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LA VITA DOPO LA MORTE, SECONDO C.W. LEADBEATER

Post n°843 pubblicato il 27 Novembre 2014 da alf.cosmos
 

LA VITA DOPO LA MORTE, SECONDO C.W. LEADBEATER

 

dopo la morte

 

Nel corso di secoli e millenni, ci sono state proposte varie teorie a riguardo, dalle diverse religioni. Eppure l’intera questione rimane sempre circondata da un alone di mistero e soprattutto di tristezza. La morte appare sostanzialmente sempre oscura e terribile. Siamo abituati a questo manto di tetraggine e non ne vediamo l’assurdità e la mostruosità.

La prima cosa che dobbiamo invece realizzare sulla morte, è che si tratta di un avvenimento perfettamente “naturale” nel corso della vita umana. E questo dovrebbe essere ovvio, perlomeno se crediamo nell’esistenza di un Dio amorevole, poiché se la morte è un destino che tocca tutti ugualmente, non può essere in sé negativo. La morte non è qualcosa da temere, ma semplicemente un passaggio necessario alla nostra evoluzione. Al di là di essa, non c’è nessuno spaventoso e impenetrabile abisso, ma invece un mondo di luce e vita, che può addirittura essere indagato.

La morte non è l’oscuro re del terrore, ma piuttosto un angelo che porta con se una chiave dorata, con la quale apre per noi la porta verso una vita più piena ed elevata di quella terrena. Ma come possiamo essere sicuri che sia proprio così? E’ possibile saperlo in molti modi, c’è abbondanza di evidenze per chiunque si prenda l’impegno di radunarle insieme. Ma soprattutto c’è l’investigazione diretta. Ogni uomo ha infatti in sé facoltà latenti e sensi non sviluppati (di tipo sottile), per mezzo dei quali è possibile avere cognizione diretta del mondo invisibile. Quindi per chi si prenderà la briga di sviluppare queste facoltà, la vita ultraterrena diverrà evidente come la luce del sole. Ciò che qui verrà esposto, è quindi il risultato di indagini avvenute grazie allo schiudersi di questi sensi interiori. Ma quali sono i fatti che ci si sono svelati, attraverso queste ricerche?

In primo luogo bisogna dire, che nessun vero cambiamento improvviso ha luogo nell’uomo al momento della morte. Al contrario, dopo essere trapassato l’uomo rimane esattamente come prima, lo stesso nell’intelletto e nelle sue qualità; e le condizioni in cui viene a trovarsi, sono il risultato concreto di ciò che lui stesso ha fatto, detto e pensato mentre era in vita. Non ci sono ricompense o punizioni esterne. Ciò che ne deriva è una prosecuzione della vita terrena.

Noi infatti non siamo separati dai morti, perché questi sono continuamente intorno a noi. L’unica separazione è la limitazione della nostra consapevolezza; non abbiamo perduto i nostri cari, ma solo la capacità di vederli. E a questo proposito, diciamo che è decisamente possibile elevare la propria consapevolezza, fino al punto di percepirli di nuovo. Un uomo può infatti imparare a focalizzare la propria consapevolezza nel proprio corpo astrale, mentre il corpo fisico è ancora sveglio, ma per questo è necessario un certo livello di evoluzione, e nel caso dell’uomo medio ciò potrebbe richiedere molto tempo.

Tuttavia, ogni uomo mentre dorme, usa il proprio veicolo astrale in modo più o meno esteso, e in questo senso, ogni giorno (o meglio ogni notte) può incontrare, se lo desidera, i propri cari defunti. A volte abbiamo un ricordo parziale di questo, e diciamo che li abbiamo sognati; più frequentemente, non ricordiamo nulla e ignoriamo del tutto che tali incontri siano avvenuti. Ma il ricordare o meno questi avvenimenti ( una volta svegli), non inficia in alcun modo la consapevolezza che abbiamo su quel piano, né la capacità di muoverci in esso con totale libertà e facilità.

Ciò che è assolutamente certo è che i legami affettivi restano immutati. Quindi anche chi ha passato la barriera terrena, cerca ancora la compagnia di coloro che ama, in modo del tutto naturale. Le passioni, gli affetti, le emozioni e l’intelletto umano non sono assolutamente influenzati dal morire, poiché nessuno di questi aspetti appartiene al corpo fisico.

