I piccoli negozianti del mio quartiere

Mi ritengo fortunato di abitare da parecchi anni in un quartiere dove sopravvive ancora qualche piccolo negoziante. Ovviamente in questi esercizi le cose costano un po’ di più che non nei grandi supermercati, che definirli templi moderni del consumismo  non è una esagerazione. Tuttavia, il vantaggio di questi piccoli esercizi è che stanno o sotto casa o a un tiro di passo e poi, mi piace molto  incontrare le persone che mi “servono” ( il termine mi piace ) da molti anni. Si sono allacciate relazioni davvero amichevoli. Conosco e amo  in maniera particolare ( lungi dal fraintendermi) la proprietaria dell’esercizio del quartiere. E’ veramente, quel che si dice, una vera cristiana che ammiro molto perchè vive la fede in tutta la sua vita. Tutti i clienti apprezzano la sua cortesia, la sua gentilezza, ma soprattutto il suo amabile sorriso.  Un giorno di questi, le chiesi che possedeva il  “sorriso commerciale “. La signora, col suo sorriso sempre presente mi ribattè:” No,non sorriso commerciale, ma sorriso cristiano!” Confesso che mi spiazzò piacevolmente. Diceva infatti:” Non lo faccio per vendere di più, ma per trasmettere un po’ di gioia a tutti quelli che entrano nel mio negozio. Sa, alcuni ne hanno davvero bisogno !” Tuttavia, in uno di questi giorni la vidi piuttosto scoraggiata e proprio a causa di quei famosi supermercati colossi. Diceva che le sottraevano molti clienti e che i “piccoli negozianti come il suo ” non riuscivano più a sostenere le spese e mantenere la concorrenza. “dopo una vita di lavoro, che cosa mi rimane per la pensione ? E poi, perdo amici. Ci sono persone che non vedo più!”

Io, non ho trovato altro che incoraggiarla, ma con argomentazioni certamente troppo umane. Forse avrei dovuto andare più in profondità ma non ho osato.  Alla luce della fede ho molto riflettuto sul ruolo dei commercianti in particolare dei piccoli del quartiere e sul mio/nostro atteggiamento di fruitori dei loro servizi. Ho osservato in generale che ogni lavoro dell’uomo è partecipazione al grande mistero cristiano della creazione, e cioè, che insieme e ognuno al nostro posto noi tutti completiamo l’opera della creazione e nessuno ha il diritto di sottrarsi a questo compito che Dio gli ha affidato.

 

I piccoli negozianti del mio quartiereultima modifica: 2021-09-12T13:47:27+02:00da un_uomonormale0

6 pensieri riguardo “I piccoli negozianti del mio quartiere”

  1. E’ da tanto che i piccoli negozi soffrono il disincanto dell’abbandono. Si comincia con il vedere meno persone, e poi, si finisce con il chiudere l’attività. Il supermercato è un concorrente senza pietà Ci trovi di tutto e, appunto per questo, lo puoi avere con minor spesa. Il piccolo esercente non può gareggiare con i prezzi e neppure con i molti prodotti…è fatale la chiusura. Qui, nel mio rione, ma anche in città, i piccoli negozi, non esistono praticamene più…è raro vederne uno e si gestisce in luoghi piccoli dove l’affitto è minimo e la merce proviene dall’orto di casa, o da attività comunque caserecce. Un tempo erano presenti in ogni via…latterie, salumerie, macellerie, filati, etc. Sembra di parlare di secoli addietro, invece….è davvero molto triste. Si sono persi i colloqui amichevoli, le risate spontanee, gli incontri di cui portavi a casa, col sorriso, un lieto ricordo. Buona continuazione di domenica, Peppe, un caro saluto…licia

