#testdrive un SUV crossover #Renault per gli spostamenti confortevoli su strada e fuoristrada

Nuovo Koleos ben accessoriato è l’auto di punta dei fuoristrada della Casa #francese

Renault da sempre nel mondo dell’automobilismo sportivo ora dedica una intera linea ai #crossover

La mia prima auto? Una #Renault R4. Qualcuno se la ricorda. Era un crossover multiutility familiare SUV. O forse niente di tutto questo. Perché tutte queste definizioni e quanto ci sta dietro non le avevano ancora coniate né inventate. Effettivamente era una delle macchine usate che si trovavano a buon mercato, anche in ottime condizioni, indistruttibile, quindi adatta per un neopatentato endurista che aveva sviluppato la sua guida con le prime moto fuoristrada degli anni ’70. E in realtà, a me ha dato tanto. Blu, quasi elegante nonostante la forma da veicolo da lavoro, con un bagagliaio spaziosissimo. E l’assetto… tipicamente francese: morbidissimo, che ti costringeva in curva ad assumere con il corpo pieghe motociclistiche. E con me anche i trasportati, genitori e morose comprese. Tanto, che quando sono passato a una Fiat, poi dotata di assetto rallistico, mantenevano l’abitudine acquisita in curva con la R4 e si piegavano automaticamente in ogni curva. L’R$, quindi, era ideale per cominciare. Utilizzata come fuoristrada in strade fangose che simulavano i pantani del rally mondiale d’Inghilterra, il mitico RAC. Ma anche nelle lunghe percorrenze, visto che ha portato me e due miei amici a vedere il rally tutta terra dell’Isola d’Elba e il mondiale di Sanremo. E per imparare a guidare: ho imparato a intraversare sul porfido bagnato di un sottopasso della mia città. Da lì, per me il ‘derapage’ era una tecnica usuale. Con un’auto che, all’occorrenza, come la cugina Citroen 2Cv, si poteva mettere in moto a manovella: si infilava nel mezzo del paraurti anteriore. Un paio di giri e partiva.

#Rombo e #Autosprint

Da allora, di Renault ho scritto su Rombo e Autosprint, parlato alle prime radio pirata, poi alle radio e tv private, delle Alpine con #Androuet e #Biche a #Montecarlo, della R5 Turbo, delle F1 con Didier Arnoux, e via via dell’evoluzione della Casa della losanga. Che ha seguito lo sviluppo dei tempi, come la Fiat, l’Alfa, l’Opel, l’Audi ecc. ne ho provata qualcuna. Ma mi volevo togliere la curiosità di vedere com’era una #Renault del nuovo millennio. Magari, che riprendesse almeno in parte il ricordo della mia mitica R4. L’occasione nella Riviera Friulana. Certo, un po’ più grande della R4, più ‘ricca’ di contenuti, rifiniture, comodità figlie del terzo millennio. Nuovo #Koleos, l’ammiraglia della flotta dei SUV crossover della Casa francese, che sono davvero numerosi.

Pronti: via!

Vi è capitato di avere un’auto in prova con la quale vi trovate benissimo, e nel contempo di poterne testare un’altra? Ecco l’occasione. Cominciamo dal primo approccio: mi avvicino con la chiave e lei accende le luci, apre i retrovisori e sblocca le portiere. Se vi serve il bagagliaio e avete le mani occupate dai pacchi della spesa, dopo avere avvicinato la chiave elettronica all’auto, basta passare un piede sotto al paraurti posteriore perché si apra automaticamente, sospinto dal motorino elettrico. E il posto di guida? È comodo, accogliente, alto per consentire di vedere bene il fondo stradale o il terreno, e garantisce il controllo dei comandi. Probabilmente, anche IMG_9423 IMG_9429 IMG_9433 IMG_9437 IMG_9440 IMG_9447 IMG_9462 Koleos Tagliamento 2 Tagliamento Koleos IMG_9479 IMG_9480 Koleos prato Koleos dosso 2 IMG_9494 IMG_9496 Koleos faronella guida veloce, o fuoristrada, consente al guidatore stabilità e dà un senso di sicurezza. I sedili sono in pelle, con cuciture a vista. Alzo la testa e il tettuccio è in vetro: un’ampia vetrata permette di godersi lo spazio celeste e il panorama, se, ovviamente, non si è alla guida. Nel frattempo, permette di apprezzare gli interni con la luce naturale, come un’auto di gamma alta. Così notiamo le maniglie integrate: è un fuoristrada 4X4… Anche la parte tecnologica, il display, il cruscotto, sono molto curati. E ricchi di opzioni e servizi.

Alta tecnologia nel SUV alto di gamma della #Renault

L’impianto BOSE è collegato al sistema di illuminazione interna e alla scelta personalizzata delle luci. La guida: è assistita. E …su richiesta, Nuovo Koleos parcheggia da solo. Nel frattempo, lo schermo touchscreen ci consente di telefonare, e di selezionare altri comandi, funzioni, programmi dell’auto. Duemila cc, 130 cavalli, 0-100 in 9,5”. Sembrano prestazioni da auto tranquilla. Ma ora la proviamo. Quattro cilindri, 16 valvole, cambio X Tronic a 7 rapporti. Partiamo. Ai comandi in città è docile. Maneggevole, anche se abbastanza voluminoso come tutti i SUV di media cilindrata. Vediamo ora in velocità. Troviamo una strada che ce lo consenta, con curve di ampio raggio e strette. Proviamo a forzare, ed è ben piantata. I freni: adeguati alla massa dell’auto. Ora però vediamo fuoristrada. Cominciamo dallo sterrato. Un bel misto a portata di mano. E il gioco è fatto: Koleos asseconda i nostri comandi e mantiene le traiettorie impostate. Proviamo a esagerare schiacciando a fondo da bassa velocità, e la trazione integrare, il cambio docile e l’assetto ci permettono di controllare l’auto senza difficoltà. Proviamo ora un po’ di fuoristrada. Dune e cunette sembrano fatte apposta per essere affrontate con Nuovo #Koleos. Rallentiamo i test per non impolverare i gitanti che hanno scelto le rive del fiume Tagliamento per fare il picnic, e rientriamo. Abbiamo messo alla prova Nuovo koleos che è un SUV elegante, con finiture di alta gamma, accessibile e guidabile anche dai non esperti.

#charlieinauto

#Autoesport #Testdrive sui percorsi della storia dell’automobilismo da corsa

IMG_9761 IMG_9787 IMG_9788 IMG_9790 IMG_9812 IMG_9859 IMG_9893 IMG_0022

IMG_8179 Giulietta Valle 2 giulietta valle cima IMG_0055 IMG_7709 IMG_7738 IMG_9823 GIULIETTA CASTELMONTE PIAZZALELa #Cividale-Castelmonte per provare la nuova #Giulietta #Alfaromeo 1400 Turbo da 170 CV

Sul tracciato di una delle cronoscalate più amate del motorismo italiano

Ne ho viste diverse in giro, anche a Nordest. Però, per ora, nessuna come questa. In questi giorni, di colore grigio lucido, forse perché l’occhio cade sempre sulle cose che ti interessano, e quindi ti sembra di incontrare per la prima volta auto che non avevi mai visto, ne ho incrociata qualcuna. Accade anche con le persone. Quante volte vi capita di incontrare un uomo, una donna, un amico, un’amica, che non vedevate da tanto tempo, e poi magari vi confida che passa nello stesso punto circa alla stessa ora da anni, proprio come voi. E prima non ve n’eravate mai accorti. In questi giorni, per esempio, la #Skoda Fabia ha vinto il mondiale #WRC, il campionato iridato dei #rally. Io ne ho provato la versione a tre cilindri. Divertentissima e risparmiosa. In giro, ed è promossa la versione bicolore, ne ho incrociate tantissime. Così di Giulietta.

