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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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RIDIMENSIONARE LA NATO E DISARMARE GLI STATI

Post n°1054 pubblicato il 14 Aprile 2022 da rteo1

RIDIMENSIONARE LA NATO E DISARMARE GLI STATI

I risultati del sondaggio pubblicati sul quotidiano "la Repubblica" sono chiari: il 51% degli italiani è favorevole  all'invio di "aiuti militari all'Ucraina". Contro il 47%. In verità altri sondaggi riportano percentuali più elevate di cittadini sfavorevoli. Ma poco importa. Il 51% è maggioranza, peraltro assoluta. E la maggioranza, in democrazia, ha sempre ragione. Punto e basta ! Almeno sul piano formale è così. E a volte anche sostanziale. Ma questa volta, però, a giudizio di chi scrive, la maggioranza ha torto marcio sul piano sostanziale, seppur agisca in "buona fede" ma in modo "manicheo" (qualcuno lo definisce "comportamento binario", ossia bene/male) perché è andato "in tilt" il cervello.  Premetto che sono ormai convinto che il problema venga da lontano (non intendo soltanto la crisi per la contesa del Donbass tra Russia e Ucraina, con già oltre 12.000 morti senza alcun intervento della diplomazia, soprattutto europea).  Viene, cioè, dalla caduta del "muro di Berlino" con la conseguente dissoluzione della ex URSS, che portò anche allo scioglimento dell'alleanza militare del Patto di Varsavia sorta per contrastare la potenza militare della NATO. A quel tempo occorreva, perciò, anche sciogliere la NATO e avviare una politica di disarmo generale, facilitando le relazioni diplomatiche, il commercio e i  mercati, così come stava avvenendo con la nascita della Unione Europea e con la globalizzazione. Ma tutta questa evoluzione in senso civile, economico e finanziario è avvenuta senza che, di contro, si "sgonfiassero i muscoli". E basta rivedere gli interventi della NATO negli ultimi venti anni che con la scusa di dover garantire l'ordine e la sicurezza internazionali dissestavano gli ordinamenti politici di Stati indipendenti e sovrani, come l'Iraq, la Jugoslavia, la Libia, l'Afghanstan, ecc., con migliaia di vittime innocenti. È mancata, quindi, una "politica per la pace", e mantenere in piedi la NATO, anzi potenziandola costantemente, e ampliandola con l'ingresso di nuovi Stati (quelli appartenenti all'ex URSS), ha tenuto alto il livello di tensione tra gli Stati. E non poteva essere altrimenti, perché se ce n'è uno armato, che non intende disarmarsi, è inevitabile che non lo facciano anche gli altri. Se invece la NATO fosse stata sciolta e la diplomazia avesse operato per "disarmare" tutti gli Stati, potenziando anche il ruolo dell'ONU, oltre che a modificarne lo statuto (eliminando il diritto di veto degli USA, Cina, Russia, Inghilterra e Francia),  imponendo e sottoponendo tutti gli Stati alla giurisdizione della Corte penale internazionale, allora forse oggi non ci sarebbe stata la guerra né la corsa al riarmo, che se da una parte farà felici i guerrafondai nell'animo e nei portafogli dall'altra farà vivere una vita pessima a tutti i cittadini del mondo. Comunque, detto tutto ciò, vorrei anche ri-fare una riflessione sul perché la soluzione dell'invio delle armi non è una buona soluzione. L'America, affiancata