Le nostre immagini di Dio corrispondono spesso alle nostre esperienze di vita. Si prenda ad esempio il bambino. Egli possiede per natura altre immagini di Dio rispetto all’adulto. I bambini proiettano su Dio il loro desiderio intenso di protezione. In questo modo colgono un aspetto importante di Dio. I giovani, invece , vedono Dio come Colui che ci sfida. Da adulto io vedo Dio come Colui che mi conduce alla verità, di fronte al quale non posso svicolare. ma faccio esperienza di Dio anche come di Colui che mi libera dal potere degli uomini, che dà, isomma solidità e sostegno alla mia vita. Tutte queste immagini di Dio che abbiamo nel corso della vita esprimono qualcosa dell’essenza di Dio, ma non bastano, per descrivere Dio in modo adeguato.
Da bambini spesso si collega Dio con la casa e il sentirsi protetti. Ma alcuni si ricordano anche che per loro Dio è sempre stato qualcosa di minaccioso, il Colui da temere, causa venire castigati brutalmente. Ebbene, sostengo che spesso, questo dipende dall’educazione che si ha avuto trasmessa e vissuta. Se nell’educazione era presente una tendenza punitiva e di controllo, allora veniva proiettata anche su Dio. Per dirla in due parole, sull’immagine di Dio c’è sempre l’immagine di noi stessi. Possiamo spiegare le diverse immagini di Dio già guardando alle nostre esperienze di vita così differenti. Le esperienze che ognuno fa coi propri genitori, ma anche nell’ambito di una società particolare – come quella patriarcale -, le esperienze che facciamo, per esempio con nostro padre, hanno ripercussioni su quello che colleghiamo con l’immagine del Dio Padre. In ogni caso, non possiamo vivere del tutto senza immagini. Dovremmo, certamente sostituire le immagini negative di Dio con quelle positive. Ma anche nei confronti delle immagini positive dovremmo sempre essere consapevoli che sono solo immagini, che Dio è al di là di tutte le immgini.
Non vi pare ?
Le tante immagini che la chiesa ha proposto, da sempre. ai suoi fedeli,rappresemtano Dio padre come un nonno sapiente, giusto e , spesso, intransigente e severo. Altra è invece l’immagine del Dio – Uomo, Gesù di Nazaret, raffigurato nella sua vita pubblica di predicatore di verità e di Amore e nella gloria della sua resurrezione. Immagini e santini che si sprecano e che, fin dalla infanzia, hanno contribuito ad introiettare nella mente e nel cuore, immagini puramente fantastiche di Dio, che solo con la crescita ci sono apparse come pura invenzione, per rendere , in qualche modo tangibile l’Entità divina, cui dobbiamo credere per fede e a cui il popolo dei fedeli ha bisogno di rapportarsi , per avvertirla più vicina. E’ chiaro che tale bisogno sia indotto ed anche valido per coloro che hanno una fede altrettanto indotta e mai approfondita nella sua essenza meravigliosa. Dio, in tutte le sue componti di Creatore , non potrà mai corrispondere ad una immagine prodotta dall’uomo ed è puramente illusorio rappresentarlo con fattezze umane , tranne che come Salvatore e vittima sacrificale dei peccati del mondo.
Tuttavia, personalmente, posso comprendere che la rappresentazione in immgine, pur che sia, risponda ad una esigenza di vicinanza umana a cui aggrapparsi e del cui conforto non si può fare a meno. Tutti noi, del resto, pensiamo a come rappresentarci Dio, anche se consapevoli di essere nell’errore e cerchiamo di identificarlo in noi come indefinibile ed assolutamente amorevole, verso la dabbenaggine nostra di umani che, al massimo possiamo riconoscerlo come Puro Spirito e, forse, sbagliamo ancora una volta. Ho cercato di arrampicarmi sugli specchi, Dott.
Forse un giorno rideremo delle nostre avventate intuizioni e ne avremo, finalmente risposta. Ciao.
