Tempo di attesa

Tempo di attesa

 

31 AGOSTO 2023

GIOVEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Ts 3,7-13

Salmo: Dal Sal 89 (90)

Vangelo: Mt 24,42-51

Gesù nel Vangelo di oggi ci vuole insegnare la vigilanza, non solo come riferimento ad un giorno futuro che non conosciamo, ma come ad un appuntamento che ogni giorno si rinnova con Lui.

Stiamo svegli, attenti, non per paura, ma per amore, per non perderci quell’incontro con Dio, quei segni che lo Spirito semina nella nostra vita ordinaria.

Nel cuore di ciascuno la vigilanza diventa un’attitudine che ne plasma tutta la vita e impegna a vivere ogni giorno l’oggi di Dio, la sua presenza; chiede di scrutare con gli occhi della fede ogni avvenimento, per riconoscere il passaggio del Signore a  volte imprevedibile e nascosto.

Vegliare, vuol dire amare veramente con tutto il cuore ciò che Dio ci offre. Questa attesa non è carica di dubbi ma di speranza. Non sappiamo quando il Signore verrà, ma sappiamo per certo che Egli viene. L’incertezza riguarda soltanto il giorno e l’ora non la sua venuta.

Allora, beato quel servo, che vive l’attesa nell’amore che il suo Signore gli ha mostrato, prendendosi cura di quanti gli ha affidato. Beato quel servo, che ha sempre il cuore innamorato.

“Tu o Dio, che fai del Tuo tempo un’attesa di me,

aiutami a vivere ogni giorno e ogni ora cercandoti.

Fa che non disperda le forze e sappia venire da Te sempre.

Il Tuo amore sia la mia forza,

la Tua Risurrezione la mia riuscita

per vivere una vita possibile

anche per me peccatore,

ma già salvato, amato,

unito con Te da quel legame

che Tuo Padre, nostro Padre,

ha da sempre pensato.

Una storia d’amore di cui ogni giorno,

fammi capace di leggerne un pezzetto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Guardarci dentro

guardarci dentro

30 AGOSTO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Ts 2,9-13

Salmo: Dal Sal 138 (139)

Vangelo: Mt 23,27-32

Gesù ci invita a guardarci dentro, a lavorare sulla nostra vita, perché ciò che vedono gli altri al di fuori di noi, corrisponda a quanto abbiamo e coltiviamo in cuore.

É dall’interno della nostra persona che si costruisce l’opera del  vero io. Questo è il luogo da cui partono i sentimenti e le azioni, dove si coniuga la verità di se stessi, la relazione con Dio e con il prossimo. É lì che il seme della mia fede va coltivato giorno per giorno.

Non esiste un’intimità vera con Dio, che non apra ad uno sguardo di bellezza verso l’esterno. Dio ha gia posto in noi semi di bontà, di bellezza, di giustizia, per questo dobbiamo fiorire, farli trasparire e non essere dei sepolcri imbiancati.

E quando guardandoci dentro ci lasciamo prendere dallo sconforto, perché anche in noi scopriamo forme di ipocrisia e iniquità, non dobbiamo scoraggiarci. Scoprirci deboli, poveri, dovrebbe aiutarci invece ad affidarci alla grande misericordia di Dio, e a riprendere continuamente in mano le motivazioni delle nostre scelte, del nostro agire, perché in tutta la nostra vita appaia solo lo splendore di Cristo.

“Signore,

Tu che sei la parte migliore di me,

risplendi, fiorisci,

cosi che tutto il mio essere viva della Tua luce.

Aiutami a non perdermi dietro all’apparenza,

dove lo sguardo divide ed uccide.

Fa che mi interessi solo il Tuo sguardo pieno di amore,

ricolmo di pace, benevolenza e forza,

che non fugga mai dal Tuo sguardo, ma incroci il mio,

cosi che il mio cuore

si senta amato non solo un istante, ma sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Testimone di verità

Testimone di verità

 

MARTEDÌ 29 AGOSTO 2023

MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,17-19

Salmo: Dal Sal 70 (71)

Vangelo: Mc 6,17-29

Molte volte dire la verità diventa una posizione scomoda. Nella vicenda di Erode che fa decapitare Giovanni Battista, sembra che il potere vinca, mentre la voce della verità venga zittita. In realtà, quella voce continua a risuonare lungo i secoli, come la voce di tutti quei martiri che per amore della verità hanno versato il loro sangue.

