Nessuno è perduto

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09 DICEMBRE 2023

SABATO DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

Il Vangelo di oggi ci dona questa certezza: Dio vuole che nessuno sia e si senta perduto. Il Dio della consolazione scende nel nostro cuore con verità cura ad amore, per donarci ristoro attraverso l’invito di Gesù ai suoi discepoli: rivolgersi alle pecore perdute.

Perdute, perché non se ne curava più nessuno, abbandonate, uomini e donne soli in pasto alla propria rabbia, delusi dalla vita, senza speranza. Ecco per chi è venuto Gesù, non per i perfetti, ma per chi non vuole più nessuno. Nel tonfo del loro cuore egli è la voce che grida: io ti voglio! Avvicinati a me!

Avviciniamoci a Lui, chi non ha una parte perduta in sé? A chi non è mai mancata la speranza? Ecco, oggi davanti al Signore consegnamo noi stessi con questa certezza: Dio avrà cura di me. Non solo un momento ma sempre. Sempre la sua mano cercherà la tua, sempre Egli abiterà nel tuo cuore, è questo il momento di avere il coraggio, di sentirsi perduti per ritrovarsi, è il tempo della rinascita, perché nonostante tutto Egli è qui con te.

“Signore,

a volte mi sento perso come una moneta, rotolata giù,

desiderosa di essere raccolta.

Prendimi Tu, tieni nella tua mano la mia vita,

abbine a cuore Tu.

Stringimi forte, donami pace

e tornerò a sorridere di nuovo,

perché Tu hai scaldato il gelo delle mie ossa,

mi hai rialzato dalla polvere,

mi hai amato come nessuno mai

ed io oggi, proverò ad amare come Te

e farò di quei volti una promessa,

perché se essi risplenderanno, avrò amato

e lì dove non ci riuscirò, fai Tu per me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

8 dicembre -IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ

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VENERDÌ 08 DICEMBRE 2023

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ

L’Angelo dinanzi a Maria le presenta ciò che sta succendo, cosa accadrà: è la risposta alla domanda di Maria sul senso di ciò che le sta dicendo.

L’avvento è il senso del Natale, è come quell’Angelo venuto a spiegarci chi è Gesù e cosa accadrà.

Spesso anche noi ci chiediamo il senso delle cose, tra mille perché cerchiamo di andare avanti, e a volte ci sembra di andare avanti da soli. Non è così in parte, in parte, perché quell’angelo si allontana da Maria e Lei dovrà affrontare con l’amato Giuseppe delle difficoltà. Lo stesso per noi, l’avvento non rimarrà per sempre, quello che conta è come avremmo vissuto questo periodo.

Siamo chiamati a fare come Maria, siamo chiamati a vivere di quest’annuncio con una certezza in più: Lei lo vive con noi. Maria Madre di Gesù e nostra, è anche la Madre del senso, non solo per la sua saggezza, ma perché Ella ha attraversato quella quotidianità invasa dalla difficoltà, addirittura fino alla perdita di un figlio. Chi non potrebbe capirci se non Maria? Ella sa come prenderci in braccio e donarci consolazione. Ella sa starci accanto nel nostro pianto e soprattutto sa portarci nel cuore del Figlio, cosicché anche noi suoi figli siamo al sicuro.

Allora, oggi volgiamo il cuore a Maria, mettiamo nel suo cuore di Madre le fatiche e le speranze, i dubbi e le difficoltà. Lei madre del “Si”, saprà donare al nostro cuore la pace che il suo “si” ci ha portato, ovvero: suo figlio. E cuore a cuore con Lei, la nostra vita non sarà più un susseguirisi di eventi, ma avranno un senso; e quando quest’avvento finirà, sarà veramente natale anche per noi.

“Maria,

ti affido il mio cuore, tienilo con te,

parla di me a Gesù e parlami di Lui.

