LA FATA DELL'AUTUNNO
BENVENUTI
UN BAMBINO E LA FATA
Ogni volta che un bambino smette di credere alle Fate, una Fata muore…
~• James Matthew Barrie •~
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Messaggi del 28/10/2017
La fata sotto il Melograno
C’erano una volta un re e una regina che non avevo figli. Il re era in collera, per questo motivo, e volle dividersi dalla moglie perché non gli dava dei bambini. la fece chiudere in una stanza e la lasciò lì. Le mandava da mangiare con una cameriera. Un giorno la poveretta s’affacciò nel giardino; c’era un melagrano carico di frutti; allora la regina disse:- Oh, Signore! Al melograno hai dato tanti figli e a me neppure uno; e sono pure in discordia con mio marito per un figlio che non mi dai-. In quell’istante c’era lì una fata e le fece l’incantesimo di rimanere incinta. La regina s’accorse d’essere incinta e lo mandò a dire e lo mandò a dire al re. Il re, saputa la notizia, all’ora che dovevano portarle da mangiare, andò egli stesso e domandò:- Com’è questa storia? – La moglie gli raccontò e così il re la riprese con sé. Ben presto partorì e mise al mondo una bambina. Trovarono una nutrice e l’allevarono. Passò il tempo e la bambina compì tre anni; cominciò a passeggiare per il giardino. Il re disse alla nutrice- Fa attenzione alla bambina; se le succederà qualcosa, ti ucciderò-. La nutrice la mise davanti a sé e s’incamminarono. A un tratto la bambina cominciò a trovare fiori e a raccoglierli. Quando s’avvicinò al melograno, il terreno s’aprì cadde dentro; la fata la prese. Le fece cambiare i vestiti, le regalò il croccante; le disse però di non svelare chi le aveva dato i vestiti nuovi:- Altrimenti non darò più croccante -. Poi la portò fuori. La nutrice la vide e domandò:- Chi ti messo questi vestiti?- Insisteva, e la bambina si mise a piangere: - Lasciami, altrimenti chiamo mamma-. La nutrice fu costretta a lasciar perdere. Tornarono a casa; la regina chiese alla figlia: Chi ti ha cambiato i vestiti?- La piccola rispose che non sapeva nulla.
Il giorno dopo, quando uscirono a passeggiare, accadde la stessa cosa. Giunta vicino al melograno, la fata prese di nuovo la bambina: le cambiò i vestiti e le diede dei dolci. Tornata a casa, la madre la interrogò un’altra volta e, davanti al fatto inspiegabile, chiamò il re; disse – Ieri non ti ho parlato, perché credevo che sarebbe finita; ma ora devo dirti che due giorni la bambina torna a casa vestita in modo diverso; l’interrogata e non mi ha risposto -. Il re propose: Mettiamole paura, così parlerà. Prendiamo una spada, facciamo venire la bambina e le diciamo che se non parla la uccideremo -.La bambina si spaventò e disse- Aspettate, vi racconterò tutto. Quando sono uscita a passeggio, sono stata presa da una signora che mi ha cambiato i vestiti e mi ha dato dei dolci. – disse il re,- va pure ogni giorno; non fa niente.
Il giorno successivo il re chiamò la nutrice e disse- Porta a passeggio la bambina -. La nutrice la prese per mano e la portò a passeggio. Arrivata vicino al melograno, venne fuori la fata, le tolse la bambina e la condusse con sé, dove lei abitava. La nutrice non trovò più la bambina; non ricomparve più. Corse a raccontare tutto al re; per il dolore, il padre e la madre restarono di sasso.
Ma lasciamo questi e torniamo dalla bambina. La fata le disse:- Non avessi detto niente ai tuoi, non sarebbe finita così -. All’improvviso l’abbandonò e scomparve; aggiunse solamente:- Dovrai rimanere qui! – non disse altre parole. La ragazza restò lì al compimento dei vent’anni. Poi finì le provviste e si mise a cercare se non ci fosse qualche tozzo di pane da qualche parte. Mentre cercava, d’accorse di una lastra di pietra un po’ spostata: “Forse troverò qualcosa”. Tolse la pietra e vide che c’era un’altra stanza, entrò; si strattava d’una stanza di studenti. Era tutto in disordine, il letto; lei lo sistemò, poi alla credenza, prese del pane d’orzo e tornò a casa.