Ci sono situazioni in cui  il cristiano di ogni tempo deve decidere da che parte stare. La verità domanda scelte coraggiose, che non  possono sempre piacere a tutti.

Quando la verità arriva a suscitare cosi tanto odio per l’altro, non si vedono spiragli di luce, il cuore viene completamente accecato da volerne addirittura la morte.

Scrive san Beda nelle “Omelie” che troviamo oggi nell’ufficio delle letture: “San Giovanni subì il carcere e le catene a testimonianza per il nostro Redentore, perché doveva prepararne la strada. Per lui diede la sua vita, anche se non gli fu ingiunto di rinnegare Gesù Cristo, ma solo di tacere la verità. Tuttavia morì per Cristo.

Giovanni Battista è un uomo che fa luce alla Verità che è Cristo, non si arrende a compromessi.

Questo vale anche per noi oggi, dove la vita cristiana domanda la fatica di una fedeltà quotidiana a vivere il Vangelo, il coraggio di lasciare che Cristo cresca in noi, per orientare i nostri pensieri e le nostre azioni.

Chiediamo al Signore l’aiuto per fare verità dentro noi stessi, cosi da accogliere Lui Verità che ci fa vivere, ed avere la forza di essere sempre suoi testimoni nei martiri quotidiani in cui viene chiesto di non vergognarci del vangelo, ma di spezzarlo, condividerlo con chi teme ancora la verità e non sa che essa ha in volto, in Dio fattosi carne per liberarci dalla schiavitù di una menzogna in cui Dio non c’è.

“Signore,

liberami il cuore,

allarga il mio orizzonte,

il mio sguardo

cosi da poterti scorgere nella mia vita.

Mi sei accanto da sempre,

Dio vivo e vero

attraversa sempre la vita con me,

fammi capace di sentirti

e mettere coraggio dove ho paura,

e fede dove non ancora non c’è

così che possa vivere di Te

e offrire ad ogni cuore la speranza di una vita assieme a Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Maschere

Maschere

LUNEDÌ 28 AGOSTO 2023

SANT’AGOSTINO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Ts 1,1-5.8b-10

Salmo: Dal Sal 149

Vangelo: Mt 23,13-22

“Guai a voi”. Anche se Gesù in questo momento si sta rivolgendo agli scribi e ai farisei, chiamandoli ipocriti, tale ammonizione vale per tutti.

Dio ci conosce, non dobbiamo mettere nessuna maschera, ne davanti a Lui, ne davanti agli altri.

L’ipocrita è un simulatore, finge ciò che non ha o non fa.

Gesù ci mette in guardia dal non cadere in questi atteggiamenti e ci ricorda di essere veri, leali a noi stessi e agli altri, ci invita ad abbandonare “gli idoli” per Dio.

Nella liturgia di oggi facciamo memoria di S. Agostino, e lui come ogni santo o santa, ciascuno per la sua particolarità, ci aiuta a comprendere la nostra umanità e la grandezza di Dio. Leggiamo dalle “Confessioni”: “O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. […] Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.”

Impariamo dai Santi a vivere di Dio, assetati della vera sapienza; accogliamo la parola di Gesù come una salutare provocazione, che ci impegna a riconoscere con sincerità i nostri punti deboli e quelli forti.

Non temiamo di lasciar cadere quelle maschere, magari messe anche solo per paura, ma che non ci fanno essere noi stessi, e come S. Agostino non ci stanchiamo mai di cercare il Signore, fonte di verità e di carità inesauribile.

“Signore,

aiutami a togliere le maschere

che nel tempo ho portato.

Esse sono segni di dolore e fatica,

ma ora posso lasciarle andare.

Fammi libero da tutto,

affinché possa vivere di quella verità

che metti dentro ogni cuore.