dall'Inghilterra, ha dettato la linea agli Stati "coloni" europei di applicare le sanzioni alla Russia (e fin qui nulla da dire) ma anche di inviare armi all'Ucraìna. Bene (si far per dire): Diamogli pure le armi, come si sta facendo, e continuiamo a farlo. L'"aggredito" (come s'impone oggi di  dire, anche se non ha senso perché nessuna guerra inizia con una stretta di mano e uno scambio di ramoscelli di ulivo tra i governanti), così, può combattere, come sta facendo, e sembra, secondo l'informazione occidentale, che stia avendo anche dei successi sul campo. Almeno a Kiev, finora. Dall'altra parte, la Russia, continua a "massacrare", e i due Stati continuano "l'un contro l'altro armato". Ma FINO A QUANDO ? Cioè, fino a quanto tutti gli "interventisti" (purtroppo prevalenti nei partiti di sinistra) manderanno le armi per far combattere l'Ucraìna ? Per essere coerenti: SEMPRE. Ma questo non è assolutamente possibile perchè alla fine la guerra dovrà finire. Come ogni cosa che ha un inizio, anche la guerra avrà una fine. E allora che succederà ? Ci sarà  sicuramente un "trattato di pace". Ma si dirà: vuoi mettere, un trattato seduti dalla parte dei "vincitori" oppure dei "vinti" ? Non è mica la stessa cosa! Forse è vero: non è la stessa cosa, ma quando ci sarà il tavolo dei negoziati di pace quale sarà stato il prezzo di vite umane e di città rase al suolo pagato dai contendenti ? Chi potrà rallegrarsi ? Non certo i belligeranti. E l'Ucraina avrà vinto e sconfitto la Russia, senza che si sia "allargato" il conflitto alla NATO, visto che questa si sta "eccitando" e non poco ? Forse ne trarranno dei vantaggi gli Stati "terzi" (USA, Inghilterra, ecc.) che stanno alimentando la guerra con le armi ? A me sembra proprio una follia, diventata collettiva, secondo un processo psicologico che imprigiona la mente, soprattutto dei capi di stato e di governo, oltre che della massa ormai amorfa e manichea dei cittadini. E, inoltre, mi viene un ulteriore dubbio: "aiutare" la forza, aumentarla con le armi, è primitivo o è un comportamento civilmente evolutivo ? E' questa una domanda che bisogna porsi, per decidere se scegliere la soluzione della forza (dare le armi) contro la forza (la Russia), oppure seguire il "logos", la ragione, la razionalità, l'equilibrio mentale e psichico, la cultura, l'esperienza, la saggezza, perchè se si sceglie questa seconda strada allora gli interventi da fare dovrebbero portare i belligeranti a "ragionare" e non a continuare a fare a pugni, o a darsi randellate in testa, per dimostrare chi è più "virile" (un caro amico usa una espressione più triviale, e riguarda le misure). E in questo caso dovrebbe "scendere in campo" la diplomazia, magari mettendo da parte il ruolo egemone degli USA che stanno dimostrando uno strano interesse ad ostacolare qualunque processo di pace. E questo anche per impedire l'allargamento della NATO con nuovi ingressi (Finlandia, Svezia, ecc.), anziché pensare a un suo ridimensionamento, nell'ottica di un disarmo globale. Pertanto, anziché scegliere tra la pace o i condizionatori, che è del tutto illogica, perché secondo il governo la "pace" si persegue con le armi anziché con l'arte della diplomazia, occorre invece scegliere tra ritornare alla caverna o colonizzare Marte.

