Già dall’adolescenza ho avuto problemi di sovrappeso e questo, unito all’abuso di sostanze, mi ha portata ad avere un pessimo rapporto col cibo.
Ero convinta che il mangiare mi ”inquinasse” e sono giunta ad avere una dieta composta solo di miele e yogurt magro.
La cosa che mi faceva star male era quando mi spronavano a mangiare, io non volevo e questa mi sembrava una violenza perpetrata nei miei confronti.
Ho avuto un ricovero in psichiatria a causa di questo problema, lì sono stata scoperta a buttare via il cibo.
Uscendo dal reparto con l’aiuto di una Psicologa ho riflettuto su quello che mi succedeva e grazie al suo aiuto ho ricominciato ad avere un’alimentazione più corretta.
Sono riuscita a mantenere questo comportamento perché ho percepito che così stavo meglio.
Pandorina
Ho passato un periodo brutto nella mia vita, rifiutavo il cibo, anche perché stavo passando una situazione particolarmente difficile, infatti dopo vari lutti e delusioni lavorative sono stato male e sono stato ricoverato in Psichiatria.
In reparto quando arrivava il cibo o lo rifiutavo o direttamente rimettevo il vassoio nel carrello.
Ero talmente magro che i miei familiari mi dicevano “Sacco vuoto, non stai in piedi!”, forse era un modo per spronarmi ma, col senno di poi, erano un po’ troppo ”diretti”, io ero caduto in depressione.
Superato questo periodo ho ricominciato a mangiare e ho messo su qualche chilo, anche grazie agli psicofarmaci, agli operatori e ai nuovi amici che ho trovato.
Adesso sto bene ma non vorrei mai rivivere questi momenti.
TIBI88
Penso sia importante conoscere il cibo da assumere e i suoi nutrienti.
Cercare di non mangiare in concomitanza alimenti che non andrebbero mangiati insieme.
Rivolgiamoci a un vero specialista, se vogliamo conoscere correttamente l’igiene alimentare… poi però applichiamola!
Credo che la buona salute nasca soprattutto dalla corretta alimentazione.
Nick
Negli ultimi vent’anni la tendenza del sottoscritto è stata quella di accusare diversi sbalzi di peso che hanno spesso testimoniato la propensione ad ingrassare, o al contrario, di dimagrire vertiginosamente in funzione del mio modello gestionale dello stress psicofisico quotidiano.
Certamente dal 2000 in poi il regime lavorativo o pseudo-lavorativo legato al ruolo di O.D.C. e successivamente a quello di volontario di solidarietà collettiva, all’ANFASS ha significato il trampolino di lancio per la gestione della fame da sovraccarico di responsabilizzazione intellettuale, unitamente a momenti di maggiore preoccupazione emotiva ugualmente destante appetito, ma complessivamente il peso attestato al di sotto dei 90 kg è sempre risultato una costante pressoché indubbia.
Aleflyzone