#Giulietta color grigio opaco con freni maggiorati e finiture da corsa

Grigie, ma non grigio opaco. Anzi. Una sì, ma non aveva i sedili da corsa con il marchio Alfa Romeo sul supporto cromato dei poggiatesta. Non aveva il bordo di finitura rosso attorno alla presa d’aria anteriore. Che era ripreso sulla coda, sopra alla slitta del paracoppa. Ma… aveva due tubi di scarico. E dietro ai cerchi a raggera, le pinze dei freni Non erano rosso corsa né Maggiorate… Infatti, questa è una versione appena uscita. Quasi una prova d’artista. Motore 1400 cc MultiAir che eroga 170 CV. Una potenza che è capace di sfogare subito grazie al cambio automatico a sei marce. Non sono stato in grado di misurare le sue performance, perché non sono dotato delle strumentazioni di alta precisione necessarie in quanto parliamo di decimi di secondo.

Accelerazione bruciante ma occorre saper partire

Ma secondo me, dallo start ai fatidici 100 km/h che sono la misura standard dei #testdrive passa una manciata di secondi: un tempo significativamente inferiore a quanto dichiarato dalla Casa, che è di oltre 5”. Secondo me, sarò stato fortunato, e avrò avuto a favore la pressione atmosferica e l’umidità e la temperatura dell’aria, che per un motore a benzina, ancorché turbo-alimentato, un po’ influiscono. Sarà che per l’antico trascorso rallistico, quando alla partenza, magari sulla fanghiglia, era indispensabile, data la scarsa potenza, dosare la pressione sul pedale, ho sviluppato la sensibilità sulla pianta del piede destro. O sarà che, davvero, questa Giulietta è veloce. Dopo questa sorpresa appagante, in una notte afosa, lungo l’autostrada, l’altra sorpresa gradevole deriva dal consumo: i primi 400 km, per l’80 per cento percorsi in autostrada, con una guida non certo lenta vista la necessità di rientrare a casa, li abbiamo completati con un consumo di 16-17 km/l. con tre persone a bordo e un po’ di bagaglio. Ed è pur sempre una 1400 cc. Ora, però, vado a riposare, perché domani, già di buon mattino, sarò di nuovo in movimento. Per proseguire il #test.

Confortevole per viaggiare

Il viaggio della sera precedente era stato confortevole. I sedili sportivi, avvolgenti ma regolabili, il volante sportivo, con l’impugnatura rinforzata laddove si usano mantenere appoggiate le mani dopo un tratto di guida veloce, gli accessori per la guida assistita, mi avevano permesso di viaggiare in autostrada in pieno confort. Certo, assecondato da ‘San …Waze’, che all’altezza di Verona mi ha ‘consigliato’ di abbandonare l’A4 per imboccare la complanare, e rientrare a Verona Est, evitando così una lunga coda per incidente, alle 2:10 del mattino… Oggi, la giornata è splendida. Si preannuncia calda fin dalle prime ore, e afosa. Ma la Giulietta è dotata di un potente impianto di climatizzazione. Che, per l’estate, rende gradevole il viaggio, anche con una temperatura esterna di 37-38°. Adesso però dirigiamo verso la collina e la zona pedemontana del cividalese. Obiettivo? La salita da Cividale a Castelmonte.

La gara in salita Cividale-Castelmonte

Gli appassionati di motori ricordano che qui si corre la mitica cronoscalata. Uno degli appuntamenti clou dello sport del volante. Ricordo di averci visto salire perfino l’Alfa 33 di Arturo Merzario. Io, personalmente, non sono mai riuscito a parteciparvi. Ma a salvarla sì. Nel 1977: la commissione sicurezza non aveva dato il nulla osta alla gara. Allora, ero consigliere della Scuderia Friuli. A una riunione convocata dal presidente dell’AC Udine, Gianni Asquini, dopo una trattativa con le autorità, fu avanzata la proposta di piazzare chicane nei punti considerati troppo veloci, in modo da ricondurre la velocità media dei concorrenti ai parametri richiesti. Allora ero anche corrispondente di Autosprint per il Friuli Venezia Giulia e l’Austria e Slovenia, cioè per l’area di quella comunità d’intenti che era l’Alpe Adria, precorritrice dell’Europa unita. E non mi sentivo di poter scrivere che una delle gare di casa mia era stata annullata.

I Vigili del fuoco volontari ausiliari di protezione civile salvarono la cronoscalata e il rally delle Alpi Orientali

Così mi venne un’idea: coinvolgere i Vigili del fuoco volontari ausiliari di protezione civile (Vvapc), e all’epoca lo ero anch’io, per trasformarli in commissari di percorso addetti al controllo di quelle chicane, segnate da fusti d’olio riempiti d’acqua. Allora anch’io ero Vigile del fuoco: da un anno si era verificato il tragico terremoto del Friuli del 1976. E per agevolare il ripristino delle aree colpite e l’avvio della ricostruzione, che poi ebbe esito esemplare, fu data la possibilità ai giovani in età di leva di svolgere il servizio militare come servizio civile presso i VVF. I miei giovani colleghi accettarono con entusiasmo la sfida. E la gara ebbe luogo regolarmente anche quell’anno. Al costo supplementare del rancio per i VVF.

#Testdrive sulla Cividale-Castelmonte

Ma torniamo alla Giulietta. Debbo dire che un po’ di emozione nell’affrontare quella salita con quest’auto quasi pronta per correre mi stava pervadendo il palmo delle mani, e la pianta dei piedi. In particolare, quello destro, il più importante specialmente per guidare un’auto automatica. Perché una salita così, in piena, sono sempre stato abituato ad affrontarla con la mano destra sulla leva del cambio. Il piede sinistro pronto a cambiare. Partenza da bivio Carraria, e su per la salita. Un bel misto, per scaldare le braccia e i riflessi. Qualche rettilineo per vedere quanto i CV contano, la staccata per testare i freni: c’è un po’ di tutto su questa salita. Così ricordo perché era tanto attesa e partecipata anche da piloti e auto importanti. È stata vinta per diverse edizioni, per esempio, da Carlo Nesti. Arrivo al rettilineo delle chicane. Non senza sentire un brivido lungo la schiena. Di correre, qui, non se ne parla, perché il tratto è preceduto da una discesa. E anche se sento che la Giulietta è ben presente, so che non ci sono strade di immissione né case o rischi di sorta, preferisco sollevare il piede. Ancora alcune rampe ed ecco i tornanti.

Morbida ma pronta per correre nella programmazione Sport – l’assetto si regola come la potenza

Improvvisamente mi ricordo che c’è un comando sul tunnel centrale, che regola le modalità d’uso dell’auto. Prima, non gli avevo dato peso, anche se questa ‘dimenticanza’ (avevo lasciato la leva sulla posizione Sport) inconsapevolmente mi aveva fatto consumare un po’ più di benzina nel primo tragitto da Milano a casa. Così riporto il cursore sulla posizione sport, ma ci gioco un po’. E mi accorgo che, anche senza fare test di accelerazione, l’auto cambia status. Nella posizione per condizioni di scarsa aderenza, riesce ad affrontare senza grandi sobbalzi anche l’asfalto più sconnesso. Nella funzione Sport è più nervosa ma… cambia anche l’altezza da terra e la regolazione delle ruote. Ossia, assume un assetto corsaiolo. Ed è difficile scomporla anche con manovre in alta velocità o nella guida sportiva. Rispetto alla quale è perfetta, se non sovradimensionata.

