Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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Messaggi del 15/01/2010

 

CRAXI E' MORTO DIECI ANNI FA, TUTTE LE "COLPE" RICADDERO SU DI LUI, FU IL CAPRO ESPIATORIO DEL TEMPO.....

Post n°3530 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA NOTTE

 Craxi. Una vita, un'era politica

Ricordo gli slogan anti-Fanfani quando questi aspirava alla Presidenza della Repubblica («Nano maledetto, non verrai mai eletto») o in altre circostanze («Fanfani in pensione col minimo»), basta ricordare la pioggia di MONETINE lanciate dalla gente sulla soglia dell'Hotel Raphael a Roma addosso a CRAXI accusato di furto. Seconda premessa: l'odio esiste, è una delle pulsioni dell'essere umano, certo non delle migliori. Non siamo tutti Gesù. Càpita tutti i giorni che per un odio abnorme ci si uccida tra vicini di casa, colleghi d'ufficio, dipendenti e padroni, mariti e mogli. È brutto, ma l'idea di poter cancellare l'odio dalle emozioni correnti è ridicola: e anche l'idea di poter alterare il significato di questa parola non è intelligente. Dire, come ha fatto il presidente del Consiglio, che «è l'odio che nutre la mano degli assassini del professor Biagi» (nutre la mano?), e attraverso l'«odio» estendere la colpa di omicidio a tutti quelli che non amano lui (se non gli vogliono bene sono portatori d'odio, è chiaro, e se sono portatori d'odio sono assassini), è doppiamente brutto. Primo, per l'egocentrismo capace di ribaltare e accentrare su di sè anche l'uccisione tragica di un altro. Secondo, per la spregiudicatezza di usare anche la morte altrui ai propri fini: «Interrompere la catena dell'odio e della menzogna... nel conflitto sociale e politico occorre ragionevolezza... Uscire da questa spirale di odio politico, smetterla di considerare nemici gli avversari...». Ma il conflitto è legittima autodifesa per chi viene danneggiato. La polemica non è odio nè menzogna: è critica. La ragionevolezza non consiste nel fatto che soltanto il governo abbia ragione. E il disaccordo è diversità di idee, non "funesto linguaggio da guerra civile "

 

 
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QUI PADOVA: ECCO I RISULTATI DI UN NOSTRO (MIO) STUDIO, ANIMALI, PULCINI, MATEMATICA -

Post n°3528 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

Studio, i pulcini sanno contare

Da sinistra verso destra e identificano oggetti



I pulcini sono in grado di contare, preferiscono farlo da sinistra verso destra, e riescono pure a identificare un oggetto tra molti.
Emerge da uno studio delle Universita' di Padova, Trento e del Saskatchewan in Canada pubblicato su Biology Letters:pulcini di pollo di 5 giorni e nocciolaie di Clark adulte riescono a identificare, in base alla sua posizione ordinale, un oggetto inserito in una fila con 16 oggetti identici tutti allineati e disposti perpendicolarmente di fronte all'animale

 
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ESPERIENZA DA INCUBO -

Post n°3527 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

Bloccata in ascensore per 8 giorni
salvata in extremis dai vigili
del fuoco





Era rimasta per otto giorni prigioniera nell'ascensore interno della sua abitazione, a Stitges (Catalogna), ma è riuscita a sopravvivere senza acqua nè cibo ed è stata tratta in salvo in extremis dai vigili del fuoco e dai Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana, che ne ha dato notizia. La donna, 45 anni, è stata ritrovata ieri dagli agenti, allertati dai suoi familiari che ne avevano denunciato la scomparsa.

Quando con i vigili del fuoco i Mossos sono entrati nell'abitazione, nella frazione di Garraf nei dintorni di Sitges, hanno sentito i lamenti e le grida d'aiuto provenire dall'ascensore interno all'appartamento, bloccato fra due piani.

A quanto pare, un guasto all'impianto elettrico aveva interrotto la corrente, mentre la donna si trovava nell'ascensore. Ma la protagonista della brutta avventura è riuscita a sopravvivere, anche se al momento del ritrovamento appariva disidratata e disorientata per la lunga prigionia. È stata trasferita in ospedale dove è rimasta ricoverata e le sue condizioni vengono definite abbastanza buone
.

