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SUA ECCELLENZA, E LEI NON SA CHI SONO IO.

Post n°975 pubblicato il 13 Marzo 2019 da rteo1

SUA ECCELLENZA, E LEI NON SA CHI SONO IO. 

Montesquieu sosteneva che i titoli onorifici sono tipici di un ordinamento aristocratico. Solone, nel suo avvento al potere per dirimere le controversie tra gli ateniesi, aristocratici e popolo, diede una svolta in senso democratico all'ordinamento e, tra le diverse misure, dispose l'abolizione dei titoli onorifici quando non connessi all'esercizio effettivo delle funzioni. Gli imperatori romani ne fecero grandissimo uso politico, anche non collegati a funzioni pubbliche ma solo per la "pompa magna" dell'aristocrazia. Sono, ormai, trascorsi molti secoli, da quelli antichi, e, tuttavia, è rimasta radicata nelle consuetudini sociali e nella mentalità degli uomini la brama di titoli e onorificenze varie per potersi distinguere dai propri simili. E neppure il regime democratico dei tempi attuali è riuscito a scardinare tale abitudine pur fondandosi sul principio di eguaglianza dei cittadini. È frequente, infatti, che anche nelle odierne repubbliche democratiche si elargiscano onorificenze e titoli, di cui i cittadini si fregiano, sia quando sono ancora in attività di servizio sia quando non lo sono più; e si  fa ricorso a tali titoli persino quando i cittadini (non tutti, a dire il vero) trapassano a "miglior vita", con l'elenco dei titoli pubblici che sono stati acquisiti anzichè invocare una prece per le loro anime di peccatori.

Una trovata alquanto bizzarra è stata anche quella di aver "coniato" il titolo di "Emerito", tanto che è piaciuto persino al Papa Benedetto XVI, che se ne è fregiato per distinguersi dal successore Papa Francesco.

Un titolo, tuttavia, che mi lascia molto perplesso è quello di "Sua Eccellenza" attribuito ad alcuni funzionari della Repubblica (ma anche della gerarchia ecclesiastica, che dovrebbe essere immune dai vizi temporali). Al di là del fatto che tale titolo trova la sua origine nella remota storia della monarchia e del passato governo fascista, che lo aveva confermato e replicato, ciò che mi lascia dubbioso è la sua stessa etimologia: Anzitutto, il pronome possessivo "Sua", di terza persona singolare, che mal si concilia con il diretto rapporto che si instaura tra gli interlocutori. In altri termini, quando un cittadino entra in relazione con il funzionario, se non è possibile darsi del Tu, stante - secondo i canoni civili (?) - l'eccessiva confidenza, allora si dovrebbe fare ricorso all'uso del Lei (molto più elegante, secondo gli stessi canoni civili, che genera le "giuste" distanze tra le persone); invece, rispetto all'autorità (non a tutte, come noto) si dice "Sua" (o, peggio, vostra), come se non ci si riferisse all'interlocutore presente (l'autorità) ma a un terzo astratto, impersonale, assente ed estraneo.

In secondo luogo, "Eccellenza". Questo sostantivo deriva da "eccellente", che sta a significare che la persona "eccelle" rispetto a qualcuno in qualche cosa (è questa la definizione che risulta da molti dizionari). In altri termini, il soggetto a cui si dà il titolo di "Eccellenza", eccelle rispetto a qualcun'altro (e non rispetto a tutti i cittadini, ovviamente, per cui è un giudizio relativo), e in qualche cosa (e non in tutte le altre attività e funzioni pubbliche e professionali).

E allora dove sta la particolarità (o la "genialità") della persona indicata come "eccellenza", visto che è così per tutti ? Non è, infatti, vero che c'è sempre un avvocato che "eccelle" rispetto agli altri avvocati in qualche cosa ? (ad esempio, un penalista, che eccelle tra i colleghi penalisti); oppure, non è vero che c'è sempre un medico che eccelle sugli altri medici in qualche cosa ? (ad esempio l'oculista nei confronti dei colleghi oculisti); o il gigolò, il calciatore che eccellono nei propri campi, e non in altri, rispetto ai colleghi, pur credendo di essere unici ?  

Ora, se è vero (come è vero) che lo scibile umano è diventato immenso, non può ritenersi che chi "eccelle" soltanto in una cosa (in un solo ambito, in una sola funzione) rispetto ad un altro (o a pochi altri) sia, tutto sommato, "limitato" ?; e, inoltre, che professionalmente, socialmente e culturalmente è forse anche inadeguato dal momento che dimostra di aver bisogno di schermirsi con i titoli e le distanze formali anziché rapportarsi agli altri col suo patrimonio di virtù, moralità e conoscenza ?