E fa che questa verità diventi concreta

in gesti che portano a Te,

al Tuo amore, al Tuo cuore,

così da essere segno

che lasciare andare le maschere  è possibile,

perché nel Tuo amore possiamo essere noi stessi

e Tu ci abbracci tutti.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Ma voi chi dite che io sia?

Ma voi chi dite che io sia?

 

27 AGOSTO 2023

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 22,19-23

Salmo: Dal Sal 137 (138)

Seconda lettura: Rm 11,33-36

Vangelo: Mt 16,13-20

Non si crede per sentito dire, ma per aver fatto esperienza. Per questo oggi, Gesu ci chiede chi sia Lui per noi.

Una domanda vitale, che tocca nel profondo dell’esistenza in quanto risponde alla grandezza di un amore così impensabile, che a volte il nostro  cuore stenta a riconoscere. Si tratta di una conoscenza per rivelazione, per confidenza e non per convinzione, come a dire: lascia che il tuo cuore si alimenti della promessa di salvezza  in Gesù.

Ciascuno è gia plasmato dalle mani di Dio, il Signore ci conosce da sempre, con le nostre forze e le nostre debolezze, eppure ci chiama a vivere di Lui. La vita non è ciò che si dice della vita, ma ciò che si vive della vita, cosi come di Gesù Cristo non conta ciò che dico di Lui, ma ciò che vivo di Lui, o meglio ciò che cerco di vivere. Magari non basterà tutta la vita per imparare ad amare come Lui, ma tutta la vita “spesa” in questo investimento, diventa già vivere e partecipare della beatitudine dell’amore di Dio.

Allora chiediamogli che la conoscenza del Suo amore conquisti i nostri cuori e informi il nostro agire, così da vivere del Suo amore sempre e comunque. Perché come in Pietro roccia nella chiesa si è manifestata la salvezza di Dio, anche per noi piccola pietruzza, risplenda lo splendore della Sua Presenza: un piccolo pezzetto di chiesa nuova che ama e spera.

“Signore,

fammi scoprire chi sei sempre,

fa che il Tuo volto, sia impresso nella profondità del mio cuore.

Tu che sei l’unico capace di toccare il mio cuore.

Tu che sai amare nel profondo

portami sempre nel Tuo cuore e fa che viva di Te e per Te,

ed il mio sguardo limpido nel Tuo amore,

sappia guardare il mondo come lo guardi Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Figli di Dio, figli della Sorgente

Figli di Dio, figli della Sorgente

 

26 AGOSTO 2023

SABATO DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17

Salmo: Dal Sal 127 (128)

Vangelo: Mt 23,1-12

Il cammino che oggi il Signore ci invita a fare, è il dare il nome giusto alle cose.

Gesù è molto duro nella descrizione dei farisei, questo perché coloro che ascoltano non entrino in confusione perdendosi. Il rischio è vivere all’esterno nel mostrare chi siamo e perdere l’interno, ovvero, la relazione con Lui. L’unica relazione davvero in grado di guidarci, di condurci verso un cammino di libertà perché una vita basata all’esterno è una vita di schiavitù.

Il Signore suggerisce una strada: chiamare con il proprio nome le cose. Per questo è necessario non  confondere il padre dei cieli con i padri, la guida con le guide, perché altrimenti, corriamo il pericolo di avere un immagine di Dio che non è Dio, e un immagine di uomini che non è quella reale.

Il Signore ci manda delle mediazioni per aiutarci a camminare; esse partono da Lui, fanno parte di un suo dono, per liberarci dalla schiavitù dove il nostro cuore rischia di cadere. Chiediamo al Signore di avere il coraggio di dirgli: “Signore io sono qui, a questo punto”, e di non temere perché in qualsiasi punto del cammino tu sia, non importa. Affidati a Lui ed Egli ti guiderà; non c’è padre, guida o cuore, migliore di quello di Dio, che mai ti abbandonerà, non perderà mai la strada e sarà sempre accanto a te ovunque tu sia.

Cammina accanto a Lui non cercare titoli, poiché come diceva San Giovanni Crisostomo: “L’unico titolo che vale agli occhi di Dio è il compimento della sua volontà”.

