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GLI ODIATORI "NAZISTOIDI" CON GREEN PASS

Post n°1044 pubblicato il 25 Gennaio 2022 da rteo1

GLI ODIATORI "NAZISTOIDI" CON GREEN PASS

Questo è il fatto (in sintesi): mia moglie, strenua sostenitrice del primato della scienza, anche per competenza professionale, si è sottoposta, tra le prime dell'Ospedale dove lavora, alla prima dose di vaccinazione, coartando tutti i componenti della famiglia che dimostravano una certa resistenza e perplessità (io in primis, che tuttavia mi arrendevo, tanto che ho fatto anche la terza dose). Dopo la seconda dose, però, ha avuto un ingrossamento dei linfonodi e delle ghiandole mammarie, con una linfoadenopatia che si è manifestata con l'inversione della formula leucocitaria. Sia l'ematologo che l'immunologo, dopo dh-ospedaliero e molteplici analisi di laboratorio effettuate,  hanno relazionato alla direzione sanitaria che era opportuno rinviare la  terza dose di vaccinazione, in attesa di verificare l'andamento della reazione avversa prodotta dalla vaccinazione. E così mia moglie non ha potuto fare la terza dose di richiamo (la dose booster), ed essendo stata dichiarata "idonea al lavoro ma con limitazioni", ha dovuto sottoporsi ogni due giorni al tampone antigenico e molecolare per poter lavorare. Il suo medico di medicina generale, poi, le ha rilasciato la "Certificazione di esenzione alla vaccinazione anticovid-19" prevista dalla Circolare n.35309-04/08/2021 del Ministero della salute - Direzione generale della prevenzione sanitaria. Purtroppo questo documento non le serve a niente perché ovunque si rechi si pretende il green pass e non si ha tempo da perdere a leggere un certificato di esenzione dall'obbligo della vaccinazione. E ora, con l'introduzione del green pass "rinforzato",  per lei è diventato ancor più difficile uscire di casa per le proprie necessità, ma anche per andare al lavoro perché il recente decreto legge del governo del 7 gennaio  ha archiviato, in linea generale, il green pass di "base" che si poteva ottenere anche con i "tamponi". Le resta, pertanto, solo la predetta "certificazione", che tuttavia non ha alcuna dignità sociale; anzi, le sta procurando persino delle manifestazioni di "odio" da parte dei possessori del "green pass rinforzato" con la terza dose che la considerano come una "No VAX".

È chiaro che tali "nazistoidi" con green pass sono arrivanti ad odiare tutti coloro che sono privi di tale documento statale perché il clima di odio è stato alimentato dall'alto e ora è difficile da correggere. Ma in questo modo si sta condannando ingiustamente e immoralmente una cittadina ad una morte sociale. Stamattina sul quotidiano "la Repubblica" è riportato il "racconto" a firma di Alessandra Zinitti dal titolo "La vita a ostacoli degli esenti  "Non credono al certificato e ci trattano come No Vax" (pag. 16). È emerso, così, che circa 3/400.000 cittadini si trovano, per ragioni analoghe, in possesso del "Certificato di esenzione" e che stanno subendo le più primitive angherie e discriminazioni da parte di coloro che dovrebbero essere all'altezza del titolo di "cittadini democratici della Repubblica italiana". Credo che questi odiatori ("nazistoidi") debbano un po' vergognarsi, e per quanto riguarda il Ministero della salute, invece, dovrà urgentemente provvedere a rilasciare al posto della certificazione " UN GREEN PASS PER GLI ESENTATI", se si vuole allontanare l'ombra di essersi avviati a diventare uno Stato dittatoriale come quelli dell'Est europeo.

 

  • Inviato con la mia pec professionale al Ministero della salute il testo che precede.