Vediamo se è vero…

La Giulietta risponde come un giocattolo nelle mani di un esperto. Staccata, traiettoria centrale alla metà del raggio di curvatura, scatto in avanti deciso e sicuro ma con progressione costante, per riprendere velocità all’uscita. E così nel tornante successivo. Fino all’ultimo rettilineo e l’arrivo nel piazzale del Santuario. Prova superata. Mi mancavano soltanto il casco, la tuta, i guanti, le scarpe ignifughe. E sarei stato pronto per ripercorrerla, in gara… Infatti il margine che mi ero lasciato nella salita era ampiamente all’interno dei limiti e della sicurezza. In conclusione, questa nuova Giulietta sportiva è accessibile anche ad automobilisti che amano possedere un mezzo dotato di performance importanti. Ma che lo possano guidare anche in tutta tranquillità.

Veloce per le strade più belle, ma all’occorrenza comoda e docile per una guida tranquilla.

Nel contempo, il livello di sicurezza di quest’auto è davvero elevato, soprattutto se si considera che nell’uso normale le sue potenzialità vengono sfruttate sì e no al 30 per cento. Tuttavia, la Giulietta R sembra quasi pronta per …correre. Pochi accorgimenti, gli allestimenti di sicurezza, e …via allo start. Chissà che non la vediamo presto in gara, su strada, in salita, nei rallies. Ciò dipenderà semplicemente dalle scelte di politica aziendale della FCA. Ovvero dal fatto che il gruppo FCA ritorni alle cose, e dal marchio prescelto. Ma tra quelli di competenza, al momento, l’unico a disporre di modelli pronti per correre, su strada, è Alfa Romeo. Per quanto riguarda i rally, #FCA è già presente con la #Fiat124 Abarth. Che ha debuttato al rally di Montecarlo nello scorso mese di gennaio. Alla luce di tutto ciò, sarà bene che mettiamo ancora alla prova la ‘nostra’ Giulietta. Com’è andata? Ve lo racconto nella prossima puntata.

#charlieinauto

 

#Giulietta #AlfaRomeo nuova sport 1.4 MultiAir da 170 CV con stile e confort in anteprima nella #RivieraFriulana

Una versione aggressiva e completa della media cilindrata del Biscione anticamere delle corse?

Andiamo a cercare frescura con l’abitacolo ben refrigerato sul lago di Como

Premesso che da diversi anni guido Alfa Romeo, perché vi ho ritrovato un buon compromesso tra le prestazioni, i consumi, la guida che all’occorrenza è sportiva e veloce, ma sa essere confortevole e tranquilla, e per lo stile che coniuga lineamenti racing con lo stile dell’auto italiana, avevo già guidato la Giulietta. In diversi modelli, a benzina e diesel. Un’auto comoda, maneggevole, confortevole, dalle giuste dimensioni compatte, adatta per la città ma anche per gli spostamenti. Stavolta però, il #testdrive è su un’anteprima. Quasi a sorpresa mi è infatti stata proposta una Giulietta 2017 1400 MultiAir da 170 CV con cambio automatico Alfa TCT a sei marce. La versione aggressiva della nuova Giulietta. A un passo dal #racing.

Sono un ‘alfista’ da qualche anno ma così corsaiola non me l’aspettavo

Ne avevo già viste parecchie di Giulietta. A me personalmente piace bianca, magari con i cerchi maggiorati. Ma anche rosso fuoco fa la sua figura. Sempre con le ruote più grandi che riempiono i possenti parafanghi anteriori. Così davvero, però, non me l’aspettavo. Al ritiro, al parco stampa FCA a Milano, dopo avere ottenuto la chiave, ho schiacciato il pulsante di apertura delle porte per riconoscerla dal lampeggio delle frecce. Ed è stato subito feeling! Grigio opaco, ruote da 18’ con cerchi modello corsa, pinze dei freni a vista maggiorate e di colore rosso corsa Brembo, finiture della grande presa d’aria anteriore rosso fiammante, così come sulla coda, sopra alla slitta del paracoppa che si prolunga fin quasi sulla targa e fa sfogare il tubo di scarico di sezione rotonda e convicente. Uno sguardo verso l’interno: i sedili modello corsa con le scritte AlfaRomeo in pressofusione sotto al poggiatesta, il volante in pelle, gli strumenti sportivi e i comandi concentrati al volante e attorno al volante. Ma soprattutto: il grigio opaco. Al tatto, ho voluto sentire il parafango per prendere confidenza con la mia nuova complice di #testdrive, risulta setosa, a metà strada tra la superficie liscia e quella appena sabbiata. Riflessi, luci diverse, da ogni angolazione assume un aspetto diverso. Ma sempre …aggressivo. Una chicca che avrei portato in anteprima nel Nordest e nella #RivieraFriulana.

Anteprima per la #RivieraFriulana ma prima refrigerio nel lago di Como

La giornata è molto calda: il termometro segna 37 gradi all’ombra. Così guadagno tempo e la lascio accesa cercando rifugio negli uffici …condizionati. Quando ritorno l’abitacolo è splendidamente rinfrescato. Occupo il sedile, che regolo con facilità, così come l’altezza del volante, e intuisco che così com’è grintosa, è altrettanto confortevole, e pronta ad assistere la mia guida, con sistemi di rilevamento degli ostacoli, cruise control adattivo, frenata assistita, guida assistita, una dettagliata telecamera per la retro. Quindi, decido di lasciare la velocità per una giornata più fresca. Ora, andiamo a cercare refrigerio sui laghi. Per esempio …quello di Como, che è a mezz’ora da lì.

I passanti la notano: che sia il ‘Biscione’?

Mi avvio e anche per le strade di Milano, c’è chi si volta a guardarla. Debbono avere visto l’anteprima su qualche rivista o servizio. Il cambio automatico? La rende docile come un’utilitaria. I freni? Basta far capire al pedale le nostre intenzioni e ci troviamo inchiodati, ma delicatamente. C’è la leva per regolare il rendimento del motore, l’assetto, lo sterzo, con tre posizioni: per terreni sconnessi e con scarsa aderenza, normale e dinamica. Cominciamo dalla posizione più ‘tranquilla’. Andiamo sullo sconnesso, ed è morbida e precisa. Proviamo a dare gas al verde di un semaforo e va, più o meno come quella che avevo provato (2000 cc diesel).

Comoda e confortevole ma se schiacci…

Ma rimaniamo su questo stile di guida. È comoda e anche i passeggeri nella parte posteriore dispongono di accessori come il porta bicchiere nel poggia gomito centrale. Vediamo i servizi nel display ad alta definizione. Accendo la radio. Ottimizzo un paio di regolazioni, do …gas alla manopola. Così com’è silenziosa rispetto ai rumori di marcia, la Nuova Giulietta Sport è uno splendido salotto per l buona musica da viaggio: un impianto Bose dotato di subwoofer sotto ai sedili posteriori crea l’atmosfera adatta al viaggio. Ma, siamo arrivati a Como, cerchiamo una spiaggetta: Lido di Moltrasio, accanto al Grand Hotel. Un tuffo nell’acqua, fresca rispetto alla calura esterna. Obiettivo raggiunto: la frescura. Ma anche Giulietta, all’interno, era bella fresca, e il clima non pareva influire sul rendimento del motore. La osserviamo dalle rive del lago, nel parcheggio: grigio opaco è proprio una versione azzeccata. Ma è ora di cena e stanno per trasformare la spiaggetta in ristorante. Arrivederci alla prossima puntata.

