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Ravvedimento morale

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VINCENZO ( Enzo )

Post n°312 pubblicato il 03 Febbraio 2015 da RavvedutiIn2

Lo stesso nome di mio padre . Mio padre ultimamente viene spesso a trovarmi , lo fa quando le mie difese sono basse o inesistenti , lo fa di notte mentre dormo .

Ma non è di mio padre Vincenzo che voglio parlare , voglio parlare di te , Enzo , amico mio .

Ti conoscevo dai tempi in cui partivamo per la Puglia , si andava a Lecce , per meglio dire in provincia di Lecce , al mare . Posti molto belli . Erano viaggi interminabili , i miei cinque o sei anni di allora li ricordano ancora abbastanza bene . La Fiat 128 bianca a quattro marce era sottoposta ad un vero tormento , ci si fermava spesso , varie soste utili a far uscire dalle orecchie il rumore del motore millecento portato ai suoi massimi centoquaranta orari .

Da Bergamo provincia fino a Lecce provincia , luoghi nativi del babbo , era veramente un viaggio rispettabile , allora ci si fermava in quel di Trani , in provincia di Bari . Famiglia di amici , ci si vedeva una volta l'anno , ma ci accoglievano come si accolgono i veri amici , dormivamo e mangiavamo lì , in casa di Gabriele . Tu , Enzo , eri il primogenito come me , solo che io avevo solo una sorella a quei tempi , mio fratello sarebbe arrivato molti anni dopo , mentre tu avevi tre sorelle piu' piccole , una era proprio minuscola .

Tuo padre Gabriele aveva un piccolo pezzo di terra in campagna , o meglio lavorava questo piccolo pezzo di terra per conto di uno dei tanti grossi proprietari di quei tempi .

Ricordo le nostre scorribande e relativi guai in campagna , finiva sempre che tu ed io le prendevamo per tutti , alla fine le ragazze erano salve pagando con qualche lacrimuccia , noi due invece le buscavamo regolarmente : ricordo tuo padre che , al momento del ritorno a casa , sorridendo di un sorriso carico di tensione , ti diceva in dialetto " dovrai pure montare in macchina " , e tu dopo un po' ti rassegnavi , come me del resto ... e le prendevamo , due o tre ceffoni , mica roba seria .

Te lo ricordi quel grande albero , Vincenzo , com'era alto , ci avevamo costruito una piccola casetta lì sopra , e loro , i genitori lì sotto ad implorarci di scendere , ma era bello stare in alto , ridevamo . E quella volta che abbiamo pisciato nel bottiglione d'acqua di quel contadino col quale tuo padre gia' non andava d'accordo , te la ricordi ?

Ti ricordi quando era arrivato e gli aveva raccontato tutto ? , scatto' la caccia all'uomo , anzi la caccia ai due pischerli , tu ed io appunto . Anche quella volta ... ceffoni , come sempre .

La Fiat 128 partiva da Telgate che era bianca ed arrivava giu' che era beige , che bei ricordi , mio padre smadonnava parecchio lungo il viaggio e concedeva di guidare a mia madre si e no per un centinaio di chilometri , erano tempi di portapacchi serrati con le viti , stracarichi , coperti col nylon che sbatacchiava di qua e di la' aggiungendo rumore al rumore .

Non sapevo che eri morto l'anno scorso , Vincenzo , Enzo . Ho chiamato giu' , mi ha risposto tuo papa' , abbiamo pianto un po' insieme , fa bene sai a volte a noi umani . Piangere , intendo . Tu non piangi piu' , Enzo . Sei nella Luce totale e niente mi toglie questa certezza .

Ti prego , Enzo , se esiste ancora quell'albero altissimo , vacci tu anche per me , per te le distanze sono niente e puoi farlo , io sono incatenato qui con i miei guai , i miei dubbi , le mie incertezze . Sai che ho dilapidato anche l'amore , sai come vivo in questo periodo .

Guardami con i tuoi occhi azzurri , biondo . Guardami , Enzo , sai che a volte vorrei ...

ma tu non me lo permettere . Questa volta verro' giu' a Trani , dopo molti molti anni , abbraccero' i tuoi , tuo padre gran lavoratore edile e anche contadino .

Io sono sicuro che voi potete ascoltarci . Non ti chiedo nulla , ti chiedo solo perdono per non averti potuto salutare finchè eri vivo . Ma so che sei qui accanto a me , matto di un Enzo .

Il mare , l'albero , la campagna , le vigne dove rubavamo l'uva , la Cattedrale di Trani ed il suo porto , bellissimi : com'è corta e stupida la vita , a volte , vero amico mio ?

Solitudine , se vivere devo con te .

Solitudine , se vivere devo con te ,

Sia almeno lontano dal mucchio confuso

Delle case buie ; con me vieni in ALTO ,

Dove la natura si svela , e la valle ,

il fiorito pendio , la piena cristallina

Del fiume appaiono in miniatura ;

Veglia con me , dove i rami fanno dimora ,

E il cervo veloce , balzando , fuga

Dal calice del fiore l'ape selvaggia .

Qui sarei felice anche con te . Ma la dolce

Conversazione d'una mente innocente , quando le parole

Sono immagini di pensieri squisiti , è il piacere

Dell'animo mio . E' quasi come un dio l'uomo

Quando con uno spirito affine abita in te .

         (  John   Keats   )


 

 
 
 
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