Novena di Natale 2° giorno

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Novena di Natale 2°giorno

“Nel Natale noi incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi. San Paolo afferma che Gesù Cristo «pur essendo nella condizione di Dio… svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Guardiamo alla grotta di Betlemme: Dio si abbassa fino ad essere adagiato in una mangiatoia, che è già preludio dell’abbassamento nell’ora della sua passione. Il culmine della storia di amore tra Dio e l’uomo passa attraverso la mangiatoia di Betlemme e il sepolcro di Gerusalemme”.

(BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE Mercoledì, 21 dicembre 2011)

“Doveva dare testimonianza alla luce”

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17 DICEMBRE 2023

III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B

Giovanni doveva dare testimonianza alla luce, doveva. Non poteva far diverso. Il Signore doveva nascere, doveva. Perché doveva? Perché fin dall’inizio Dio sapeva che il cuore dell’uomo aveva bisogno di luce, aveva bisogno di sentire che il buio che a volte lo avvolge non è per sempre.

L’uomo aveva, ed ha bisogno di comprendere che siamo impastati di Luce, ma non quella materiale, che va in corto circuito e si stacca, ma quella divina che continua ed è perenne, eterna. Il generatore di quella luce è Dio, il generato è Cristo, ma non solo, anche noi, siamo parte di quella luce. Allora, dove è il nostro bambino di luce? Facciamolo rinascere. Dobbiamo! Sì, anche noi dobbiamo, come proprio Giovanni, proprio come Dio. Sentiamoci immersi in quella luce, e portiamola anzitutto a noi stessi e al mondo.

Il Signore ci aiuti a comprendere in questo Natale, che la luce di Giovanni è un dono per noi, affinché le parti del nostro cuore spente, doloranti, ritrovino speranza ed amore. Dio a cui appartiene il giorno e la notte possa aiutarci a capire che non c’è un momento in cui non ci sia una luce: di giorno il sole, di notte le stelle. E in questo bellissimo disegno ci siamo anche noi creature di luce che il Signore è venuto ad illuminare. Il Suo amore ci dia pace, la Sua misericordia ci sostenga ed in ogni passo sentiamolo accanto, cerchiamo quella luce ed attingiamo da Lui la forza: dobbiamo!

“Signore,

donami la Tua luce.

La mia, oggi, è una preghiera che ha sete,

sete di Te,

affinché il mio cuore torni a battere,

affinché senta la pace.

Tu Dio, immenso bagliore del cuore,

aprimi la mente,

affinché vedendo la mia ombra

comprenda che dietro ci sei Tu,

luce eterna,

e nel mio cuore rinasca la speranza. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Pace e speranza

pace e speranza

 

16 DICEMBRE 2023

SABATO DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

“Il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».

Parole tristi quelle del Vangelo di oggi, non hanno apparentemente il sapore del Natale, poiché pensare al Natale ci fa venire in mente la gioia, la festa e qui si parla di sofferenza.

Come leggere questo brano a due passi dal Natale?

Ci troviamo alla soglia del Natale, ma siamo coscienti di molte situazioni difficili, di fatica, non tutti sono felici, molte persone sono sole, ammalate, in guerra, nella fame, e la lista purtroppo dovrebbe continuare. Eppure oggi, il Signore guarda con amore a tali situazioni; nasce per tutti, non dimentica nessuno, e guarda in modo particolare a tutti coloro che si trovano in difficoltà, per riportare nel cuore la speranza, per cardiovertire i cuori, per donare pace anche lì dove non ce n’è.

Spesso vi sono situazioni che non diciamo neanche a Dio, troppo difficili, lontane, pesanti, eppure, Egli che è nostro Padre é venuto a mettere pace proprio lì. E perché tu non ti senta in soggezione dinanzi a Lui si fa bambino, semplice, il cui volto esprime fiducia. Quel bambino però è il Figlio di Dio, non un infante qualunque, ha un cuore generoso, sorride, piange, ma soprattutto ha dentro di se tutto il grido dell’umanità.

 Dio suo Padre e nostro l’ha fatto così, portatore di tutto il grido di tutta l’umanità, e in quel grido ci siamo anche noi; sentiamoci accolti abbracciati a due passi dal natale, perché le braccia di Dio ci avvolgono e soprattutto il Suo cuore è con il nostro.

“Signore,

al Tuo cuore affido il mio.

Tu dolce bambino

uomo e Dio, ti affido la mia storia,

la conosci già, è Tua.