Giulietta 1.4 motore IMG_9349 Giulietta 1.4 castello 2 Giulietta muso IMG_0020 IMG_0131 IMG_0165 IMG_0167 Giulietta 1400 lago Como park Giulietta 1400 lago Como Park 2 Giulietta Lago Como panorama

#Testdrive #Mercedes-AMG Station Wagon sulle strade del Friuli

IMG_8804IMG_8805IMG_8807IMG_8809Mercedes Amg Azzurra AutostarMercedes azzurra ioIMG_8823IMG_8844IMG_8847Mercedes azzurra CastelvecchioMercedes CAstelvecchio 2Mercedes CAstelvecchio 4Mercedes azzurra ruota 2IMG_8838Una familiare di classe alta, la C della Casa tedesca, con prestazioni da sportiva e 476 CV

Rimane docile e la potenza la eroga con fluidità grazie all’8 cilindri a V raggiungendo da 0 i 100 km/h in 4,2 s

A volte ti fai un’idea di una macchina, che poi viene smentita dalle tue sensazioni, dall’aggiornamento delle tue conoscenze specifiche. Debbo ammettere che per quanto riguarda la #Mercedes, le mie esperienze si erano fermate qualche anno fa. Poi, il ripetersi dei risultati in pista, le scelte di qualche amico mi avevano riavvicinato alla Casa della stella. Ma da questa condizione, alla presa d’atto che vetture confortevoli e spaziose, quindi per forza di cose non certo leggere rispetto ad altre, sono in grado di offrire prestazioni elevate al pari di quelle da corsa, mancava … la possibilità di poterne provare una. Così, quando me ne è capitata l’occasione, stavolta con #Autostar, non me lo sono fatto ripetere due volte. Azzurro metallizzato, davvero grintosa per essere un’auto familiare e comoda, la Station Wagon era una splendida #Merceds-#AMG C 63. Ecco il primo passaggio importante: era marchiata #AMG. Che è la Casa acquisita da Mercedes, come mi aveva spiegato il Pr di Mercedes-Italia, Vadim Odinzoff, nata cinquant’anni fa in un vecchio mulino trasformato in officina, che nel tempo ha curato la parte sportiva, e le auto più performanti della Mercedes. Infatti sbirciamo la scheda tecnica: 8 cilindri a V da 4 liti, 350 KW, che equivalgono a 476 CV e un prestazioni consone: 0-100 in 4,2 secondi. Tutto ciò comincia a incuriosirci e a stuzzicarci.

Motore da 8 cilindri a V da 4 litri e 350 KW per raggiungere i 100 km/h in poco più di 4 secondi

476 CV… una delle auto più potenti che ho provato. Saliamo a bordo. La portiera rispecchia il senso di compattezza e robustezza che sono proverbiali. Regoliamo il sedile di guida, molto confortevole: i comandi, che riprendono la sezione laterale del sedile e sono molto intuitivi, sono situati nella portiera di sinistra, accanto alla maniglia. Ci sediamo, azioniamo l’accensione e il volante si abbassa, per facilitarci la guida. Al centro del cruscotto uno schermo touch screen molto sensibile, comanda tutte le funzioni lasciate al libero arbitrio del guidatore. In particolare quelle di intrattenimento, dati, informazioni. Così i comandi per scegliere il tipo di guida attorno al quale ritagliare le prestazioni della vettura. Gli interni sono molto curati. Anche i sedili posteriori sono molto spaziosi. Ma all’occorrenza si ripiegano per aumentare lo spazio del bagagliaio. Sedili performanti ci avvolgono per permetterci di assorbire le dinamiche conseguenti alle prestazioni elevate dell’auto. Il volante performante AMG ci assicura una presa adeguata. Il percorso che ci attende ci porterà sul Carso triestino. Partiamo senza spingere sul pedale. Siamo in mezzo al traffico della città, ed è inutile cercare aiuto nella potenza. Raggiungiamo la tangenziale e proviamo ad accelerare, partendo da fermo. Il sedile di guida non ci consente di apprezzare la sensazione dell’accelerazione. Come sempre, la posizione, la concentrazione, la presa sul volante attutiscono l’effetto. Se ci trovassimo sul sedile accanto, ci ritroveremmo schiacciati nella morbidezza del sedile, realizzato in fibra Dinamica, creata nello stabilimento Miko di Gorizia. Non ci resta che provare l’ingresso in qualche curva secca e lunga. L’auto è incollata all’asfalto. Il confort di guida è sempre elevato. Raggiungiamo una strada più nervosa, ai piedi del Carso goriziano. Probabilmente mi debbo ancora impratichire con le regolazioni, perché in un misto veloce sento la Classe C come librarsi nel passaggio tra una curva che in gergo rallistico avrei chiamato destra veloce in sinistra veloce.

Assetto e tenuta consoni alle elevate prestazioni senza rinunciate al confort di marcia

Ma la situazione rimane sotto controllo. Perché la parte elettronica della macchina adatta l’assetto e la regolazione delle sospensioni a qualsiasi situazione. Se la usassimo con una guida più tranquilla, i sistemi di ausilio al conducente di questa Mercedes, come di altre, ci agevolerebbe nelle curve. Anche riportandoci in carreggiata nel malaugurato caso che in un lungo o breve viaggio il sonno avesse il sopravvento. È il momento di provare la staccata: i freni sono potenti e adeguati alle prestazioni. Non abbiamo l’opportunità di metterli alla prova sulla distanza. Ma probabilmente, essendo dimensionati adeguatamente e progettati per questa vettura, non ci avrebbero deluso. Finalmente un tratto in salita: il monte San Michele, un tempo percorso di una gara in salita e prova speciale di un rally. Potenza, assetto, maneggevolezza, nonostante il volume dell’auto, ci permettono una guida sportiva. Anche con una comoda e confortevole Mercedes SW Classe C. Non solo, ma la fluidità del cambio automatico, la regolarità di erogazione della elevata potenza, che, ricordo, è di ben 476 CV, ci permettono di guidare in sicurezza. Con la AMG C 63 che esegue le nostre richieste. Ci manca il tempo per provare i consumi. Ma con un uso normale, la casa assicura sono nella norma … di un 4 litri.

#charlieinauto  

#Testroad sull’Isola d’Elba prosegue nella Costa del Sole con #Volkswagen Nuova Tiguan

IMG_3373Tiguan Costa sole 1Costa sole motoCosta sole alberoTiguan Costa sole pietraCavoli spiaggiaIMG_3398IMG_3444IMG_3439IMG_3465IMG_3471IMG_3475Tiguan Sole paeseTiguan piantaIMG_3486IMG_3495Volterraio roccaDa Capoliveri alla spiaggetta esclusiva di Cavoli un viaggio tra le diverse identità dell’Isola

Una guida confortevole anche sulle strade irrequiete del mutevole paesaggio elbano