 
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Commenti al Post:
massimocoppa
massimocoppa il 25/01/22 alle 11:46 via WEB
Infatti, stavo per dirti dell'articolo su "Repubblica", ma vedo che lo hai già letto. Che dire? E' una storia assurda, ed avrai letto da me come la penso su tutta la vicenda in generale. Vuoi scommettere che la correlazione vaccino-effetti su tua moglie non verrà censita ufficialmente? Perciò poi dicono che i vaccini non danno effetti collaterali! E certo, non vengono registrati!
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 25/01/22 alle 15:29 via WEB
È stata proprio la lettura dell'articolo che mi ha suscitato l'intervento e di scrivere l'email al ministero. È una vergogna. Non conosco la situazione degli esentati ma quella di mia moglie è chiara. Non ha potuto fare la terza dose! Diranno quelli del ministero, come ben prevedi, che non c'è alcuna relazione, ma almeno non trattasse come appestati coloro che hanno avuto il rilascio del certificato di esenzione. E facessero capire a coloro che hanno il green pass rinforzato (tre dosi) che non devono comportarsi come "fascistoidi" ( nel testo dico "nazistoici") nei confronti degli esentati per reazioni avverse o per patologie ma rispettarli, anche perché potrebbero essere migliori di loro. In tutti i sensi.
(Rispondi)
misteropagano
misteropagano il 25/01/22 alle 20:46 via WEB
Per allontanare ogni ombra di uno stato dittatoriale la dovrebbero 'piantare' con i pass; stanno facendo disastri maggiori della crisi pandemica. Rafforzare, costi quel che costi, un popolo bue che fa sempre comodo, e marchiare una cosiddetta minoranza privandola della sua dignità umana, di movimento e lavorativa. (Se già non ci siamo...)
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 26/01/22 alle 08:57 via WEB
Il mio dramma esistenziale è quello di aver constatato che la "bestialità umana" è ineliminabile. E ho cominciato col condannare anche la mia, che ho cercato in tutti i modi di combattere, di annullare, secondo i "buoni insegnamenti" della filosofia orientale (anche se in quell'area geografica la dignità umana non esiste). Mentre scrivo mi viene in mente un motivetto canoro: "E lasciami gridare... e lasciami gridare..." cambiando però il seguito per dire: BASTA! a Roma "la città eterna", che non è assolutamente eterna, e tuttavia tutti ci credono (o fanno finta), stanno per eleggere un nuovo inquilino. Ma io sono lontano anni luce da tali rituali illusori e irreali. E non è "follia", la mia, ma è la profonda convinzione che gli uomini sono tutti uguali. E chi sostiene il contrario è in malafede, ed è peggiore degli altri. L'uomo ha in sè una parte di bestialità, come prima dicevo, e non la cancellerà mai, se non abbattendo se stesso. Ma questo è quasi impossibile perchè l'uomo si ama alla pazzia. Altro che amore per gli altri. Non è vero, perchè anche quando dice di amare gli altri, il prossimo, egli ama solo se stesso (la sua vanità, il suo ego). Anche quando è convinto di farlo per l'altro egli vuole salvare solo la sua anima. E allora ricordarsi sempre che: in ogni uomo c'è sempre un Hitler, un Mussolini, uno Stalin, un Nerone, un Caligola, e che in un popolo di 60.000.000 di italiani ce ne son tanti in potenza. Basta dare loro l'occasione e si manifesteranno. E lo stesso accade per gli altri popoli, e i tempi di tempesta sono in arrivo alle frontiere dell'Ucraina, ma anche tra gli USA liberali e il Messico, da cui si spostano migliaia di disperati. E concludo: siate tutti consapevoli di essere MORTALI:
(Rispondi)
 
