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« LA GUERRA È SEMPRE INGIU...LA FINE DELLA FINE DI UN CICLO »

LA GUERRA E' ESSENZIALE E INEVITABILE ?

Post n°1052 pubblicato il 13 Marzo 2022 da rteo1

LA GUERRA E' ESSENZIALE E INEVITABILE ?

Credo che la domanda fondamentale, non più eludibile, sia la seguente: la guerra è  necessaria e inevitabile oppure no ? Non vi è dubbio che se si propenda per la prima ipotesj, ossia la sua necessità naturale, allora non rimane che accettare il "destino". Accettare, così, che periodicamente, per una ragione o per un'altra, ci sia sempre una guerra, perché ciò è  naturale. È allora inutile sbraitare per quella in atto tra la Russia e l'Ucraina, sulla NATO, gli americani e la Cina, perché tutto sta avvenendo così come sarebbe dovuto accadere. Diversamente, se si ritenga, per le ragioni più varie, che la guerra si possa evitare. In questo caso occorre, allora, chiedersi che cosa sia utile fare per impedire che le guerre accadano. Kant aveva redatto un "progetto per la pace perpetua". Una serie di disposizioni che, se da tutti adottate, avrebbero potuto impedire la guerra. Hegel individuava in tale "progetto" una mancanza di effettività in caso di inosservanza dei criteri da parte degli Stati. In altri termini non veniva previsto un organismo dotato di una forza superiore a tutti gli altri Stati al fine di sottometterli alla pace. Per Hegel comunque, la soluzione doveva essere, e non poteva che essere, il diritto, come massima espressione della "ragione". Ora, prendendo per buona questa soluzione (il diritto), va evidenziato che, allo stato, esistono varie fonti normative di diverso grado: in primis, lo statuto delle Nazioni Unite e, per quanto riguarda l'Italia, anche il Trattato di adesione alla NATO e l'art.11 della Costituzione. La guerra in Ucraina ha messo in luce la inadeguatezza dell'ONU quando il conflitto riguardi uno dei cinque Stati titolari del diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza (USA, Cina, Russia, Inghilterra e Francia). Infatti, tutte le sanzioni che sono previste dallo Statuto (es. Art.41) le deve approvare il Consiglio di sicurezza, ma questi a causa del veto,  se opposto da uno dei cinque Stati, non può approvarle. Nè tantomeno può farlo l'Assemblea Generale perché non ha competenza. È evidente, perciò, il difetto di "democrazia" proprio in seno al più alto consesso mondiale deputato ad assicurare la pace tra le nazioni e la sicurezza internazionale. Occorre, perciò, rivedere lo statuto, cancellare il diritto di veto, mettere al centro l'assemblea generale conferendole il potere di usare direttamente la forza. Va anche rilevato che la decisione degli USA di decretare le sanzioni economiche, finanziarie e politiche alla Russia, adottate anche dagli Stati dell'U.E. con la regia delle istituzioni europee, ha ulteriormente ridimensionato il ruolo dell'ONU, privando, così, di legittimità internazionale tali sanzioni. E anche il ruolo della NATO, senza alcun avallo da parte dell'ONU, sta manifestandosi come un conflitto tra gli Stati occidentali e la Russia. In altri termini, una sorta di "resa dei conti" tra l'America e la Russia, con l'Europa che rischia i danni peggiori, mentre più della metà del mondo (quello orientale) è del tutto estranea e comunque poco interessata alle conseguenze della guerra  Eppure si sente spesso dire dai leader politici che "il mondo" ha condannato l'aggressore, ossia la Russia. Ma quale mondo? Ancora una volta l'occidente si identifica col mondo intero dimostrando di non aver ben chiaro che cosa stia avvenendo nella parte orientale della terra (Cina, India, AFrica). Ed è anche una mistificazione quella di far passare il conflitto come uno scontro tra le "democrazie" e le "autocrazie". Nè le prime, che peraltro sono minoranza nel mondo, nè le seconde, infatti, stanno divergendo sulle forme di governo ma stanno invece confrontando soltanto le rispettive forze militari, economiche e finanziarie, quali proiezioni della volontà di potenza degli Stati e delle rispettive mire egemoniche. Sono queste ultime, perciò, le vere e uniche cause, ossia il prodotto della volontà di impiegare la forza e la violenza per imporre la propria supremazia sugli altri Stati, e quindi sugli altri popoli per sfruttarli e trarne dei vantaggi, anche in ordine al tenore di vita (l'occidente, che ha una popolazione di circa 1/5 di quella mondiale consuma circa l'80% delle risorse ). Nel conflitto in corso il ruolo egemonico americano sta spingendo gli stati europei colonizzati dopo la seconda guerra mondiale ad assumere posizioni ostili nei confronti della Russia, anzichè agire secondo le buone tradizioni diplomatiche. Anche le decisioni di aumentare le spese pubbliche per costituire una difesa europea e rinforzare gli eserciti nazionali sono condizionate dall'America e dalla decisione di rinforzare il ruolo della NATO. Finchè gli stati europei, e l'Italia per quanto ci interessa, non risolveranno il problema dell'occupazione americana dei propri territori e non riusciranno ad instaurare relazioni politiche alla pari, rivedendo anche il ruolo della NATO, non ci sarà pace per gli europei, soprattutto con gli Stati dell'est europeo e asiatici. La Russia pur avendo testate nucleari non ha un esercito e mezzi efficienti ed efficaci perciò non è possibile che abbia mire espansionistiche oltre una parte del territorio della Ucraìna. Trattasi, quindi, di informazioni poco credibili quelle che preannunciano una strategia imperialista della Russia. Semmai, è l'America che sta orchestrando e dirigendo la politica di sfiancamento e depotenziamento della Russia utilizzando sia l'Ucraina che gli Stati europei che pagheranno un prezzo incalcolabile mentre, invece  senza l'interferenza americana l'Europa avrebbe perfino potuto costituire un mercato unico allargato anche alla Russia e all'Ucraina. E questa soluzione economica, politica e diplomatica avrebbe portato sicuramente la pace e impedito la guerra. E allora: a chi giova la guerra?