Dopo la serata nei localini di Cavo, nella parte orientale dell’Isola d’Elba, dove abbiamo assaggiato birre artigianali locali, diverse per ciascuno dei Comuni dell’isola, rinunciamo alla bellezza del primo mattino insulare per riposarci un po’ di più. Ma l’Isola d’Elba è densa di ricchezze da scoprire. E se c’è una cosa che qui non manca, è il sole. Ma … Proviamo a studiare una strategia per la giornata. Ci avviciniamo alla tarda mattinata. Quindi, un aperitivo, arricchito da qualche stuzzichino, a pochi km di distanza, a Capoliveri. In cima a uno degli innumerevoli rilievi della skyline insulare. Dalla piazza principale è possibile ammirare lo scenario del Tirreno. Dalla strada che scorre appena sotto al paese, lo sguardo può spaziare lontano. Mentre dalla strada del centro, costellata di piccole botteghe artigiane, scendono viottoli e scalinate che offrono uno spaccato della vige della comunità locale. Vabbè, direte voi. Ma fin qui come c’arriviamo?
Ansonica e bruschetta gustare i panorami insulari
Sempre con la Volkswagen Nuova Tiguan che c’accompagna in questo tour dell’isola. L’aperitivo con un bicchiere di Ansonica dell’Isola d’Elba, secco, profumato e armonico. Assieme a una bruschetta all’olio. Nuova Tiguan, dicevamo. E fin qui, la guida è stata tranquilla, e incanalati nel traffico della pausa pranzo, abbiamo apprezzato il confort di questo SUV. Che è anche un po’ crossover. Ma per il momento non abbiamo avuto la necessità di metterla alla prova. La posizione di guida comoda, alta rispetto alla strada, ci permette di apprezzare il paesaggio circostante. E si rivelerà ancor più azzeccata nel nostro prossimo tragitto. Non potendo ammirare l’alba, per problemi di …orario, il sole ce lo andremo a cercare. A coglierne tutto il potere radiante. Dove? Alla Costa del sole. È uno dei tratti del litorale elbano più intatti. E spettacolari. Perché la strada costiera scorre ritagliata nella roccia. L’esposizione è a nordovest, ovvero verso il sole di metà giornata e del tramonto.
#Testdrive verso la Costa del Sole
Per arrivarci, ecco un primo test: la strada Lacona-Monumento, una delle speciali storiche del Rally. Schiacciamo sul pedale, sempre senza rischiare o esagerare. E ancorchè in salita, i 120 CV della Nuova Tiguan 1600, si confermano sufficienti a spingere in velocità l’auto sulla salita. E ci permettono di controllarla e di tenere una guida veloce nel tratto misto in discesa. Quasi come si trattasse di un’auto di media cilindrata, peraltro sportiva, e non di un SUV con vocazione crossover. A dimostrazione della sua versatilità. Scolliniamo verso la costa, ed ecco la …Costa del sole. Annunciata da una pietra miliare dedicata, appena sbuchiamo sul crinale della riviera ecco la conferma. Il riverbero ci costringe a inforcare gli occhiali da sole, protettivi, anti UV e anti riflesso. Il fatto di trovarci a qualche centinaio di metri di altezza, dinnanzi a miglia e miglia di Mediterraneo, amplifica l’irraggiamento solare. E la strada? Ci sarebbe da sbizzarrirci. Ma l’alternarsi di tratti veloci a curve e controcurve, anche cieche, ci sconsiglia di prendere l’iniziativa. Così ci gustiamo un paesaggio che si rivela e rinnova man mano che andiamo avanti. Incrociamo le prime baie, insenature, i primi paesini ricavati nelle cale dell’isola.
Raggiungere comodamente insenature, cale, baie con acque incantate con Nuova Tiguan
Come Cavoli. Incuriositi dal nome, imbocchiamo la stradina ripida che scende verso la spiaggia. È a senso unico alternato tant’è stretta. Arrivati al livello della spiaggia, cerchiamo un parcheggio. Ma i posti sono contati. Un park coperto, dalle stuoie, ce lo guadagniamo dopo una lunga serie di manovre. Aiutati dalla telecamera posteriore di bordo e dalla maneggevolezza dell’auto. Un bagno ristoratore nelle limpidissime acque della baia, una sosta di ristoro. E ripartiamo verso il margine della Costa del sole, lungo un percorso che ci riporterà a Portoferraio. La strada, sempre più suggestiva, e spettacolare, scorre accanto a spiaggette esclusive, a lidi nei quali l’acqua del mare forma vasche nelle quali apprezzare differenti temperature dell’acqua marina. E Nuova Tiguan? Se in questo percorso non possiamo apprezzare le dotazioni per la sicurezza attiva, su una strada tutta da guidare emergono la risposta pronta alle sollecitazioni e il confort di un SUV adatto per viaggiare.
#charlieinauto

Anche in Friuli i 50 anni di AMG che evoca assiemeal marchio Mercedes una lunga serie di successi

In Friuli da 35 anni è proposta da Autostar

Una delle aziende dell’indotto della Casa tedesca è a Gorizia ed è eco-sostenibile

Per gli appassionati di motori e in particolare per chi segue le corse automobilistiche AMG è uno de sinonimi di potenza, evoca una serie di successi iniziati cinquant’anni fa con la vittoria di un’auto di serie, una AMG 300 SEL 6.8, preparata da due amici meccanici alla 24 ore di Spa, e che prosegue oggi fino alla F1. Per festeggiare questo anniversario, Mercedes-AMG, perché questa sigla racchiude ormai sia il reparto corse, che la produzione di auto dalle elevate prestazioni, ha organizzato cinque presentazioni nelle realtà italiane dove la passione per le vetture con il marchio della stella è più radicata.

Da 35 anni Autostar a Tavagnacco e altri quattro centi a Nordest

Una di queste è il Nordest, e ha per fulcro il Friuli, grazie all’impegno trentacinquennale, di Autostar, di Tavagnacco, alle porte di Udine, fondata da Arrigo Bonutto, attuale presidente, nel 1981. In precedenza, negli anni ’70, quando il mondo dei rallies si stava affermando nella passione per lo sport del volante, sempre in Friuli c’era uno dei primi equipaggi Mercedes: Cumini-Bernardi. E Cumini, allora, era il concessionario Mercedes. A raccontare la storia di AMG è stato il Pr di Mercedes-Benz Italia, Vadim Odinzoff: dapprima un vecchio mulino trasformato in officina, in Germania, nella quale Hans-Werner Aufrecht ed Erhard Melcher, a Grosaspach (A. M. G.), ora AMG, ad Affalterbach, conta 1600 dipendenti, e nel 2016 ha venduto quasi 100 mila vetture, con una crescita del 40 per cento.

Nuove tecnologie e ricerca dal Mercedes-AMS alle F1

Modelli Performance, per rispondere alle richieste del mercato, un’ampia gamma di modelli AMG GT, gli otto cilindri della serie 63 e le vetture più compatte dei modelli 45, di recente i modelli 43, hanno conquistato fette di mercato sempre più ampie, in particolare negli Stati Uniti, in Germania e in Cina. E come ricorda con orgoglio il presidente del consiglio di amministrazione di Mercedes-AMG GmbH, Tobias Moers, seguite da una rete di assistenza che conta su 400 Performance Center. Dal gennaio di quest’anno Mercedes-AMG propone ai suoi fans ed estimatori 56 modelli di auto, dal quattro cilindri più potente nella serie delle compatte, la A45 AMG, 2 litri, con 381 CV, ai modelli sportivi ed eleganti con i 12 cilindri, alle berline e station wagon nelle classi di potenza, a un’ampia gamma di SUV e coupé, ai cabrio e roadster. La trazione è principalmente posteriore, ottimizzata dalla trazione integrale, il cambio a doppia frizione o automatico sportivo a nove rapporti.

Test e collaudi al Nurburgring

Il tutto frutto dei severi collaudi compiuti sul circuito del Nurburgring, 20,8 km, che consente di testare auto, motori, assetti, in ogni tipi di condizione di marcia e in situazioni estreme. Test che si protraggono per 17 settimane l’anno. Sempre al Nurburgring, Mercedes-AMG organizza la Nurburgring Driving Academy. Il lavoro di messa a punto e di preparazione ha permesso alla nuova Mercedes-AMG GT3 di imporsi nel 2016 in diciotto gare salendo sul podio 32 volte. Alla 24 del Nurburgring, lo scorso mese di maggio, la GT3 ha ottenuto il record di risultati: vittoria in assoluto, pole position, giro più veloce, secondo, terzo quarto e sesto posto. Risultati, che si riflettono nell’assistenza alla clientela. Che è garantita anche sul posto con un sistema radio dedicato. Che raggiunge anche Autostar a Tavagnacco, o nelle altre tre sedi, anche nel Veneto orientale. È l’amministratore delegato, Claudio Airò, a illustrare la realtà di Autostar, che vanta un fatturato 222 milioni di euro, con un incremento del 25 per cento rispetto all’anno precedente. E che di recente ha acquisito la rappresentanza della Maserati. A favorire i risultati della Mercedes-AMG, in pista e sui mercati, come spiega il Pr Vadim Odzinof, c’è un indotto molto articolato. Soltanto in Italia, sono infatti più di una trentina le aziende che sono impegnate nella ricerca e nella innovazione.