 
misteropagano
misteropagano il 28/01/22 alle 15:26 via WEB
..oso dire semplicemente che la mortalità non è vacuità, questa si può vivere con la dignità di ogni eroe, anche sovrannaturale se il fine è manifestarsi nel dissenso...
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 29/01/22 alle 08:38 via WEB
Nulla di ciò che è essenziale è "vacuità", e la mortalità lo è più di ogni altra cosa. Il dilemma umano sta nel solo fatto che essa (la mortalità) non è nel suo dominio. Per quanti sforzi facciano gli "umani", con la clonazione, le cellule staminali o embrionali, le protesi, i trapianti, e quant'altro, comunque l'appuntamento finale arriverà e si uscirà da questo mondo sensibile e visibile. E certamente si può vivere "con la dignità di ogni eroe" ma per poterlo fare occorre essere adeguatamente "educati" al culto della vita eroica e non, invece, a quella del gregge, come sinora è avvenuto. L'uomo-pecora, così, ha accettato questo suo ruolo di "pecora" pur di avere il suo pascolo. E non gli importa se il "pastore" sia un brutale frustrato, un megalomane, un idiota qualsiasi. E' il "pastore" e ciò gli basta. Jung (lo cito perchè l'ha detto anche lui) sosteneva che l'uomo deve essere se stesso e non comportarsi da pecora, perchè non è una pecora. Circa, inoltre, la scelta dell'eroe nel "sovrannaturale" sono d'accordo a condizione, però, che non sia il solito pastore a disegnare il modello di eroe sovrannaturale ma bisogna seguire il proprio subconscio, che è la porta individuale che dà accesso al sovrannaturale. Anche quando "il fine è manifestarsi nel dissenso", perchè altrimenti si rischia di avere altri "padroni", ossia quelli che si professano intercessori con l'aldilà. Grazie per lo spunto.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
misteropagano
misteropagano il 29/01/22 alle 11:32 via WEB
Appunto, e concordo. Lo spunto è naturale, se ci pensi, e proviene dalla desinenza del mistero che 'indosso' per ancorarmi non tanto ad un mondo fitto anch'esso di intercessioni, quanto stati originari in forte legame con la natura del mondo, poi distrutti per l'evoluzione religiosa che conosciamo. Questo continuo soppiantarsi non è sempre così evolutivo come ci raccontiamo tutti. Meglio ancora se si riuscisse a tornare ancora più indietro ( in qualche modo ho descritto nei post tempi in cui nessuno aveva un compito, e tutti avevano un compito). Se dovesse capitarti, caro rteo leggi qualcosa sui Veda, Ardore di Calasso, per esempio.
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rteo1
rteo1 il 30/01/22 alle 09:11 via WEB
Grazie per i consigli. Leggerò, appena possibile, il libro di Calasso e, se riuscirò a trovare un po' di tempo, farò anche un approfondimento sui Veda, riguardo ai quali penso già, senza preconcetti, che in fondo tutte le culture hanno avuto un fondamento mitico e, in linea generale, hanno elementi comuni. Circa, invece, "l'evoluzione", sono d'accordo a metterla in dubbio ma bisogna stare attenti a darle dei segni positivi o negativi in relazione a ciò che si creda essere "evolutivo" o "involutivo". La natura è certamente fondamentale, e su questo siamo più che d'accordo, ma la "natura" si "trasforma" (come vedi non parlo di "evoluzione")e rispetto a tale "trasformazione" gli uomini (e tutte le altre specie viventi e non viventi) non hanno alcun potere d'incidere. Anche essi si "trasformano", così come tutte le loro "creazioni" innaturali (Hegel le riteneva, invece, come creazioni di seconda natura), ossia le istituzioni e lo stesso Stato (pensa al passaggio dalla monarchia costituzionale del 1848 alla repubblica, in teoria democratica, del 1948).In una mia remota, ormai, breve pubblicazione saggistica sull'ordine e disordine sostenevo che tutto avviene, da sempre, secondo tale "dialettica cosmica" che coinvolge, ovviamente, anche tutte le azioni e omissioni degli umani. E in virtù di tale dinamica, apparentemente conflittuale, ne deriva un risultato (l'effetto, secondo il cosiddetto "principio di causalità" ma anche di non contraddizione)che è il frutto di una infinità di azioni e omissioni. Faccio un esempio, prendendo a riferimento l'elezione di ieri del PDR: Il risultato è stato determinato dal concorso di tantissimi fattori, visibili e, soprattutto, invisibili, che hanno avuto la sede del Parlamento come punto di arrivo e di sintesi (come il box delle auto). Ma tali fattori hanno coinvolto il "mondo intero" (in senso psichico),e soprattutto quella parte dei 60.000.000 milioni di italiani che hanno "pensato" all'elezione del PDR. Nessuno, o quasi, dà importanza al "pensiero" ma questo ha altrettanta influenza, e forse persino di più, rispetto all'agire causale. Il "pensiero" libera energia e questa concorre nella determinazione del risultato. Perciò io me ne sono stato abbastanza tranquillo, come spettatore, durante lo svolgimento delle votazioni. Certo avevo anch'io espresso il "desiderio" di avere una donna al Quirinale, e tale "mio pensiero" si è fuso con altri che hanno pensato la stessa cosa, ma poi ha prevalso il "pensiero dominante" dell'ordine/disordine e ora il risultato è noto. Nel bene/male. In ultimo, sul "mistero" che "indossi". Ho riscontrato con piacere che hai un notevole seguito nel tuo blog e lo meriti per l'armonia con cui accogli gli amici, gli ospiti e, occasionalmente, anche qualche pellegrino come me. Consentimi solo di evidenziare che il tuo ruolo di guida ti carica di tanta responsabilità e questa impone di illuminare sempre la migliore strada per chi ti segue per evitare che possa prendere strade oscure, anche se forse anche queste, in fondo, possano avere la loro luce. Buona domenica.
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misteropagano
misteropagano il 31/01/22 alle 14:32 via WEB
Buon pomeriggio rteo. Grazie per il buon consiglio ne farò tesoro, sicuramente si può anche riflettere sulla sperimentalità di alcuni imbocchi come un escursionismo del pensiero, di 'provocazione' del ragionamento e generazione di un 'pensiero altro' riflessivo: come i processi dell'ironia o della satira, di prove di tenuta di alcuni paradigma, giochi e via discorrendo. Mi interessa anche sottolineare un gradito passo del senso psichico della 'dialettica cosmica' di cui parli, del "pensiero" che libera energia e concorre nella determinazione di un risultato.
Così mi preme chiederti se hai mai letto di un collettivo Luther Blisset che introdusse una sorta di concetto di psicogeografia - e a parte alcune provocazioni serie che gli sono costate diffide sonore - nell'insieme come in particolare il sollevare alcune ombre scateni un'isteria collettiva facilmente manovrabile. Ciò tanto da poter dire che questa, da presenza psichica corale assuma le sembianze di un "loro" fisicamente materiale. Insomma le tesi sulle comunicazioni/manipolazioni di massa sono sempre un campo molto curioso e interessante! Grazie e a presto.
(Rispondi)
 