 
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FATTI&MISFATTI, SESSO, SESSUALITA', SESSO E TRAINER,

Post n°3526 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

Sesso più felice? Ecco l'allenatore
dei muscoli dell'amore

 

 

Ritrovare la serenità di un rapporto sessuale dopo una maternità, recuperare alterazioni funzionali come l'incontinenza o superare dolori muscolari. Sono queste alcune situazioni che è possibile affrontarecon l'assistenza di un trainer pelvico. L'attività di riabilitazione viene svolta per combattere ansia, depressione e tendenza ad isolarsi, reazioni indotte da disturbi difficili da confessare come l'incontinenza urinaria, casi di Sexual pain disordes (vaginismo, dispareunia e problemi erettili) ma anche alterata sensibilità, dolore e ipotonia dei muscoli della vagina. Ma le pratiche di riabilitazione non riguardano solo le donne: «Per gli uomini che vi ricorrono lo scopo è quello di migliorare la sensibilità, la coordinazione, la contrazione e la 'duratà dei muscoli perinali di sostegno alla vescica, all'utero e al retto-ano.

E superare i problemi legati ad una eiaculazione precoce», spiegano Laura Peticca e Maria Barletta fondatrici della Pelvic Gym di Roma, centro nel quale viene praticata la 'riabilitazione del pavimento pelvicò con esercizi Kegel e l'utilizzo di tecniche di rilassamento combinando chinesiterapia, elettroterapia, biofeedback e terapia manuale di distensione dei muscoli perinali.

«La riabilitazione perinale - spiega Peticchia - è anche indicata nelle ultime linee guida dell'International Continence Society come primo approccio terapeutico per l'incontinenza urinaria a tutti i livelli e, secondo i risultati di un recente studio italiano, consente di raggiungere il 70% di guarigione.

Le due specialiste, laureate in scienze infermieristiche all'Università Campus Biomedico di Roma, hanno appreso le tecniche di questa specifica riabilitazione nella loro attività di ricerca all'ospedale Cantonal di Ginevra e la Cleveland Clinic in Florida.

 
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ANIMALI, LATTE, STRANO MA VERO, MUCCHE,SE LE COCCOLI FANNO PIU' LATTE,

Post n°3525 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

Se chiamate per nome, producono più latte

Che si chiami Wendy o Carolina poco importa: basta che una mucca abbia un nome e produrrà più latte di una "collega" che invece un nome non ce l'ha. Queste le conclusioni di uno studio della Newcastle University, pubblicato sul sito della rivista Anthrozoos. «Così come la gente reagisce meglio se viene trattata con un tocco personale, le mucche sono più felici e rilassate se ricevono un'attenzione più individuale», spiega Catherine Douglas, della Scuola di agricoltura dell'Università di Newcastle. «Quello che dimostra il nostro studio – aggiunge Douglas – è quanto tanti allevatori attenti sanno da tempo. Dando maggiore importanza al singolo animale, per esempio chiamando una mucca con il suo nome o interagendo con lei, non solo si può migliorare il benessere dell'animale, ma anche aumentare la produzione di latte». Lo studio ha svolto un'indagine su 516 produttori di latte inglesi. Quasi la metà, il 46%, ha affermato di chiamare per nome le mucche nella propria fattoria, ottenendo, per lo stesso numero di animali, 258 litri in più di latte di chi invece non lo fa. Il 66% degli allevatori ha detto di «conoscere tutte le mucche della mandria» e il 48% era d'accordo sul fatto che un contatto umano positivo è più probabile che condizioni mucche con una buona tendenza a produrre latte. «I nostri dati – spiega Douglas – suggeriscono che nell' intera Gran Bretagna i produttori di latte considerano le loro mucche come esseri intelligenti capaci di sperimentare una gamma di emozioni. E dare più importanza alla conoscenza dei singoli animali e chiamarli per nome può – a costo zero per l'allevatore – anche incrementare in modo significativo la produzione di latte».

 
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la foto curiosa del giorno

Post n°3524 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

Auto che luccicano - Due Mercedes Luxury Crystal Benz, ricoperte di cristalli Swarovski , al salone dell'auto di Tokyo (Reuters)

 
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WEB, HAITI ANNO ZERO,

Post n°3523 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

Il web supera il black out del terremoto

 

 

La rete dei social network ha vinto ancora una volta la sfida del black out informativo, imposto dai regimi autoritari o, come a Haiti, causato da una catastrofe naturale.

