Creato da rteo1 il 25/10/2008
filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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« LA COSTITUZIONE DEL REGN...COMPAGNI POLITICI IMBARAZZANTI »

La “monarchia” rappresentativa e parlamentare e la democrazia.

Post n°749 pubblicato il 08 Maggio 2015 da rteo1

b) La “monarchia” rappresentativa e parlamentare e la democrazia.

Dalla norma che precede (art.1 Cost.) si trae, altresì, che “la monarchia” è anche rappresentativa e parlamentare: «La democrazia svedese… si realizza per mezzo di un regime costituzionale rappresentativo e parlamentare… ».

E’ mezzo e non fine, così come gli altri poteri di governo dello Stato.

La disposizione riproduce in altri termini e trasferisce nell’attualità l’esperienza storica già parte del patrimonio di altri Stati, come ad es. quello dell’Inghilterra, che con la Corona (la Regina) fa coesistere il Parlamento, composto, a sua volta dalla Camera dei Comuni (la Camera politica per eccellenza che sceglie il premier e dà la fiducia al Governo) e dalla Camera dei Lords (costituita da appartenenti  ai ceti ecclesiastici e nobiliari) in perenne conflitto per la contesa della preminenza politica.

Anche in Italia, al tempo dello Statuto albertino, come già sopra detto, la monarchia costituzionale coesisteva con il Parlamento (composto dall’Assemblea e dal Senato), solo che in questo ordinamento il popolo non era il sovrano.

Il regime monarchico costituzionale e quello parlamentare, quindi, possono essere entrambi rappresentativi della sovranità popolare e concorrere nella realizzazione della democrazia, allorquando ciò è sancito dall’ordinamento giuridico.

Il problema, semmai, può sorgere nel tempo per effetto della dialettica tra i due regimi costituzionali e a causa della dinamica dell’esercizio dei rispettivi poteri, ma ciò non sarebbe comunque una peculiarità di tale ordinamento perché è connaturato ad ogni altro regime politico (basti osservare quanto sta oggi accadendo nella Repubblica italiana nella contesa per la distribuzione delle competenze tra i poteri del Presidente della Repubblica, il Governo e il Parlamento e anche rispetto alle autonomie territoriali e locali).

La “singolarità”, se così si può dire, che comunque caratterizza l’ordinamento svedese è l’obiettivo di realizzare la democrazia, ritenendo, evidentemente, che sia questa il fine, il “bene comune” o che assicuri “la vita buona”, tanto cara alla filosofia socratica, o “la felicità del popolo” perseguita da altre democrazie, e in tale prospettiva tutti gli organi (Re, Rikstag, Governo, Giurisdizione, ecc.) sono orientati e ad essa strumentali.

Non vi è dubbio, infatti, che l’espressione «La democrazia svedese… si realizza per mezzo di un regime costituzionale rappresentativo…» stia proprio a significare che gli organi costituzionali devono essere la “proiezione del popolo” (rappresentanza effettiva e non formale) e che il fine dello Stato costituzionale svedese è “la democrazia”, per cui tutti i poteri e organi sono strumentali (per mezzo), e non il fine, come a volte si rileva in alcuni ordinamenti del sud Europa (e soprattutto nella cultura di fondo o “retrocultura” di molti politici e governanti di Stati che hanno vissuto l’esperienza delle dittature del fascismo, nazismo, franchismo o che si ispirano ai regimi totalitari dell’est europeo o teocratici mediorientali).

E che tra tutti i poteri e gli organi quello parlamentare (RiKsdag) sia il supremo rappresentante del popolo lo si rileva dall’art. art.4 che così sancisce: «I1 Riksdag è il rappresentante più importante del popolo. Il Riksdag approva le leggi, decide sulle imposte dello Stato e determina il modo in cui devono essere utilizzati i fondi dello Stato stesso».

Il Parlamento (Rikstag), quindi, nella monarchia democratica è il più importante rappresentante del popolo, e in coerenza con questo principio, che è  stato proiettato nel regime costituzionale, la legge elettorale disciplina con un criterio proporzionale (corretto) la selezione dei deputati nelle liste presentate dai partiti nelle varie circoscrizioni, con la possibilità per gli elettori di esprimere una preferenza.