 

 

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Commenti al Post:
massimocoppa
massimocoppa il 14/03/22 alle 14:47 via WEB
diciamo che la guerra si deve sempre evitare, ma che è giusto difendersi se aggrediti
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 14/03/22 alle 16:25 via WEB
Bene. È "giusto", anche se il diritto la definisce "legittima difesa". Ma uno storico, un uomo di cultura, un intellettuale, un comune cittadino che ha la vocazione a capire le cose, può cercare di risalire agli antefatti, alle cause del conflitto di "aggressione" oppure (come pretende il pensiero oggi dominante) bisogna schierarsi a prescindere "senza se e senza ma" ?
(Rispondi)
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/03/22 alle 04:08 via WEB
Hai perfettamente ragione. La domanda da porci è proprio quella: la guerra è necessariamente inevitabile oppure no ? E la tua risposta è cristallina, non se ne esce. Qualora si propenda per la prima ipotesi, non ci rimane che accettarla come un dato di fatto e allora non possiamo aspettarci che qualcuno – che si chiami Putin o Zelensky poco cambia e poco importa – possa avere la volontà di anteporre la morte di un uomo (e certamente qui non si sta parlando di una sola ed unica morte; ma di centinaia di morti e di migliaia di vittime, tra decessi, feriti, profughi…) ad un qualsiasi movente che possa indurre a distruggere in suo nome. Mi auguro, però, che si voglia poter credere nella seconda ipotesi. Tu dici che è necessario chiedersi che cosa sia utile fare per impedire che le guerre si verifichino ed hai ragione; ma il legame indissolubile tra diritti umani e pace ed il rapporto di reciproca esclusione tra guerra e diritti erano già stati sottolineati nella Dichiarazione universale dei diritti umani, sottoscritta nel 1948. In teoria, ed almeno così sarebbe dovuto essere: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” ed il “riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Cosa è rimasto, oggi, al di là di una splendida dichiarazione d’intenti? Non saprei, dal momento che non uno degli stati firmatari ha applicato completamente i diritti universali che si è impegnato a rispettare. Ad esempio il diritto al lavoro, all’istruzione o alla sanità: quel minimo sindacale che si possa definire giustizia sociale. E la più aberrante diffusa e costante violazione dei diritti umani è proprio la guerra, in tutte le sue molteplici e variegate forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega automaticamente anche tutti i diritti umani. Finché l’ottica è quella dei privilegi per pochi, anziché quella dei diritti per tutti, non potrà mai essere preferito, scelto né, tantomeno, accolto uno scenario di pace. Tutto è possibile, anche scegliere la pace; ma solo a patto che lo si voglia...P.S. Ho lasciato un commento anche al tuo post precedente e, finalmente, sono riuscita a pubblicare e rispondere ai commenti da me. Grazie ancora per gli auguri, rteo ;-)
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 21/03/22 alle 09:44 via WEB
Ben ritrovata. Grazie per il commento. Lo scopo di questo breve post è stato di suscitare delle riflessioni e, indi, delle proposte finalizzate a risolvere, se possibile, il grave problema della guerra. Ho trattato in più occasioni questo tema, soprattutto nei tempi passati,lanciando segnali quando la guerra era sì lontana dal territorio europeo ma comunque viva e vegeta nella realtà degli esseri umani. Perciò non bisognava far finta che non esistesse più solo perché in Italia veniva vista come una serie televisiva. Purtroppo i "miei appelli" sono stati e sono irrilevanti rispetto alla propaganda governativa e agli interessi dei cittadini eppure soltanto questi ultimi potranno trovare la giusta soluzione. Mai invece nessun governo, perché condizionato dalla volontà di potenza, dell'uso della forza e della violenza resa legittima. Ma se i cittadini preferiscono il ruolo di gregge allora si accettino anche le conseguenze.
(Rispondi)
misteropagano
misteropagano il 21/03/22 alle 10:28 via WEB
Il gregge accetta le conseguenze è la sua natura; non possiamo modificare la guerra quanto gli umani perché il pensiero e il ragionevole dubbio sono esplosi in un pluralismo incontrollabile e deleterio, un 'blabare' senza autorevolezza. La chiamano anche democrazia ma se ne è persa la dignità. Buon 21 e dunque buona entratura di primavera o anticipo di poichè.M
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 21/03/22 alle 10:38 via WEB
Ben ritrovata. Premetto che questo post è in corso di lavorazione. Ha lo scopo di stimolare le domande a se stessi. Un gregge di pecore sembra naturale, non invece delle pecore umane. Ognuno al suo posto. È però vero che anche l'uomo ha l'istinto gregario ma è anche individualmente dotato di pensiero e autocoscienza. Homo sapiens al quadrato ha spento finora solo qualche candelina, perciò prima che scada il suo tempo nello spazio può lasciare un buon segno della sua evoluzione. Non lo farà? Alla natura poco importerebbe ma l'uomo avrà perso l'unica vera occasione per dimostrare al suo Io che non è quello della pecora
(Rispondi)
 