E qual è questa volontà? Che tutta l’umanità viva l’amore ricevuto da Dio e riversato nei cuori come una fonte  “a perdere”, poiché l’amore non è mai uno spreco, ma l’unica sorgente a cui tutti i cuori assetati possono trovare ristoro.

Proprio Colui che disse: “ho sete”, è la sorgente di vita, dove la volontà del Padre e l’amore si sono uniti, affinché tutti potessimo recarci dinanzi a Lui ed abbeverarci, senza temere di non trovare nulla, poiché quel posto era già nostro.

Il nostro titolo, il nostro posto è Figlio di Dio, figlio della sorgente.

“Padre fa che mi riconosca figlio

e sappia sempre venire da Te.

Anche nell’errore e nell’offesa,

il mio cuore non smetta mai di cercarti.

Tu sei la sorgente del mio cuore,

un cuore che ha sete di cielo,

ha sete di Te.

Fa che lo ricordi e non mi perda

e se mi perdessi tienimi per mano,

così che io riconosca che ti sono figlio e lo sarò per sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Partire da Dio

Partire da Dio

 

25 AGOSTO 2023

VENERDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Rt 1,1.3-6.14b-16.22

Salmo: Dal Sal 145 (146)

Vangelo: Mt 22,34-40

I comandamenti di cui ci parla Gesù hanno una radice comune: l’amore. Il vangelo di oggi ci insegna che se amiamo Dio con tutto il cuore, la mente e le forze, esse a contatto con Lui saranno in grado di vivere il secondo comandamento, ovvero: amare il prossimo e non solo, persino noi stessi.

Il principio, l’inizio di questo amore è come la creazione: parte da Dio. Parte dalla mano di un Dio, che non solo ci ha creato, ma ha creato il nostro cuore in grado di amare.

A volte le sofferenze, la fatica, storcono quello che era il nostro cuore in origine, ed amare nuovamente può risuonare difficile, ma ecco che oggi sopraggiunge una nuova luce, una nuova strada: partire da Dio.

Al Signore possiamo chiedere tutto; un esempio sono i farisei, che interrogano Gesù per metterlo alla prova e Lui non risponde alla provocazione, ma fa di quella provocazione, il mezzo di consegna di un messaggio importante: parti da Dio.

Solo partendo da Dio si scoprirà il perché ed il come amare. Solo partendo da Dio si avrà la forza. Non c’è niente che devi fare se non semplicemente sentire Dio nelle tue vene, un circolo di amore è già nel tuo cuore, perché Egli ti ha creato cosi. Allora, lasciamoci guidare il cuore, affidiamo a Lui quello che ci pena. La fatica del momento, chi ci fa soffrire, e chiediamo a Lui la forza dell’amore, una forza che proviene da Dio, da Colui che ci ha chiamati ad amarLo e ad amare nel quotidiano.

Questo amore trinitario,   S. Teresa di Lisieux lo aveva capito bene al punto che in Storia di un’anima leggiamo un suo pensiero: “La mia vocazione è l’amore.

Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà”.

Anche noi, nel nostro posto facciamo del comandamento dell’amore la nostra realtà, per amare noi medesimi, il prossimo partendo dall’amore di Dio che ci è venuto incontro e prima che potessimo dire: mio Dio ti amo, era già sopraggiunta una risposta: anch’io, di più.

“Signore,

amami, amami  sempre

e plasma il mio cuore

alla misura del Tuo amore.

Un amore caro, forte

che nulla può eliminare,

fedele nel tempo e costante nell’attesa.

Rendimi così: innamorata di un Dio innamorato della Sua umanità.

E quando non riuscirò ad amarti perdonami,

ricomincerò non dall’inizio ma dalla mia caduta,

così che non perda neanche un momento,

l’amore che hai avuto per me,

e sappia farne memoria

per amare chi è caduto

ed incoraggiarli che non siamo soli:

L’Amore non ha solo un volto per amare,

ma due braccia tese pronte a rialzarsi. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Vedere

vedere

 

GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2023

SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 21,9b-14

Salmo: Dal Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 1,45-51

Nel Vangelo di oggi, troviamo spesso il Verbo vedere. Filippo invita Natanaele a vedere, Gesù vede Natanaele sotto l’albero di fico,  e infine Natanaele vedrà in Gesù qualcuno di promettente, tanto da dire: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!»

