Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

I Moore XXXII

Post n°204 pubblicato il 11 Ottobre 2016 da christie_malry







"Tutto questo è atroce e...inaccettabile!" Mugugnai sconvolto. La vecchia
mi puntò contro il suo cannone da bisonti e mormorò piano: "Spero non
vorrai metterti fra me e la scienza, ragazzo." "Ma non si tratta  di scienza"
Feci implorante "Quel meteorite è...infetto, o non so che altra definizione
trovare; contagia una buona fetta di popolazione che si trova a passare
nel suo circondario. è importante disinnescarlo, non sfruttarlo per vantaggi
personali o interessi di uno Stato sull'altro!" "Bella lagna. Non starò ad
ascoltarti, guardiacaccia. gli studi su quella roba proseguiranno e mi
porteranno guadagni e successo, potrei diventare una leggenda per
la mia nazione." Mi allontanai di qualche passo dal cannone sgranato
grattandomi la testa, sembrava che l'aria del posto avesse fatto dare
di volta il cervello a tutti quelli che v'erano coinvolti. Nel frattempo udivo
gli echi delle detonazioni sparse per la foresta. Era la truppa di Claudine
Shilton e Floyd che saldava il conto a quegli strani mostri che avrebbero
preteso di impalarmi e di mettermi a fuoco lento. Ero confuso. Da una
parte v'era il sollievo per avere salvato la pelle, dall'altra il terrore che
quella dannata cosa venuta dallo spazio non cessasse di combinare
guai. Cercai con lo sguardo Michael Mercier, il tecnico chimico a cui
avevo aperto un buco in pancia e lo vidi, disteso seduto, con una grande
fasciatura che gli drappeggiava il torace. Lo avvicinai cautamente e
mi accoccolai al suo fianco "Dispiace per la ferita" Dissi "Ma te la
caverai. è stato un gesto istintivo, di rabbia. Come hai potuto accettare
tutto ciò fino adesso? Sembri una persona in gamba." "Sono stanco,
Gleason. Forse bucandomi la pancia mi hai sturato anche il cervello.
Mentre eri svenuto ho visto cose allucinanti e non è giusto trattare
così dei malati, come fossero scarafaggi da schiacciare". Indicò la
Catasta di cadaveri appoggiata al muro dei Moore "Ci deve essere
una soluzione diversa." Io tastai la bottiglietta di ricavato dall'acido
lisergico che tenevo in tasca. "Cos'è veramente questa roba, Mercier?"
Lui girò la testa fissandola: "Ancora non ha un nome. So che provoca
forti allucinazioni e una...fottuta sensazione di benevolenza verso il
mondo intero, tranquillità, quiete, fissità, come se stessi affrontando
un viaggio cosmico nel cervello..." "Lo hai provato?" "Certamente"
Può durare anche ventiquattro ore. L'effetto intendo." "Ma come
accidenti è possibile che interferisca con le proprietà di quel dannato
meteorite?" "Non chiedermelo. Non ho una spiegazione per tutto.
Forse è un dono di Dio." Io lo stavo ad ascoltare, pensoso, e intanto
fissavo il pozzo di casa Moore. In una pausa della caccia tutti i killers
sarebbero venuti ad abbeverarsi a quella fonte e Io forse sapevo come
fare buon uso di quella sostanza che mi tremava in mano.







(Continua)









 
 
 

