IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

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"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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UNA GUERRA GIUSTA?

Post n°114 pubblicato il 03 Aprile 2008 da svitol5
 

Sono passati ormai 5 anni dall’invasione americana dell’Iraq. Come ricordiamo questa fu giustificata dal presidente USA Bush come preventiva ad un possibile attacco chimico da parte di Saddam Hussein ed alla sua presunta alleanza con l’organizzazione terroristica di Al-Quaeda responsabile degli attentati alle Torri Gemelle.

Ultimamente in Italia la parola “bufala” sta assumendo sempre più dei contorni grotteschi, sia per via della mozzarella alla diossina che per il caso Alitalia. Ma di “bufale” vere e proprie si dovrebbe parlare per le motivazioni della guerra in Iraq, in quanto sono state tutte smontate, non solo per insufficienza di prove ma proprio perché i fatti di cui sopra non sussistevano.

Ed allora dovremmo parlare di tutte quelle giovani vite umane spezzate nel fiore degli anni. Molte andate lì anche per cercare di raggranellare qualche soldo per mettere su casa e famiglia. Sto parlando degli oltre 4000 morti dei militari americani.

Ha scritto Mario Calabresi su Repubblica, nel suo articolo “Il Testamento dei Soldati”, di come sia diverso morire al tempo di internet. Nel passato era anche difficile spedire le lettere a casa. Poi tenevano quella finale, la più preziosa, quella dell’addio ai familiari, infilata nella giubba, sperando che non venisse mai recapitata.

Oggi invece la guerra in Iraq è raccontata ogni giorno dai soldati americani su internet, sui blog, nelle mail alle mogli ed alle fidanzate, ai figli, ai genitori. Si lascia una testimonianza elettronica degli ultimi giorni, delle fatiche, delle paure, del passare dei giorni in un ambiente ostile ed incomprensibile, in cui si ha l’obiettivo di arrivare integri alla fine della giornata, fino alla fine dei lunghissimi 15 mesi di turno.

Su Internet i soldati mettono di tutto, scambiano le foto, mandano auguri, scaricano le canzoni, cercando le risorse per non impazzire ….

Daniel Gomez, aveva 21 anni, infermiere sul campo, tutta la sua vita era in rete, ma prima di ripartire per l’ultima volta, all’aeroporto, aveva messo una busta in mano a Katy, la sua ragazza. Come i soldati della Prima Guerra Mondiale aveva scelto la carta, voleva lasciare in ricordo la sua calligrafia e qualcosa da poter stringere. Sopra la busta c’era scritto: “Non aprire a meno che non mi succeda qualcosa”. Lei l’ha aperta tre giorni dopo che Daniel era saltato in aria per l’esplosione di una bomba artigianale ….

“Ehi, tesoro. Se stai leggendo questa lettera significa che mi è successo qualcosa di brutto e me ne dispiace molto. Ti avevo promesso che sarei tornato da te, ma immagino che a questo punto che quella è una promessa che non ho potuto mantenere. Non ho mai creduto molto nelle lettere di questo tipo, lettere di morti. Sapevo che se ne avessi lasciata una per i miei genitori si sarebbero spaventati a morte. Poi ho incontrato te. Era destino che ci incontrassimo, tesoro. Avevo bisogno di qualcuno che mi facesse sorridere, qualcuno che fosse romantico come sono io. Sto vivendo un periodo terribile in Iraq e comincio a dubitare della mia sanità mentale. Non riesco a smettere di piangere mentre ti scrivo questa lettera … ma immagino di doverti salutare per l’ultima volta. Perché forse l’ultima volta che ho sentito la tua voce non sapevo che sarebbe stata l’ultima … Ti amo. Sii felice. Fatti una famiglia. Insegna ai tuoi figli a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ti amo Katy, un bacio. Addio”

 Quest’altra è invece dal blog del caporale Ryan Hill, 20 anni, ucciso da un ordigno esploso sotto il suo mezzo …