Mia cara, se portiamo alla mente il catechismo, ci è stato insegnato che Dio è l’essere perfettissimo creatore e signore del cielo e della terra. Tuttavia, chi è Dio e come Egli sia nessuno lo può dire al punto che si rivelano significative le parole di S. Agostino:” di Dio meno si parla più si indovina!” E sempre S.Agostino:” Di Dio si sa solo quello che non è e che è inutile cercare di sapere che cosa sia Dio se non sappiamo neppure cosa sia il tempo, o cosa sia una goccia di acqua!” Io aggiungerei:” Per fortuna che c’è il mistero! Altrimenti tutto sarebbe finito, immobile. Persino la storia non ci sarebbe: nulla più da cercare, nulla da attendere, nulla di imprevisto nè di imprevedibile. Se non ci fosse il mistero non ci sarebbe nè profezia nè rivelazione. Da qui la necessità e la libertà di credere. Per esempio la domanda: chi è Dio ? Come può uno rispondere chi sia Dio quando non si è capaci neppure di sapere cosa sia una pianta, o una pupilla d’occhio, e cosa sia un pensiero ? Insomma, chi ne sa qualcosa ? Che se se ne vuole parlare, parliamone pure: tanto è vero che dopo ogni discorso possiamo sempre ricominciare da capo. Ecco allora, che io mi fermo e mi dico con fede:” A me basta che ci sia; e so che c’è, perchè crea; anzi perchè ha creato me, cioè l’uomo e sono contento che mi abbia creato, perchè così Lo posso conoscere in qualche modo, anzi lo posso continuare a conoscere, a scoprire e sempre meravigliarmi di LUI e del mondo, di questa creazione mai finita !” Carissima, in altre parole, se traduco il tuo pensiero con le mie parole, mi accorgo che siamo in parallelo. Ciao
Non cerco di raffigurarmi Dio Padre….se lo faccio, a volte, la mia mente lo vede come un vecchio con la barba. Non è così. La Chiesa ci propone a credere ad un Dio in tre persone: uguali seppure distinte. Uguali…della stessa essenza e raffigurate, in immagini della SS.Trinità, uguali anche come sembianze.
Perché voler approfondire questo che è un grande mistero, al di sopra delle nostre possibilità? Non credi, Peppe, che si rasenta la sujperbia?
Gesù lo abbiamo visto nella sua natura terrena, ma soltanto per beneficiarci con il suo sacrificio d’amore. E’ giusto che lo pensiamo così, a noi simile, per averlo vicino, per sentirselo fratello nelle necessità o nella preghiera. Un giorno sapremo…per ora diamo a Dio il rispetto dovuto all’Essere che tutto sovrasta e che tutto può. Un caro saluto Peppe, ***
No no, nessuna superbia, a mio parere. Perchè ? Ascolta il mio pensiero. Un tempo non lontano, ma neanche vicino, amavo l’espressione di “cercatore di Dio”. E questo, innanzitutto perchè mi ricordava il mio cammino interiore quando ancora giovane e impegnato nella mia professione, cercavo a fatica di trovare un senso alla mia vita al di là di quello che mi era stato insegnato sulla religione e di una pratica religiosa “preconciliare”, alla quale interiormente resistevo con forza. Molto presto, in realtà, mi sono reso conto che non cercavo anzitutto le grandi idee, e tanto meno una morale, ma “Qualcuno”. Purtroppo, questo Qualcuno che desideravo forte non aveva il volto del Dio che mi era stato insegnato o che perlomeno avevo ritenuto che fosse. Lo immaginavo e a poco a poco lo scoprivo AMORE, solo AMORE, e dunque un Dio che non passava il proprio tempo a bandire divieti e punizioni; un Dio al quale si doveva obbedire, “sotto pena di peccato mortale”, o, in altri termini che si doveva amare per forza; un Dio “onnipotente”, al modo degli uomini, che aveva cioè “tutti i poteri”, “faceva la pioggia e il bel tempo”, condannava l’uomo a terribili sofferenza per il suo bene, che chiamava a sè “senza pietà un uomo desideroso solo di vivere”. Ebbene, oggi, non amo più quella espressione di “cercatore di Dio” perlomeno non allo stesso modo di un tempo perchè ho capito bene che è LUI a cercarmi per primo, ad amarmi prima ancora io lo amassi ed a inseguirmi senza darmi tregua. Ciao Licia, buona serata