Svelami il senso,

riempi il mio cuore di quella speranza

che tu hai donato a tutta l’umanità,

ed io parte di essa, sono qui

per contemplare il tuo dolce volto

e per sentirmi portato in braccio da te,

custodito da quel “si” che hai detto anche per me.

Donami la forza del “si”,

donami il tuo coraggio,

soprattutto tienimi accanto con amore

e così sarà natale anche per me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Roccia

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GIOVEDÌ 07 DICEMBRE 2023

SANT’AMBROGIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Il Vangelo di oggi ci dona una certezza per vivere il giovedì della prima settimana di avvento: quella casa nella roccia è Cristo, e chi lo ascolta vi dimorerà. Non c’è nessun timore per coloro che confidano in Dio, perché chi confida in Lui avrà la Sua forza. A noi il compito di ascoltare.

Come ascolto? Qual è la parola che mi risuona dentro, che sembra scritta per me? Possiamo mettere in pratica solo dopo aver ascoltato. Spesso temiamo sia Dio a non ascoltarci, eppure il suo orecchio ode ogni nostro gemito. “La mia parola non è ancora sulla lingua e tu Signore già la conosci tutta” (sal138).

Ascoltare la sua parola è entrare nel suo cuore, in una casa dove finalmente saremo al sicuro. Quanto bisogno di sicurezza e amore ha il nostro cuore! Ecco Dio pronto a donarcela! Se non ascoltiamo però, non sapremo mai la sua risposta, e di conseguenza non sapremo che Lui ci stava già ascoltando.

In questo avvento chiediamo al Signore un cuore che ascolta, che sa udire la voce di Dio: flebile e uragano allo stesso tempo. Una voce, quella di un vagito di un bambino nato in una stalla, che diventerà un uomo, il quale proclamerà: figlio ti sono perdonati i tuoi peccati. Al suono della sua voce, ognuno di noi contempli il mistero dell’amore: un Dio che attraversa la storia perché tu non ti senta solo, e possa credere in quella roccia eterna e su di Lui fondare la tua vita.

“Signore,

donami un cuore che ascolta,

sostieni i miei passi,

fa che ti oda,

perché è nel riconoscere la tua voce

che potrò rinascere.

La tua casa è una roccia su cui io voglio vivere,

aiutami a trovare la strada,

portami con te a casa, nel tuo cuore,

dove il mio cuore non temerà più nulla,

perché il tuo amore è una roccia eterna

e alla mia fragile fede,

Tu sarai la risposta.” (Shekinaheart Eremo del cuore)

Sento compassione

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MERCOLEDÌ 06 DICEMBRE 2023

SAN NICOLA, VESCOVO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

“Sento compassione per la folla”. In questi primi giorni di avvento, ci raggiunge un Vangelo a parlarci di cosa sente Gesù per noi. Quando ci sentiamo parte di una folla, indefiniti, ecco arrivare la risposta: compassione, essere partecipe a quella fatica. Gesù prova compassione, perché quella folla non è indifferente al suo cuore, noi non siamo indifferenti a Dio, gli stiamo a cuore.

Chi può dire di non aver mai avuto bisogno di attenzione? Di essere guardato, amato, considerato? Ecco chi davvero ci considera ed ama, persino quando nel dolore o nella rabbia, osiamo pensare che Dio non c’è. Ecco l’avvento: comprendere Chi ci ama, riconoscere in Dio quel Qualcuno in grado di cambiare persino la considerazione di noi stessi.

Quando pensiamo di non contare e non valere nulla, diciamoci: Dio mi ama. Mi ama non perché ho fatto qualcosa, ma proprio per come sono, con quel vuoto e quella fame da tre giorni. Noi siamo quella folla che rimane con Lui, che lo cerca e fa le sue fatiche, e Lui le apprezza, le ama e fa di più, ci nutre quella fame più profonda del cuore, quel dolore che non si colma e non ha pace, quella fatica che vorrei lasciare eppure è sempre con me.