 
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LA FINE DELLA FINE DI UN CICLO

Post n°1053 pubblicato il 09 Aprile 2022 da rteo1

LA FINE DELLA FINE DI UN CICLO

"Finalmente" l'Unione Europea ha fatto un salto in avanti rispetto al ruolo dei presidenti e capi dei governi degli Stati membri. La Von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha potuto sedersi di fronte al presidente dell'Ucraìna senza correre il rischio di restare in piedi e di doversi, poi, sedere sul divano. Spero che abbia goduto del piacere di avere su di sé tutta l'attenzione che ha finora cercato, sia per sé stessa che per far affermare il suo ruolo europeo, rimasto ancora in ombra. Così come lo è tuttora il ruolo della "democrazia", ossia dei "Popoli europei", schiacciati dalle istituzioni (dalle locali alle nazionali e sovranazionali) che pretendono (ed esercitano) il primato assoluto sui cittadini come se questi siano strumentali e non il fine dell'Unione. È ormai cosa fatta anche la costituzione di un nucleo di esercito comune nell'ottica di una "Difesa europea", così come le comuni Politica estera, giustizia, economia, e forse il fisco. Relativamente a quest'ultimo lancio subito un allarme: se si tratta di una normativa fiscale comune, allora ben venga, anche se non vanno trascurate le peculiarità territoriali. Altro, invece, è caricare ulteriori "tasse, imposte e contributi" sui cittadini europei perché in questo caso bisognerebbe opporsi sin da subito e forse mettere anche in discussione il progetto europeo. Non vi è dubbio che il "carrozzone europeo" costi ai cittadini già notevoli risorse ma una cosa è che l'apparato amministrativo, burocratico e le numerose e ridondanti istituzioni sostituiscano quelle nazionali, o le alleggeriscano, le assottiglino, altra cosa, invece, è che ci sia un raddoppio del peso economico-finanziario a carico dei bilanci pubblici degli Stati membri. Faccio un esempio: un esercito europeo. Vuol dire che gli Stati membri non avranno più un proprio esercito, come è ragionevole che sia, oppure quello europeo sarà altro rispetto a quelli nazionali ? E che cosa accadrà rispetto all'esercito della NATO ? Quest'ultima sarà ancora alimentata con personale, mezzi e risorse degli Stati nazionali oppure cesserà di esistere, o resterà soltanto uno strumento degli USA (come, sostanzialmente, è già ora) ? Inoltre, quale sarà la "politica militare" dell'U.E. ? Sarà di "difesa", in linea con la Costituzione italiana, oppure "scimmiotterà" la NATO e deciderà di "esportare la democrazia", i principi e i valori europei (che gli stessi europei spesso non rispettano), di assicurare e mantenere l'ordine pubblico e la sicurezza internazionali ? Perchè in questo secondo caso molti italiani (quelli che oggi vengono superficialmente definiti "pacifisti", o, né né, perché la pazzia ormai predomina e la coscienza critica non esiste più) certamente non sarebbero d'accordo, e a buon ragione. Una cosa, infatti, è una "Difesa europea", altra cosa, invece, è un esercito da impiegare anche per l'offesa, per "invadere" altri territori, anche sotto forma di "esercito di pace". In altri termini, ci sarà un articolo, come l'art.11 della Costituzione italiana, che sancisce il principio del "ripudio della guerra" oppure no ? Come si vede i problemi ci sono. Così come quelli in atto, a causa della guerra tra la