 
rteo1
rteo1 il 01/02/22 alle 09:02 via WEB
Grazie per il riferimento al "collettivo". Non ricordo di averlo seguito, certamente non con interesse specialistico. Altre tematiche, in verità, hanno suscitato in me importanti interessi. E questo mi consente di confermare l'idea che ognuno di noi è "preda" (ossia strumento)di un "disegno mobile" a carattere universale. Mi spiego: tu credi di essere "interessato", ma in realtà tu sei spinto, "costretto", dalla tua natura individuale (dal tuo essere) ad andare in una direzione, e soltanto in quella direzione, perché solo quella è la tua e non di altri. Ecco perchè "sostengo" (rectius, avrebbero detto i senatori romani, sono indotto a sostenere) l'eguaglianza ontologica e a scrivere "che nessuno è migliore di me e che io non sono migliore degli altri". Che ci creda o no ! Io ormai da tempo non mi pongo più il problema di cosa scrivere (anche per una Rivista a cui collaboro) perchè so bene che l'argomento "sgorgherà" dal mio subconscio, a mia insaputa. Saprò, perciò, ex post quale sia stato il mio "interesse". Lo stesso, penso, valga per te, per la tua passione per il "mistero". Anche tu sei "preda" e non riesci ad andare altrove perchè è la "tua natura". Il problema, però, sorge allorquando si generi il "conflitto" (polemos) con il "potere costituito". E' con questo che "il collettivo" (per quello che ieri ho letto, dopo la tua segnalazione) si è posto in contrasto ed è finita con il dissolvimento del "collettivo". E allora mi potresti domandare: bisogna assoggettarsi alla logica del potere rinunziando ad essere se stessi ? Rispondo: C'è bisogno di "tempo", perchè anche il potere cambia. Il "collettivo" era troppo avanti rispetto al suo tempo, ma meno avanti rispetto ad oggi, e forse a domani. Avrebbe solo dovuto attenuare e "adattare" le sue manifestazioni. I contadini delle comunità antiche sapevano bene quando seminare per poter raccogliere i frutti. Anche il pensiero deve seminare le sue idee nella giusta quantità e nel giusto tempo. Il farmaco (pharmacos) è anche un veleno, se somministrato in dose eccessiva. Grazie, come sempre, per gli stimoli.
(Rispondi)
 
 
 
