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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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Messaggi del 13/01/2014

DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI

Post n°660 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da rteo1

DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI

Si legge sul “Corriere della Sera” (del 13.1.2014, p.8, a firma di V. Piccolillo) che “Il leader Ncd, vicepremier e ministro dell’interno, Angelino Alfano, alza la voce: <<De Girolamo è stata abusivamente e illegalmente intercettata, quando non era neppure ministro, ed è una barbarie che di quelle intercettazioni si faccia mercimonio. Non sono intercettazioni giudiziarie autorizzate da un pm ma frasi rubate in un domicilio privato da parte  di chi a questo domicilio privato ha avuto accesso grazie alla fiducia di chi gli ha aperto la porta>>. E’, indubbiamente, una attestazione di solidarietà nei confronti di una “Collega” sia di partito che di governo; tuttavia, pur riconoscendo che ogni opinione va rispettata, non si può non marcare la totale disapprovazione e presa di distanza per quanto affermato dal ministro. La ragione è semplice: non vi è dubbio che sul piano strettamente formale egli possa aver detto anche qualche verità. Il soggetto che ha “rubato le frasi” ha probabilmente tradito la fiducia di colei che gli aveva aperto la porta di casa; e anche che si tratta di “intercettazioni abusive e illegali” (seppur non si comprenda che senso ha avuto puntualizzare “quando non era neppure ministro, come se solo per questo ruolo - peraltro non è vero - potrebbe essere consentito intercettare o avere i fatti qualche rilevanza pubblica) ma un ministro dell’interno non può non tener conto anche della sostanza dei fatti, quando ormai questi sono diventati di pubblico dominio. In altri termini, egli, al di là della opportunità, forse, di riservarsi qualunque commento in attesa degli sviluppi, soprattutto sul piano politico, se proprio avesse ritenuto indispensabile dire la sua, anzitutto avrebbe dovuto chiarire che parlava quale leader di partito (e cioè alla sua parte e per i suoi elettori, che rappresenta) e non come ministro della Repubblica (istituzionalmente rappresentante di tutti i cittadini italiani), ma poi inevitabilmente avrebbe dovuto anche dire che cosa egli ne pensasse dei fatti resi pubblici dal “direttore amministrativo dell’ASL di Benevento”. I fatti, quindi, veri oppure no, una volta che sono stati resi noti ai cittadini non possono essere assolutamente cancellati, ma vanno necessariamente spiegati, chiariti, se si vuole impedire che si accumulino ulteriori dubbi o sospetti sui comportamenti di un uomo (o una donna, come in questo caso) che ha un ruolo istituzionale di primo piano (ma varrebbe la stessa regola per incarichi pubblici meno rilevanti) e che è formalmente investito di funzioni di governo. Diversamente, si correrebbe il rischio di sentirsi opporre, un domani,  la stessa garanzia  da parte di un criminale che fosse stato “abusivamente e illegalmente intercettato” o qualora gli fossero “rubate delle frasi” in un suo rifugio segreto da parte di un sodale. Ecco, perché, seppur legalmente, e  forse penalmente, irrilevanti tutte le registrazioni relative alla vicenda di cui sopra, si rende indispensabile non “gettare l’acqua sporca col bambino” ma approfondire tutta la vicenda, anche per assicurare il diritto di difesa, che altrimenti verrebbe leso, oltre che la dignità e l’onore, che non restano salvaguardati per il solo fatto di contestare la legittimità o meno delle “prove acquisite a carico” bensì dalla totale infondatezza di queste, oltre alla assoluta estraneità rispetto ai fatti addebitati. E seppur può apparire eccessivo ad alcuni, non va trascurato che oggi la credibilità delle istituzioni è fortemente scemata, e la causa non è soltanto dei cittadini, a cui si imputa di non saper scegliere i propri rappresentanti, ma di questi ultimi che non riescono più a dare dignità al ruolo che rivestono, lasciandosi avviluppare dalle proprie beghe domestiche e dai legacci familiari e pseudopolitici. E una condanna politica non escluderà neppure gli eventuali compagni di ventura che tentassero di smarcarsi senza prendere una posizione chiara e netta, ricordandosi che “chi pratica lo zoppo impara a zoppicare” e “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.

 
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