La metto nelle Tue mani,

affinché Tu possa farne un segno per il mondo

del Tuo passaggio,

della Tua mano.

Fa che nel mio camminare ti riconosca

e stia con Te per sempre

e il mio cuore senta rinascere pace e speranza”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

“A chi posso paragonare questa generazione?”

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15 DICEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

“A chi posso paragonare questa generazione?”

Anche noi oggi non siamo molto diversi da quella generazione, facciamo fatica a leggere i segni della presenza Dio. Sembra che nulla possa smuovere le nostre coscienze, possa dare vita alla nostra fede. Ma Dio non vuole abbandonare l’uomo a se stesso, fa di tutto per incontrarlo e donargli una pienezza di vita.

La Sapienza di Dio non si ferma al rifiuto dell’uomo, alla non conoscenza, alla mancata coerenza, Egli desidera mostrare la sua grandezza mandando ciò che ha di più caro, donando se stesso, mandandoci suo Figlio, e in Lui un amore infinito. Solo l’amore può sciogliere la durezza dei cuori di pietra, sgretolarne la materia, colmarli del suo Spirito e trasformarli in cuori di carne, così che nessuno possa resistere davanti alla tenerezza di un piccolo bambino ed aprirsi a tanto amore. Un fanciullo avvolto in fasce in una mangiatoia, cambierà le sorti della storia, guarirà l’uomo dalle sue paure.

Andiamogli incontro, questo è tempo di grazia, non temiamo nulla, sarà Lui a guidarci sulla via della giustizia, della pace, della benevolenza, di quell’amore che lascia stupiti, che fa la grandezza del nostro cuore. Lasciamoci abitare da tanto amore così che non siamo più una generazione che rifiuta il dono di Dio, ma che annuncia le sue meraviglie. Una generazione capace di narrare all’altra le sue opere, di proclamare il ricordo di una bontà immensa (cfr. Sl. 144).

“Signore,

il Tuo volto

sciolga la durezza del mio cuore.

Fa che guardandoti

la mia vita cambi, si trasformi.

Dio, guarisci il mio cuore,

togli da me l’asprezza, la lamentela

ed ogni altra forma lontana da te.

Guidami ad essere come sei Tu,

così che nella bontà e misericordia,

permetta di far vivere chi incontro

e sarò più vivo anch’io,

perché da ogni peso mi avrai guarito

e in quella debolezza

ho sentito la Tua forza. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Fili intrecciati

fili intrecciati

 

GIOVEDÌ 14 DICEMBRE 2023

SAN GIOVANNI DELLA CROCE, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

“Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni”.

Giovanni segna un po’ una fine ed un nuovo inizio. Non c’è più bisogno di una profezia o di una nuova legge, perché quella legge e quella promessa è diventa carne, è diventata vera. Oggi possiamo dire che la promessa attesa da tanti ha un volto, oggi possiamo confermare che la Sua legge è una legge di amore, in cui ciascuno può trovare la strada per vivere. A questo punto, dobbiamo però farci delle domande: sappiamo in che tempo stiamo vivendo? Cerchiamo ancora una certezza verso Dio, oppure comprendiamo che la sua promessa è per sempre, e che Lui è amore e verità ? A che punto è la mia fede? É un tessuto intrecciato dai fili del tempo o sono solo matasse in attesa di essere utilizzate?

È necessario comprendere dove siamo per andare avanti. Non c’è giusto o sbagliato, perché il tempo di ciascuno è tempo prezioso e quello che lo rende prezioso, è l’attesa di Dio per l’umanità, affinché non si perda e torni a confidare.

Giovanni ci apre ad una nuova generazione: la nostra, quella dei credenti che pur non avendo visto, sanno di Gesù, lo possono ascoltare, pregare, posso accostarsi all’eucarestia. Quale dono prezioso passa nelle nostre mani, quante luci può trovare il nostro cammino! Intrecciamo le luci questa volta non per fare l’albero di Natale, ma per unire i passi del nostro cammino e tornare a credere o credere ancora di più in quell’unica luce che è Cristo, e dove ciascuno di noi ne trae forza per andare avanti, ora e per sempre.

“Signore,

illumina la mia vita,

come fili intrecciati rileggo la mia storia,

Tu sei la luce e il filo che li unisce,

sei l’amore che fa vivere,

la verità che risana.