 “Cerco di non piangere. Non ho mai pianto tanto in tutta la mia vita. Due uomini stupendi ci sono stati strappati troppo presto. Mi chiedo perché sia successo a loro e non a me. Me ne sto qui seduto a chiedermi perché sono andati loro in paradiso e non io. Ogni notte prima di dormire cerco di enumerare tutte le mie fortune, per tirare avanti, ma mi chiedo: perché diavolo ci troviamo qui? Perché? E più ci penso e più piango … Sono un soldato. I soldati sono di tutte le forme, i colori, i pesi … più o meno sobri, miseri, confusi … Un soldato è un soldato per sempre. E’ una creatura magica. Puoi scacciarlo dalla tua casa, ma non dal tuo cuore. Nessuno ti scriverà altrettanto di rado ma ti penserà di più. Nessuno potrà provare una gioia maggiore ricevendo una lettera o vestiti puliti. Un soldato è un genio, un milionario senza un cent, un coraggioso senza buon senso. E’ il “Protettore dell’America” con la copia dell’ultimo Playboy nella tasca dei calzoni”.

 Infine la lettera alla moglie di Juan Campos, 25 anni, morto per un ordigno collocato sul ciglio della strada …

 “Hey, bellezza, abbiamo avuto un altro blackout. Abbiamo perso ancora altri uomini. Non vedo l’ora di andarmene da questo posto e tornare da te, l’unica persona alla quale appartengo. Non so quanto a lungo potrò reggere ancora. Cerco di essere forte e coraggioso per i miei ragazzi, ma non so quanto potrò ancora farcela. Ormai è come se ogni volta che usciamo in missione, anche il più piccolo suono mi terrorizzasse. Sai, è strano: all’inizio ti sembra quasi che non ti possa accadere niente. Ti senti invincibile, ma poi poco alla volta tutto ciò inizia a logorarti … Ti amo e mi mancate tutti da morire … Talvolta mi basterebbe soltanto un minuto fuori da questo incubo, per potervi baciare e far sembrare tutto un minimo migliore di come è …. Qui non si sa mai che cosa stia per accadere e questa è sicuramente la parte peggiore. Vi bacio forte. Il mio unico scopo è uscire vivo da qui e ritornare da voi per farvi più felici che potrò”

Questa è la guerra bellezza, è la guerra. E non puoi farci niente, niente … parafrasando un famoso film di Bogart. Qualcuno dirà, anche giustamente, che questi ragazzi sono andati lì volontariamente e che conoscevano benissimo i rischi a cui andavano incontro.
Forse, alle loro famiglie, alle fidanzate, figli, mogli, sapere che tutto ciò è stato causato da una guerra le cui ragioni sono state smentite in maniera ufficiale, risulta essere ancora più assurdo e beffardo. Bush ha parlato di “utile sacrificio per la libertà …”, ma guardando le condizioni di vita della popolazione irachena e l’evidenza dei fatti con una guerra civile in atto che ha provocato centinaia di migliaia di vittime innocenti, tutte queste parole risuonano come retorica o peggio senza senso.
E’ vero, un dittatore è stato eliminato! Ma quale prezzo è stato pagato?
Oltre alle vite umane, in Iraq, non esiste più in pratica la libertà religiosa. Ricordiamo che il numero due del regime, Tareq Aziz, era un cristiano caldeo, mentre ora, in Iraq, ne sono rimasti meno della metà dall’inizio del conflitto a causa delle persecuzioni degli integralisti islamici. Le donne che nel regime di Saddam avevano quasi pari opportunità, oggi sono relegate ai ruoli classici di un paese islamico senza nessuna possibilità di emergere.

Capisco che in questi momenti di campagna elettorale, di crisi Alitalia, emergenza mozzarelle alla diossina ecc. tutto ciò suona lontano dai nostri problemi quotidiani. Ma leggere queste lettere di “morti”, di chi ha perso la vita raccontando gli ultimi giorni di una guerra inutile, mi ha provocato una sensazione di smarrimento. Probabilmente dovuta al fatto che “morire per una guerra al tempo di Internet” sembra una contraddizione, ma nel nostro mondo, purtroppo, ancora abbiamo molte di queste contraddizioni …

Un saluto a tutti

Vito

 
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luce1001
luce1001 il 05/04/08 alle 11:49 via WEB
Buongiorno dolce amico,un felice e sereno sabato.Luce
 
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