So quanto sia difficile per la mentalità comune afferrare la realtà di ciò che non possiamo vedere con i nostri occhi fisici. Per noi è molto difficile capire quanto sia limitata la nostra vista e che viviamo in un mondo molto più vasto di quello che crediamo, e di cui possiamo vedere solo una minima parte. Eppure anche la scienza ci dice con sicurezza che è così, perché ci descrive interi mondi (come ad esempio quello dei microbi) della cui esistenza noi saremmo completamente all’oscuro, se ci basassimo solo sui nostri cinque sensi.

I nostri sensi fisici infatti sono solo “finestrelle” aperte in alcune direzioni, per il resto è come se fossimo chiusi in una torre, poiché verso altri orizzonti siamo completamente ciechi. La chiaroveggenza o vista astrale ci apre una o due finestre in più, allargando così parzialmente la nostra visuale, mostrandoci un mondo più ampio.

Esplorando quindi questa nuova parte di mondo, cosa vedremmo per prima cosa?

Ad una prima occhiata, probabilmente penseremmo di guardare le stesse cose di prima. Nel piano astrale, così come nel piano fisico, esistono infatti diversi stati o gradi di densità della materia, e ad ogni stato corrisponde quello che gli è simile nel piano fisico. Per questo motivo ad un’occhiata superficiale, sfuggirebbero le differenze sostanziali (come ad esempio, le particelle che  costituiscono gli oggetti, in rapido movimento), pur evidenti ad una più attenta osservazione.

Per questi motivi, un uomo che muore, spesso non capisce il suo “nuovo stato”, proprio perché inizialmente non capta questi cambiamenti. Si guarda intorno, e vede le stesse stanze che gli sono familiari, popolate da coloro che ha conosciuto e amato, e che hanno corpi astrali percepibili dalla sua nuova vista astrale. Solo gradualmente egli realizza che ci sono delle differenze. Per esempio, scopre presto che tutte le sue paure, la fatica, l’ansia e il dolore sono scomparsi. Scopre inoltre che non riesce più a comunicare e a toccare le persone, come faceva prima. Per un po’ egli pensa di sognare e che presto si sveglierà, perché in altre occasioni, quando i suoi cari sono nello stato di sonno, egli riesce ancora a comunicare con loro normalmente.

Ma gradualmente egli scopre che, dopo tutto, è morto e incomincia allora a sentirsi a disagio. Questo succede a causa dello scarso insegnamento  ricevuto e delle sbagliate credenze inculcategli in vita. Non capisce dove si trova e che cosa stia accadendo. Questo momentaneo smarrimento scompare tuttavia gradualmente, incontrando altre persone morte prima di lui e quindi più consapevoli, dalle quale impara che non c’è ragione di temere, e che lì c’è una vita da vivere proprio come c’era prima, nella materialità. Scopre che ci sono molte novità, ma anche cose simili a ciò che già conosce; perché nel mondo astrale i pensieri e i desideri vengono espressi in forma visibile, anche se sono composti di materia più fine.

Dobbiamo ricordare che il defunto si ritrae man mano sempre più dentro sé stesso; il centro dei suoi interessi gradualmente si sposta, e la sua vita si svolge sempre più nel mondo del pensiero. I suoi desideri permangono ancora, e le forme che lo circondano saranno in larga parte espressione di questi desideri, cosicchè la felicità o meno della sua vita, dipenderà principalmente dalla natura di questi. Un’occhiata a questo mondo astrale dell’aldilà, ci mostra esattamente come alcuni sentimenti negativi, come gelosia, odio, rabbia, ambizione ecc., danneggino l’uomo che li alberga, causandogli le più acute sofferenze dopo la morte, e quindi ci spiega anche la ragione di molti precetti morali.

Prendiamo ora in considerazione alcuni esempi di vita astrale, illustrandone le principali caratteristiche. Consideriamo per primo, il caso dell’uomo ordinario, che non è stato né particolarmente buono, né particolarmente cattivo, né in alcun modo speciale: dopo la morte, la sua mancanza di colori resterà la sua caratteristica principale, ed egli non avrà né speciali sofferenze, né gioe particolari, e probabilmente troverà la vita astrale piuttosto noiosa.