 

 

La rete dei social network ha vinto ancora una volta la sfida del black out informativo, imposto dai regimi autoritari o, come a Haiti, causato da una catastrofe naturale: a poche ore dalla tragedia che ha colpito l'isola, migliaia di persone hanno potuto organizzare i primi soccorsi, lanciare appelli per trovare i propri cari, avviare gare di solidarietà per gli aiuti grazie a strumenti come Twitter, Facebook e Skype. I social network hanno consentito al giornalista dj Carel Pedre o all'operatrice umanitaria italiana Fiammetta Cappellini di raccontare la tragedia di Port-au-Prince al mondo.

Il musicista Richard Morse ha 'twittato' le immagini agghiaccianti della gente nel panico, che si faceva strada tra detriti e cadaveri. Strumenti tecnologici che hanno oramai superato tutte le barriere, anche quelle istituzionali: è grazie a Skype che l'Ambasciata di Haiti in Italia riesce a mantenersi in contatto con l'isola.

E la rete 'tradizionale' non rimane certo a guardare: in poche ore il web ha iniziato a sfornare pagine e blog per segnalare "Io sono vivo" ai propri cari, vicini e lontani. Insomma, ancora una volta, internet ha garantito un flusso di informazioni altrimenti indisponibile, con le linee telefoniche interrotte e i televisori distrutti. Immediata è scattata anche la gara di solidarietà: su Facebook il gruppo "Haiti ha bisogno di noi, e noi di Haiti", ha sfondato in 10 ore la soglia dei settemila iscritti, in un rush che non sembra avere fine.

Si susseguono le iniziative per la raccolta di generi di prima necessità da inviare sull'isola. Sul social network che spopola in tutto il mondo non sono mancati, e non mancano, gli appelli di persone che a Haiti hanno perso contatto con i propri cari: "Qualcuno ha notizie di danni nella zona di Belleville?", ripete diverse volte un belga, parole simili a quelle di altri europei, francesi e tedeschi in testa, ed americani che a Port-au-Prince hanno un fratello, un amico, una fidanzata. Twitter è letteralmente sommerso dagli appelli e dai messaggi, tanto che il network è oberato dai contatti e spesso non risulta raggiungibile. "Ho appena sentito mio fratello, sta bene.

Le mie preghiere per Haiti", scrive BlackiceStudios. Molti segnalano il funzionamento di questa o quella linea telefonica, di questo o quel collegamento internet: "Chiamate ora i vostri cari - avvertono i messaggi - tra poco le linee potrebbero cadere di nuovo". E su Twitter c'é un nuovo "ribbon", il 'nastro' che gli utenti appongono sulla propria immagine: è la bandiera di Haiti in segno di solidarietà.

 
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COSTUME E SOCIETA', BAR REFAELI,OBBLIGHI DI LEVA

Post n°3522 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da psicologiaforense

L'esercito israeliano contro Bar Refaeli: «Non comprate i suoi prodotti»

 

Una campagna di boicottaggio contro i prodotti reclamizzati da Bar Refaeli, top model israeliana famosa nel mondo (nonchè ex fidanzata di Leonardo Di Caprio), colpevole di essersi sottratta al servizio militare (obbligatorio) in patria. È l'idea venuta in mente al generale Avi Zamir, comandante del dipartimento Risorse Umane delle forze armate di Israele. Zamir - riferisce oggi Haaretz - ha lanciato la sua proposta nel corso di un convegno a Herzliya (nord di Tel Aviv). Egli ha ammesso che in termini legali la modella è in una botte di ferro, essendo riuscita ad aggirare la naja grazie a un matrimonio di comodo.

Ma ha aggiunto che dal punto di vista etico Bar «dovrà pur guardarsi allo specchio». E ha poi incoraggiato gli israeliani a punirla «non comprando i prodotti» che ella pubblicizza: a cominciare da quelli della Fox, catena di negozi d'abbigliamento low cost estremamente popolare nello Stato ebraico, che di recente ha scelto proprio Refaeli quale sua testimonial di punta, tappezzando il Paese di poster raffiguranti il suo volto e le sue curve.

Sulla trincea opposta a quella del generale Zamir non ha esitato a scendere la madre della bella renitente, la quale ha definito «ridicole e vergognose» le parole dell'alto ufficiale, invitando i vertici dell'esercito a guardare agli scandali «di casa loro. Bar continua ad aver successo e loro continuano a parlare. Noi siamo gente che agisce e ha successo, altri chiacchierano».

 
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