Tu uomo non sei una folla, sei una creatura amata da Colui che patisce con te. Chi rimane nelle difficoltà? Dio. Anzi le assume, sono sue perché tu viva, e viva di Lui. Facciamo entrare nel nostro mondo, dove il male ci attraversa, Lui. Lasciamo che il Suo amore, quella compassione, sciolga il cuore e ci doni ciò che è il vero senso del Natale: una casa e un focolare, poiché tu non sei solo, Dio è con te.

“Signore,

in questo avvento donaci il senso.

Il senso di comprendere il Tuo amore per ognuno di noi,

Il senso che al di là della fatiche c’è un cielo per cui alzare lo sguardo.

Tu, Dio che ti fai bambino,

cresciamo insieme;

ripartiamo da questo Natale

per scoprire l’amore e la sua offerta,

per comprendere che tu provi compassione per noi,

perché il tuo cuore è nostro e il mio è con Te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Ti rendo lode

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05 DICEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

 

La lode di Gesù nel Vangelo di oggi diventa anche la nostra, poiché in quell’intimità tra il Padre e il Figlio ci siamo anche noi. Per amore il Signore ci ha fatto il dono di essere a conoscenza di Lui, della sua vita, così che potessimo sentire la Sua vicinanza ed il suo affetto.

A volte possiamo pensare al Signore come a un Dio lontano, difficile da comprendere, il Natale, invece, ci svela questo: un Dio bambino che si fa vicino! Non c’è nessun trattato seppur migliore di teologia, che possa rivelarci fino in fondo questo, se non ne facciamo esperienza personale.

La vicinanza di Dio si fa piccola, parte dall’inizio, assume il volto di bambino, così che tu possa credere che: tanto più cresce il tuo amore per Lui, tanto più la tua fede troverà la strada verso casa, verso il Suo cuore.

Dio impalpabile si fa toccare, Dio irraggiungibile si fa trovare. E tu ? Dove sei? Impalpabile ed irraggiungibile uomo corri cercando la tua strada; l’affanno consuma il tuo volto, fermati, contempla, una luce ti attraversa, è Gesù, uomo e bambino dall’amore trino, ti abbraccia con tutto se stesso, affinché tu possa smettere di correre per cercarlo e gioire, perché tra tutte le creature create, tu uomo sei a sua immagine e somiglianza, hai in te un segno divino e come tu contempli Lui, Egli contempla te, perché la tua vita sia riscattata dal dolore del mondo, dalla fragilità, dalla fatica e finalmente capisca che tra te e Dio non c’è una distanza, ma una vicinanza così piena che contemplando Lui, vedrai in fondo te stesso, rivedrai la tua storia nei suoi occhi e scoprirai che sei amato da sempre.

Allora per cosa potremmo dargli lode? Perché ci è venuto incontro e ha reso il cielo la nostra stanza, ha fatto dell’orizzonte lo spazio in cui guardare, così che ogni giorno sia che ci sentiamo in alto o in basso, c’è sempre quella linea, quell’orizzonte che unisce cielo e terra, che unisce l’uomo e Dio per sempre. Beati noi, preorizzontati per grazia, amati, aventi nella terra e nel cielo la nostra dignità.

“Signore, ti rendo lode

perché tra me e te non hai posto un confine.

Cosa hai visto in me? Perché tanto amore?

Io peccatore, affaticato,

spesso mi sento sbagliato ai tuoi occhi,

eppure è proprio nei tuoi occhi,

nel tuo contemplarti che ritrovo la mia dignità.

Sono figlio!

Non un figlio qualunque ma tuo.

Oh Signore, fai della mia vita il tuo canto,

fai di me, luogo di incontro

dove possa renderti lode e testimoniarti,

così che tutti possano credere in Te

e non sentirsi più persi,

ma raccolti ed uniti intorno a Te,

cuore a cuore,

con Te.” (Shekinaheart Eremo del cuore)

«Verrò e lo guarirò».

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04 DICEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

«Verrò e lo guarirò».