Russia e l'Ucraìna. Il governo italiano si è schierato "senza se e senza ma" con la linea americana, recepita "supinamente" dagli Stati europei e dall'UE. È del tutto evidente (a meno che non si voglia mortificare la propria intelligenza) che gli USA hanno deciso di ridurre a mal partito la Russia, loro nemico storico, seppur ormai ridimensionato dopo la scissione dell'URSS. Poco importa, infatti, agli americani del "destino" degli Ucraìni. Né del "destino" degli europei, perché è la loro natura. È nel DNA e la loro "storia" di alcuni secoli ne è la prova più evidente. Gli USA, infatti, stanno utilizzando sia gli ucraini che gli europei per perseguire le loro mire geostrategiche. Ed è un vero peccato che gli ucraìni (ma anche gli europei) non se ne rendano conto, anche a causa del loro presidente convinto,ormai, di essere un "eroe", perchè  ignora la massima: Povero quel Paese che ha bisogno di eroi". Perciò non si parla né si lavora per la Pace. Una pace che sarebbe stata possibile sin da subito, se si fosse deciso di evitare la guerra. Per un "pugno di terra" contesa, c'erano molte soluzioni giuridiche da scegliere (statuto speciale, autonomia amministrativa, ecc.). Invece si è scelta la guerra. Ora si sente dire che la guerra sta facendo stragi di esseri umani; di cittadini inermi; di bambini; ecc. Tutti sembrano sbalorditi del fatto che la guerra sia "disumana". E che questa guerra di Putin sia ancor più "disumana" perché muoiono i bambini, e ci sono milioni di sfollati. È evidente la follia collettiva, perché non esiste alcuna "guerra umana" (per "fortuna" non abbiamo i filmati delle altre guerre combattute dai "paesi civili occidentali"). E tuttavia nulla si fa, seriamente e convintamente, per trovare una soluzione diplomatica (perchè gli USA, lontani dal teatro di guerra, e quindi relativamente al sicuro, non vogliono). Così si continua a mandare armi e munizioni (e forse uomini) all'Ucraina per farla difendere e attaccare, e per impedire che la guerra cessi. L'obiettivo ora dichiarato dagli americani è che bisogna sconfiggere i russi e garantire la vittoria dell'Ucraina. Non lo so se abbia qualche fondamento strategico ma penso questo: mettiamo pure che la Russia possa rischiare di perdere e di dover, poi, accettare di sedersi al tavolo delle trattative con l'Ucraina (e gli USA come registi). È pensabile che la Russia accetti di perdere la guerra con un arsenale nucleare di circa 7.000 testate nucleari ? Perché dovrebbe rinunciare ad utilizzarle ? Se le dovrebbe "conservare" e trasferire in eredità ai futuri leader politici ? Per farsi processare per crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio da un "tribunale speciale" costituito dai vincitori (USA), visto che non può essere processata dalla Corte penale Internazionale (giacchè non ha ratificato il trattato istitutivo, come anche gli USA, la Cina e la stessa Ucraina) ? Ebbene, rebus sic stantibus, credo che continuando così come si sta facendo (con le armi e le sanzioni, sempre più dure), sia a livello nazionale, che europeo e americano ci si stia avviando verso "la fine della fine del ciclo" e i posteri (se ci saranno) di sicuro non rimpiangeranno degli stolti che hanno scelto la guerra come unica strada per risolvere una controversia per "un pezzo di terra", che peraltro appartiene alla natura e non agli esseri umani.

