trampolinotonante
ad majora....COMUNICAZIONE: i testi, i disegni, i quadri, le musiche e qualsiasi altra cosa pubblicata in questo blog sono mia produzione e, pertanto, protetta dalla legge sul diritto d'autore.
Non è il mondan romore altro ch'un fiato
di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perché muta lato.
****** ( Purg. XI)
Messaggi di Gennaio 2015
Post n°472 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da trampolinotonante
******** * Son gli Dei spettator', la terra è scena, e noi siam gl'istrioni ond'ella è piena Luigi Alamanni
https://www.youtube.com/watch?v=BBh5UChNO5Y
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Post n°471 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da trampolinotonante
* ****** * il sonno della ragione ** **** amiche e amici tutti. **** ********************************** Un sopravvissuto di Varsavia" per voce recitante e orchestra, Op.46 di Arnold Schoenberg Care amiche e cari amici, in occasione della Giornata della Memoria, vi propongo una esecuzione dell'opera da Schoenberg, capolavoro assoluto e definito dal mondo intero il più grande monumento musicale composto per commemorare l'Olocausto! éé L'esecuzione del brano da parte dell'orchestra Bamberger Symphoniker diretta da Horts Stein con il grandissimo Hermann Pray , voce recitante. **** Per chi volesse saperne di più ** TESTO originale I cannot remember everything. I must have been unconscious most of the time. I remember only the grandiose moment when they all started to sing, as if prearranged, the old prayer they had neglected for so many years - the forgotten creed! But I have no recollection how I got underground to live in the sewers of Warsaw for so long a time. The day began as usual: reveille when it still was dark. Get out! - Whether you slept or whether worries kept you awake the whole night. You had been separeted from your children, from your wife, from your parents; you don't know what happened to them - how could you sleep? The trumpets again - Get out! The sergeant will be furious! They came out; some very slow; the old ones, the sick ones; some with nervous agility. They fear the sergeant. They hurry as much as they can. In vain! Much too much noise, much too much commotion - and not fast enough! The Feldwebel shouts: "Achtung! Stilljestanden! Na wirds mal? Oder soll ich mit dem Gewehlkolben nachhelfen? Na jutt; wenn ihr's durchaus haben wollt!" The sergeant and his subordinates hit everybody: young or old, quiet or nervous, guilty or innocent. It was painful to hear them groaning and moaning. I heard it though I had been hit very hard, so hard that I could not help falling down. We all on the ground, who could not stand up were then beaten over the head. I must have been unconscious The next thing I knew was a soldier saying: "They are all dead", whereupon the sergeant ordered to do away with us. There I lay aside - half-conscious. It had become very still - fear and pain. Then I heard the sergeant shouting: "Abzählen!" They started slowly and irregularly: one, two, three, four - "Achtung!" the sergeant shouted again, "Rascher! Nochmal von vorn anfangen! In einer Minute will ich wissen, wieviele ich zur Gaskammer abliefere! Abzählen!". Thein began again, first slowly: one, two, three, four, became faster and faster, so fast that it finally sounded like a stampede of wild horses and all of a sudden, in the middle of it they began singing the Shema Ysroël. _________Shema Ysroël Adonoi, Elohenu, Adonoi echod; Vehavto et Adonoi elohecho bechol levovcho, uvchol nafshecho Uwechol meaudecho. Vehoyù had e vorim hoéleh asher onochi metsavacho hajom al levovechò veshinantòm levonechò vedibarto bom beschitechò, bevetecho uv'lechetecho vadérech uvshochbecho evkumechò. TRADUZIONE Non posso ricordare ogni cosa. Devo essere rimasto privo di conoscenza per la maggior parte del tempo. Ricordo soltanto il grandioso momento