INVESTIRE IN LIBRI: I Libri Rari del Novecento possono rivelarsi anche molto redditizi – Parte 4

Biblioteca-Praga

Investire in libri rari e antichi è una pratica che in pochi conoscono ma che può rivelarsi molto redditizia

I manoscritti e i libri antichi – specie le prime edizioni – sono beni rifugio che non si svalutano e, con il passare degli anni, acquistano valore.

Secondo gli esperti del settore, il mercato del libro raro è in crescita e un investimento azzeccato può rendere davvero tanto: si parla di rivalutazioni sul prezzo iniziale che vanno dal 15% al 30% ogni dieci anni. E se poi si tratta di esemplari particolarmente appetibili ( prime edizioni o copie autografate dall’autore ) il valore può perfino raddoppiare.

Collezionare libri antichi può diventare una forma di investimento

I libri rari hanno buone possibilità di crescere di valore nel corso del tempo. Quello dei libri rari è un mercato più stabile di quello azionario e più redditizio di quello obbligazionario. Il mercato dei libri d’epoca non ha mai visto delle vere e proprie impennate, ma non ha nemmeno assistito a crolli inaspettati e disastrosi.

Come scegliere le opere da acquistare ?

Che cosa fa di un libro raro o antico un buon affare … la risposta non è così scontata perché i criteri da tenere in considerazione sono molti.

Innanzitutto, l’epoca del libro è un indicatore importante, ma di certo non è l’unico. E’ molto importante che sia una prima edizione.

Poi conta l’argomento, perché il valore è dato anche dal contenuto.

Anche la presenza di illustrazioni può fare la differenza e aumentare di molto il valore di un volume. Questo vale sia per i libri di letteratura che per atlanti geografici o anatomici, libri di medicina o di meccanica.

La produzione del Novecento è molto ricercata: grandi scrittori come Volponi o Vittorini possono raggiungere valutazioni elevate. In questo caso però è essenziale che si tratti di prime edizioni o magari di copie autografate.

Gli esempi celebri

Gli esempi di libri o raccolte battuti all’asta a cifre esorbitanti non mancano. Basti pensare alla vastissima biblioteca di Pierre Bérge, compagno e socio dello stilista Yves Saint Laurent, che è iniziata nel 2015. Attraverso la propria casa d’aste Pierre Bergé & Associés e in collaborazione con Sotheby’s, il mecenate ha messo a disposizione del mercato dell’arte un patrimonio eccezionale, che comprendeva 1600 libri rari, spartiti musicali e manoscritti datati dal XV al XX secolo.

Fra i lotti figuravano capolavori come L’educazione sentimentale di Gustave Flaubert ( battuta per 470 mila euro ), il libro di poesie L’air de l’eau del poeta surrealista Andre Breton ( venduto a 340 mila euro ), il taccuino di viaggio Par les champs et par les grèves di Flaubert ( 537.880 euro ).

Parlando, invece, di cifre più basse possiamo citare capolavori della letteratura. Una prima edizione dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ad esempio, vale 5.750 euro, mentre una copia autografata dell’Ulisse di James Joyce con illustrazioni di Henri Matisse ha un prezzo di 2.732 euro.

Infine, impossibile non citare l’asta record che si è tenuta a Roma, dalla casa d’aste Bloomsbury Auctions, e che ha visto come protagonista uno dei libri italiani più amati di sempre. La prima edizione de Le avventure di Pinocchio – Storia di un Burattino di Carlo Collodi, datata 1883, è stata venduta a Roma a 35.000 euro. Il prezioso libro ( inizialmente stimato 15.000 euro ) è stato acquistato da un collezionista europeo. ( Testo rivisto tratto da Dealogando, redatto da Raffaella Celentano  https://www.dealogando.com/business/investire-in-libri-rari/ )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Apollinaire

BODINI: I POETI SURREALISTI SPAGNOLI, PRIMA EDIZIONE – EINAUDI 1963

Il termine “generazione” per indicare questo gruppo di poeti spagnoli è stato usato per la prima volta nel 1948 da Dámaso Alonso, uno dei giovani intellettuali che nel 1927 si riunirono a Siviglia per commemorare il poeta Luis de Góngora nel trecentesimo anniversario della sua morte. La definizione “generazione del 27” che compare nell’edizione del 1957 della Historia de la literatura española di Ángel Valbuena Prat, secondo l’opinione dello studioso di letteratura spagnola Andrew A. Anderson sarebbe già stata utilizzata nel 1944 da uno dei membri del gruppo, il poeta e critico letterario Juan Chabás, nella sua Nueva historia. Manual de la literatura española, pubblicata in esilio a Cuba. Nel 1974 lo scrittore e critico letterario Juan Manuel Rozas contribuisce a rafforzare questa definizione, chiarendone i riferimenti: il 1927 è l’anno del terzo centenario della morte di Gongora e quello in cui vengono pubblicate le principali riviste del gruppo e alcuni dei testi più significativi della nuova estetica letteraria.