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1119270/La_riforma_del_bicameralismo

 
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Commenti al Post:
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 09/05/15 alle 19:17 via WEB
No non ci siamo scusami !
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 09/05/15 alle 19:34 via WEB
In che senso ? spiegami.
(Rispondi)
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 11/05/15 alle 15:29 via WEB
Come mai il tuo profilo è invisibile ?
(Rispondi)
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 11/05/15 alle 15:30 via WEB
Nel senso che in Italia dove sono i diritti dei lavoratori ?
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 11/05/15 alle 18:00 via WEB
I diritti, in generale, sono soltanto delle posizioni di vantaggio che la classe dominante riconosce ai cittadini (o ad alcuni di questi nei governi dittatoriali).La loro "conquista" non è mai garantita in eterno ma è sempre correlata agli eventi politici ed economici, ma anche culturali,del tempo. Oggi, per ciò che leggo, c'è una tendenza a rendere meno stabile il rapporto di lavoro (il vecchio "tempo indeterminato"). Ci sarà, pertanto, una diffusa precarizzazione, e questo è certamente un male. Ma abbiamo dei rimedi per poterlo evitare ?
(Rispondi)
malware_jinx
malware_jinx il 11/05/15 alle 22:21 via WEB
Come tu sai bene, ogni pianta attecchisce e vegeta nel terreno che le è più proprio. Il sistema svedese è certamente efficace e funzionale. Ma in che misura sarebbe impiantabile, per esempio, qui da noi?? Noi la democrazia la stiamo sempre aspettando dal cielo come la manna. I popoli nordici ce l’hanno nel dna. E’ il singolo, con la propria educazione, cultura, senso della comunità e del bene pubblico che fa un sistema e un governo, non il contrario… Ciao, jx
(Rispondi)
 
malware_jinx
malware_jinx il 11/05/15 alle 22:28 via WEB
Dico di più… Osserva la ns carta costituzionale. E’ impostata con il chiaro intento di limitare, più che disciplinare…, di metter paletti affinchè non si corra il rischio di ricadere… bla… bla… bla… Chi l’ha pensata sapeva benissimo con che tipo di società aveva a che fare… … Non credi?
(Rispondi)
 
 
rteo1
rteo1 il 12/05/15 alle 08:41 via WEB
Giusta anche questa riflessione sulle ragioni della Costituzione. Va soltanto aggiunto che essa è stata (così come quella di oggi e di domani)il compromesso tra le varie forze politiche e dei vari spezzoni della società che hanno difeso ad oltranza i propri interessi. Lo stesso accade ora. La democrazia, intesa come governo del popolo e per il popolo, non si realizzerà mai. Gli oligarchi (oggi i finanzieri, i ricchi)non lasceranno mai campo libero perchè sanno bene che i democratici aggredirebbero i loro patrimoni e interessi.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 12/05/15 alle 08:36 via WEB
Hai ragione. Platone, però, sosteneva che un buon legislatore avrebbe fatto delle buone leggi e queste avrebbero formato il buon ciittadino. Circa gli svedesi, poi, e il loro DNA, come tu dici, voglio solo evidenziare che essi non vengono dalla luna, ma hanno lo stesso nostro DNA perchè l'origine della specie è comune a tutti gli esseri umani(al di là di ciò che potranno pensare al riguardo i reali inglesi).E', perciò, soltanto una questione di cultura, di mentalità, ma questa si forma col tempo! Anche i maiali diventano prosciutti.
(Rispondi)
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 12/05/15 alle 09:05 via WEB
Ma dove sono i nostri diritti ?
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 12/05/15 alle 09:17 via WEB
Il problema non è "dove sono" ma quali sono.E' questo il grande dilemma. A quali diritti ha rinuunciato l'uomo per vivere in comunità ? E quali poteri, perciò, ha assunto lo Stato rispetto a tali diritti a cui gli uomini avrebbero rinunciato ? E sono sempre gli stessi oppure legati al tempo e ai cambiamenti sociali e politici ? E c'è, inoltre, un problema mai del tutto chiarito:chi è il fine e chi è lo strumento per il fine: i cittadini o lo Stato ?
(Rispondi)
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