Creato da brubus1 il 24/12/2006

L'Anticonformista

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Il Museo di Sibari, inaugurato nel 1996, costituisce con il Parco Archeologico, il principale polo culturale del comprensorio ionico della Provincia di Cosenza. Nell'edificio, articolato in 5 unità museografiche, sono esposti i reperti archeologici più significativi provenienti dal territorio della Sibaritide nonchè dagli scavi delle 3 città sovrapposte di Sibari, Thurii e Copia (dal 720 a.C. al VI sec. d.C.). www.museomg.unical.it





Parco Archeologico di Sibari



 

In una dimensione culturale etnica, un percorso storico ed estetico dell'identità degli 'arbëresh', comunità presenti prevalentemente nel sud dell'Italia, in particolare in Calabria dal 1440. MUSEO DEL COSTUME E DELLE BAMBOLE ARBËRESH. (Frascineto - CS) www.aquilareale.org

 

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"Nannarella"

Post n°104 pubblicato il 07 Marzo 2007 da brubus1

immagineC'è l'imbarazzo della scelta nel vocabolario italiano, per definire positivamente una grande stella del neorealismo cinematografico italiano: Anna Magnani o Nannarella. "Bruna e non bella, ma con gli occhi di una divorante, fonda, febbrile vivezza, lucenti sopra le occhiaie peste, di tra le ciocche dei capelli eternamente arruffati e spioventi".  Un altro mostro sacro del nostro cinema. A mio avviso la più grande delle attrici italiane, donna simbolo del dopoguerra, cinema della ricostruzione e del riscatto. Anna nasce a Roma il 7 marzo 1908. Mancante dell'affetto dei suoi genitori è la nonna la figura più importante della sua infanzia. Una vita sentimentale poco fortunata. Formatasi artisticamente con Silvio D'Amico all'Accademia, debutta al cinema con una particina ne "La cieca di Sorrento" (1934) di Nunzio Malasomma. Mentre comincia ad affermarsi nel teatro di rivista, ha modo di mettersi in mostra nel ruolo della cabarettista in "Teresa Venerdì" (1941) di De Sica: inizia così una strepitosa carriera, che la porterà ad essere l'attrice per eccellenza nella nostra cinematografia del dopoguerra. Non poté esser la protagonista del viscontiano "Ossessione" a causa d'una gravidanza: però non mancherà il successivo appuntamento in "Campo dè fiori" di Visconti nel '43 e disegnando in "Roma città aperta" (1945) di Roberto Rossellini il personaggio della sora Pina, popolana orgogliosa e sanguigna, con slancio e immaginepassione memorabili. Il suo urlo finale, quel grido che ispirerà a Pasolini splendidi versi. La consegna senza colpo ferire alla storia, ne fa corpo martoriato e testimonianza mirabile d'un popolo che non si fa servo e resiste, sino ad immolarsi. Dovrà aspettare anni, la Magnani, per trovare il modo d'ancora esprimersi a simili livelli: glielo offrirà l'amico Luchino Visconti con "Bellissima" (1951), dove lei interpreta il ruolo di una madre abbagliata da miti facili che sogna per la sua bambina fama e celebrità. Capisce in tempo, per fortuna, e saggiamente rinuncia: ciò che non avverrà più negli anni del boom, quando anche gli umili muteranno radicalmente sotto la spinta dei soldi e della tv. Gli anni seguenti la vedono professionista impeccabile, vince un meritato Oscar con "La rosa tatuata", nel ‘55; in pellicole drammatiche come "Nella città l'inferno", 1959, di Castellani, nella vigorosa caratterizzazione d'una detenuta o brillanti "Risate di gioia", 1960, dove Monicelli ricrea l'antico duetto con Totò. La sua forte personalità ha modo di risaltare ancora in "Mamma Roma" del 1962 di Pier Paolo Pasolini, commosso omaggio ai valori del sottoproletariato già presagio della loro imminente scomparsa, in cui ella è una prostituta d'età che per amore del figlio vuole redimersi: finirà per piangere disperatamente sul suo cadavere, maledicendo un mondo che non capisce. Il commiato, straziante e bellissimo, è affidato ai pochi secondi nei quali compare in immagine"Roma" (1972) di Federico Fellini: la macchina da presa la segue sino al portone di casa sua, il regista vorrebbe interrogarla, ma ella non si fida. L’ultima occasione le viene offerta dalla televisione, verso la quale l’attrice era stata fino ad allora diffidente. Gira nel 1970 quattro film diretti da Alfredo Giannetti, "1870", "La sciantosa", "Un incontro" e "L’automobile". Anna lascia la sua casa di Palazzo Altieri agli inizi di settembre del 1973 e viene ricoverata alla clinica Mater Dei di Roma. La sera del 26 settembre la televisione decide di mandare in onda 1870, l’unico dei quattro film TV non ancora trasmesso perché destinato al circuito cinematografico e per questo viene portato un televisore nella sua stanza. Anna non riuscirà a vederlo, ma lo vedrà tutta l’Italia, per omaggiare la sua attrice più vera, il simbolo della donna italiana e della sua crescita. Nessuno dimenticherà mai i suoi occhi profondi, le sue occhiaie peste, la sua risata ora canzonatoria, ora gioiosa, ora irridente, l’alternanza tra stati di cupezza totali e momenti di gioia sfrenata che la caratterizzavano. Nessuno potrà mai dimenticare la donna che cade sotto i fucili dei nazisti in Roma città aperta, e che in quel tragico momento porta in scena e regala al pubblico la sua vita, caratterizzata da amori travolgenti e drammatici, da angosce laceranti, da lacrime di gioia e di dolore, da tutti quei contrasti che fanno di lei un personaggio unico, fuori dalla norma, in altre parole un Mito.

