IL DUBBIOLa vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel |
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LA POESIA
"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"
John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...
DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA
"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)
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Post n°225 pubblicato il 10 Dicembre 2010 da svitol5
Tag: frattini, hacker, julian assange, libertà di stampa, martire, segreti, STATO, stupro, trasparenza, WIKILEAKS Ci sono dei momenti in cui occorre prendersi delle lunghe, anzi lunghissime pause di riflessione. Ultimamente mi capita sempre più spesso e non so dirvi se questa sia l’ultima, ma per ora ci sono e questo credo che sia la cosa più importante. Proprio in questo momento, ascoltando radio 24, è arrivata la breaking News che ha annunciato l’arresto di Assange, uno dei fondatori di Wikileaks ed eminenza grigia di tutto quello che può essere un certo tipo di giornalismo controcorrente e soprattutto contro un certo genere di informazione. C’è da fare una distinzione che mi sembra molto importante: molti lo considerano un pericoloso violatore di segreti di stato, attentatore della sicurezza nazionale e, soprattutto, che mette in pericolo la vita di numerosi soldati in Irak e Afghanistan. Tra questi c’è anche il nostro ministro degli Esteri, Frattini, evidentemente contrariato dall’ulteriore sputtanamento del suo “amato Silvio …” In verità l’arresto è basato su un’accusa a dir poco pretestuosa. Due donne lo accusano di aver avuto con loro, in momenti successivi, rapporti sessuali non protetti. La prima racconta addirittura che il preservativo c’era ma si ruppe durante il coito … lì per lì la donna non disse nulla, poi ci ripensò e le parve di aver capito che Assange lo ruppe apposta quel preservativo … Di qui l’accusa che sembra uscire da un delirio di post-femminismo a posteriori. La seconda donna lamenta invece davanti ai giudici l’assenza totale del preservativo … Certo, per la legge svedese qualsiasi tipo di rapporto non protetto è violenza, ma da qui a chiamarlo stupro … Ma possiamo allora definirlo un martire della suprema libertà di informazione oppure è solo un pupo nell’infernale ingranaggio della globalizzazione mediatica che tutto ingoia e tutto digerisce? Qualche indizio possiamo trovarlo in una web-conference rilasciata pochi giorni prima di essere arrestato: In che modo credi di aver cambiato lo scenario mondiale? E considerata tutta l’attenzione che hai ricevuto non credi che anche la tua fonte dovrebbe ricevere una parola di apprezzamento da parte tua? Negli ultimi quattro anni uno dei nostri obiettivi è stato di esaltare le fonti che si assumono i veri rischi in ogni rivelazione giornalistica. E senza questi sforzi, i giornalisti sarebbero nulla. Se è vero, come sostiene il Pentagono, che un giovane soldato – Bradley Manning – è dietro alcune delle nostre ultime rivelazioni, di sicuro lui è un eroe senza precedenti. Avete rilasciato o rilascerete ‘cable’ (sia negli ultimi giorni sia nelle rivelazioni sulle guerre in Asia) con i nomi di informatori afghani o simili?Avete intenzione di censurare – scusa il termine – qualche nome che voi ritenete potrebbe trovarsi in pericolo di rappresaglia? In ogni caso penso che la storia ti assolverà, ben fatto… Wikileaks ha una storia di pubblicazioni che dura da quattro anni. In questo periodo non c’è nessuna affermazione credibile – neanche da parte di organizzazioni come il Pentagono – che una persona abbia subito danni come risultato delle nostre attività. Questa è una manipolazione molto comune che cerca di spingere le persone a una conclusione fuorviante. Non abbiamo intenzione di cambiare politica a questo riguardo. Ho cofirmato il mio primo saggio quando avevo 25 anni. Da allora ho lavorato in documentari, giornali, tivù e su Internet. Tuttavia non è necessario dibattere se sono o non sono giornalista. O come mai chi lavora con me misteriosamente è accusato di aver cessato di fare il giornalista nel momento in cui comincia a scrivere per la nostra organizzazione. Anche se io ancora scrivo, faccio ricerca e inchieste, il mio ruolo è primariamente quello di un direttore che organizza e dirige altri giornalisti. Andando a vedere molto più indietro (2007) nel suo blog, vediamo un aspetto di Assange che lo assurge al ruolo quasi di “santone-matematico-filosofico”: Il post più interessante è però forse quello del 29 agosto 2007, intitolato «Irrazionalità nelle discussioni», che nota: «Potete provare che da A segue B, da B segue C, … , da H segue I, da I segue L, e accorgervi che la Giustizia annuisce e concorda. Ma se poi, con un colpo di teatro, affermate che allora necessariamente da A segue L, la Giustizia si tira indietro e rifiuta l’assioma di transitività, nel caso che L stia per Libertà». In altre parole, quando la Logica non fa comodo, la si rifiuta senza farsi problemi. Il post continua cosí: «Spesso ci tocca sentirci ribattere che, se crediamo X, allora ne segue una certa cosa. Oppure che, se crediamo X, questo porta a un’altra cosa. Ma tutto ciò non ha niente a che fare con la verità di X, e dimostra che le conseguenze sono trattate con più reverenza della Verità». In altre parole, invece di preoccuparsi di quale sia la Verità, ci si preoccupa di quali possano essere le sue conseguenze. La conclusione del post sembra una dichiarazione preventiva di intenti per ciò che Assange avrebbe incominciato a fare di lí a poco: «Proprio quando ci sembra che ogni speranza sia persa, accade un miracolo. La gente dimostra di voler vedere dove punta l’ago della bussola, di aver fame di Verità. Ed ecco la Verità che la libera dalle manipolazioni, che le toglie l’anello dal naso. Siano benedetti i profeti della Verità, i suoi martiri, i Voltaire e i Galileo, i Gutenberg e gli Internet, i serial killer delle illusioni, quei brutali e ossessivi minatori della realtà, che distruggono ogni marcio edificio fino a ridurlo a rovine su cui seminare il seme del nuovo». Lasciando perdere la vena profetica di Assange, quello che possiamo dire concretamente è questo: Wikileaks non ha rubato, hackerato e né sottratto alcuna informazione; ha semplicemente pubblicato documenti che ha ricevuto dopo averne verificato la veridicità, l’attendibilità ed anche che potessero fare notizia. Il vantaggio che Wikileaks offre è quello di avere il completo anonimato per chi fornisce le informazioni. Potrebbe quindi essere naturale collocare Wikileaks nel solco della libertà di stampa così come intesa in tutte le democrazie avanzate e come tale venire apprezzata come qualsiasi altro mezzo di informazione. Perché allora ci sono queste reazioni scomposte di governi assolutamente democratici tipiche quasi da “ancient règime”? E’ presto detto: resta difficile trovare un mezzo praticamente ILLIMITATO come Internet in cui ogni cittadino è, allo stesso tempo, fruitore e controllore della libertà di espressione. Dovremmo rallegrarcene per questo, ma certamente non i governi mondiali. Ai quali questa anarchia utopistica dello svelare qualsiasi segreto, senza gerarchie e indirizzamenti di sorta potrebbe indurli ad un ulteriore inasprimento di certe misure di controllo della Rete. Il potere, come è noto, si basa necessariamente sul segreto e anche sulle mezze verità. Sarebbe impossibile governare uno Stato o un’azienda senza nascondere ai cittadini – dipendenti una certa quota di informazioni sensibili. Dovremmo allora rassegnarci e confidare solo nell’utopia anarchica di qualche manipolo di hackers come Assange? Possibile, certo … La trasparenza assoluta non esiste e non esisterà mai …
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