Il Tuo sguardo sulla Croce

 

Il tuo sguardo sulla croce

 

Carissimi, continua il nostro cammino verso la Pasqua. Oggi vi proponiamo una preghiera da meditare in questa quinta settimana di Quaresima.

 

“Signore, il Tuo sguardo,

arriva profondamente nel mio cuore.

Tu sai quanta sofferenza e dolore vi abita,

a volte sembra non ci sia spazio per nulla,

ma il Tuo amore si fa spazio.

Signore, quante cose questo cuore ha sofferto!

Il mio è un grido di aiuto,

è un desiderio di pace.

Signore, aiutami!

Sono qui davanti a te, perché non ce la faccio più.

Tu sai di me ed io di Te.

Siamo due crocifissi che si guardano,

vedi dove mi ha portato la vita?

Il tuo sguardo sulla croce, è diverso dal mio,

soffri, ma non hai perso la tenerezza dell’amore,

quel dolore non ti ha cambiato, anzi,

vedendoti, sta rendendo migliore anche me.

Sto un po’ qui con Te, Signore, in silenzio,

guardandoti, nel mio cuore,

si sta accendendo la Speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

“Neanch’io ti condanno”

 

Neanch'io ti condanno

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 43,16-21

Salmo: Sal 125 (126)

Seconda lettura: Fil 3,8-14

Vangelo: Gv 8,1-11

 

I farisei usano il peccato di quella donna per mettere alla prova il Signore. Viene messa l’adultera in mezzo, e alla fine rimarranno solo lei e Gesù.

Rispondendo ai farisei, dicendo, chi è senza peccato scagli la prima pietra, viene ristabilito l’ordine delle cose: non sono i peccatori che perdonano i peccati, ma Dio. C’è un sacramento attraverso il quale riceviamo il Suo perdono e abbiamo la grazia di poter sentire queste parole per noi: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

È possibile ricominciare, anche se abbiamo sbagliato e ci sembra di non meritare questo perdono. Egli ci mette nella condizione di riceverlo, affinché quel “d’ora in poi”, sia il nostro impegno di rinascita e sia di memoria per non condannarci a vicenda.

Cosa fare di quel peso che il peccato comporta? Andare da Lui, chiedergli perdono, per renderci conto che Egli scrive i nostri peccati sulla sabbia, così che il vento dello Spirito, dell’amore, li porti via e possiamo rialzarci e camminare.

Egli si china su di noi, ci offre tutto il Suo amore, la Sua Misericordia, affinché la nostra vita non sia condannata, ma amata. Ci viene chiesto l’impegno: “d’ora in poi non peccare più”, non perché non saremmo più perdonati, in quanto Egli ci offre sempre il Suo perdono, ma perché la Sua Misericordia, ci riporta alla condizione prima di quell’errore, con la consapevolezza che ora possiamo fare diverso.

L’effetto del riconoscere il perdono di Dio, non è dire: “tanto ci pensa Lui”, ma è rafforzare la nostra fragilità nella direzione della possibilità: ora è possibile fare diverso.

Dio ci doni la grazia di percepirci perdonati, di trovare il coraggio di guardare a tutte quelle volte, che ci siamo autocondannati o abbiamo condannato gli altri, per riconoscere in noi la grandezza della Sua Misericordia, che supera quel peccato e ne fa occasione di conversione.