misteropagano
misteropagano il 04/02/22 alle 19:38 via WEB
Buonasera rteo il "collettivo" ha di fatto sdoganato il complesso della manipolazione di massa dei tempi contemporanei, anticipandone malattia e cura con la sua arte rovesciata, facendo esso stesso credere per primo qualcosa di irreale ed inesistente come vero; quello che Eco definirà l'abilità della penna di far credere all'inesistente, perché non esistono storie vere o inventate, ma vere appunto se ben raccontate. Ovviamente questo stesso strumento è nelle mani di chi può intendere realmente di coercizzare l'intelletto umano. Detto ciò, vero, io sgorgo e non solo vado 'verso il mistero' per svelarne la parte offuscante, ma so anche bene che l'umanità ha creato ad oggi stratificazioni e sostrutture di pensiero, tante e tali da ipotizzare una archeologia del pensiero. Con, e da questa, frammenti e 'formelle' delle opere riappaiono costantemente - e so che mi sarei potuta leggere io stessa secoli fa (o semplicemente nel blog di 7 anni fa), ed essere sull'onda di un pensiero autrice oggi. Questo però caro rteo, riporta proprio alla mia analisi di tempo frattale: la vita è come un grande albero che ramifica via via sempre più piccolo, e nell'infinito e nell'infinitesimo troviamo la realtà dinamica eppure immobile, legata cioè non ad un apparente sviluppo del pensiero in avanti, ma nel profondo della sua lucidità, un nocciolo pulsante. Dell'umanità tutta non so, la mia linea di pensiero è che pur tutti uguali o diversi smentibili, non tutti hanno desiderio e capacità evolutive e quindi concorrono negativamente all'energia planetaria. Ti auguro una lieta sera, grazie sempre per ciò che fluidamente e intensamente scorre in questi spazi.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
rteo1
rteo1 il 05/02/22 alle 08:46 via WEB
Buongiorno. Ho letto con piacere la tua "sintesi" sulla dinamica della vita. L'idea del tempo frattale è certamente efficace e anche affascinante come l'immagine dell'albero che ramifica e un pensiero che non va in avanti ma va in profondità. Vorrei poterti dire: è vero, è così! Eppure mi viene da pensare che forse potrebbe anche essere tutto il contrario di quanto affermi, o, anche nulla di tutto ciò, bensì altro, e altro ancora. Noi, cara Misty, osserviamo (o siamo pervasi) dalla "natura" che ci circonda, anche se a volte siamo convinti che la natura sia quella delle nostre idee, che poi si materializzano nel reale. E dalla "natura" traiamo degli spunti sintetici (tipo i frattali) e li universializziamo, credendo che la "regola" che abbiamo "scoperto" sia la "Regola" dell'universo. Tuttavia se tali convinzioni ci aiutano a sentire il mondo meno ostile, o più chiaro e trasparente, va bene lo stesso. Gli uomini temono le tenebre, ma perchè da bambini sono stati ossessionati dall'Orco cattivo. Invece le tenebre sono il riflesso della luce, e non può esistere quest'ultima senza le prime. Credo, perciò, che la ricerca vada fatta fondamentalmente nel proprio universo inconscio, anche se è probabile che passi tutta la vita terrena senza approdare ad alcuna conoscenza, a nessuna verità. Circa, invece, la tua convinzione che "non tutti gli umani hanno desiderio e capacità evolutive" penso di poter dire che forse non si tratta di "desiderio" ma di "necessità", ossia del "dover essere" di ciascun essere. Mi spiego: se un individuo nascesse per libera scelta, tutto sarebbe riconducibile alla "sua libertà". Invece non è così, nè per l'origine nè per la fine. Per questo esistono, invece, molteplici stadi "evolutivi", tanto che man mano che ciascun umano (o altro organismo vivente) "evolve", e quindi finisce, perchè si chiude il suo ciclo, avanzano gli altri, che tu sostieni non desiderino "evolversi". In altri termini ancora: l'evoluzione non è una scelta individuale ma naturale. Voglio confidarti la dinamica (secondo me) con un episodio reale (che sintetizzo, ovviamente): un carissimo amico mi ha comunicato che suo figlio gli aveva dato una grande gioia, una grande soddisfazione: era diventato ricercatore in una prestigiosa università estera. La sua "genia" aveva avuto un salto evolutivo. Gli dissi che ero lieto per lui, ma la sua "genia" con quel salto evolutivo sarebbe andata, nel tempo, alla fine del ciclo. E gli ho fatto una serie di esempi tratti dalla storia degli umani. Un prezzo da pagare, ma anche utile al rinnovamento, alla trasformazione.
(Rispondi)
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 03/02/22 alle 18:01 via WEB
