Libri rari sulle Ideologie del Novecento by Libreria Aiace Roma Montesacro
Ideologie del Novecento
COMUNISMO
Il comunismo, termine derivato da «comune», a sua volta derivato dal latino commūnis ( «comune», «pubblico» e «che appartiene a tutti», ma anche «neutrale», «imparziale» e «equilibrato» ), anch’esso di molteplice significato, è un insieme di idee economiche, sociali e politiche accomunate dalla prospettiva di una stratificazione sociale egualitaria e che presuppone la comunanza dei mezzi di produzione e l’organizzazione collettiva del lavoro, spesso affiancando a questi fondamenti anche opzioni internazionaliste.
Tra i comunisti vi è una notevole varietà di interpretazioni – per lo più, ma non solo – da parte di marxisti, anarchici, cristiani e utopisti con le relative correnti novecentesche, dai trotzkisti, leninisti e maoisti nel marxismo, gli anarco-comunisti tra i libertari, i comunisti cristiani e teologi della liberazione tra i credenti religiosi, con frequenti sfumature e commistioni tra i vari indirizzi di pensiero.
Derive dal comunismo in senso proprio sono avvenute in molti contesti, alcune delle quali hanno portato a Stati con sistemi societari di stampo opposto alle basilari ideologie comuniste, quindi a matrice autoritaria anziché egualitaria a dispetto del nome, o nazionaliste in contrapposizione alle fondamenta dello stesso marxismo. Gli esempi spaziano dallo stalinismo totalitario alle derive verso l’economia di mercato dei Paesi post-maoisti con nuovi e sempre più acuti squilibri economici e sociali.
FASCISMO
Il fascismo è stato un movimento politico nato in Italia all’inizio del XX secolo, ad opera del politico, giornalista e futuro dittatore Benito Mussolini. Alcune delle dottrine e delle pratiche elaborate e adottate dal fascismo italiano si sono diffuse in seguito, anche se con caratteristiche differenti, in Europa e in altri Paesi del mondo.
Il fascismo si caratterizzò come un movimento nazionalista, autoritario, autocratico e totalitario; l’ideologia sottesa a tale movimento è stata interpretata allo stesso tempo come rivoluzionaria e reazionaria; in particolare il fascismo si autodefiniva, ed è considerato da alcuni, come alternativo al capitalismo liberale; sul piano ideologico fu populista[6], fautore della funzione sociale della proprietà privata e della divisione della società in classi.
Trovò i suoi precursori negli anni precedenti alla Prima guerra mondiale, nel movimento artistico del futurismo ( il cui ispiratore Filippo Tommaso Marinetti aderì successivamente al movimento di Mussolini ), nel decadentismo di Gabriele d’Annunzio e in numerosi altri pensatori e azionisti politici nazionalisti che si ritrovarono nella rivista Il Regno ( Giuseppe Prezzolini, Luigi Federzoni, Giovanni Papini ), molti dei quali militarono in seguito nelle file fasciste. Importante fu anche il contributo di correnti di pensiero della sinistra non marxista, quali il sindacalismo rivoluzionario, ispirato alla dottrina del pensatore francese Georges Sorel.
Una spinta decisiva alla nascita del fascismo è dovuta anche al fenomeno, conseguenza della Prima guerra mondiale, dell’arditismo e del reducismo. La critica storica di alcuni studiosi come Piero Calamandrei o Paolo Alatri esita tuttavia ad attribuire una base ideologica al movimento fascista connotato, specie fra il 1920 e il 1924, da diverse filosofie operative, con repentini e opportunistici cambiamenti di impostazione politica tali da negare di per se stessi l’esistenza di una dottrina unitaria al movimento prima e al partito poi. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale si sono sviluppate una serie di correnti che si rifanno all’ideologia, definite come neofascismo, tuttavia la natura prevalente del movimento è tuttora oggetto di dibattito.
NAZISMO
Il nazionalsocialismo, chiamato anche nazismo, talvolta anche hitlerismo, è stata un’ideologia che ha avuto la propria massima diffusione in Europa, nella prima metà del XX secolo. Si caratterizza per una visione nazionalista del socialismo radicale, populista, razzista e totalitaria. Nacque subito dopo la prima guerra mondiale in Germania.
Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori ( NSDAP ) sotto Adolf Hitler salì al potere nel 1933 trasformando il Reich tedesco nel periodo 1933-1945 in un totalitario “Stato Leader”, la Germania nazista o Terzo Reich, ispirato completamente all’ideologia nazionalsocialista, all’antisemitismo e al pangermanesimo.
Con l’invasione della Polonia, nel 1939 innescò la seconda guerra mondiale. L’esperienza nazista come sistema di governo si è conclusa con la resa incondizionata dell’esercito tedesco in data 8 maggio 1945 e la vittoria militare delle contrapposte forze alleate.
Il termine “nazionalsocialismo” ed il concetto di socialismo nazionale, preesistenti al 1919 da almeno un trentennio e di diverso e vario utilizzo, si videro confluire in quell’anno nel nome del DAP, Deutsche Arbeiterpartei, in realtà fondato nel 1903 in Austria, il cui nome venne riutilizzato da Hitler per poi rinominarsi nel 1920 appunto come NSDAP.
Hitler ha definito i concetti di nazionalismo e socialismo in modo molto personale: il nazionalismo è citato come la devozione del singolo per la sua comunità nazionale, mentre il socialismo è descritto come una responsabilità della comunità nazionale per l’individuo. ( Wikipedia )
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