I Moore XXXI

Post n°203 pubblicato il 07 Ottobre 2016 da christie_malry







Mi svegliai con l'odore di polvere da sparo nelle narici e dei cadaveri
ammassati contro il muro principale di casa Moore. Erano i poveri
disgraziati che avevo tentato di salvare prima di essere tramortito.
Mi sollevai con un gran mal di testa e fui stupito dal trovarmi al
fianco Philip Stone. "Non l'hanno ancora uccisa?" Domandai senza
raccapezzarmi. "Ho denaro da parte." Mi rispose "Li ho comperati,
e poi avranno sempre bisogno di una cavia collaborativa che non
siano quei selvaggi che John Baptist Moore sta nascondendo nella
foresta. "Li stanno rastrellando, vero?" "Quanto è vero Iddio." Mi
girai di scatto e vidi una donna anziana seduta su una sedia a dondolo
con in mano un fucile da bisonti. "Claudine Shilton, suppongo." "Ha
indovinato. E lei deve essere il giovane guardiacaccia Alfred Gleason.
Quello destinato allo spiedo." "Già. In un certo senso vi debbo ringraziare."
"Ah, è stato un caso. Da tanto tempo volevo venire a mettere ordine
in questo bordello. Il fato ha voluto che, incidentalmente, le salvassimo
la vita." "Dov'è John Baptist Moore?" Chiesi, con un tono di leggera
apprensione nella voce. "Appena hanno saputo che stavamo piombando
su di loro si sono dati tutti alla fuga in modo disordinato. Un Si Salvi Chi
Può. Sono scappati in mezzo ai boschi, ma come può sentire dagli spari
la loro sorte è segnata. Li stiamo abbattendo uno dopo l'altro come cani
rabbiosi, con il benestare del nostro caro sceriffo Floyd." "Quello a cui
debbo il bernoccolo sulla testa, immagino." "Lei era troppo agitato,
ragazzo. Perché voleva salvare quelle mostrusità che si annidavano
nella casa?" La voce mi tremò leggermente: "Erano vittime. Esseri
innocenti catturati dai Moore e accoliti. Non c'entravano nulla con le
porcherie, ed è stato uno schifo ucciderli." "Non avrebbe preteso che
ci facessimo carico di quelle deformità? Non erano più nemmeno
esseri umani per un quarto." "Farete una strage, per intenderci?"
"Lei è perspicace ragazzo. Di tutta quella genia non resterà nemmeno
il ricordo. L'unico mio rammarico è che vorrei i tre Moore davanti ai
miei occhi per fargli saltare il cranio personalmente con questo cannone,
ma capisco che sarà complicato e non si può avere tutto nella vita."
Mi voltai improvvisamente e vidi che alcuni degli uomini della Shilton
stavano portando con molta cura il materiale per analizzare il meteorite
all'esterno. Lo avevano ricoperto con dei teli bianchi. "Ehi, un momento"
Feci "Quelle diavolerie vanno distrutte, non curate come opere del Louvre.
sono loro alla base di tutta la devastazione!" La signora Claudine sorrise
con affabilità, come si rivolgesse a un deficiente: "E lei crede che abbiamo
fatto tutto questo sforzo solo per cancellare i Moore e accoliti dalla faccia
della terra? Io, personalmente, mi baso sulla legge del Mercato: Domanda
e Offerta."







(Continua)








 
 
 

I Moore XXX

Post n°202 pubblicato il 03 Ottobre 2016 da christie_malry

 