 
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LA GUERRA E' ESSENZIALE E INEVITABILE ?

Post n°1052 pubblicato il 13 Marzo 2022 da rteo1

LA GUERRA E' ESSENZIALE E INEVITABILE ?

Credo che la domanda fondamentale, non più eludibile, sia la seguente: la guerra è  necessaria e inevitabile oppure no ? Non vi è dubbio che se si propenda per la prima ipotesj, ossia la sua necessità naturale, allora non rimane che accettare il "destino". Accettare, così, che periodicamente, per una ragione o per un'altra, ci sia sempre una guerra, perché ciò è  naturale. È allora inutile sbraitare per quella in atto tra la Russia e l'Ucraina, sulla NATO, gli americani e la Cina, perché tutto sta avvenendo così come sarebbe dovuto accadere. Diversamente, se si ritenga, per le ragioni più varie, che la guerra si possa evitare. In questo caso occorre, allora, chiedersi che cosa sia utile fare per impedire che le guerre accadano. Kant aveva redatto un "progetto per la pace perpetua". Una serie di disposizioni che, se da tutti adottate, avrebbero potuto impedire la guerra. Hegel individuava in tale "progetto" una mancanza di effettività in caso di inosservanza dei criteri da parte degli Stati. In altri termini non veniva previsto un organismo dotato di una forza superiore a tutti gli altri Stati al fine di sottometterli alla pace. Per Hegel comunque, la soluzione doveva essere, e non poteva che essere, il diritto, come massima espressione della "ragione". Ora, prendendo per buona questa soluzione (il diritto), va evidenziato che, allo stato, esistono varie fonti normative di diverso grado: in primis, lo statuto delle Nazioni Unite e, per quanto riguarda l'Italia, anche il Trattato di adesione alla NATO e l'art.11 della Costituzione. La guerra in Ucraina ha messo in luce la inadeguatezza dell'ONU quando il conflitto riguardi uno dei cinque Stati titolari del diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza (USA, Cina, Russia, Inghilterra e Francia). Infatti, tutte le sanzioni che sono previste dallo Statuto (es. Art.41) le deve approvare il Consiglio di sicurezza, ma questi a causa del veto,  se opposto da uno dei cinque Stati, non può approvarle. Nè tantomeno può farlo l'Assemblea Generale perché non ha competenza. È evidente, perciò, il difetto di "democrazia" proprio in seno al più alto consesso mondiale deputato ad assicurare la pace tra le nazioni e la sicurezza internazionale. Occorre, perciò, rivedere lo statuto, cancellare il diritto di veto, mettere al centro l'assemblea generale conferendole il potere di usare direttamente la forza. Va anche rilevato che la decisione degli USA di decretare le sanzioni economiche, finanziarie e politiche alla Russia, adottate anche dagli Stati dell'U.E. con la regia delle istituzioni europee, ha ulteriormente ridimensionato il ruolo dell'ONU, privando, così, di legittimità internazionale tali sanzioni. E anche il ruolo della NATO, senza alcun avallo da parte dell'ONU, sta manifestandosi come un conflitto tra gli Stati occidentali e la Russia. In altri termini, una sorta di "resa dei conti" tra l'America e la Russia, con l'Europa che rischia i danni peggiori, mentre più della metà del mondo (quello orientale) è del tutto estranea e comunque poco interessata alle conseguenze della guerra  Eppure si sente spesso dire dai leader politici che "il mondo" ha condannato l'aggressore, ossia la Russia. Ma quale mondo? Ancora una volta l'occidente si identifica col mondo intero dimostrando di non aver ben chiaro che cosa stia avvenendo nella parte orientale della terra (Cina, India, AFrica). Ed è anche una mistificazione quella di far passare il conflitto come uno scontro tra le "democrazie" e le "autocrazie". Nè le prime, che peraltro sono minoranza nel mondo, nè le seconde, infatti, stanno divergendo sulle forme di governo ma stanno invece confrontando soltanto le rispettive forze militari, economiche e finanziarie, quali proiezioni della volontà di potenza degli Stati e delle rispettive mire egemoniche. Sono queste ultime, perciò, le vere e uniche cause, ossia il prodotto della volontà di impiegare la forza e la violenza per imporre la propria supremazia sugli altri Stati, e quindi sugli altri popoli per sfruttarli e trarne dei vantaggi, anche in ordine al tenore di vita (l'occidente, che ha una popolazione di circa 1/5 di quella mondiale consuma circa l'80% delle risorse ). Nel conflitto in corso il ruolo egemonico americano sta spingendo gli stati europei colonizzati dopo la seconda guerra mondiale ad assumere posizioni ostili nei confronti della Russia, anzichè agire secondo le buone tradizioni diplomatiche. Anche le decisioni di aumentare le spese pubbliche per costituire una difesa europea e rinforzare gli eserciti nazionali sono condizionate dall'America e dalla decisione di rinforzare il ruolo della NATO. Finchè gli stati europei, e l'Italia per quanto ci interessa, non risolveranno il problema dell'occupazione americana dei propri territori e non riusciranno ad instaurare relazioni politiche alla pari, rivedendo anche il ruolo della NATO, non ci sarà pace per gli europei, soprattutto con gli Stati dell'est europeo e asiatici. La Russia pur avendo testate nucleari non ha un esercito e mezzi efficienti ed efficaci perciò non è possibile che abbia mire espansionistiche oltre una parte del territorio della Ucraìna. Trattasi, quindi, di informazioni poco credibili quelle che preannunciano una strategia imperialista della Russia. Semmai, è l'America che sta orchestrando e dirigendo la politica di sfiancamento e depotenziamento della Russia utilizzando sia l'Ucraina che gli Stati europei che pagheranno un prezzo incalcolabile mentre, invece  senza l'interferenza americana l'Europa avrebbe perfino potuto costituire un mercato unico allargato anche alla Russia e all'Ucraina. E questa soluzione economica, politica e diplomatica avrebbe portato sicuramente la pace e impedito la guerra. E allora: a chi giova la guerra?