    1. Trovo interessante il tuo intervento, ma mi voglio soffermare sulle tue ultime frasi:”Si sono persi i colloqui amichevoli, le risate spontanee, gli incontri di ci cui portavi a casa un ricordo lieto”. Ecco, sta tutta qui la differenza tra piccoli negozi e supermercati. In quest’ultimi trovi la convenienza sui prezzi, ma non trovi ciò che io definisco “sorriso cristiano”, non trovi gli incontri ecc. Il lavoro è anche un servizio che degli uomini rendono ad altri uomini. Nel caso specifico della proprietaria in oggetto, il servizio reso è “diretto”. La signora ci nutre, permettendoci così di vivere e di crescere. Il negoziante, quindi, non deve perciò cercare di vendere il più possibile e quello che ha di più costoso, ma deve cercare di “servire” al meglio il suo cliente, attirando la sua attenzione su quello che è più adatto per questi. In altri termini, si deve pensare più all’altro prima di pensare alla propria cassa e ai propri guadagni. Quanti nel commercio imbrogliano le persone, quanti cercano bisogni artificiali con un’eccessiva pubblicità, sono dei ladri e opprimono la persona umana. Non sono al servizio dell’altro. Insieme, in combutta con quelli che cercano solo il profitto, così costituiscono quella “società consumistica” che aliena l’uomo e spinge molti giovani alla disperazione o alla rivolta, dato che si sentono esclusi dal paradiso che si fa balenare davanti ai loro occhi. Ciao Licia, lieta domenica a te

      1. Ciao Pippo, quando vado nel supermercato trovo tutto ma non trovo il calore del sorriso, lo scambiare due chiacchiere anche veloci, data la situazione covid. Nei grandi supermercati c’è solo gelo. Da me c’è ancora qualche bottega che resiste, e il proprietario è molto simpatico, disponibile anche a portare la spesa a casa ma, per sua sfortuna la sua bottega manca di tante cose necessarie in una casa. Anche lui si lamenta di questi grossi supermercati. Ciao e ti lascio un sorriso mi vado a prepararmi. Rosina

        1. Ciao Rosì, giusta la tua osservazione, il commercio al dettaglio, come in tante altre attività, lo scambio supera di gran lunga quello dei semplici oggetti scambiati. Si verifica un vero e proprio contratto umano, il dono meraviglioso di un mmento di vera attenzione reciproca, con strette di mano, sorrisi, scambio di parole…Ciao Rosì, buon lavoro

  2. Abito in centro ed ho intorno ogni genere di negozi; perfino, sotto il mio palazzo, quello di frutta e verdura e un po’ di tutto per altri prodotti utili. Di Supermercati, ve ne sono molti, ma soprattutto nelle zone più periferiche della mia cittadina di provincia. Certo, molti esercizi sono stati costretti a chiudere dalla concorrenza, ma riguarda soprattutto l’abbigliamento ,perchè c’è la concorrenza di un mercato settimanale locale fornitissimo di merce di qualità più elevata e degli acquisti su Internet. Certo, in varie zone della città, c’era un maggior numero di negozietti e quelli che si sono drasticamemte ridotti sono anche mercerie e casalinghi.
    Comunque , i negozianti si lamentano tutti allo stesso modo, perchè subiscono nocumento, comunque,alle loro entrate. Per quanto poi riguarda la socialità, il negozietto era e, mediamente, è ancora, un luogo consueto in cui i clienti sono quasi sempre gli stessi per anni e, dunque, si acquista anche una certa abitudine a scambiare qualche parola, un saluto, un sorriso, una reciproca cortesia, che sicuramente giova, come sentirsi circondati da persone amiche. Non avrei altro da aggiungere, se non che il lavoro a tutti costa fatica e se non c’è una giusta mercede, soprattutto per i negozianti, si chiude l’esercizio e poi ci si ritrova sul lastrico. Che Dio aiuti anche tutti loro!… Buona serata, Dott, Ciao.

    1. Il commercio permette di creare relazioni non solo fra i distributori, i compratori, ma anche fra coloro che esercitano la stessa professione. Si tratta di organizzare e difendere il commercio per “servire meglio ” le persone e far vivere umanamente e onestamente i commercianti. Il lavoro non è un castigo. E’ il grande onore che Dio Creatore ha fatto all’uomo anche se, a causa di quell'”Errore originale” – diciamola così – esso è diventato fonte di sofferenza ( è una conseguenza) ). Hai concluso bene, mia cara:” Dio aiuti anche tutti loro..!”. Quindi, che li aiuti a superare le difficoltà che incontrano. Che faccia comprendere loro che, per quanto piccolo essi hanno un posto insostituibile da difendere di fronte a tutti i grandi che oggi fanno loro ombra, e di perdonare a quanti, piccoli e grandi non fanno che servire il dio-profitto, questo “vitello d’oro” che tutti insieme abbiamo innalzato, come ebbe a fare il Suo popolo un tempo, volgendoGli le spalle. Buona serata cara. Ciao

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