Attesi cinque minuti, poi scostai Mercier dall'ingresso e diedi un'occhiata
nel cortile. Non v'era più nessuno. Lo spiedo sfrigolava sopra gli ultimi
tizzoni come un cappio nudo abbandonato al vento. Un vento improvviso
sollevava le foglie dal terreno e le sbatteva a destra e a sinistra. L'aria
sembrava ancora satura del lezzo di infermità e morte che l'aveva
abitata sino a poco tempo prima. Il pulviscolo dei primi raggi del sole
forava le cime degli alberi nell'istante in cui feci un passo all'esterno.
La calma era terrificante e provai a immaginare quegli strani esseri
in agguato sulle colline tutt'intorno, ma (chissà perché) non mi riusciva
bene. La mia testa e il mio sesto senso mi dicevano che John Baptist
Moore e i suoi si erano volatilizzati come al risveglio da un cattivo sogno.
E l'avvenimento aveva dell'incredibile. "Ehi, tecnico! Cos'è successo?
Dove sono spariti tutti? Non mi ci raccapezzo." Prima ancora che Mercier
mi rispondesse udimmo il rumore di decine di automobili e autocarri
risalire la stretta strada che conduceva alla proprietà Moore. Fu questione
di una lieve attesa che sbucarono in solenne fila indiana davanti ai nostri
occhi sbarrati e si disposero in qualche maniera attraverso tutto il terreno.
Dalla prima automobile discese un'anziana signora che mi squadrò come
per decidere se fossi amico o nemico. Mentre mi fissava scesero dai loro
mezzi anche una trentina di individui nerboruti e armati di fucili di grosso
calibro. Con mio sorpresa notai finalmente al fianco della vecchio il mio
sceriffo Floyd. "Cosa succede?" Ebbi la forza di balbettare. "Ciao, Alfred.
alla fine, come vedi, abbiamo deciso di fare un po' di pulizia. Tutti quelli
che vedi sono volontari della legge impegnati a spazzare via i Moore e
la loro genia. Questa signora al mio fianco è Claudine Shilton, la legittima
proprietaria di questa terra e di quello che la circonda. é venuta a fare
valere i suoi diritti dopo avere udito storie aberranti sulle malefatte dei
parenti. Ehi! Ma cos'è quel gigantesco spiedo?" "Feci un gesto vago con
la mano: "Volevano arrostirmici sopra, ma gli è andata male." Nel mentre
che parlavamo alcuni degli uomini della scorta alla signora erano entrati
nella casa e avevano cominciato a sparare. "Un momento! Che succede?"
Floyd mi trattenne per un braccio: "Lasciali agire. Sanno quello che fanno."
"Ma dentro c'è gente innocente. Dei poveri disgraziati! Erano le vittime
degli esperimenti dei Moore e dei loro complici. Non sono degli assassini
e nemmeno dei furfanti." Cercai di divincolarmi ma lo sceriffo mi tratteneva
come una furia. Alla fine sentì un colpo pesante alla testa e caddi a terra
perdendo i sensi.







(Continua)









 
 
 

I Moore XXIX

Post n°201 pubblicato il 28 Settembre 2016 da christie_malry







"Allora siamo tutti nella stessa barca. Vai sulla porta e digli quello
che ti ho appena suggerito." Sparai ancora, questa volta verso l'alto,
facendo un buco poderoso nel soffitto della stamberga. Mercier
assentì vorticosamente mentre potevo percepire l'agitazione
propagarsi fra le file di quegli che ci attendevano, là fuori. L'ondata
di paura e perplessità superava le pareti e mi giungeva alle narici,
impregnandomi ancora più di violenza e brutale determinazione.
Il chimico si levò dal pavimento e con passo esitante si portò verso
l'ingresso sempre tenendosi la pancia. Io tolsi la barricata e gli
intimai di aprire la porta mentre gli strani personaggi che popolavano
la casa si raccoglievano in un angolo, intirizziti dalla paura. Mercier
uscì fuori, leggermente all'aperto e Io mi tenni indietro di qualche
passo posando il fucile a canne mozze e impugnando il winchester
semiautomatico. Davanti a me vedevo ondeggiare la schiena del
tecnico e cominciai a udirne le parole smozzicate: "John Baptist
Moore, ascoltami! Il tizio ha intenzione di demolire tutta l'attrezzatura
e contaminare i pezzi di meteorite se non verrà lasciato passare.
Sgomberate il campo o farà saltare tutto, poco gli importa che sotto
ci rimanga anche lui. L'ho conosciuto. Mi senti?" Il silenzio più
implacabile lo accolse. "Ha aperto un buco in pancia anche a me.
Non si fa scrupoli. Penso che abbia anche delle granate con sé.
Lascialo andare o ci perderemo tutti." Potevo immaginare i conciliaboli
in corso fra gli assedianti. I loro dubbi e le loro perplessità e temevo
che il mio bluff alla fine sarebbe stato scoperto. Nella realtà cercavo
solo di guadagnare tempo per fare esplodere l'intera baracca e il
prezioso materiale di ricerca che vi stava. Poco mi importava che
mi lasciassero passare a mani nude; ero fermamente intenzionato a
distruggere i progressi che avevano fatto quei serpenti nell'analisi dei
reperti. Così volevo unicamente che quei delinquenti si scostassero
di un centinaio di metri per potere agire indisturbato nel minare
l'abituro dei Moore, se avessero preteso di restare nei paraggi mentre
uscivo con il tecnico sarei stato perduto. "Arretrate di ducento passi!"
Urlai dalle spalle di Mercier. Il silenzio più assoluto mi accolse ancora
una volta.