 

 

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LA GUERRA È SEMPRE INGIUSTA ANCHE SE APPARE GIUSTA!

Post n°1051 pubblicato il 12 Marzo 2022 da rteo1

LA GUERRA È SEMPRE INGIUSTA ANCHE SE APPARE GIUSTA!

Gli americani alcuni anni fa coniarono la dottrina della "guerra preventiva". Anche la "guerra giusta" è stata un leitmotiv dell'occidente, quando ha unilateralmente deliberato di aggredire qualche Stato mediorientale, dell'est asiatico, dell'ex Jugoslavia o del Nord Africa e Africa sahariana. Così come pure le "missioni di pace" ma con le armi e non con i ramoscelli di ulivo hanno esaltato i "pacifisti del divano". Ebbene, ogni guerra è sempre "ingiusta" di per sé anche se appaia "giusta" e ogni sua giustificazione è sempre del tutto fuori luogo, e non basta mai a renderla "giusta" il "pensiero unico" o l'intervento di propaganda  e propalazione da parte dei mezzi di informazione asserviti al governo in carica. Certamente il costante "lavaggio del cervello" dei cittadini riuscirà a raggruppare e aggrumare una agguerrita maggioranza favorevole alla guerra (o contro l'aggressore "senza se e senza ma") ma, per fortuna, ci sarà sempre anche una sparuta minoranza che riuscirà a ragionare con la propria testa e a ritenere che "giusto e ingiusto" sono le due facce della stessa "verità" e che nessuno ha mai ragione né torto in assoluto. Perciò quando sta per insorgere un conflitto tra Stati è sempre indispensabile, imperativo, per gli altri Stati estranei, relativamente terzi, entrare nella divergenza e trovare la migliore soluzione possibile. Sia per le parti in conflitto sia per l'intera comunità internazionale. Soprattutto in un mondo "globalizzato", diventato ormai un mercato unico. Non farlo, è gravissimo e se a causa di tale omissione o "neutralità" ne scaturisce una guerra, anche per tali Stati occorrerà applicare delle sanzioni politiche da parte dei loro cittadini, anziché premiarli come a volte accade. Perciò, quando uno "Stato" scenda in guerra, da qualsiasi lato del campo di battaglia si ponga, sia come "aggressore" sia come "aggredito", oppure come sostenitore del primo o come sostenitore del secondo, sta commettendo un'azione sbagliata politicamente, economicamente, moralmente, eticamente, civilmente, religiosamente, pertanto, all'esito del conflitto (che finirà sempre male per tutti, soprattutto per i più deboli socialmente) ogni cittadino superstite ha il dovere di "punire" «senza se e senza ma» i suoi governanti. E questo perché nessun cittadino dev'essere privato della sua vita a causa di una "guerra" che ha sempre come fondamento le mire espansionistiche, la volontà di potenza, l'affermazione della propria forza militare, economica e finanziaria degli Stati. Nei tre millenni di storia di morti in guerra ce ne sono stati purtroppo già milioni. Anche le "guerre sante", del lontano medioevo, hanno fatto stragi immani, peraltro nel nome di un Dio del tutto estraneo, e forse contrario (ma questo non lo sapremo mai). Ecco, allora, perché è necessario convincersi, definitivamente, che "la guerra è sempre ingiusta",anche se fosse necessaria e inevitabile secondo la visione della sintesi hegeliana. Relativamente alla guerra in atto tra la Russia e l'Ucraina, con alle spalle diversi Stati, si dice che Putin è un "pazzo", un tiranno, un dittatore ed è il male. Ebbene, se è il "male", dall'altra parte ci dev'essere il "bene". A vedere le stragi che stanno avvenendo sul territorio ucraino, le distruzioni di immobili civili, strutture sanitarie, industriali e belliche, sembra che il "bene", se esista, sia altrove e non dove lo si vuole per forza vedere perché dove ci sono morti inermi, bambini, vecchi e donne in fuga non ci può essere mai il "bene". E neppure è possibile discettare tra cosa sia giusto o ingiusto. Ma si dirà che ciò è conseguenza dell'aggressore. Va bene. Ma cosa ha fatto l'altro, l'aggredito, per impedire che tutto questo accadesse ? e dov'erano tutti gli altri Stati che si sono riuniti nella sfarzosa e sfavillante reggia di Versailles a celebrare se stessi e la gloria del passato quando era possibile ancora evitare le tanti inutili stragi ? e l'America, che certamente sapeva dove si sarebbe andati a finire, ha la dignità di Stato morale e di guida degli altri Stati satelliti ?  Dalla fine della seconda guerra mondiale l'Europa, costruendo tanti carrozzoni istituzionali con le risorse dei cittadini, era riuscita a dare in cambio un po' di pace e ad illudere i cittadini che i "valori" della rivoluzione francese, dell'eguaglianza, della libertà, della fraternità ma anche della pace fossero delle tappe ormai conseguite e consolidate. Invece è crollato tutto in un battibaleno. E perché ? Perché in ogni europeo c'è contestualmente un Putin e uno Zelenskyj e sono solo le circostanze a fargli assumere le vesti dell'uno o dell'altro. Soltanto questa consapevolezza, ossia che il male e il bene sono in ogni essere umano, si potrà consentire agli uomini di evolversi nel senso del dogma che "la guerra è sempre ingiusta" anche quando appaia come "giusta". Ma forse ci vorranno ancora dei secoli, sempre che il conflitto non degeneri in guerra nucleare o che i mutamenti climatici e geomorfologici non risolvano definitivamente il destino terreno degli esseri umani. 