AMG Castelvecchio 2017AMG CLA 45 2017 ridAMG Autostar 2017 autoAMG Vadim pr 2017AMG Autostar Bonutto 2017AMG Autostar cs 2017 rid

Come la Miko, di Gorizia, che realizza il tessuto Dinamica, realizzato, in uno stabilimento totalmente sostenibile, con lavorazioni ad acqua, le fibre per i tessuti dei sedili di decine di case automobilistiche. Fibre, ricavate dal riciclo delle bottiglie di plastica e delle T-shirt. Una produzione ecologica che si appresta a soppiantare, in buona parte l’ha già fatto, altre produzioni emblematiche, grazie alla qualità e alla continua ricerca rispetto ai gusti e alle attese degli automobilisti. Perché l’auto, dopo la casa, è uno degli elementi che in una giornata impegnano di più la vita dei cittadini. E gli automobilisti, anche grazie alla grande gamma di offerta delle case, tutto il mondo, sono sempre più esigenti.

#charlieinauto    

#Testroad sull’Isola d’Elba con #Volkswagen Nuova Tiguan

IMG_1812

IMG_4217IMG_4210IMG_4241IMG_4188IMG_4185IMG_4180IMG_43041Stavolta andremo in bici con questo SUV ideale per caricarci una, due, tre biciclette

#Testdrive: na guida duttile, morbida, ma pronta e precisa per visitare scenari incantati e divertirsi alla guida

Oggi che si fa? Una bella colazione sul terrazzo del resort, affacciato sulla baia di Ortano. Poi, carichiamo le biciclette dall’ampio portellone posteriore della #Volkswagen Tiguan. Una delle migliorie apportate all’ultima versione della macchina tedesca, che in questi giorni viene promossa sui media televisivi e cartacei, riguarda l’abitabilità e la capacità di carico. Ne è infatti stato ampliato il volume dell’abitacolo, con il tettuccio più alto e i montanti che sono la prosecuzione delle fiancate dell’auto. Il portellone, invece di aprirsi al di sopra della targa, ora comprende anche il portatarga. In questo modo il pianale di carico è immediatamente accessibile. Risultato?

Portellone ampio e pianale di carico basso per caricare le bici

Che due biciclette, tre se ci piazziamo anche quella del bimbo, ci stanno perfettamente, pur evitando di reclinare lo schienale di uno dei posti posteriori. Ora, ricordiamoci che siamo all’Isola d’Elba. Così facciamo un salto a Rio Marina, per rivedere i suggestivi negozietti sulle stradine in declivio. E il porticciolo, racchiuso da un’ampia muraglia per proteggerlo dalle mareggiate di scirocco. Sulla costa di fronte si scorge Piombino, la riviera tirrenica, la Maremma, Punta Ala. Stiamo per ripartire dopo un buon caffè al bar del porto, ma ci fermano, perché sta per passare la gara di triathlon. Oggi tocca alla gara in bicicletta. Così, per la sinuosa strada del paese vediamo sfrecciare anche le aspiranti Irongirl sui pedali. E tentiamo di raggiungerle in discesa. Ci riusciamo, perché la Tiguan è molto agile nel misto e su queste strade nervose. La riprova? L’abbiamo percorrendo la strada de La Parata, da Cavo a Rio nell’Elba. Anche Cavo è ricco di localini interessanti, ma per passare la serata. Lungo la suggestiva strada costiera i paesaggi e gli scorci mozzafiato si susseguono, curva dopo curva. La Parata è una delle prove speciali più tecniche del rally dell’isola. Approfittiamo di alcuni tratti a vista, e sfruttiamo il fatto che la strada è chiusa, per la corsa in atto, ma al momento è deserta.

Motore diesel da 1600 cc e 120 CV ruote da 18’: dati che non lasciano trasparire prontezza, tiro, precisione di guida. E invece…

È qui che Tiguan ci stupisce: ruote da 18’ che ne fanno un SUV, ma il suo comportamento è quello di un’agile auto sportiva. Che aggredisce la tortuosa strada a mezza costa tipicamente elbana. Ma con morbidezza. Anche se ci diamo dentro, noi, e i passeggeri non risentono minimamente del fatto che non ci sono più di 50 m di rettilineo tra una curva e l’altra. Il premio? Ci affacciamo a Rio nell’Elba, su uno scorcio che è stato immortalato dai fotografi di rally con le auto più importanti, dalla Lancia Stratos, Opel Ascona, alla 037, all’Adi A4, alla Fiat 124 Abarth, alla Fiat 131 Abarth. Anche qui una sosta è inevitabile: l’osteria è affacciata sulla vallata e si propone dalIMG_4196la piazzetta del paese di montagna, ma ci troviamo a poche centinaia di metri di quota. Scendiamo dall’auto e notiamo una scritta luminosa: Presepe animato.

La storia dell’Isola nel Presepe animato che riproduce la vita di Rio nell’Elba tre secoli fa

Scendiamo uno stretto viottolo per scoprire che è all’interno di una chiesetta. La porta ci si richiude di scatto alle spalle. Il Presepe è dinnanzi a noi. Ma è buio. Ci deve essere un trucco… saliamo sulla pedana rialzata con parapetto che ci fa avvicinare all’allestimento, ma suona improvvisamente un allarme! Retrocediamo di un passo e scorgiamo un vecchio telefono a gettoniera con la cornetta, e la feritoia per i gettoni. Inseriamo una moneta e il miracolo si rinnova. Si accendono le luci nello splendido paesaggio del Presepe, che altro non è che la ricostruzione di Rio nell’Elba. E una voce narrante, mentre le figure si animano e le ore scorrono veloci alternando il sole alle stelle nella volta del Presepe, ci spiega che qui è nato lo sviluppo dell’Isola. A Rio nell’Elba c’erano le miniere di ferrite più ricche. Da lì con un trenino il prezioso minerale veniva trasportato alle navi e caricato da dei trabucchi con tralicci di ferro sporgenti nelle baie. Uno si vede chiaramente a Rio Marina, di un altro resta ormai poco proprio nella baia di Ortano. Quando la richiesta del ferro crebbe, fu deciso di creare un porto dove le acque erano più profonde e potevano attraccare le navi più grandi. Nacque così Portoferraio, e prese il via la valorizzazione dell’Isola d’Elba. Lo spettacolo del Presepe animato è ricostruito con figure e personaggi che riproducono gli abitanti dell’isola nel ‘700. Ritorniamo in piazza e scorgiamo il forno. C’è la torta ubriaca dell’isola. Gradevole, aromatizzata con un concentrato, analcolico, di uve e di vino da bacche rosse. Suonano le campane della chiesa per ricordarci che è mezzogiorno. È ora di pranzo e dobbiamo rientrare al villaggio TH Ortano Village. Nel pomeriggio ci aspetta il giro dell’Isola in motonave. Ci verranno a prendere in gommone dalla spiaggia di sassi e acqua limpidissima. Ci sentiremo dei marines per qualche minuto, ma probabilmente poi ne sarà valsa la pena: le acque e la costa dell’Elba incantano, con una insenatura dopo l’altra e paesaggi e terreni dai colori mutevoli e suggestivi.

