con la pioggia di miliardi che arriveranno sulle banche, rischieranno di rimanere all’asciutto negli aiuti economici. Ma questa è un’altra storia …
Un saluto e buon fine settimana a tutti.
Vito

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Commenti al Post:
luce1001
luce1001 il 10/10/08 alle 15:13 via WEB
Uno splendido pomeriggio..accompagnato da un mio grande abbraccio.Felice fine settimana.Luce ^__^
 
laelia75
laelia75 il 10/10/08 alle 16:16 via WEB
Confesso: non ho letto tutto, ho dato una scorsa, ma il lavoro mi chiama.. l'avidità umana ha superato di gran lunga ogni aspettativa e come dici tu è l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro.. un circolo vizioso in cui è facile cadere, che spinge l'apparire su l'essere. Brutta storia. buon week, spero ci sia occasione di riparlarne.. ciao Cla :)
 
bil37
bil37 il 10/10/08 alle 16:54 via WEB
Ciao Vito, il finale del tuo approfondito articolo mostra chiaramente le incongruenza e le contraddizioni del capitalismo finanziario moderno. I paesi poveri che muoiono di fame e di sete vengono di fatto esclusi dal sistema. Questo è "il male assoluto", un dominio finanziario che è stato costruito per arricchire pochi ed emarginare molti. Le parole del papa sono giuste a livello teorico. Del resto la Chiesa è probabilmente la più alta istituzione, a livello mondiale, depositaria della cultura. Nessun dubbio che le parole dei cardinali siano sagge e condivisibili, in teoria. Ma nella pratica, il Vaticano, come stato sovrano, esprime le stesse contraddizioni che fanno parte di ogni sistema politico ed economico. Con la differenza che la tradizione cattolica, estremamente colta e raffinata, ha saputo, in passato, coniugare in qualche caso finanza e crescita morale e culturale. Penso al Rinascimento, ad esempio, e ai papi mecenati. Ma questi sono tempi diversi e credo che l'imperativo categorico di oggi sia quello di pensare alle disparità sociali nel mondo. Buon week end e grazie della visita sul blog. A presto! Paolo
 
Alba_in_una_foto
Alba_in_una_foto il 10/10/08 alle 17:41 via WEB
E' un piacere leggerti..
 
grazia.pv
grazia.pv il 10/10/08 alle 18:09 via WEB
Il denaro serve eccome, lo sappiamo bene, ma non è morale che esista chi ne ha troppo e chi niente. Buona serata.
 
ventididestra
ventididestra il 10/10/08 alle 19:23 via WEB
Ancora una volta mi trovo perfettamente d'accordo con te! Purtroppo ogni qual volta che c'è un cambiamento aumenta la probabilità di una guerra....(non dite che sono un catastrofista, purtroppo sono appassionato di storia....che insegna!) ciao!
 
Praj
Praj il 11/10/08 alle 11:45 via WEB
L'avidità ha le radici nella paura. Questa si nutre dell'avidità di sicurezza, di avidità egoica centrata sull'ambizione, di avidità emotiva, economica e finanziaria e di tante altre forme di avidità, non esclusa quella spirituale, la quale è solo più sottile e meno visibile di quelle materiali. Ma tutto ciò che si basa sull'avidità è inevitabilmente destinato ad entrare in crisi prima o poi, è destinato a causare squilibri ovunque si collochi, ovunque si ramifichi, ovunque regni. Perciò la somma di tutte le variegate avidità ha reso la realtà mondana così confusa e disarmonica. E tutti noi, in varia misura, abbiamo concorso a renderla così com'è. Avendo dunque origine nella paura – l'avidità - ne sarà sempre schiava e dipendente. Per questo non renderà mai possibile il pieno rilassamento, l'abbandono, la fiducia: in sostanza, essa non può che essere in contrasto con la giustizia, con la serenità e la gioia, sia individuale che sociale. Che fare dunque per disfarsi dell'avidità, la quale porta nelle nostre vite solo disarmonie e squilibri, irrigidimenti e scetticismo? Bisogna, secondo me, andare a scoprire le fonti della paura che la alimentano. E, ancora una volta, ci troviamo di fronte alla necessità di percorrere un viaggio in noi stessi per dissolvere quella paura originaria che è la sorgente di ogni sofferenza e che erroneamente cerchiamo di coprire, cancellare, con ogni genere di avidità. Un sorriso :-)
 
luce1001
luce1001 il 13/10/08 alle 17:34 via WEB
Una splendida settimana caro Vito,un abbraccio grande.Luce
 
Kether61
Kether61 il 13/10/08 alle 23:09 via WEB
Un caro saluto...^__^ Kether
 
gioe.rita
gioe.rita il 14/10/08 alle 18:28 via WEB
ciao passo per un saluto veloce...... ti auguro un sereno pomeriggio,un abbraccio e sorriso,rita ^____^ a presto
 
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INFO


Un blog di: svitol5
Data di creazione: 18/05/2007
 

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"Il Signore ci conceda di navigare con vento favorevole su una nave veloce, di sostare in porti sicuri, di non conoscere prove più gravi di quanto possiamo sostenere, di non incorrere nei naufragi della fede, di possedere una calma profonda e, nel caso che qualche evento sommuova contro di noi i flutti di questo mondo, di avere vigilante al timone il Signore Gesù il quale plachi la tempesta e stenda sul mare la bonaccia"

Sant'Ambrogio - padre della Chiesa (339 - 397 d.C.)

 

LA GOCCIA E LA PERLA

"Partì la goccia dalla sua patria, trovò una conchiglia, vi entrò e divenne perla. O uomo, viaggia da te stesso in te stesso, perché da un simile viaggio la terra diventi oro purissimo"

Gialal Al-Din Rumi - poeta (1207 - 1273)

 

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John M. Keynes - economista (1883 - 1946)

 

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"Se nel secolo scorso si diceva che la maggioranza dell'umanità non aveva niente da perdere, tranne le sue catene, oggi bisogna dire che la maggioranza crede di possedere tutto grazie alle sue catene di cui non s'accorge"

Gunther Anders - filosofo (1902 - 1992)

 

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