Venne lo studente e trovò tutto in ordine: “Chi è stato a mettermi in ordine la camera?- pensò- Domani farò la posta e vedrò chi è?”. Così giorno dopo si nascose sotto il letto. All’ora solita lei entrò, arrivò nella stanza. Appena vide, gli venne fuori e disse:- Fermati! Sicché tu ad avere tanta audacia. Come hai fatto a trovarti qui?- Lei gli raccontò la storia e lo studente concluse:- Per me va bene lo stesso -. Rimasero insieme per due mesi e s’erano affezionati l’un altro. Giunse l’ora che il giovane, finiti gli studi, doveva tornarsene a casa. Ora non sapeva come fare a lasciarla. Scrisse alla sua famiglia che gli mandassero la carrozza con una bottiglia di vino col sonnifero. A mezzogiorno arrivò la carrozza e gli portò il vino. Si misero a mangiare; egli mise fuori la bottiglia e disse: -Assaggia questo vino; dimmi cosa te ne pare. Mi è stato mandato dalla mia famiglia-. Suo padre gli aveva fatto sapere d’aver combinato il matrimonio; appena tornato, si sarebbe sposato. Nel sonno. Dopo un quarto d’ora lei s’accorse e disse:- Mi hai tradita -. S’alzò e cominciò a correre per la strada. Incontrò un fraticello e chiese:- Vuoi che ci scambiamo i vestiti? – E lui: - Cosa? Casco dalle nuvole!- Lei insistette e gli disse di non preoccuparsi. Li scambiarono. Allora lei raggiunse la carrozza e domandò al cocchiere:- Mi fai salire un po’ su? – E il cocchiere :- Glielo chiedo al padrone -. padrone rispose:- Lo faccio salire in carrozza con me-. La fece venir dentro. Poco un tratto di strada, il giovane domandò :- Fraticello, hai incontrato una donna per la strada?- Il fraticello rispose: Si, ne ho incontrata una che piangeva forte. E cosa diceva? Giulio, Giulio mio! Sopra un letto bianco, pieno di rose e viole, ho perso Giulio, mio signore.
Fecero un altro tratto di strada e chiese di nuovo:- Fraticello, fraticello, hai incontrato una donna per la strada?- Per tutto il tragitto, di tanto in tanto, le ripeteva la domanda: gli era rimasta la ferita! Arrivarono in città; la fidanzata era già pronta; il padre gli comunicò che l’indomani mattina si doveva sposare. La sera, poiché il fraticello per la strada gli aveva saputo dar notizie, volle cenare con lui. Mangiava due bocconi e domandava:- Fraticello, fraticello, hai incontrato una donna per la strada?- E l’altro:- Sì, ne ho incontrata una che piangeva forte. – E cosa diceva?- Giulio, Giulio mio! Sopra un letto bianco, pieno di rose e viole, ho perso Giulio, mio signore-. Dopo cena, ci fu il ballo. Il giovane volle che il fraticello ballasse con lui e di tanto in tanto gli ripeteva la domanda.
Giunse l’ora di andare a letto e volle dormire col fraticello. Questi rispose che non poteva dormire con lui, ch’era un signore. Ma egli insistette; voleva dormire assolutamente con lui. Allora il fraticello disse:- Se vuoi che proprio dorma con te, sappi che noi abbiamo l’usanza di non spogliarci mai; toglierò solo le scarpe-. L’altro, per la gioia, disse che gli importava. Durante la notte, di tanto in tanto, gli ripeteva la domanda.
Arrivò il mattino; il fraticello si alzò in fretta per primo e chiese:- Mi dai il permesso di entrare nella stanza della sposa per vedere l’abito?- Entra pure, - rispose l’altro :- fa come vuoi -. Il fraticello entrò, tolse il vestito che aveva e si vesti da sposa. Poi rientrò e gli venne incontro:- Da quando tempo chiedi di me; eccomi, son venuta!-
Allora il giovane andò dal padre e disse:- E lei che voglio sposare-. Il padre rispose :- fa come vuoi-. Ed è finita la storia.
Racconto: di Brizia Lucia
(dal Web)
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