La profondità della croce

 

La profondità della croce

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 50,4-9a

Salmo: Sal 68 (69)

Vangelo: Mt 26,14-25

 

“Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?»”

L’immagine di oggi è: la profondità della croce.

Nel testo del Vangelo di questo mercoledì Santo, leggiamo da parte dei discepoli una profonda contrizione, data dal timore di aver tradito Gesù. C’è una sincerità che proviene dal cuore in queste parole:

“Sono forse io, Signore?”

È la sincerità di chi si riconosce peccatore, è l’affetto di chi teme di aver ferito una persona cara, ma in questa domanda troviamo anche una professione di fede: lo chiamano Signore. Gesù viene identificato come il loro Signore, ed è per questo che sono rattristati di averlo deluso, è un vero atto di dolore.

“Sono forse io, Signore?”

Questa domanda parte dal cuore e arriva al Signore. È quasi dichiarare implicitamente che Egli sa, ci conosce più di noi stessi. Nell’affermare Gesù come Signore c’è un cammino di verità, dove nel corso della vita si svela pian piano a noi, ovvero: individuare il nostro errore, scoprire che Lui ne era già consapevole e nonostante tutto ci ama, e dalla forza di quest’amore poter ricominciare. Solo il Signore può amarci così, perché Egli ha cura di noi.

“Sono forse io, Signore?” Siano per noi parole di ripartenza, dove lo sguardo non si ferma sul nostro errore, sul peccato, ma nel Suo perdono, in quella profondità della croce, che da sempre ci ha amato.