Stando così le cose, ne deriva che attribuire a qualche funzionario il titolo di "Sua Eccellenza" può anche sottintendere un giudizio riduttivo, perché potrebbe significare che il funzionario sarebbe soltanto capace di esercitare in modo "eccellente", rispetto ad altri suoi colleghi, solo quella pubblica funzione. Per questo forse sarebbe più che utile, ormai, e politicamente opportuno, che si cancellasse dall'ordinamento giuridico l'uso di tali titoli nei rapporti tra i cittadini, ritenendo tali titoli ormai anacronistici e in distonia col regime repubblicano e democratico, soprattutto quando il funzionario non è nell'esercizio della sua funzione.

E così in democrazia non sarebbe più possibile a nessuno poter dire "Lei non sa chi sono io", o, peggio, "chi sono stato io", dal momento che tutti sarebbero comuni cittadini, e si indurrebbe tutti ad occuparsi un po' delle proprie anime in attesa di passare "a miglior vita".

 
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Quivisunusdepopulo
Quivisunusdepopulo il 13/03/19 alle 18:34 via WEB
Buonasera amico mio, il post al quale mi riferisco ti é stato suggerito da Gorgia da Leontini o dall'omelia in favore di Eutropio di San Giovanni Crisostomo? In fondo che male fa se a qualcuno piace essere apostrofato come "sua eccellenza"?, il vero problema nasce quando quel qualcuno incomincia a dire "lei non sa chi sono io" perché questa appare come una minaccia indefinita e temibile, lesiva del rispetto e della libertà altrui. Buona serata.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 13/03/19 alle 19:13 via WEB
Caro Amico, buonasera. Hai ragione, non c'è nulla di male, se non fosse che alcuni entrano così tanto nella parte da non riuscire a renfersi conto che sono comunque degli esseri mortali e usano i titoli per mettere in soggezione gli altri che non ne possiedono oppure ne hanno di rango inferiore. Dovremmo affidare alle cure degli psicologi coloro che assumano funzioni politiche e pubbliche ? Comunque credo che in un regime democratico i titoli non possano essere delle protesi, per cui una volta uscito dalla funzione non puoi piu andare in giro a dire che cosa hai fatto in passato, e prepararti spiritualmente per quando finalmente non farai piu danni alla comunità.
(Rispondi)
massimocoppa
massimocoppa il 14/03/19 alle 10:07 via WEB
valga qui lo stesso commento che ho fatto al precedente post
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 14/03/19 alle 10:31 via WEB
Condivido. Parlarne, tuttavia, aiuta, se non altro a diffondere le idee. I titoli sono un'esigenza di molti esseri umani che mediante essi valutano il proprio talento pubblico. Oggi non importa più se sei un buono o un cattivo, un delinquente oppure uno onesto, ma soltanto il patrimonio e il ruolo pubblico e professionale che rivesti. E come se non bastasse, ti porti, poi, appresso, come una protesi, tutti i titoli che hai acquisito, anche quando stai ormai per trapassare con grande soddisfazione di molti cittadini, che non vedevano l'ora. Purtroppo molti non ci pensano al giudizio privato dei cittadini-plebei! Ho sentito con le mie orecchie: fosse morto prima !
(Rispondi)
Quivisunusdepopulo
Quivisunusdepopulo il 17/03/19 alle 20:13 via WEB
Ciao amico mio, a proposito della conclusione della tua risposta a Massimo Coppa debbo ricordarti che la cattiveria umana non ha limiti, neppure la morte, e che un un noto proverbio dice: "se l'invidia fosse rogna tutto il mondo gratterebbe!". Felice serata.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 18/03/19 alle 13:29 via WEB
Caro Amico so bene che la realtà mi è contro, tuttavia una certa speranza non riesco a spegnerla in me. Non vedrò di certo i mutamenti che profetizzo ma mi fa stare bene immaginare che gli uomini possano lasciare delle tracce positive nella storia della terra e nel pensiero dell'universo. Una certezza ce l'ho: l'uomo cesserà di esistere perchè è nella dinamica universale. Tutto ha un ciclo vitale. In questa frazione di spazio-tempo si può fare sia bene che male (in senso umano,ovviamente), e sta agli uomini scegliere la via. Non cambierà di certo la forza di gravità ma le informazioni positive resteranno in vita per sempre. I titoli, gli onori, gli orpelli ? Va bene, se servono ad alcuni per sentirsi vivi e rispettabili. Credo ,tuttavia,che arare il proprio mondo interiore e seminare buoni frutti ti possa essere di migliore aiuto per prendere commiato dagli affetti terreni.
(Rispondi)
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