Ho trovato molto interessante la tua discussione con misty. Ho letto tutto, ma abbastanza velocemente; spero di poter approfondirne la conoscenza. Ciò, anche in conformità a quanto, credo in modo molto realistico simbolicamente affermi che "Io ormai da tempo non mi pongo più il problema di cosa scrivere (anche per una Rivista a cui collaboro) perchè so bene che l'argomento "sgorgherà" dal mio subconscio, a mia insaputa.". Ciò auspicando che ciascuno dedichi un po' del suo tempo a recuperare una sorta di "autoeducazione" al fine di poter, in qualche modo, risultare utile al perseguimento degli obiettivi necessari alla propria comunità di appartenenza.
Spero che, intanto, sia stato risolto in modo ragionevole la questione inerente alla certificazione degli "esentati" e in particolare di Tua moglie. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 04/02/22 alle 09:18 via WEB
Caro Mario, gli scambi di vedute con "Misty" sono un arricchimento e uno stimolo ad andare oltre. Nessuno incontra per strada un viandante inutile, perciò il nostro incontro non sarà nè breve nè lungo ma di quanto necessiti per riempire la bisaccia e continuare il viaggio. Circa invece la consapevolezza che ognuno di noi scrive ciò che è stato già scritto o detto te ne do conferma. Molte volte noi non lo sappiamo e crediamo di essere stati originali. In realtà non è stato così, ma a "nostra insaputa" abbiamo dissepolto un pensiero già registrato nella mente dell'universo. Ti faccio un esempio, ma ne potrei fare molti perchè ho avuto troppe conferme per avere capito come stanno le cose: Alcuni anni fa scrissi un saggio in cui sottolineavo l'importanza sociale del delinquente mettendo in evidenza che "grazie" a lui si giustificavano i giudici, i cancellieri, gli avvocati, i carcerieri, ecc. Ebbene, anni dopo, leggendo il saggio di Mandeville, dal titolo La favola delle api, scritto nel '600, scoprii che tutto ciò che avevo scritto, pensando di essere stato originale, era già stato scritto, e non solo come concetto, ma quasi identico, tanto da sembrare un plagio. Eppure io non l'avevo mai letto quel saggio ! Ma come ti dicevo non è stata l'unica volta! Circa, poi, la storia del "certificato di esenzione dalla vaccinazione" ti posso dire che il ministero ha prorogato di un mese la validità, ma i problemi del suo uso rimangono tuttora. Mi astengo per ora da ogni commento perchè il tema dei vaccini è scottante e non ho più voglia di vedere gli odiatori (nazistoidi) all'opera.
(Rispondi)
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 06/02/22 alle 20:09 via WEB
Premetto che gli atteggiamenti odiatori e nazistoidi, tutti e nessuno incluso, come già ho avuto piacere di specificare in un commento al riguardo da italianoinattesa, sono sempre da ritenersi biasimevoli e quando dico tutti intendo proprio tutti, di qualsiasi genere, per qualsiasi motivo e in qualsiasi ambito vengano messi in atto e va detto che collocano automaticamente la persona odiatrice e dall'approccio "nazistoide" - come giustamente ravvisi tu - dalla parte del torto, indipendentemente da quanto stia professando. Questo a scanso di equivoci e per chiarire la mia posizione di partenza. Poi, entrando nella questione in modo più specifico e contestualizzando il tuo post, non metto in dubbio e non mi è neppure difficile credere che tua moglie possa avere avuto in seguito alla seconda dose effetti collaterali spiacevoli. Lavoro in un centro di ricerca diagnostica e so perfettamente che non solo sono previsti, ma purtroppo anche verificati, e me ne dispiaccio. Mi solleva il fatto che tanto l'ematologo quanto l'immunologo, dopo le verifiche effettuate, abbiano avuto la capacità di comprendere la relazione dei sintomi con la dose vaccinale e il buon senso di rinviare la terza dose. Tua moglie, a tutti gli effetti, é stata ovviamente e inevitabilmente esentata (e sarebbe stato aberrante il contrario nel suo caso!) dalla vaccinazione anticovid ed é inqualificabile (anzi è decisamente definibile con una parola: folle) il fatto che il documento a lei rilasciato non venga tenuto in conto e a tutti gli effetti equiparato al green pass. Che dirti se non che é una delle piaghe della nostra società la mancanza di un'organizzazione efficiente che possa, se non proprio eliminare del tutto, almeno arginare il più possibile queste assurdità penalizzanti? Va da sé che concordo pienamente con quanto da te riportato, ribadisco il mio dispiacere per la disagevole situazione che tua moglie (e tanti come lei) devono sopportare e credo tu abbia fatto un post di non poca utilità nel riportare questa testimonianza. Sottoscrivo ogni tua parola, rteo.
(Rispondi)
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