(Continua)








 
 
 

I Moore XXVIII

Post n°200 pubblicato il 24 Settembre 2016 da christie_malry







Mercier si appoggiò contro il muro e penso contasse fino a cento prima
di prendere una decisione. Allora lo incalzai decisamente e gli dissi che
non mi sarebbe costato molto completare l'opera facendogli la pelle.
"Cosa vuoi sapere?" Mi replicò in un grugnito. "Qualcosa di cui quei
mostri là fuori abbiano paura... Per i Moore il materiale è quanto di più
sacro e importante possa esistere, ebbene: esigo uno spauracchio,
una sostanza che danneggi le proprietà di quel dannato meteorite o
che ne infici la purezza rendendolo inutilizzabile o comunque confuso."
Il chimico provò a sogghignare sempre tenendosi la pancia. "Oh, cielo,
come barzelletta non è male. Il fuoco non la danneggia anche se quei
cialtroni là fuori non lo sanno. Qualsiasi reagente chimico testato sinora
non l'ha nemmeno scalfita o infastidita. E tu pretendi che Io conosca il
modo per danneggiarla? Sei più ingenuo di quanto pensassi, amico
guardiacaccia." Sollevai allora il cane del fucile a canne mozze e
glielo appoggiai alla fronte. Mercier si fece circospetto e cominciò a
sudare profusamente. "Aspetta, maledetto assassino. C'è un tizio a
Basilea chiamato Hofmann che sta sintetizzando una sostanza a base
di acido lisergico, che si trova in un fungo parassita della segale. Noi
del laboratorio ne abbiamo ottenuto dei campioni e abbiamo notato che,
cristallizzato con la sostanza del meteorite ne indebolisce la struttura
sino a renderlo meno efficace nelle sue proprietà mutanti. Forse è nulla
di che ma ci stiamo lavorando sopra." "Scommetto che ne hai una piccola
scorta anche in questa stamberga, o sbaglio?" Il chimico si sollevò in piedi.
La piccola emorragia s'era arrestata e lui con cautela procedette verso una
madia sistemata nella vecchia cucina dei Moore. La aprì e ne estrasse una
minuscola bottiglia con sopra un'etichetta con strani geroglifici. "è questa?"
Il tecnico annuì, Io la scrollai per vederla fluidificarsi. Poi tolsi il tappo e
l'annusai. Non odorava di nulla e possedeva uno strano colorito arancione.
"A che ti servirà? A versarla sui pezzi del meteorite non si ottiene nulla."
"Questo è quello che sappiamo Io e te, non certo quei deficienti là fuori.
Adesso tu uscirai da quella porta e dirai a tutti che il guardiacaccia
Alfred Gleason possiede una sostanza in grado di annichilire tutto il
loro materiale, e che se non troveremo una via di fuga ne saprà fare
rapido uso rendendo inutile gli sforzi fatti per arricchirsi con quella merda
venuta dallo spazio." "Penseranno a un brutto tiro. Non ti crederanno
mai, Gleason." "Io penso che valga la pena di tentare; anche per loro
è cinquanta e cinquanta. Se ho trovato veramente il modo per rovinare
i loro sporchi affari sono con l'acqua alla gola. Addio trasloco e addio
piani per cinque-sei ville con cani da guardia e automobili di lusso.
Dovranno rifletterci bene. La mia, forse anche la tua pelle contro i
loro guadagni facili." "Gleason, ascoltami, anche i Moore si stanno
sfaldando. Stanno diventando ciechi ed è gente con le spalle al muro."







(Continua)








 
 
 

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