quando tutti cominciarono a cantare, come se si fossero messi d'accordo, l'antica preghiera che essi avevano trascurato per tanti anni - il credo dimenticato! Ma non so dire come riuscii a vivere nel sottosuolo nelle fogne di Varsavia, per un così lungo tempo. Il giorno cominciò come al solito: sveglia quando era ancora buio. Venite fuori! - Sia che dormiste o che le preoccupazioni vi tenessero svegli tutta la notte. Eravate stati separati dai vostri bambini, da vostra moglie, dai vostri genitori; non si sapeva che cosa era accaduto a loro - come si poteva dormire? Di nuovo le trombe - Venite fuori! Il sergente sarà furioso! Vennero fuori; alcuni molto lenti; i vecchi, gli ammalati; alcuni con agilità nervosa. Temono il sergente. Si affrettano quanto più possibile. Invano! Molto, troppo rumore, molta, troppa agitazione - e non svelti abbastanza! Il sergente urla: "Attenzione! Attenti! Beh, ci decidiamo? O devo aiutarvi io con il calcio del fucile? E va bene; se è proprio questo che volete!" Il sergente e i suoi aiutanti colpivano tutti; giovani e vecchi, remissivi o agitati, colpevoli o innocenti. Era doloroso sentirli gemere e lamentarsi. Sentivo tutto sebbene fossi stato colpito molto forte, così forte che non potei evitare di cadere. Eravamo tutti stesi per terra, chi non poteva reggersi in piedi era allora colpito sulla testa. Devo essere rimasto privo di conoscenza. La prima cosa che udii fu un soldato che diceva: "sono tutti morti", al che il sergente ordinò di sbarazzarsi di noi. Io giacevo da una parte - mezzo svenuto. Era diventato tutto tranquillo - paura e dolore. Fu allora che udii il sergente che gridava: "Contateli!". Cominciarono lentamente e in modo irregolare: Uno, due, tre, quattro - "Attenzione!" il sergente urlò di nuovo, "Più svelti! "Cominciate di nuovo da capo! Fra un minuto voglio sapere quanti devo mandare alla camera a gas! Contateli!". Ricominciarono, prima lentamente: uno, due, tre, quattro, poi sempre più presto, sempre più presto tanto che alla fine risuonò come una fuga precipitosa di cavalli selvaggi, e tutto ad un tratto, nel mezzo del tumulto, essi cominciarono a cantare lo Shema Ysroël! Ascolta Israele, il Signore è il Dio nostro, il Signore è uno. Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. e saranno queste parole che io ti comando oggi, sul tuo cuore e ripeterai ai tuoi figli e ne parlerai con loro, stando nella tua casa camminando per la via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. ***** Tra i capolavori scritti da Schoenberg l'opera "Un sopravvissuto di Varsavia" rappresentò una vera rivoluzione della musica. Nelle sue opere, difatti, la melodia scompare, il ritmo non è più regolare e il canto si trasforma in una specie di parlato, una declamazione intonata su suoni dai timbri particolarissimi. Fu scritta nel 1947 con l'intento di rievocare la persecuzione contro gli Ebrei da parte della Germania di Hitler. "....L'opinione pubblica americana era fortemente impressionata dalle testimonianze sulle brutalità commesse dai nazisti durante gli anni della seconda guerra mondiale, sull'olocausto di milioni di ebrei rinchiusi nei campi di concentramento e uccisi nelle camere a gas, ed è proprio dalla testimonianza di uno di loro che Schoenberg dà vita a quest'opera....." (Pinto) Il testo, scritto dallo stesso Schoenberg, è una testimonianza letteraria molto intensa e significativa. La prima esecuzione si tenne nel 1948 negli Stati Uniti; l'opera fu eseguita due volte: dopo la prima il pubblico rimase in religioso e commosso silenzio, alla seconda dimostrò il proprio consenso con una vera ovazione. Il testo dell'opera inizia con una breve introduzione dell'orchestra: pochi secondi di musica rendono bene lo scopo dell'opera, cioè aiutare a riflettere sull'assurdità dello sterminio degli ebrei facendo risaltare tutta la ferocia e la crudeltà alla quale sono stati sottoposti milioni di persone. Ecco