Aiutami, vieni presto a nascere in me,

fa che tutto il mio cuore sappia contemplarti

ed essere luce accesa per altri,

così che possano arrivare a Te

e sentirsi al sicuro per sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Venite a me

venite a me

 

MERCOLEDÌ 13 DICEMBRE 2023

SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE – MEMORIA

“Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi” .

Il Signore conosce bene qual è la nostra condizione e ci invita a fare ciò che fa Lui stesso: andare incontro.

“Venite”, un Dio che chiede alla sua creatura di venire per vivere. Un Dio chinato sull’uomo poiché è la sua creatura più bella, e non la vuole lasciare stanca ed oppressa.

“Venite”, sì perché è più facile muoversi nella gioia che nel pianto. È più facile cadere che rialzarsi e in tutto questo, il Signore ci offre un aiuto. Quel “venite” non è solo una spalla su cui piangere… È molto di più… È un Dio diventato bambino, per cominciare dal principio come noi la sua umanità. È un bambino dal cuore divino, capace già di mettere pace nei cuori, e diventare l’unico “uomo” capace di guarirli.

“Venite”, andiamo da Lui, e poiché siamo nel periodo di avvento, andiamo da Lui bambino, facciamo della sua nascita la nostra. A quel dolce fanciullo possiamo dire le nostre oppressioni, fatiche, rimpianti, possiamo affidare i nostri affetti, le delusioni: nel suo cuore mettiamo tutto. Egli porterà la pace, Egli risanerà il tuo cuore, poiché andare da Lui significa fargli spazio: una culla, un po’ di paglia per farlo stare al caldo, così il mio cuore ridiventa caldo; quel bambino mi scalda, quel Dio sceso per me vi abiterà per sempre e non sarà più il dolore a parlare, ma ci sarà un inno di lode da raccontare.

“Signore,

vengo a Te con tutto il mio cuore,

un cuore pieno di speranza e bisognoso di respiro.

Vengo da Te per vivere.

Chiudo gli occhi dinanzi a Te,

forse perché ho imbarazzo,

perché anche questa volta qualcosa mi ha oppresso.

Vengo a Te, sei Tu il mio avvento,

vengo a Te, perché Tu sei la pace:

la sento, la respiro,

stai lì nel mio cuore,

così in un attimo sono da Te. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Egli ti verrà a cercare

Egli ti verrà a cercare

 

12 DICEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

Ognuno di noi è amato da Dio, ognuno di noi è la sua preferenza, per questo se tu ti perdi oggi Egli ti verrà a cercare, si accorgerà che non ci sei. Accorgersi, in un mondo che corre veloce, dove spesso il timore è quello di essere dimenticati, di non essere amati abbastanza, di non essere considerati, così ci troviamo ad accontentarci di piccole considerazioni e disperdiamo il cuore in piccole cose.

Oggi il Signore ci invita a non disperdere le nostre energie, e a vivere la nostra vita sapendo che è custodita da Lui. Se anche tua madre o tuo padre ti abbandonassero io non ti dimenticherò mai, ci ricorda Isaia (cfr.49,8-15). Ecco il nostro Dio, ecco colui che viene a darci ristoro in quella ferita, in quella dimenticanza.

Sapere che Dio scende per me, scende a cercarmi, commuove il cuore; sapere che è disceso sulla terra per incontrare me, ancora di più. Dobbiamo dircelo: Dio è proprio il Dio nostro, noi siamo suoi ma Lui è nostro, ci ama tanto, vuole il nostro bene e tanto ama, tanto soffre quando non riusciamo. Egli corre nello scorrere del tempo veloce come un lampo, affinché dall’alba al tramonto tu non ti senta perso, e quando la notte scende, tu possa non sentire la paura di quel buio. Hai paura? Dillo a Gesù. Fai della notte la vostra notte in preghiera, dove è Lui che accompagna il tuo cammino e ogni lacrima scesa non sarà gettata, ma asciugata dal cuore del Padre.

Il Natale possa portaci questa fiducia: un Dio lontano dai miei occhi si è fatto vicino, percorre la mia strada, la precede a tratti e si fa accanto in altri, ma non c’è un passo in cui si dimenticherà, perché Dio non vuole che ti perdi, né ora né mai. Dio è con te per sempre.

“Signore,

vienimi a cercare,

perché anch’io ti cerco,

ma non so la strada.

