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IMMUNITA’ PER DELINQUERE

Post n°695 pubblicato il 21 Giugno 2014 da rteo1

IMMUNITA’ PER DELINQUERE

I mass-media hanno reso noto che le riforme costituzionali e istituzionali stanno per avviarsi sul giusto binario, perché le forze politiche hanno trovato un accordo. Tra le riforme (molte discutibili, a mio modo di vedere, perché comprimono o annullano il ruolo democratico dei cittadini, col beneplacito, anche di questi, purtroppo, seppur a causa dell’apatia ormai incontenibile verso un sistema alla deriva) dovrebbe essere ripristinata, dopo un periodo di assenza, che tanto bene ha fatto al Paese, l’immunità parlamentare, già prevista dall’art.68 della Costituzione, che consentiva alla Camera cui appartiene il deputato (o senatore) indagato di negare l’autorizzazione a procedere alla magistratura, impedendo, così, di fatto di accertare le responsabilità penali del cittadino-parlamentare e di bonificare le istituzioni sempre a rischio “inquinamento ambientale”. E’ stato detto in passato, e si ripete ancora oggi, che si tratta di una garanzia necessaria per consentire ai “rappresentanti del popolo” di non subire l’invadenza dei magistrati, quando questi agiscano per finalità politiche e non istituzionali. Due obiezioni: a) i parlamentari-nominati, oggi più che mai, non possono essere ritenuti “rappresentanti del popolo” (non sostanzialmente), e quantomeno non di tutto il popolo (e anche  se ci si rifacesse al 40,8%, come usa fare un leader partitico per contrastare qualunque critica e libertà di opinione, tale percentuale, rapportata ai votanti, ossia il 50%, sarebbe corrispondente solo al 20% degli italiani aventi diritto al voto, e ancora di meno rispetto ai 60.000.000. di cittadini); b) la responsabilità penale (ma anche civile e amministrativa) costituisce un cardine di qualunque sistema politico, soprattutto se del tipo democratico, che non può differenziare i cittadini perché questi sono tutti eguali dinanzi alla legge; ed inoltre, tale privilegio trovava fondamento nella fase storica successiva al fascismo, alle lotte partigiane e alla seconda guerra mondiale, che avevano sfibrato i rapporti civili e politici tra i cittadini, onde per cui necessitava rafforzare la democrazia rendendo i parlamentari - scelti mediante le preferenze - immuni da qualunque iniziativa con mira politica da parte della magistratura, la quale è soltanto un organo indipendente e autonomo rispetto al potere governativo (e per fortuna!) e non, come qualche politico sostiene, ma senza fornirne la prova, “un organo militante” di un partito. Oggi, invece, i tempi sono cambiati, e la recente storia democratica ha fatto registrare anche elevate presenze in parlamento di persone poco affidabili sotto il profilo delinquenziale, che pur tuttavia hanno continuato a mantenere la carica con grave disdoro per le istituzioni. La reintroduzione, quindi, della immunità parlamentare sarebbe un grave sopruso, peggiore di quello che si sta verificando per le altre modifiche costituzionali, che tendono a separare definitivamente i cittadini-elettori dai “padroni” delle istituzioni. E che la volontà sia questa si ricava anche dalla preoccupazione dei partiti in campo di evitare ad ogni costo che le riforme possano essere sottoposte al vaglio referendario, mentre invece sarebbe stato oltremodo conveniente e salutare, soprattutto in questa fase in cui il Parlamento è il risultato di una legge elettorale dichiarata incostituzionale (per cui i parlamentari difettano della rappresentanza politica generale), acquisire il responso del corpo elettorale, l’unico idoneo ad avallare l’assenza di una legittima Assemblea costituente. Speriamo che non sia ormai troppo tardi, e che ci sia un ripensamento da parte di coloro che sono più sensibili al rispetto della sovranità popolare, anche se per come stanno andando le cose, ossia verso un sistema di tipo oligarchico, si può scommettere che i “diretti interessati” (ossia i parlamentari) non si cureranno dei principi di equità, giustizia sociale e di eguaglianza dei cittadini. In questo caso, allora, onde evitare di essere ritenuti correi o sodali, non rimane che  prendere le opportune distanze dagli autori del “democraticidio”  per impedire che si infetti l’intero corpo sociale e politico.  