da dove nasce il forte impatto emotivo della musica, caratterizzata da una sempre cresente drammaticità: gli squilli di trombe, le dissonanze, i crescendo improvvisi creano intorno a noi, con tutta la loro efficacia, una scena straziante, fatta di dolore e di morte. La musica dunque non si limita a sottolineare l'incisività già presente nel testo dell'opera, ma contribuisce in maniera determinante a ricostruire la scenografia e a ricreare l'ambientazione dei fatti narrati. Si tratta di un opera in un unico movimento, l'organico è molto originale, orchestra, coro maschile e una voce recitante, che narra con una recitazione libera, presto trasformata in un grido quasi intonato, la vicenda di un uomo sopravvissuto ad uno sterminio in un campo di concentramento, soffermando i suoi ricordi sulle voci e le sensazioni vissute in quel momento. La musica, in stile dodecafonico, segue con precisione i vari momenti della storia, in diversi momenti sembra commentare in modo freddo e realistico attraverso frasi scarne e concitate, il racconto della voce recitante, i suoni sono aspri e graffianti, esplosivi in dati momenti, gli strumenti a percussione presenti nell'organico (xilofono, castagnette, tamburi e grancassa) contribuiscono notevolmente ed avocare la drammaticità del racconto. Il brano inizia con un breve intervento orchestrale che introduce l'atmosfera cupa del racconto, entra poi la voce recitante, sostenuta dall'orchestra che sottolinea i momenti più salienti, una tromba squilla improvvisa a descrivere il momento del risveglio dei prigionieri, gli strumenti a percussione evocano i loro lamenti, un accelerando sempre più concitato scandisce il loro procedere verso le camere a gas; le scene di disperazione, di paura, di dolore e di sgomento sono rese agghiaccianti e profondamente realistiche dalla voce del Feldwebel che impartisce gli ordini, che conta i giovani, i vecchi, remissivi o agitati, i malati, i colpevoli o gli innocenti, tutti indistintamente marciano verso il loro destino. "....Attraverso il "canto parlato" Schoenberg rende la voce recitante ricca di inflessioni realistiche per rendere espressiva la narrazione di questo tragico evento, e in un crescendo ritmico pieno di tensione esplode improvvisamente un canto, lo Shema Ysrael (Ascolta Israele), uno dei canti più antichi della liturgia ebraica, il credo dimenticato, l'unica voce che rimane ai condannati; ma anche qui le sonorità aspre dell'orchestra paiono contrastare quel canto, e sembrano soffocare quell'unica speranza....." ____ Care amiche e cari amici, affido alla vostra sensibilità questo grandissimo capolavoro musicale così permeato di storia e ma soprattutto di altissimi valori spirituali. |
Post n°470 pubblicato il 18 Gennaio 2015 da trampolinotonante
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Post n°469 pubblicato il 13 Gennaio 2015 da trampolinotonante
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Post n°468 pubblicato il 09 Gennaio 2015 da trampolinotonante
************* ** è morto Georges Moustaki
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E' morto, a Nizza, Georges Moustaki. Moustaki (dal suo vero nome Giuseppe Mustacchi) era nato il 3 maggio 1934 ad Alessandria, da genitori greci di religione ebraica immigrati in Egitto. Trasferito a Parigi nel 1951, Moustaki ha scritto nella sua carriera circa 300 canzoni per i più grandi interpreti francesi, da Edith Piaf a Yves Montand, prima di cantarle anche lui con successo. Le sue canzoni più celebri sono "Milord" (1958), scritta per Edith Piaf e tradotta in tutto il mondo, e "Le Meteque" (1969), cantata da Pia Colombo.
** Georges Moustaki - Lo straniero
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Post n°467 pubblicato il 05 Gennaio 2015 da trampolinotonante
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il 17/08/2022 alle 00:00
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