Nel caso invece di un uomo che abbia avuto forti desideri di natura molto bassa, tali che potessero essere soddisfatti solo sul piano materiale, si è di fronte ad una evenienza ben peggiore. Consideriamo il caso di un ubriacone, di una persona schiava dei vizi e del sesso. Queste voglie restano invariate dopo la morte, ed anche la possibilità di soddisfarle, perché il corpo fisico non esiste più. Questi desideri tormentosi permangono dunque insoddisfatti, creando grandi sofferenze e dissolvendosi soltanto gradualmente. Sembrerebbe una crudeltà, ma tutto ciò rappresenta il solo modo nel quale quell’uomo potrà sbarazzarsi del vizio. Se egli passasse da una vita di sensualità e ubriacature direttamente all’incarnazione successiva, nascerebbe sempre schiavo dei propri vizi, e non  avrebbe mai la possibilità di correggersi. Spogliandosi di quei bassi desideri, egli può invece iniziare un nuovo cammino senza quel fardello, e l’anima avendo avuto una lezione così severa, farà ogni possibile sforzo per evitare il ripetersi di quegli errori.

Esaminiamo ora il caso di un uomo, che invece abbia avuto interessi di natura razionale e più spirituale. La maggioranza degli uomini impiega gran parte della propria vita fisica a lavorare per guadagnarsi da vivere. Immaginate invece la situazione dell’uomo che non ha più queste necessità, poiché il corpo astrale ovviamente non ha più bisogno di cibo, di vestiti o di case. Quest’uomo è libero ora di fare esattamente ciò che vuole. Supponiamo che il suo più grande diletto sia la musica; sul piano astrale avrà l’opportunità di ascoltare tutte le più grandi musiche che la Terra può produrre. Se la sua passione è invece la natura, avrà ineguagliabili possibilità di spostarsi, alla velocità del pensiero, da un posto all’altro, ed apprezzare così in rapida successione tutte le meraviglie del mondo. E tutto questo senza alcuna fatica.

Ci sono poi persone la cui gioia più grande nella vita, consiste nel porsi al servizio dei propri simili. Nel mondo astrale, esse potranno realizzare le loro più elevate aspirazioni più efficacemente di prima. Alcuni si dedicheranno al bene comune, mentre altri in particolar modo ad amici e parenti, sia vivi che morti. L’uomo gentile e desideroso di aiutare impara in molti modi attraverso il lavoro che può svolgere nel piano astrale; egli ritornerà quindi sulla Terra con molti più poteri e qualità della vita precedente, grazie alla sua pratica altruistica.

Tuttavia, anche il piano astrale è insignificante di fronte alla gloria della vita che segue, ossia la vita del paradiso. Questo è il purgatorio… quella è l’eterna benedizione: una realtà viva e gloriosa. La vita astrale è felice per alcuni, infelice per altri, a seconda della preparazione con cui vi sono giunti, ma ciò che segue è la felicità perfetta per tutti.

Una domanda che spesso la gente si pone riguarda la possibilità, dopo la morte, di riconoscere e ritrovare i propri cari già trapassati. In quel contesto, l’attrazione agirà come un magnete per riunire coloro che si amano. Di fatto però se il nostro caro ha lasciato la vita terrena molto tempo prima, egli allora potrà aver già lasciato il piano astrale, ed essere entrato nel paradiso; in quel caso  dovremo aspettare, finché anche noi avremo raggiunto quel livello. Ma quando finalmente arriverà quel momento, saremo insieme a coloro che amiamo in un modo così perfetto, che è difficile per noi da immaginare. Dove esiste l’affetto, il ricongiungimento è certo, poiché l’amore è una delle forze più potenti dell’universo, sia in vita che in morte.

In sintesi, la conoscenza della Verità allontana tutte le paure relative alla morte, e rende la vita più facile, perché ne conosciamo lo scopo e il profondo significato. La morte, per coloro che vivono una vita giusta e altruistica, non porta sofferenza, ma solo gioia.

Tratto da “La vita dopo la morte” di C.W. Leadbeater a cura di Fisicaquantistica.it

Fonte: http://www.fisicaquantistica.it/esoterismo/la-vita-dopo-la-morte-secondo-leadbeater

 
 
 
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