IL guaio della concorrenza e il bisogno indotto. Il saldo del cibo.
Al posto del ristoratore che pratica il suo ribasso finale sul conto per gratificare il buon cliente, abituale, fidelizzare il nuovo o simpatizzare per aggiustare piccoli mancanze di servizio con trattative al tavolo, c’è lo sconto a priori per chi prenota un ristorante affiliato a The Fork, la piattaforma online di prenotazioni di TripAdvisor ( il sito di viaggi più grande del mondo) che è divenuto in breve tempo uno strumento indispensabile di promozione e di visibilià di ristoranti alberghi e locali . Per questo è facile notare squadre di clienti armati di cellulari che si muovono verso i ristoranti come una gara di orienteering allo sconto prenotato .
Una prenotazione permette all’operatore di ristorazione di organizzare merci e cucina, quale occasione di un piatto venduto a “metà prezzo”. Inclusa la percentuale che il ristoratore deve alla Company “pur di lavorare”, a rischio di passività, il saldo può essere il “sacrificio per farsi notare”. Frutto di materie di prima scelta, selezionate e lavorate accuratamente oppure l’utilizzo di precotti e materie più economiche per coprire il gap di un’ulteriore riduzione economica che arriva a mettere a rischio di non riconoscibilità il prodotto consumato. E il paradiso delle bontà culinarie a cui la missione cibo dovrebbe ben ambire, oltre la cassa.
La forza della campagna di The fork espone automaticamente a dei rischi: la vendita sottocosto che è un concetto delle grandi distribuzioni atipico per la vendita al dettaglio di cibo e al mangiare cibo spazzatura.
La possibilità di mangiare scontato genera il bisogno di mangiare fuori per più persone. Un labirinto di scappatoie e illusioni che fanno perdere il senso dell’istinto e della propria capacità analitica. Si possono trovare piatti di gusto e salute senza l’amo dello sconto. Senza restare al verde .
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