Il tuo amore è veloce come un fulmine,

ne vedo la luce, ne sento la scossa

e questo fa bene al mio cuore,

perché dal tuo amore riparto

non per lasciarti,

ma per camminare

consapevole che ora ci sei.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Vedendo la loro fede

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11 DICEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

“Vedendo la loro fede”. A volte andiamo avanti per la fede degli altri, per qualcuno che ha pregato per noi, per chi ci aiuta a camminare, la loro vita ci è di esempio, le loro preghiere sono un dono. Oggi siamo chiamati a guardare alla fede che mettiamo nelle cose che facciamo e alla fede degli altri, che ci sprona nel cammino.

É bello leggere nel vangelo odierno, come Gesù noti nel gesto di portargli dinanzi il paralitico, un atto di fede; quella fede in Lui che diventa speranza per gli altri. Siamo chiamati ad essere portatori di speranza, collaboratori del Vangelo a modo nostro, e siamo esortati a rendere grazie per tutte quelle volte in cui qualcuno ci ha portato in braccio, ci ha sostenuto perché anche lì c’era la mano di Dio.

Paralitici o portatori di speranza, tutti siamo compagni di fede. Tutti abbiamo il dono di far vivere il Figlio nella nostra storia. Quando le nostre gambe saranno stanche, non smettiamo di camminare, se non fisicamente anche solo spiritualmente; la fede supera gli ostacoli, la fede è la risposta e questo, perché la vera risposta è Dio. E noi dall’inizio sino alla fine, siamo custodi di questa speranza.

“Signore,

insegnami a scoperchiare il tetto dell’indifferenza.

Fa che la fede sia una risposta non solo per pochi, ma per molti.

Aiutaci a migliorarci, a stimarci, a volerci bene;

sarà Natale se una di queste cose sarà fatta,

sarà Natale perché segnerà la nostra rinascita.

Non c’é Natale in cui non rinasca anch’io con Te,

perché Tu eterno amore,

infondi nei cuori la speranza

che non sono perduto,

e quella fede che mi hai trasmesso è la mia forza,

è la mia eredità per vivere da figlio

e fare vivere gli altri di Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

II domenica di Avvento

II domenica di avvento

 

10 DICEMBRE 2023

II DOMENICA DI AVVENTO B

Credere è vivere nella luce. Giovanni, di cui oggi ci parla il Vangelo, aveva il ruolo della testimonianza, di “testimoniare la luce”. Gran bel compito, un dono. Quanto sarà stata dura per Giovanni, perché il testimone anzitutto deve credere anche per gli altri e può farlo perché la sua forza viene da Dio.

Siamo chiamati oggi a guardare con attenzione alla figura di Giovanni. Un uomo determinato, desideroso che i cuori si convertano, e che come lui attendano Gesù. Anche Giovanni aspettava Gesù, sapeva di quel messia, bramava di vederlo, era voce in quel deserto anzitutto di se stesso, ma sapeva era certo di Gesù.

Imitiamo da lui questa certezza, facciamola nostra. Rendiamo la nostra vita gravida di Dio, portatori di una luce che messa al mondo non la si può più spegnere. Portiamo il nostro cuore a Dio. Immergiamoci in questa fede quasi storica, ma attuale, piena di difficoltà, ma profondamente sorretta da Dio che ci ama.

Facciamoci a nostra volta testimoni di luce, e possiamo esserlo! É Giovanni dircelo, possiamo testimoniare lui pur senza averlo visto, pur nel deserto. Noi abbiamo un vantaggio in più: i testimoni ne abbiamo tanti, i santi e i beati sono piccoli mosaici di luci alimentati da una luce più grande.

Da dove deriva questa luce? Dove prenderla? Non devi aspettare di essere “a posto”, devi solo scendere nell’oscurità del tuo cuore e trovare Dio, che lo sta già illuminando, che bussa alla porta del cuore e attende. L’avvento è l’attesa di Dio sull’umanità, è l’attesa di un Dio che aspetta l’uomo, il quale non deve salire in alto ma in basso, in sé stesso e trovarlo lì, per poi alzare insieme lo sguardo. Le stelle possiamo vederle solo se dal basso alziamo lo sguardo, e noi abbiamo accanto la Stella più bella che è scesa per guardarle con te.

“Signore,

conto le stelle,

ma qual è la mia?

Alzo la testa alla ricerca di una luce.

La notte è buia quando tu non ci sei.

Abbasso la testa per via della stanchezza, la fatica mi fa scendere,

ma in quella discesa ritrovo il cielo.

Nel buio della mia notte: una luce è lì. Tu!

Dio mio non mi lasciare,

tienimi accanto e guarderò dove devo guardare,

farò ciò che devo fare

ed avrà un senso se Tu sei con me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)