 
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...CHE SIA GUERRA NUCLEARE... SE LO VUOLE LA FOLLIA.....

Post n°1050 pubblicato il 09 Marzo 2022 da rteo1

...CHE SIA GUERRA NUCLEARE... SE LO VUOLE LA FOLLIA...

Ebbene, ne prendo atto: la maggioranza, soltanto perché maggioranza (si dice che sia pari a circa i 4/5 dei cittadini italiani ed europei), ha "ragione", ed è nel giusto a prescindere. Ne deriva, perciò, che la esigua "minoranza" (tra cui Cacciari, Montanari, Sansonetti, Landini, Fratoianni, Bertolini, Orsini, e anch'io, seppur marginale e insignificante) ha sempre "torto", ed è sempre nell'errore., anche quando dimostri di avere tanto buon senso, equilibrio psicologico, morale e intellettuale rispetto alla "maggioranza numerica".

Ormai la "maggioranza" non consente alcuna diversa interpretazione dei fatti ed è categorica nell'affermare che bisogna sostenere la resistenza ucraina contro il dittatore Putin, senza se e senza ma, e guai a chi sostenga che occorra "trattare", mediante la diplomazia (anche sostenendo la resistenza). E peggio ancora se si dà credito a Freud secondo il quale in ogni essere umano regna sia Eros che Thanatos, per cui le pulsioni distruttive sono in ognuno, tanto che si potrebbe semplificare dicendo che sia Putin che Gandhi sono in ciascuno di noi. Quindi ogni "pacifista" è anche un "guerrafondaio" e tutto dipende dalle circostanze in cui egli si trova a giocare la partita.