 
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gabrielliluca
gabrielliluca il 22/06/14 alle 00:49 via WEB
una cosa che mi fa ridere sai qual è: che la gente va a votare contenta e convinta di stare espletando un dovere e diritto che sia espressione della libertà popolare, quando di libertà in effetti non ce n'è neanche la puzza. è solo un illusione di libertà, utile ai governanti per evitare una rivoluzione che possa sovvertire il sistema, ci illudono liberi per tenerci a bada nell'illusione di essere sovrani. ma è solo propaganda libertaria, nulla di reale, e molte persone non se ne accorgono neanche. O peggio non ci credono, neanche quando glielo dimostri. ormai qualunque cosa il potere faccia, sta sotto il bene placido di una democrazia che ci illude partecipi perché una esigua maggioranza del popolo ha eventualmente appoggiato i "DECISORI". Il caso dell'immunità è comunque problematico, perché se è vero che non si dovrebbe dare modo ai politici di fare quello che vogliono sotto il velo dell'intoccabilità, è anche vero che una grande fetta della magistratura è politicizzata o di parte, quindi indaga in virtù di un mandante che non è la giustizia. L'indipendenza della magistratura di fatto non esiste. Ma d'altro canto è una politica che si poggia su una teoria di democrazia. solo teoria. Perché la democrazia non sarà mai una realtà effettiva, la democrazia, in quanto tale, contraddice se stessa! Ciao Rteo.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 22/06/14 alle 08:53 via WEB
Il problema che poni è giusto, ma il rimedio non può essere quello di esentare i parlamentari dalla giurisdizione. Occorre, invece, responsabilizzare i magistrati, chiamandoli a rispondere delle loro azioni, sia civili che amministrative, oltre che penali, ovviamente. La responsabilità, quindi, è la soluzione.
(Rispondi)
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 22/06/14 alle 10:59 via WEB
la stessa responsabilità che dovrebbero avere anche i politici! ma io magistrati sono uomini e fallibili come i politici, quindi quando si usa il termine "Responsabilizzazione", si sente già la puzza di idiozia, in qualunque verso. considerando poi la storia che ci ha insegnato che politici e magistrati puliti e onesti fanno una brutta fine, dimmi tu come potrebbe qualcuno azzardarsi a mettersi contro una propagandistica falsità che ormai viene fraintesa come buon senso incivile. forse dovremmo lasciare le sorti della nostra vita civile in mano a dei robot, come immaginava Asimov nel suo più famoso libro.
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 23/06/14 alle 12:40 via WEB
Non dobbiamo affidarci ai robot, ma dobbiamo affermare un principio basilare di convivenza: <<chi sbaglia paga!>>. I magistrati sono come tutti gli altri uomini; tra di essi ci sono galantuomini e non, ma a causa di questi non bisogna colpire tutti. La nostra comunità ha senso soltanto se il ruolo pubblico diventerà servizio in favore dei cittadini; e questi dovranno essere considerati i veri "datori di lavoro", e non "lo Stato", "la Regione", ecc., che sta a significare, in altri termini,che non vi è <<nessuna dipendenza, da nessuno>>. Ci vuole un salto di mentalità, contro le resistenze delle classi dominanti (e forse anche di molti cittadini ormai schiavi del sistema)ma bisogna crederci e bisogna diffondere l'idea.
(Rispondi) (Vedi gli altri 5 commenti )
 
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 24/06/14 alle 08:14 via WEB
io credo che nessuno cambierà mentalità se prima non sente puzza di disastro. Ed al punto in cui siamo il disastro dovrebbe essere un abisso infernale di caos e morte che renda i futuri sopravvissuti talmente consapevoli degli errori fatti da provare timore anche al solo ripensarci! Disillusione o realismo?
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 24/06/14 alle 12:11 via WEB
Ti ringrazio per il pungolo che mi dai. Credimi, però, vago nel buio anch'io; tuttavia continuo ad interrogarmi, e a leggere e rileggere i classici e i moderni per capire, per approfondire. Ahimè, ho sempre maggiori dubbi, perchè il "soggetto" è sempre lo stesso: colui che si è autodefinito "uomo" per differenziarsi dalle altre specie animali, che forse ben sarebbero state felici, a loro volta, di differenziarsi dall'uomo. Ci sono, infatti, molte altre specie in natura che non hanno nulla da invidiare alla specie "umana", ma anzi potrebbero ben insegnare qualcosa (ad es. il mondo delle api e delle formiche, citata anche da Hobbes, il quale ha sostienuto che loro operano secondo natura mentre noi secondo convenzione, cioè artifici). Il "disastro" cui alludi non è lontano, è vero, così come già è accaduto nel passato, non solo alla nostra "civiltà", ma non per questo dobbiamo restare inerti a guardare o a rinunciare ad esprimere i nostri dubbi o a proporre le nostre idee su come migliorare la vita in comune.
(Rispondi)
 
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 24/06/14 alle 17:12 via WEB
" gli animali guardano all'uomo, immagino, come ad un suo simile, che però ha perso l'intelligenza" (Kant). Magari leggere e rileggere classici e moderni potrebbe essere paradossale imparare a memoria gli stessi errori che nel corso della storia si ripetono. bisogna disintegrare gli schemi, con qualcosa fuori da tutto. Non hai mai letto "Mind Invaders" di Luther Blisset? è un affascinante libro sulla guerriglia psicologica di massa. Lo stesso libro in se, come tutti i suoi/loro libri, sono già un contrasto alla logica del gioco essendo venduti senza diritti d'autore propri. Nessun autore riscuoterà insomma gli incassi delle vendite. P.S. è un piacere pungolarti!!!
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 25/06/14 alle 18:44 via WEB
La frase di Kant è efficace. Sono certo, però, che gli animali non ci considerino loro simili (almeno io, fossi al posto loro, me ne guarderei bene!). La storia passata è legata a quella presente e forse anticipa ciò che accadrà nel futuro. La semplice lettura non è sufficiente, ovviamente, ma occorre capire il messaggio. L'impresa non è facile, perchè, purtroppo, gioca un ruolo anche le finitezza della mente umana. Non ho letto il libro di Blisset, ma cercherò di farlo. E' senz'altro "innovativo" divulgare le proprie idee senza ricavi economici ma soltanto per scuotere gli animi dei propri simili. Come vedi c'è già qualcuno che sta seminando, anche se trattasi di un caso isolato. Per questo sostengo che bisogna coltivare la speranza (pensa a quante "civiltà" sono oggi rappresentate da un mucchio di ruderi e colonne).
(Rispondi)
 
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 26/06/14 alle 08:01 via WEB
Già! ;)
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