Vedere! Abbiamo bisogno di vedere, di vederci chiaro non solo nelle cose di Dio, ma sempre.

Gesù oggi ci invita a guardare da un altro punto di vista, ovvero in profondità. Egli può dire che in Natanaele non c’è falsità, non perché l’ha visto sotto l’albero di fico, bensì perché ha guardato dentro al suo cuore. Nello stesso tempo, se Natanaele ha potuto quasi fare una professione di fede, chiamando Gesù maestro e affermando che è il Figlio di Dio, è perché quell’incontro l’ha toccato in profondità; se si fosse fermato all’apparenza, avrebbe continuato a chiedersi cosa di buono sarebbe potuto venire da Nazareth.

Ecco che i nostri occhi non servono solo a guardare, abbiamo uno sguardo capace di andare in profondità, in noi e negli altri. Oggi siamo chiamati ad usare di questo dono, che il Signore stesso ci ha fatto creandoci. La nostra stessa vita a volte fatta di routine, le stesse persone, le stesse cose possono mostrare un nuovo volto, se lasciamo a Lui lo spazio per guardare con noi.

Chiediamogli di aprire gli occhi, di non fermarci solo alla descrizione di ciò che avviene, ma di andare oltre, poiché il mio sguardo può diventare un muro o uno spiraglio di luce, dipende da che parte lo guardo. Ed infine guardiamoci un momento e pensiamo a come ci guarda Dio; che belli i suoi occhi, in Lui non c’è giudizio o sbarramento, ma è uno sguardo di amore “possibilitante” venirti incontro. È questo lo sguardo di cui a volte abbiamo bisogno per ricominciare, ed ecco che Lui c’è lo dona.

Vuoi vederlo? Recati in chiesa e mettiti seduto. Conosci la storia del Santo Curato d’Ars?

Si narra di un contadino che, ogni giorno e alla stessa ora, entrava in chiesa, e si sedeva nell’ultimo banco. Ogni giorno, alla stessa ora, fin quando un giorno San Giovanni Maria Vianney, incuriosito da quel modo di fare, gli si avvicinò e gli chiese: “Buon uomo ho osservato che ogni giorno venite qui, alla stessa ora e nello stesso posto. Vi sedete e state lì. Ditemi: cosa fate?”. Il contadino, scostando per un istante lo sguardo dal Tabernacolo: “Nulla, signor parroco…io guardo Lui e Lui guarda me”.

Il santo Curato d’Ars descrisse quella esperienza come una tra i più alti segni di fede e di preghiera. Lasciamoci guardare da Lui, perché il suo sarà sempre uno sguardo di amore, tanto grande da illuminare anche il nostro.

“Signore,

eccomi qui, guardami

alla ricerca di uno sguardo “possibilitante”

sono venuto a porre me stesso.

Non ho altro,

ma tutto quello che ho Te lo dono:

ed è la mia speranza in Te.

La speranza del Tuo amore tanto grande da proteggermi.

La fiducia che in Te sarò al sicuro

e il desiderio di amare come ami Tu.

Porto tutto ai tuoi piedi,

non oso alzare lo sguardo,

eppure se sono qui è perché il Tuo sguardo si è già chinato

ed io mi commuovo in Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Un posto per tutti

Un posto per tutti

23 AGOSTO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gdc 9,6-15

Salmo: Dal Sal 20 (21)

Vangelo: Mt 20,1-16

Il regno dei cieli è proprio il posto per tutti, così che gli ultimi arrivati alla fede, sono come quelli che vi erano da più tempo. Come mai? E giusto?

Nella logica dell’amore di Dio: si! Perché il regno di Dio non è da conquistare, ma da accogliere. Non importa quanto tu ci metta a renderti conto della tua relazione con Dio, ciò che conta è comprendere di avere un posto da sempre e non di averlo ottenuto a suon di sforzi. Ed allora, chi ha faticato tutta la vita, cosa deve fare?