L'Italia, rompendo una consolidata tradizione "pacifista" (di ripudio della guerra), ha decretato di inviare le armi all'Ucraina, ma celando l'elenco allegato al decreto ministeriale, mediante l'apposizione del sigillo della segretazione. A causa di questa decretazione la Russia ha incluso anche l'Italia tra gli Stati nemici. Molti si sono espressi sull'interpretazione dell'art.11 della Costituzione per dire che è costituzionale inviare le armi, ma personalmente sono a fianco di quei pochissimi costituzionalisti che hanno interpretato il "ripudio" e la difesa della Patria (art.52 Cost.) in senso restrittivo e consuetudinario ritenendo che il diritto internazionale ed europeo non possano violare il principio cardine della sola difesa della Patria voluta dal Costituente.

Ma comunque il problema è un altro. Il presidente Ucraino continua a dire che gli Stati europei e la NATO devono mostrare i "muscoli" (i co....ni), e dichiarare la NO-FLY-ZONE sui cieli dell'Ucraina per impedire ai russi il sorvolo e gli attacchi al suolo. Questa decisione certamente farebbe entrare ufficialmente in guerra la NATO (sostanzialmente gli USA), l'U.E. e l'Inghilterra, che con le sue 270 testate nucleari non vede l'ora (come anche la Francia, che ne  ha oltre 200). Anche perché visto che il "teatro di guerra" è  nel "cuore" dell'Europa sarà solo questa interamente rasa al suolo, unitamente alla Russia, mentre gli USA dovrebbero limitare i danni, ridimensionando (nell'immediato) anche le mire espansionistiche cinesi. Non vi è dubbio che se questo dovesse accadere vorrebbe dire che ormai è solo la follia a guidare le azioni di tutti i leader occidentali. Percio anche ZELENSKYJ non riuscirebbe ad affermare le sue ragioni (peraltro discutibili, giacché sta facendo massacrare i suoi connazionali avendo finora escluso ogni salutare negoziazione) che -come dice la maggioranza - sarebbe dalla parte giusta perché è in guerra per djfendere la "democrazia" contro l'autocrazia, per la libertà contro la tirannia, per la sovranità dell'Ucraina contro il despota invasore. Con l'entrata in guerra della NATO con gli altri Stati europei si invertirebbe anche il rapporto di forze, che ora vede la Russia prevalere sull'Ucraina. Ovviamente, questa scelta aprirebbe la strada alla terza guerra mondiale e l'uso di bombe e missili nucleari, tuttavia sarebbe COERENTE, secondo il PRINCIPIO aristotelico di NON CONTRADDIZIONE, e forse "giusta" secondo il pensiero "illuminato" (?) della "maggioranza".

Personalmente continuo, invece, ad essere convinto dell'assurdità di una tale scelta (e non per "paura", anzi sono sereno perchè credo nel ritorno all'origine e nel Tutto da cui siamo temporaneamente usciti), così come continuano a sostenerlo Cacciari e pochi altri, e sono arciconvinto che soltanto una buona diplomazia (è forse questo il vero problema, perché in circolazione ci sono soltanto "nani" e non veri statisti, anche  nelle diverse istituzioni, a tutti i livelli) potrà essere utile alla causa, proponendo uno "statuto speciale" (come ho già scritto) per le aree dell'Ucraina oggetto della controversia e una minima garanzia ai russi che non si troveranno i missili della NATO schierati alle frontiere dell'Ucraina. Rinviando poi al futuro le altre e diverse decisioni che  soltanto il futuro ha in serbo, e che noi tutti ignoriamo, come ha ben insegnato Hegel col suo saggio  "fenomenologia dello spirito" del mondo.

Diversamente, invece, la "maggioranza" degli italiani, degli europei e degli americani, ascoltino, allora, il presidente ucraino ZELENSKYJ, che ha "ragione" (secondo il suo punto di vista, ovviamente, e anche ai sensi del PRINCIPIO ARISTOTELICO DI NON CONTRADDIZIONE), e sia finalmente  GUERRA NUCLEARE, perchè tanto, male che vada, ci sarà sempre e comunque un'altra specie sulla terra che certamente sarà migliore degli esseri umani e che forse riuscirà a far vivere tutti in pace nel rispetto del biosistema e dell'ambiente.

 
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