#charlieinauto

#Tiguan #Nuova #Volksvagen #testdrive compagna ideale per una vacanza con la famiglia

Un percorso alla riscoperta dell’Isola d’Elba ci permetterà di testarne le potenzialità #testroad

E di conoscere siti e paesaggi ancor più affascinanti affacciandoci sui mari italiani

 

L’inverno si allontana e i vagiti della bella stagione si ascoltano alle prime ore dell’alba. Ma noi, che abitiamo al Nord, anche se dell’Italia, comunque una Penisola dal clima, fino a qualche anno fa, temperato, sogniamo sempre che al Sud si stia meglio, faccia più caldo. Quindi, ci proviamo. L’occasione è quella di seguire una manifestazione sportiva, ciclistica. In un sito che avevo conosciuto da ragazzo, per andare a vedere come guidavano i rallysti. Allora le strade dei rally erano sterrate, specie quelle di una gara internazionale con valenza mondiale. Alfetta Gtv, Opel Ascona, Porsche, Saab, Fiat 124 Abarth: Pregliasco, Androuet, Cambiaghi, Taufer, Verini, Blomqvist, Tabaton, Zanussi… era il Rally dell’Isola d’Elba. Allora c’ero andato con due compagni di studi, e un ‘SUV’ dell’epoca: la Renalt R4… Stavolta, sulla banchina di Piombino, per prendere il traghetto per Portoferraio, c’arrivo con un SUV moderno. Un restyling, che ha subito migliorie nella sicurezza, negli spazi utili, nell’accessibilità, nella linea: la Nuova Tiguan della #Volksvagen.

Spazio e capacità di carico per la famiglia

Anche questa volta siamo in tre: però due adulti e un bambino. Bagagli? Qb per una settimana di vacanza-lavoro. A bordo c’è stato proprio tutto. Il portellone posteriore della Tiguan ora si estende fino al di sotto del porta targa. In questo modo è possibile caricare direttamente sul piano del bagagliaio. Questa volta, il test dei consumi ha risposto alle nostre aspettative: circa 500 Km a pieno carico e a velocità sostenuta, gran parte in autostrada, 18 km/l. La traversata del Tirreno, nel tratto tra la Maremma toscana e l’isola d’Elba, un po’ sottocoperta, un po’ all’esterno per godersi gli effetti sullo splendido scenario delle isole dell’arcipelago toscano della forte libecciata, dona sempre un valore aggiunto alla vacanza sull’isola. Con la Nuova Tiguan nella stiva, che stavolta intendiamo mettere decisamente alla prova. Appena messe le ruote sull’isola, si respirano subito i fantastici profumi della primavera mediterranea. Cominciamo con il piede giusto: da Portoferraio, per raggiungere la nostra meta, il villaggio resort xxx a Ortano, nel comune di Rio nell’Elba: il fulcro di diverse prove speciali del rally, ma anche nelle vicinanze di paesaggi incantati con skyline come la costa toscana e la Corsica.

#Rio nell’Elba e il mitico #Volterraio

Il percorso più breve è la mitica strada della rocca del Volterraio: un passo che i rallysti, ma anche i ciclisti conoscono e amano, e che si distingue per l’unico canyon oggi solo di qualche decina di metri, scavato per consentire alla strada di valicare la montagna, e raggiungere l’altro versante dell’isola. Affrontiamo la salita, che in talni tratti è piuttosto ripida. Mentre la carreggiata, stretta, tanto che in qualche tratto rende difficile l’incrocio con altre vetture, è quasi unica. Delimitata, da un lato, dal guardrail, dall’altro dalla montagna. Verde, a tratti desolata, in altri spazi ricoperta da un fitto bosco. Il terreno di origine vulcanica e il clima insulare regalano questo scenario unico. Ma e Tiguan? Promossa: il cambio a sei marce l’abbiamo usato poco, perché riesce a mantenere una velocità di salita costante e decisa. Nonostante il carico. È anche molto maneggevole e le ruote da 18’ le permettono di essere eseguire alla perfezione i comandi che le diamo. Mantenendo il confort necessario ai passeggeri. Così, all’arrivo, in serata, ci ritroviamo finalmente in vacanza con un’auto che non potrà che assecondare il nostro desiderio di scoperta, anzi, di riscoperta dell’isola.

IMG_1727 IMG_1812 IMG_1872 IMG_1885 IMG_42781 IMG_43041

#Volkswagen #Tiguan un’auto importante e spaziosa che si guida come una utilitaria

Dotata di tutti i più attuali sistemi di sicurezza attiva e passiva e adattività della guida

Questo modello con ruote da 18’ 1600 cc 120 CV anche 18 km/l

A un semaforo ho visto passare un’affascinante bionda che guidava una Skoda Fabia bianconera esattamente come quella che ho provato qualche settimana fa. L’abbinamento non guastava affatto: assieme facevano bella figura. Ora mi è stata affidata un’altra Volkswagen, non del gruppo, ma una #VW vera. Di quelle con la V maiuscola: una Tiguan. Anche in questo caso un modello elegante. Si trattava proprio della Nuova Tiguan che viene pubblicizzata in questi giorni. Tra l’altro a un buon rapporto prezzo qualità per la categoria di appartenenza e per il fatto che l’auto ha di serie il pacchetto sicurezza attiva e passiva, gli accessori che rendono la guida più facile e assistita, il tablet-display che si sincronizza con i cellulari o tablet Apple e consente di gestire la propria attività mentre si guida senza impugnare il telefonino. Ma andiamo per ordine. Si trattava di compiere un vero e proprio salto in una dimensione diversa, di salire a bordo di un’auto pensata per una destinazione d’uso un po’, anche se non del tutto diversa dalla #Skoda Fabia. “Ti credo” – criticherete: “è grande il doppio”! beh, non è proprio così. #Tiguan è un SUV un gradino più sotto della #Tuareg. Che non dimentichiamolo è nata anche per affrontare la #Parigi-Dakar. Questo, lo terremo presente più avanti.

Un SUV ‘risparmioso’

Cominciamo dall’ABC del #testdrive. Motore? #Diesel. Potenza? 120 CV. Soltanto? Abbiamo voluto noi provare un’auto importate e ‘risparmiosa’ del gruppo #VW. Al suo passaggio molti si girano a guardarla. Perché il restyling della #Tiguan fa il suo effetto. Fanaleria e finiture del cofano e dei parafanghi anteriori più squadrate in linea con lo stile delle più recenti auto, o meglio restyling della Casa tedesca d Wolfsburg. Un volume dell’abitacolo che come si nota anche dall’esterno è palesemente maggiore. La coda, che anziché mostrare le sue rotondità si presenta, per dirla in gergo calcistico come commentava #GianniBrera su #IlGuerinSportivo, più maschia. Con una modifica funzionale importante: il portellone finisce ora sotto alla targa posteriore. E non sopra.

Interni spaziosi e bene accessoriati

Ovvero, com’è intuibile, offre una capacità di carico quasi da van. Se poi si abbassano i sedili posteriori, che sono molto comodi, ci si può caricare di tutto. Una famigliola può tranquillamente decidere di partire per una vacanza senza lasciare a casa le cose necessarie. O, all’occorrenza, per una scampagnata, anche un paio di biciclette. Sempre per i passeggeri posteriori, sullo schienale dei sedili anteriori si apre un tavolinetto, con alloggio per un bicchiere o tazzina, sul quale appoggiare il tablet durante il viaggio, che serva per lavoro, o più semplicemente per tenere a bada un figlio/a che si annoia in un tragitto prolungato. mentre non mancano i cassettini e i portaoggetti. Dicevamo che siamo agli elementi base del #testdrive: facciamo il solito controllo su un percorso autostradale di media lunghezza. Poi ne faremo uno più impegnativo. Poco più di 150 km a 128/130 all’ora, parola di Waze, ma quasi combaciava con l’orologio tachimetro analogico, e pure digitale, di bordo, e il consumo è stato attorno ai 18 km/l. che per un auto di dimensioni e peso importanti, con le ruote da 18’, con tre persone a bordo, è davvero notevole. Risaliamo a bordo. Certo, una postura più alta di quella che avevamo adottato per la Fabia. I sedili sono dotati anche della regolazione lombare. Mentre i comandi sono per gran parte concentrati tra le leve al volante e le razze del volante. La sensazione di guida è di un mezzo sicuro, ma nel contempo maneggevole. Capace di districarsi nel traffico ma anche di rispondere alle sollecitazioni nel misto. Beh, non sveliamo tutto ora. Ci aspetta un viaggio a sorpresa.

