Se potessi avere per un attimo, in prestito, gli occhi del virus….

Il Coronavirus spiegato a bambini e adolescenti | Policlinico di Milano

Soltanto un disegno dalle mani di una bambina mi sta permettendo di esprimere un pensiero da fantascienza. Mi spiego meglio.

Poniamo avessimo la possibilità di metterci sottosopra, quindi mettere in risalto quello che teniamo dentro e di guardarci con gli occhi di un virus. Ebbene, sono pressochè sicuro (?) che scopriremmo che tutta la popolazione del globo, quindi, uomini e donne ci apparirebbero come una sterminata foresta di Recettori; cioè quel rivestimento esterno fatto di “proteine”; o meglio più semplice, “chiavi” che aprono le porte delle cellule umane.

Ebbene, siamo animali, e tra gli animali, l’Homo sapiens è il solo ed unico che possiede la “coscienza” di se stesso e della propria ” compiutezza”. Trovandosi faccia a faccia col pericolo, l’uomo se la dà a gambe, per un suo istinto di sopravvivenza e non solo per questo, ma pure perchè sa bene che se morisse non esisterebbe più- quanto meno in quella specifica forma e struttura – quindi alla sola idea prova molta paura.

Questo è una ragione sul perchè abbiamo rimosso la morte, e perchè la scienza è sempre lì a puntare all’immortalità.

Io non sono un esperto in Veterinaria; godo di abbozzi di conoscenza, che mi consentono quel minimo da consentirmi conoscere il mondo degli animali: la loro natura. Oggi, in questa tremenda esperienza pandemica, questi piccoli abbozzi di conoscenza mi fanno sentire quasi un “privilegiato”. Perchè ? Perchè, vedo più nitido lo scenario che viviamo ancora oggi; ovverosia, noi possiamo certamente lottare con strategie varie contro questa Pandemia, ma non individualmente o dal punto di vista personale. Da soli, siamo un bel “niente”. Siamo degli impotenti appunto perchè, uscire da questa situazione non dipende da me singola persona, ma dipende dalla collettività della nostra specie umana. Io, tu che mi leggi, o l’altro accanto a te che mi stai leggendo, siamo soltanto che esemplari di una collettività, molto organizzata dentro un sistema assai complesso. Quindi, come tale, potrebbe ammalarsi o magari morire. Questo tristissimo evento, può capitare a ognuno singolarmente, analogamente come può accadere a un operaio del mercato di Wuhan, oppure a Boris Johnson o altri.

Nessuno di noi può definirsi “onnipotente”: animali siamo. Vaste foreste di “recettori” o “Chiavi”; financo delle microscopiche scarpe dentro cui i virus possono fare entrare i piedini.

Siamo tutti consapevoli della tragedia immane che stiamo vivendo: sono morti e muoiono ancora troppe persone, e un considerevole numero soffrono e tante, purtroppo soffriranno per avere perduto affetti cari, ma anche per avere perduto il lavoro.

Questa pandemia si è impadronita di tutto quanto che ritenevamo nostro, indiscutibile e intoccabile. Similmente all’acqua in pendola che bolle e fa affiorare a galla  gnocchi: lo squilibrio introdotto nella natura, e il cattivo nostro rapporto con essa. Mi viene paragonare questo virus simile a una pallina gelatinosa , incredibilmente piccola, che è andata ad incastrarsi in mezzo ai denti del  nostro sistema e l’ha bloccato, non permettendo più agli ingranaggi di girare come faceva prima. Da modesto medico, e con abbozzi di conoscenza in veterinaria, mi permetto da persona umana, guardare questa pandemia come un fenomeno epocale. Sono sempre stato, per mia inclinazione, persona ottimista, ma presumo il tutto, post pandemia difficilmente potrà avere lo stesso meccanismo; come dire, che il mondo intero cambierà volto. Questo, naturalmente non deve significare che sarà negativo. In conclusione, voglio dire, che questa esperienza pandemica, appena l’avremo messa alle spalle, non deve assumere i connotati di chi rimane fermo, ma deve essere motivo di energia per riprenderci la nuova vita sia pure su binari diversi, altrimenti, questa pandemia rimarrà per sempre soltanto una calamità.

N.B. In grassetto di proposito !

Se potessi avere per un attimo, in prestito, gli occhi del virus….ultima modifica: 2021-10-01T13:00:55+02:00da un_uomonormale0

6 pensieri riguardo “Se potessi avere per un attimo, in prestito, gli occhi del virus….”

  1. Ciao Pippo, scusami se ti chiedo una cosa che non fa parte del tuo argomento. La domanda, per la verità è di una mia cara amica di parrocchia, che mi ha pregato di chiederti se ci sono virus che infettano le piante. La mia amica ha un orto con qualche pianta e ha paura che qualcuna si infetti e lei non lo capisce. Oddio, che confusione ho fatto. Scappo che è tardi. Stasera quando rincaso copio la tua risposta e la faccio leggere alla mia amica. Ciao. Rosina