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Commenti al Post:
luisa.gandi
luisa.gandi il 07/03/07 alle 17:56 via WEB
Brubus hai toccato la mia DIVA...SOPRA TUTTE E MITICA...NON CE N'è UNA AL PARI DELLA GRANDE ANNA....HO COMINCIATO A CONOSCERLA DA BAMBINA E LA ADORO ANCORA ADESSO....NON CI SONO PIU' ATTRICI COSì!!!!
 
 
brubus1
brubus1 il 09/03/07 alle 13:32 via WEB
E' anche la mia DIVA per eccellenza. Hai ragione non ne esitono uguali. Ciao luisa.
 
SolEdArgent0
SolEdArgent0 il 07/03/07 alle 20:29 via WEB
anche io....già da bambina...mi incantavo a guardare i suoi film...non pareva recitare...ma sembravano, sempre, riprese della sua vera vita...
 
 
brubus1
brubus1 il 09/03/07 alle 13:34 via WEB
La penso come te. Una volta trasmettevano spesso sulle reti nazionali i suoi film. ora un pò meno. Ma per fortuna esistono altre tecnologie per guardare rimanere affscinati dalla sua bravura. Ciao Sole ^__^.
 
LaFeeVerte
LaFeeVerte il 08/03/07 alle 23:45 via WEB
le occhiaie femminili più sexy di tutti i tempi!!! (quelle maschili le ha benicio del toro) un sorriso :-))
 
 
brubus1
brubus1 il 09/03/07 alle 13:35 via WEB
Ahahahah! Hai pienamente ragione. Sia lei che lui. Ciao LaFee ^__*.
 
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ANTICONFORMISTI




















 

ORCI (VASELLAME)

Orci



 

MONDO GAY







FILM: Mambo Italiano
Il film racconta molto bene lo spaccato sociale in cui si muove Angelo, giovane gay alle prese con dei genitori conservatori che sognano per lui il più classico dei matrimoni. Graziosa commedia che in maniera bonaria prende in giro certi usi, costumi e pregiudizi di un'italia meridionale ormai matura per il cambiamento radicale. Un semplice flash con un amico che, dopo il matrimonio di copertura, descrive bene l'ipocrisia che molti praticano tra le ombre notturne. Indimenticabile la scena finale della passeggiata dei genitori di Angelo con il figlio e il nuovo "genero", dove anche le persone più rozze e tradizionali, riescono a superare le proprie omofobie e accettare scelte diverse. Da vedere!

LIBRO: Corpi Contro
Dopo la fine di una lunga storia d'amore con una coetanea, un uomo bello e di successo vede la propria vita cambiare radicalmente: incontra Claudio un giovane artista e se ne innamora. Da questo momento, l'uomo ripercorre la storia appena conclusa confrontandola con la passione nascente per Claudio: da lei a Claudio, da un corpo a un altro. Di lui ama la virilità, di lei amava la femminilità. Di lui i peli sul petto, di lei il seno prosperoso. Di lui la barba incolta, di lei la pelle liscia e bianca. Dettagli steriori eppure la gente etichetta tutto, e l'uomo sa che questa sua attrazione per Claudio avrebbe finito con il farne un omosessuale, almeno agli occhi del mondo esterno. Ma lui non vuole far parte di un gruppo. Sa che amare Claudio è restituire un pezzo mancante a se stesso.

LIBERTA'=DIRITTI X TUTTI

anche OMOGENITORIALE

 

SCOPERTE & INVENZIONI

E' datata 1963 la presentazione della prima musicassetta da parte della società olandese Philips. La piccola cassetta di plastica di 10 cm per 6, che renderà di colpo vecchi e superati i precedenti registratori a bobina aperta, troppo voluminosi e complicati da usare, può registrare un'ora di musica (poi due e perfino tre) su un nastro che scorre a 4,75 cm al secondo, consentendo un'ottima resa musicale. Questa innovazione sarà destinata a rivoluzionare il mondo della musica "portatile" e, ancora 30 anni dopo la sua immissione sul mercato, con ben 3 miliardi di pezzi venduti all'anno, costituirà il mezzo principe per diffondere le "sette note".


"Il fazzoletto che levo dalla tasca, disse D'Annunzio, ha l'odore dei fiori appassiti e della cera strutta". Al di là del volo poetico, è indiscutibile l'importanza del fazzoletto, che ha fatto la sua apparizione fin dai tempi in cui... Berta filava. Nei secoli ha cambiato grandezza, look e, ferma restando la distinzione tra quello maschile e quello femminile, tuttavia è sempre servito per compiere i soliti gesti: soffiarsi il naso, asciugarsi le lacrime e il sudore. Ma qualcuno, la società americana Kimberley-Clark Co., nel 1924, ha ritenuto che fosse giunta l'ora di dare una scrollatina a quel mito, adoperando la carta al posto della tela, e di chiamarlo kleenex. In Italia l'"usa e getta" anche per le lacrime ed il sudore è arrivato nel dopoguerra, portato dai soldati alleati.
 

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