#charlieinautoIMG_9950 VW Tiguan Verona cruscotto 2017 IMG_9908 VW TIGUAN Vr VW TIGUAN portatablet VW TIGUAN posto guida VW TIGUAN Consolle post VW TIGUAN Central Park VW Nuova Tiguan e vecchia VW NUOVA TIGUAN MUSO VW Tiguan Belvedere

Territorio: con #FiatTipo5p ci godiamo i paesaggi rivieraschi con una guida placida e rilassata (segue2)

E’ una delle ultime nate del gruppo #FCA, ma sta già guadagnandosi record di vendita e le sensazioni positive che ha suscitato tra i colleghi

#Charlieinauto: è super accessoriata e ci perdona tutto assecondando la guida sportiva

#FiatTipo 5p si accende con il pulsante. La chiave è sufficiente che si trovi a bordo. Così, si schiaccia il pedale della frizione, si preme il pulsante di avvio e il turbodiesel di 1600 cc da 120 HP è pronto. Siamo al secondo giorno del test, nella Riviera Friulana. E visto che è una bella giornata cerchiamo una strada che ci porti a contatto con l’ambiente lagunare. Ma che ci permetta anche di guidare liberamente. Così, superiamo il fiume Tagliamento e arriviamo nel Veneto orientale. Il cartello, in comune di San Michele, alle porte di Bibione ci indica Terzo bacino. Un percorso che diversi amici ciclisti ci avevano indicato per la bellezza di strade pianeggianti, con lievi salite e discese, in un paesaggio gradevole e a poca distanza dalle acque lagunari. Ci fermiamo un attimo per osservare un’area indicata dai cartelli che segnalano il pregio ambientale.
A San Michele al Tagliamento un’area di pregio naturalistico
Ma oggi non è la giornata adatta per osservare le abitudini della fauna migratoria. Probabilmente il nostro arrivo li ha fatti fuggire in siti più riparati. Così riprendiamo il nostro breve viaggio. Rimettiamo in moto, e proviamo a dare tirare un po’.

Proviamo a spingere sul pedale

La ripresa è decisa. Il motore spinge bene questa media cilindrata che pesa 1350 kg. Il tiro ai bassi del suo motore diesel è notevole. Così com’è molto buona la risposta alle nostre sollecitazioni: quando serve, spinge con decisione. La rumoFiat Tipo autostrada Tir Fiat Tipo volante Fiat Tipo Scruscotto mano Fiat Tipo terrazzo laguna Fiat tipo Bibione viale Fiat Tipo lungomare Bibione Fiat Tipo Faro Fiat Tipo Bellini Lignano IMG_7382 Fiat Tipo fiorirosità di marcia è contenuta. Il cambio a sei marce permette di sfruttare al meglio il motore. Come vedremo, anche in salita la Fiat Tipo 5p si arrampica decisa. Tornando al cambio, è molto facile. E ci permette di innestare le marce con un’escursione della leva limitata. Così da favorire una guida veloce e sportiva. Occhio, però, a non esagerare con la confidenza dopo la prima passeggiata compiuta assieme. Non fraintendetemi: la Fiat Tipo 5p è estremamente piantata a terra e sicura. Forse, con le ruote da 17, che possono essere montate, l’auto guadagnerebbe sia nell’estetica, che è comunque accattivante e piace, che nella tenuta e nel confort stradale.
E’ sicura, ma non è allestita per correre, e va guidata con …la testa sulle spalle.

Assetto morbido e confortevole

Infatti, non essendo destinata a correre, almeno per ora, bensì a essere l’auto di tutti i giorni per un pubblico sia maschile che femminile, è caratterizzata da un assetto morbido, che la rende confortevole, ma nella guida veloce va interpretato. Anche se la macchina non si scompone dalla traiettoria che noi impostiamo. Tende però a inclinarsi un po’. E se non lavoriamo di cambio e di acceleratore sentiamo la forza centrifuga che agisce sui nostri fianchi e ci spinge verso il lato del sedile di guida, che però è molto avvolgente ed è comodo. Non fraintendetemi: succede viaggiando a manetta. Quindi, nel misto, ci chiediamo, tutto questo può rappresentare uno svantaggio? Anche no. Perché la guida della #FiatTipo 5p è facile. E’ docile da guidare, maneggevole, precisa, scattante.

Ricorda la prima Tipo, che era ‘quadrata’, larga e ben piantata ma forse con l’assetto un pelo più rigido 

Più o meno come, quasi trent’anni fa, il primo modello di Fiat Tipo. Che ora ritrova popolarità perché è l’auto televisiva del commissario Montalbano. Ma vogliamo soltanto mettere in guardia chi ha meno esperienza al volante e vuole cominciare a premere sull’acceleratore, o meglio, tenere giù il piede sull’acceleratore, nelle curve e nel misto. La Tipo è docile, facile, elementare, pronta per una guida rilassata e all’occorrenza sportiva.
Il comportamento intuitivo della Tipo, che è un pregio perché fa esattamente quello che le chiediamo senza nessun cedimento e senza sorprese, può portare ad andare oltre i limiti senza prestare la dovuta attenzione. Anche perché #FiatTipo 5p supera i 205 km/h di velocità massima, e tocca i 100 km/h con partenza da fermo in 9.5”, come un forte atleta centometrista. Visto che ci siamo, e su questa splendida strada nessuno ci disturba, proviamo la frenata: è morbida e decisa, e, probabilmente è impostata così per garantirle maggiore efficacia e grip, ci dà la sensazione di iniziare in leggero ritardo. Che viene subito recuperato perché l’auto si ferma rapidamente. Forse ciò è frutto dei dispositivi di sicurezza. Per esempio, è dotata del sistema anticollisione, che va regolato a seconda del nostro tipo di guida. Per esempio, se non prevedete una distanza di sicurezza adeguata rispetto al veicolo che vi precede, rischiate che la Tipo dia un colpo di freni che per voi sarà imprevisto, per esempio, quando state superando il mezzo che vi precede. E rallenta quando vi state avvicinando e la Tipo deduce che siete in colonna.

Adatta per una gita nell’ambiente naturale, dotata di un buon impianto stereo, e caratterizzata da una linea grintosa, compatta, gradevole, Mediterranea, che piace

Bene. Precisato questo, ci fermiamo anche noi, perchè siamo arrivati vicino a un bivio della Litoranea veneta, il canale costruito in epoca napoleonica, per scopi militari, e che collega le lagune di Venezia e di Grado. Lo splendido paesaggio tipico delle zone umide europee, con il canneto fin sulle sponde, contrasta bene con il colore blu scuro della nostra auto. Così, all’assoluto silenzio dell’ambiente, al quale non siamo abituati, sostituiamo le musica del buon impianto stereo di bordo. E ci godiamo il paesaggio, nel quale #FiatTipo si integra molto bene. Assemblata in Turchia, là ha subito fatto presa. Tanto che è una delle auto più vendute. Ma ciò sfata i pregiudizi che spesso ci attanagliano. Se è prodotta in Turchia, certo, sarà pure realizzata per essere apprezzata nel paese mediterraneo. Ma sentendo gli amici e guardando gli effetti del suo passaggio tra i pedoni della città, piace anche da noi. Parliamo di consumi e di guida nel misto? Ma no, ce lo teniamo per la prossima volta. Nel frattempo, proseguiamo il viaggio. #Charlieinauto
(2.segue)