L’avvento cominciato ieri, ci apre le porte a questo Vangelo in cui sentiamo molto forte la compassione di Gesù per tutta l’umanità, così da rispondere alla supplica del centurione: «Verrò e lo guarirò». Egli viene, ecco cos’è l’avvento: contemplare il viaggio del Signore per guarirci, per dirci che ci vuole bene e che non vuole la nostra sofferenza.

Spesso dinanzi alle fatiche ci rifugiamo altrove, diamo poco spazio a Dio, spesso diventa per alcuni motivo di accusa, ma il Signore è di più di quelle attribuzioni umane, è un Dio che viene. É un Dio che fa della sua vita un viaggio così che ciascuno di noi lo possa incontrare; viene Lui, si muove perché l’amore non può stare fermo, è disposto a tutto per incontrare l’amato.

Una domanda sorge spontanea: ma tu, sai che sei colui per il quale Dio si muove per venirti incontro? Sai che gli stai a cuore veramente? Lo sai che dentro le pieghe della tua storia, Dio è il primo ad averti formato e l’ultimo che ti vedrà?

Dall’inizio alla fine, in questo tempo vi è il dono della consapevolezza, perché la tua vita divenga un avvento: ovvero il luogo dove cogliere ed annunciare un Dio bambino venuto sulla terra. Egli divenuto uomo, fa di questa terra una realtà di amore, in cui ciascuno possa ritrovare se stesso, e possa riconoscere un amore forte come risposta alla fatiche e alle attribuzioni per cui restare sorpresi, e deporre in Lui ogni ferita e stanchezza.

“Signore, vieni!

Visita il mio cuore

e abbine cura.

Dalla fatica fa che con Te tragga la forza,

da quel dolore, consolazione

così da non sentirmi più solo,

così da non dover più gridare il mio dolore

e sappia vedere oltre quella nube Te,

la luce del Tuo amore,

e torni alla luce anch’io come rinato dall’alto,

rinato da Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Avvento 2023

avvento 2023

03 DICEMBRE 2023

I DOMENICA DI AVVENTO B

Iniziamo la nostra prima domenica di avvento con l’invito a vegliare, a rimanere svegli, desti.

L’avvento è il tempo dell’attesa, ma per attendere bisogna non essere dei dormienti, così che ogni particolare non ci sfugga. Nelle parole del vangelo di oggi è forte questo invito alla vigilanza, affinché quel portiere si accorga che il padrone è tornato a casa.

L’avvento è il tempo in cui possiamo accorgerci di nuovo di Dio, della sua bontà e della sua Misericordia, è il tempo in cui il nostro cuore può rinfrancarsi e ritornare a credere. Siamo chiamati a custodire Dio nel nostro cuore, come in quello degli altri, come quel portiere del brano di oggi, che ha una grande responsabilità: prendersi cura non solo di se stesso.

L’avvento è quel tempo in cui il Signore ci vuole aiutare a vivere il presente con la novità della rinascita; l’avvento è mettere alla luce Gesù nei nostri cuori ed essere portatori di quella luce, che non pensavamo di avere o abbiamo scordato.

L’avvento come una stagione nuova, una stagione di luce, dove Dio è già presente, perché non se ne è mai andato, siamo noi che dobbiamo tornare a casa per respirare il calore della sua casa, per deporre le nostre borse piene di tanto e fermarci a quella mensa, a quel focolare di amore, dove poter finalmente riposare il cuore. Buon avvento! Buon ritorno a casa, Dio è gia in attesa di te.

“Signore, eccomi,

sono come un pellegrino,

a volte girovago,

a volte turista del mio stesso cuore,

con desideri di bene nello zaino e speranza nel futuro.