    1. Ciao Rosì, non preoccuparti se hai fatto confusione, pensa te quanta ne faccia io. Certo è, che la domanda mi trova un attimino “denudato”. Solo in ordine ad un aspetto pongo questa tua domanda, come interessante, visto che oggi siamo con la testa e la mente dentro il termine “Virus”, quale causa di malattie su noi persone, o al massimo anche sugli animali. Quindi, ci siamo dimenticati che anche nel mondo vegetale possono verificarsi “flagelli” a causa di qualche virus particolarmente insidioso. Conosco per averlo riscontrato sui testi di biologia il “Banana Bunch Top virus è uno dei tanti virus patogeni che colpiscono le piante. Saprai immagino, per averlo sentito in televisione, la “Xylella”, un Batterio conosciuto purtroppo dagli agricoltori della terra di Puglia. Infatti, questo batterio ha distrutto migliaia di ettari di uliveti. Vedi, Rosì, la pianta in genere è un organismo molto fragile e pressochè vulnerabile. Le piante non sono provviste da un sistema immunitario vero e proprio, quindi, quando entrano in contatto con un simile agente patogeno che viene dall’esterno si trovano “impotenti”; non mettono in azione alcuna difesa come facciamo noi umani D’altra parte, però, il solo fatto che stanno fermi, quindi non si muovono come noi umani, questo dovrebbe essere un dato a vantaggio nostro nella lotta ai virus. Voglio dire, che non sono virus che “viaggiano” a bordo di Vettori come gli uccelli che migrano da una latitudine estrema all’altra oppure come le larve della zanzara che si nasconde nelle “pieghe ” delle navi. Quindi, dovrebbe essere molto più semplice individuarli e circoscriverli per isolarli. Eppure, ai virus delle piante non prestiamo la giusta e necessaria attenzione, nonostante la “Flora” rappresenti l’85% del nostro nutrimento, e di quanto sia importante per la stessa salute del pianeta terra, e, ovviamente per la nostra. Ecco, Rosì, non so a cosa possa servire questo alla tua amica. Ciao

  2. Questa pandemia ha cambiato in qualche modo la vita sul pianeta. La cosa più importante è la sensazione di precarietà che si è instaurata nella mente di tutti e la consapevolezza di essere straordinariamente fragili e cagionevoli , di perdere la salute da un momento all’altro anche in età giovane e di sentirsi più di prima cagionevoli ed esposti anche a pericoli di morte. Il virus che ci ha infettati è da ritenere ,come tu dici, di portata epocale e mai più ci sentiremo capaci e resistenti contro ciò che mina la nostra salute. Un dubbio amletico si è insinuato in tutti noi ed è quello che tutto della vita avrà un diverso modo di essere concepito. Speriamo che in tutte le cose del mondo si acquisti una più piena coscienza di dover cambiare necessariamente il vecchio atteggiamento comportamentale da parte di tutta l’intera umanità . Buona serata, gentile amico

    1. Ciao carissima, Voglio esprimere la mia consapevolezza della nostra animalità. Se guardiamo questa realtà in prospettiva globale, sono i cosiddetti “cigni neri” gli eventi che mutano il volto al mondo per come noi lo conosciamo: come ho detto, non sempre nella sua “faccia negativa”. Ad esempio, se portiamo alla mente l’attacco alle torri gemelle del 2001, come pure se portiamo alla mente la diffusione della peste in Toscana nel 1300. Ecco, proprio da quest’ultimo voglio dare corpo al mio pensiero a seguire. Per conoscenza, mia cara, la peste, malattia infettiva terribile, riconosce come causa il batterio “Yersinia pestis”, originario dell’Asia centrale. Ecco. Questo batterio sopravvive nei roditori selvatici, senza che questi ricevano sintomi. Ebbene, da questi roditori la peste è saltata nei ratti per tramite di un vettore che era la pulce. La pulce, morde la marmotta che è infetta da questo batterio, quindi, morde il ratto, quindi, infetta pure lui; il ratto prolifica, si sposta con velocità e vive a stretto contatto con l’uomo: prospera nelle strade, nei canali e nelle abitazioni non proprio belle del tardo Medioevo. Ma non da solo: insieme alle sue pulci, i quali mordono l’uomo e lo infettano. Ecco la dinamica- diciamola così – della diffusione della peste. Dicevo in Toscana, e propriamente a Siena che viene raggiunta dalla peste nel 1348 dove ha mietuto qualcosa come due terzi della popolazione. Tutto si fermò, la vita si fermò. C’era il nuovo Duomo- dice la storia -in piena espansione venne abbandonato a metà. Insomma, per Siena la peste fu un terribile sconvolgimento tale da portare un’imbarbarimento dei costumi e al rovesciamento della struttura sociale, ma anche spalancare le porte al Rinascimento,una rivoluzione culturale che modificò fino alle radici l’approccio del sapere, favorendo la convergenza tra scienza, tecnologia politica e arte. In buona sostanza, i “cigni neri” sono da considerare energia, e l’energia può distruggere o può anche generare. Di solito distrugge per potere generare. Buona serata carissima

  3. La tua risposta al commento di medusaurticante, con la storia della peste a Siena nel ‘300 e la causa che l’ha originata, mi è stata molto gradita ed istruttiva. Si tratta di documenti storici di grande rilievo, utili, anche per una riflessione su quello che ha potuto costituire per la gente di qull’epoca, quando iricchi spadroneggiavano, ai poveri mancava anche un tozzo di pane e dell’igiene…neanche a parlarne. Assolute tragedie che solo i vaccini hanno debellato!… Ancora grazie, dott. Ciao.

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