Nella seconda metà del Novecento il concetto di generazione è stato messo in discussione perché non ritenuto applicabile al gruppo di intellettuali cui veniva attribuito, o perché – in generale – giudicato inadatto a definire un gruppo letterario, in quanto eccessivamente limitante. Nel corso del tempo sono state proposte altre declinazioni, ad esempio Generación Guillén-Lorca (nomi del più anziano e del più giovane dei suoi autori), Generación de la amistad, Generación de la Revista de Occidente, tuttavia Generazione del ’27 rimane la definizione più riconosciuta e consolidata. ( Wikipedia )

GUILLAUME APOLLINAIRE – POESIE – PRIMA EDIZIONE 1959

Guillaume Apollinaire nacque a Roma il 26 agosto del 1880, figlio naturale di Francesco Flugi d’Aspermont, un ufficiale svizzero originario del Cantone dei Grigioni, che non lo riconobbe mai, e di Angelika de Wąż-Kostrowicki, una nobildonna polacca. Si trasferì con la madre in Francia giovanissimo. Apollinaire ebbe un’adolescenza instabile e disordinata, trascorsa tra vaste letture e numerosi viaggi, ma con studi non regolari. Conobbe e frequentò artisti d’avanguardia a Parigi, tra i quali anche i poeti Giuseppe Ungaretti e Max Jacob e il pittore Pablo Picasso. Partecipò alle discussioni sul cubismo in gestazione e, nel 1913, scrisse un saggio su questa scuola artistica. Allo scoppio della prima guerra mondiale, scelse di arruolarsi come volontario, definendo la guerra “un grand spectacle”, ma nel 1916 venne ferito a una tempia e subì un complesso intervento chirurgico. L’interesse per il moderno lo portò a sostenere anche il futurismo di Filippo Tommaso Marinetti e la pittura metafisica di Giorgio de Chirico. ( Wikipedia )

Nel 1913 il Mercure de France pubblicò la prima grande opera dello scrittore intitolata Alcools: si trattava della raccolta delle migliori poesie scritte in 15 anni di lavoro, tra 1898 e il 1912. Dopo l’esperienza della guerra e della delicata operazione al cranio, nel 1918 apparve la seconda grande raccolta di poesie di Apollinaire dal titolo Calligrammi, poemi della guerra e della pace. Le due raccolte poetiche riuscirono a rinnovare la letteratura francese, influenzando in maniera determinante anche la poesia italiana del Novecento, tanto da essere considerate dei veri e propri capolavori dell’epoca.

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IL PRIMO LIBRO DELLE FAVOLE – C. E. GADDA – GARZANTI 1976

“Codeste favole ciò è piccole fave o vero minutissime favuzze o faville d’un foco sopr’a duo rocchietti stento e d’una manata di stipa, codeste nugae ove non è Francia né Spagna, né coturno tragico né penziere eccelso di filosafo, sonsi accestite come le foglie pazze d’un cavolo d’attorno il grumolino qual principiomi germogliar del capo a Panettopoli e fu in luogo d’altra melior escrescenza, o corona, di che non potette unquanco venirmene ‘l capo indurato, o coronato, donna non avendo tolta a’ miei anni.
E fu nell’anno de la Salute Nostra milnovecento trentanove: e di poi vi stetti insino a presso mezzo giugno il quaranta..

Durava il passo tuttavia de’ Lanzi [ Lanzichenecchi ]: e l’accorto colono si divisò di rendere invisiva [ invisibile ] la vacca, che aveva molto più cara della moglie: onninamente invisiva a quelle soldatesche pestifere. Ma nessun luogo gli pareva proprio. Nel mezzo d’una brughiera scavò fossa, un poco più fonda di quanto non andasse alta dallo strame la testa della vacca, e le corna pure computò. E trattavi la cornuta in sull’orlo, per un tavolino a sdrucciolo ch’avea ben bene saponato ve la fe’ sdrucciolare del sedere: avendovi ogni diligenza, acciò la non si frangesse l’ossa delle gambe. Quando indi i Lanzi messono a sacco il paese, scrutarono a lungo la desolazione della brughiera, con cigli aggrottati e schermando anco il solecchio, della man destra. Ma nulla vi scorsero.

Giuseppe Verdi compose una Messa da Requiem che in Paradiso, appena la udirono, gli pareva d’essere tutti in palco. Alla Scala.

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Aggiornato al 17 Settembre 2022