Ma tutto ciò non basta ai miei piedi stanchi,

ho bisogno di Te

conducimi sulla strada di casa,

Conducimi da Te,

per poter vivere di quella luce

che l’avvento mi porta

e che mi condurrà a Natale

per rinascere anch’io con Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Vigilare il cuore

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02 DICEMBRE 2023

SABATO DELLA XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La giornata che ci si apre dinanzi invita a vigilare. Vigilare sul nostro cuore affinché non si appesantisca. Gesù nel Vangelo fa degli esempi su che cosa può appesantire il nostro cuore, è un invito a dare un nome a cosa ci fa peso proprio per imparare a vigilare. Posso vigilare solo su ciò che conosco, quello che non so, si presenta come un ladro, dove io faccio appena in tempo a girarmi.

Cosa rende pesante il mio cuore ? É un riflettore puntato su me stesso. Non ci sono altri, siamo noi e Dio. A volte è più semplice sentire il cuore pesante che chiederci il perché. Oggi nel preparare il cuore all’avvento, nel fare spazio alla sua Parola, doniamo a Lui ció che nel nostro cuore pesa: una delusione, una preoccupazione, una difficoltà; tutto oggi prende le ali per volare.

Oggi il Signore prende questo tuo peso perché tu possa tornare a respirare. Affidalo a Lui, nelle sue mani ne avrà cura e rispetto, e saprà rendere il tuo cuore consolato, persino quando dopo quel dolore rimarrà il vuoto e la tentazione sarà riempirlo, proprio lì in quel momento, scoprirai il dono della vigilanza, scoprirai che c’è Dio a vegliare su di te, sulla soglia del tuo cuore notte e giorno.

Nessuno ci ruberà più nulla, tutto sarà nostro, perché il nostro cuore è di Cristo. E allora, solo allora, in quella libertà ora consapevole scopriremo la bellezza, il profondo mistero dell’amore che attende, pazienta e dona tempo, affinché l’amato tornato dal suo viaggio, possa ritrovarlo attendere alla sua porta del cuore per dirgli: quando tu non c’eri ho vigilato per te, ora che ci sei bentornato a casa!

“Signore,

veglia come me sul mio cuore,

sii Tu il custode.

Prenditi cura di me,

di tutto cio che per ora è un peso,

affinché senta il Tuo sollievo.

Guidami, perché spesso non so dove andare,

istruiscimi, per comprendere chi far entrare

e liberami, per sentire il tuo amore

bussare alla mia porta.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Le mie parole non passeranno

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01 DICEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Nello scorrere del tempo, nel mutare degli anni e delle stagioni, ciò che davvero è stabile per sempre, è la sua Parola. “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Spesso è proprio questo che il nostro cuore in fondo chiede: stabilità.

L’essere al sicuro, certezze, una direzione, appaiono ai nostri occhi come ciò che ci fa stare bene, la Parola è così. Essa si presenta al nostro cuore per portare stabilità, e se al primo momento udita ci destabilizza, è proprio per donarci quel giusto equilibrio. La Parola è scesa qui in terra per portare stabilità, per rimettere in piedi chi era caduto, per darci occasione di alzare lo sguardo.

Mancano pochi giorni al Natale, ormai tutto ci parla di esso: luci, colori, regali, ma non dimentichiamo l’unica cosa davvero necessaria: la Sua Parola. Domenica vivremo la prima domenica di avvento, gustiamo questa attesa con tempi di ascolto, di preghiera, rendendo il nostro tempo con il Signore fecondo. Facciamo entrare la Sua Parola, consapevoli che entra in noi un uomo in carne e ossa, pronto a farsi bambino, pronto a dare la vita. Rendiamo questo tempo attento, con l’orecchio teso, affinché il Natale non passi invano e la scia della stella pervada il nostro cuore tutto l’anno.

“Signore,

nello scorrere del tempo Tu ci sei,

nel cielo e sulla terra,

ad ogni stagione.

La tua Parola spezza

il mondo frenetico della mia esistenza per incontrarmi.

Signore, fa che ti sappia udire,

così da sentirti in ogni parte più profonda del mio cuore,

così che non sia più io a parlare, ma Tu

unica risposta alle mie mille domande,

unico sostegno, mio unico Dio.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)