 
misteropagano
misteropagano il 21/03/22 alle 11:46 via WEB
Grazie. Bene e dunque penso non si può essere complici di ciò che non ci aggrada, con Nero assoluto già ho risposto ennesimamente disegnando il gesto e il segno in qualche modo mancante ..
(Rispondi)
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/03/22 alle 17:15 via WEB
"(l'occidente, che ha una popolazione di circa 1/5 di quella mondiale consuma circa l'80% delle risorse)" questa tua precisazione, che immagino sia (almeno lo spero!), ben conosciuta da tutti i governanti occidentali, dovrebbe condizionare ogni loro azione. Se non si riuscirà a dare le giuste risposte certamente non appare possibile l'evoluzione dello "stato di guerra" in un "progetto per la pace perpetua".
Intanto risulta assurdo il mancato adeguamento dello statuto dell'ONU. Soprattutto per le clausole connesse al diritto di veto.
Grazie Teo per questo post che dovrebbero leggere, e comprendere, tutti i politici e i tanti che a vario titolo intervengono in televisione. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 28/03/22 alle 18:46 via WEB
Caro Mario, il post che hai quì commentato l'ho rielaborato e ampliato, anche con argomentazioni diverse, per pubblicarlo sulla Rivista "Nuovo Meridionalismo". Poche volte mi è capitato in passato di dover rivedere le conclusioni e, quindi, la premessa e le argomentazioni. In questo caso ho avvertito forte la responsabilità di dire altro, almeno in parte, rispetto al pensiero dominante, del politicamente corretto, per tentare di dare una risposta alla domanda se la guerra sia o meno un accadimento naturale, inevitabile, perché a seconda della risposta ne scaturiranno tutte le conseguenze. Così il conflitto in atto potrebbe essere visto sotto una luce diversa ma, ancor di più quelli futuri, se si dovesse ritenere che siano inevitabili.
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