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La caffettiera .
Post n°565 pubblicato il 07 Novembre 2019 da RavvedutiIn2
Piena estate , agosto rovente . Estate del ' 78 o del ' 79 , vai a ricordare adesso , si fa presto a sbagliare , come in tutte le cose del resto . I miei erano via giù al mare , solo mio fratello con loro , ancora troppo presto per lui poter cercare il suo primo tentativo di libertà . Mia sorella dormiva in casa di alcuni nostri vicini , a pochi caseggiati di distanza . No , non era la nostra una famiglia cosiddetta libera , ma neanche eccessivamente il contrario : una cosa a metà strada fra le due insomma , comunque personalmente mi - ero - già conquistato una certa porzione di autonomia , in occasione di un concerto dei Police a Bologna .Prima ed unica fuga da casa, poi non ne avrei mai più avuto bisogno. Frigo pieno , i soldi necessari per un intero mese da trascorrere da solo , la mia prima ragazza ufficiale seppure mai completamente accettata in famiglia , il gatto che gironzolava , la cucina trascurata . Un ' altra coppia di amici , un lui ed una lei , scombinati esattamente come noi due , il salotto trasformato in un campo di battaglia , avremmo sistemato tutto negli ultimi due giorni prima del rientro dei veri , ma incauti , padroni di casa .
Il tavolino di fronte al divano ingombro di ... , primo pomeriggio assolato , Jeannette era di là in cucina , si era finalmente decisa a lavare qualche piatto e a darmi una mano per sistemare un po' , almeno una parte del disastro accumulato negli ultimi due giorni . Perché non farci un buon caffè ? , mi chiesi ... Caffettiera , gas acceso , torno in salotto insieme agli altri . Passa del tempo , noi si continua a divertirsi e ad ascoltare i Deep Purple . Forse passa una mezz'ora , Jeannette torna in cucina a fare chissà che , la sento ridere , è un attimo e mi rendo conto , con notevole apprensione , che abbiamo una bomba sul fornello . Dico agli altri tre di restare in salotto , ma non è che debba insistere poi più di tanto : la caffettiera emette un sibilo sinistro ed è quasi rossa , prendo uno straccio o una presina - non ricordo bene neanche questo - afferro il potenziale ordigno e lo appoggio su un mezzo tronco posto sul poggiolo che per consuetudine noi usiamo come una sorta di ripiano . Va tutto bene . Gli altri , di là , se la ridono , io non rido per nulla e mi è passato tutto quel che potevo avere prima . La caffettiera pian piano si raffredda , è comunque da buttare , il pericolo è passato , così come la voglia di caffè . Finalmente torno di là con gli altri . La giornata continua , ma più tranquillamente di Prima . Ecco , il racconto è terminato . La caffettiera . Come una specie di Presagio. Un Prima e un Dopo .
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UMBERTO D
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