Se davvero ha compreso quanto è grande l’amore di Dio, non se lo do manderà nemmeno, perché la relazione con Lui va oltre la misura del contraccambio, è un dono che noi abbiamo ricevuto solo prima di altri, per cui gioire.

Chiediamo al Signore la forza di vivere di una logica diversa, così da comportarci tra di noi, non con i paragoni, ma con quell’amore che Lui stesso ha riversato nei nostri cuori.

Impariamo a gioire per gli altri, alziamo lo sguardo e osserviamo da un altro punto di partenza, e lasciamo sia Lui a condurre e formare il nostro cuore. Allora sì che vivremo il regno di Dio su questa terra, e non solo saremo terreno di accoglienza per altri, che vedendoci spuntare un sorriso per le piccole gioie proprie o altrui, chiederanno: da dove vieni? Vengo dal cuore di Dio, tendi la tua mano, ti porto con me.

“Signore,

libera il mio cuore dal paragone,

dalla logica del contraccambio

ed insegnami la misura del Tuo cuore.

Il regno di Dio, è il posto mio con Te,

è quel luogo dove io posso essere davvero me stesso,

se vi scopro il Tuo amore.

Aiutami a vivere di Te

e fai che nonostante la fatica,

il mio cuore si dilati ad un nuovo orizzonte,

a quel pezzo di cielo che posso vivere già qui ed ora,

perché Tu sei già parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

BEATA VERGINE MARIA REGINA

BEATA VERGINE MARIA REGINA

 

MARTEDÌ 22 AGOSTO 2023

BEATA VERGINE MARIA REGINA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 9,1-6

Salmo: Dal Sal 112 (113)

Vangelo: Lc 1,26-38

Oggi facciamo memoria della Beata Vergine Maria Regina, una Regina che si proclama serva del Signore.

Maria è regina in quanto madre di Cristo, il Re.  Ella è regina, perché eccelle su tutte le creature in santità: “In lei s’aduna quantunque in creatura è di bontade”, scrive Dante nella Divina Commedia.

In Maria si raccolgono tutte le migliori qualità presenti nelle creature.

Tutti i cristiani vedono e venerano in lei la sovrabbondante generosità dell’amore divino, che l’ha colmata di ogni bene.

Con Maria inizia una nuova storia d’amore tra Dio e tutta l’umanità. Lei non ne comprende ancora la portata, ma si fida, si lascia plasmare da quel saluto divino carico di vita.

Lo Spirito di Dio scende su di Lei, l’ha scelta! È una vera e propria storia d’amore! Dio si presenta a Lei attraverso un Angelo che le dona una promessa: sarai piena di grazia, sarai piena di Dio. Il segno, è un bambino nato da quel “si”, è frutto di amore.

In questo “si”, in questo amore ci siamo anche noi, la nostra storia comincia da quella di Maria. Allora, invochiamola, chiediamo a Lei l’aiuto che il nostro cuore grida, perché Gesù non ha tenuto per sé la piena di grazia, l’ha donata a noi, e non c’è nulla di più grande del cuore della Madre.

Ella accoglie il dolore e le gioie; ogni lacrima in Maria non è sprecata, ma è portata a Dio sull’altare del cielo, e come a Cana disse al Figlio: “non hanno più vino”, ora intercede per noi dal trono dei cieli, affinché il nostro cuore possa trovare il conforto ed il coraggio di camminare.

A Maria oggi affidiamo la nostra vita, chi conosciamo, certi che Lei ci abbraccerà tutti, perché in quell'”avvenga per me”, è avvenuto per noi il miracolo di una storia salvata, di una vita dove la speranza non cesserà mai di battere e in cui ogni cuore un giorno troverà la pace.

“Maria, madre mia

ti porto me stesso ed il mondo intero.

Tu sai quanto dolore ci attraversa.

Tu comprendi e non ci abbandoni.

Fa che nel cammino della nostra vita,

il cuore resti alla ricerca di Te

e scopra che quello che sta cercando è già presente: perché Tu ci ami!

Consola il mio cuore, abbraccialo Tu.

Stammi accanto persino quando le parole non sanno spiegare

e donami la forza di farcela,

di andare avanti sicuro del Suo amore, al sicuro con Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)